SCARAMELLI RILANCIA L’IDEA DEL TRENO IBRIDO SIENA-ROMA. E OGGI A CHIUSI IL FLASH MOB PER SALVARE LA STAZIONE
Il consigliere regionale toscano Stefano Scaramelli rilancia la proposta del treno diretto Siena-Roma, treno ibrido, diesel ed elettrico, per coprire tutta la tratta, quella non elettrificata da Siena a Chiusi e quella elettrificata da Chiusi a Roma, senza cambiare. Lo ha scritto ieri in un post sul suo profilo facebook annunciando una raccolta di firme a sostegno del progetto. Raccolta che comincerà mercoledì 15 novembre in Piazza Gramsci a Siena, per porseguire poi giovedì 16 alla stazione ferroviaria e venerdì nel centro storico della città del Palio. Le firme, scrive Scaramnelli saranno poi consegnate all’Assessore regionale ai trasporti, con la speranza che la richiesta diventi operativa già dal prossimo anno.
L’idea del treno ibrido Siena-Roma non è nuova e non è di Scaramelli, è già nel programma di Trenitalia. Solo che finora è rimasta nel cassetto. Non è una idea balzana. Perché – come scrive lo stesso Scaramelli – “il treno diretto consetirebbe di andare da Siena alla Capitale in due ore e valorizzerebbe anche la stazione di Chiusi”. Il consigliere regionale di Italia Viva propone 3 coppie di treni nell’arco della giornata. Cosa fattibile. Ovviamente la fermata Chusi dovrebbe essere garantita. E magari una a metà strada tra Siena e Chiusi (Sinalunga) e una o 2 tra Chiusi e Roma (Orvieto-Orte). L’idea non è balzana e andrebbe a nostro avviso sostenuta. Questo perché – anche se Scaramelli non lo dice – la connessione diretta Siena-Roma con il treno ibrido depotenzierebbe la bufala della stazione in linea per l’alta velocità, rafforzando appunto il ruolo della stazione di Chiusi, quantomeno per il traffico verso sud.
Alla fine dei conti costerebbe anche molto meno costoso dell’elettrificazione e del raddoppio della Chiusi-Siena, che sarebbero certo opportuni, ma non immediati.
Farebbe bene, a nostro avviso il Comitato-Associazione Opzione Zero che si batte contro la stazione in linea (ovunque venisse realizzata) e per la valorizzazione e l’utilizzo delle stazioni esistenti di Chiusi e Arezzo a onserire il treno ibrido Siena-Roma nel carnet delle rivendicazioni, come una delle prime e più immediatamente realizzabili. Ma farebbe bene anche Stefano Scaramelli ad ammainare la bandiera della stazione in linea (lui la vorrebbe a Tre Berte-Salcheto, ma anche Creti-Farneta) e a sostenere la battaglia del comitato.
Oggi, sabato 11 novembre, alle ore 16, ci sarà un flash mob davanti alla stazione, organizzato proprio dal Comitato Opzione Zero. Con tutta probabilità verrà effettuata una consegna simbolica delle 4.000 firme raccolte al Ministro Salvini e ai governatori della Toscana Giani e dell’Umbria Tesei. Ecco, Scaramelli potrebbe (dovrebbe) partecipare mettendo sul piatto la sua iniziativa per il treno Siena-Roma.
Mentre scriviamo lo stesso Scaramelli è a Castiglione del Lago, ad un incontro con il suo collega umbro Andrea Fora, sui temi del rapporto Trasimeno-Valdichiana, officiante Gianni Fanfano. Il tema della stazione di Chiusi, è uno dei temi più rilevanti per il futuro delle due aree confinanti. Tutti e tre (Scaramelli, Fora e Fanfano) farebbero bene a partecipare al flash mob. Vale la pena ricordare che lo stesso Fora (consigliere umbro., ma residente a Chianciano) venne alla stazione di Chiusi ad inaugurare il Bus Navetta Chiusi-Perugia istituito come servizio collaterale alla fermata del Frecciarossa. Non se ne sarà mica dimenticato! Nel caso glielo ricorderemo.
Intanto Chiusi Scalo è tappezzata di lenzuoli. La gente vuole salvare la stazione. La politica che fa?
m.l.
Non vorrei che la proposta per l’istituzione del treno diretto da Siena a Roma fosse merce di scambio con la stazione in linea fuori dal territorio di Chiusi. L’idea è buona ma è tale solo se a supporto dell’opzione zero.
Fin’ora la politica -trattata bene- ha nicchiato. Nicchiato in attesa di ordini superiori, coperta da svariate prese di posizione,per il semplice mpotivo che se da una parte la politica stessa parla sempre di partecipazione che manca e che a detta sua vorrebbe rinforzare e ripristinare,dall’altro lato prega il padre eterno di non trovarsi di fronte ad iniziative dal basso che rompono le uova nel paniere. E tutto questo è diventata una condizione insopportable che spinge la gente nei territori a dissociarsi e ad allontanarsi dalla partecipazione partitica perchè è subentrata non da adesso una sfiducia che le rappresentanze locali possano fare il bene dei cittadini.Siamo alle comiche perchè talvolta i vertici dei partiti nelle espressione delle maggioranze tentano di essere presenti in mezzo alla gente quando vengono presentate le istanze delle popolazioni ma subto dopo si guardano bene da intervenire ed essere coerenti con quello che precedentemente avevano detto.E qui a volerne parlare ci potrebbero essere nella sfera delle critiche come per esempio si potrebbero muovere in occasione di questo ”Flashmob” dove si è raffigurata la consegna delle 4000 firme ai dirigenti regionali della Toscana, dell’Umbria e Governativi.Durante la manifestazione ha preso applausi solamente il Sindaco di Città della Pieve Fausto Risini che coerentemente ha partecipato non nascondendosi dietro un dito dal momento che aveva fin da principio aderito alla visione della rivitalizzazione della Stazione di Chiusi e dicendo NO alla stazione in Linea.Non mi sembra che altri fossero stati presenti dopo la presentazione delle ragioni del comitato avvenute in Agosto a Chiusi Scalo.In pratica ” armiamoci e partite ”. E allora a chi mi parla lagnandosi di speranza di poter colmare il divario fra la lontananza della politica agli interessi della gente occorre rispondere additando la subalternità della struttura della politica stessa ad interessi verticistici e superiori.Ma questo lo sà bene la stessa politica che spesso si ripara dietro steccati che tenderebbero solo a giustificare quelle condizioni per le quali apertamente si dice alla gente che i partiti sono con essa ma che non possono dall’altra parte essere attirati in un tritacarne frantumante poichè chi stà in alto abbia già deciso diversamente. Detto in soldoni . ragazzi, c’è solo da sperare che i soldi indirizzati alla fabbrica delle ” cattedrali nel deserto ” siano insufficienti e siano perciò indirizzati a salvaguardare la vita delle province alluvionate della Toscana come quella di Prato, Pistoia,Campi Bisenzio, Quarrata e Montemurlo e che non siano gettati nell’inutilità più grande della costruzione dell’inutile.Ciò detto il Comitato la sua parte la stà facendo e la farà con decisione e la politica con questo è avvisata perchè la lacrime di coccodrillo poi servono a poco, anzi servono a farne vedere solo l’insufficienza.