CHIUSI, TORNANO LE “LENZUOLATE”. STAVOLTA PER SALVARE LA STAZIONE. SABATO FLASH MOB: GIANI E TESEI, C’E’ POSTA PER VOI

CHIUSI, TORNANO LE “LENZUOLATE”. STAVOLTA PER SALVARE LA STAZIONE. SABATO FLASH MOB: GIANI E TESEI, C’E’ POSTA PER VOI
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CHIUSI – Quando le cose si mettono male a Chiusi si stendono i lenzuoli. Anzi si fanno le “lenzuolate”. Successe alla fine del 2019, quando si parlava del famigerato progetto Acea per un carbonizzatore nell’area dell’ex centro carni e i lenzuoli alle finestre stanno tornando anche in questi giorni. La battaglia stavolta è quella per “salvare la stazione” anche come aggancio all’alta velocità.

In sostanza per dire NO ad una nuova stazione in linea, dovunque venga realizzata e per dire SI’ all’ultilizzo delle stazioni di Chiusi e Arezzo anche per i Frecciarossa, sì al potenziamento delle fermate degli IC e dei regionali, sì al rilancio del progetto del centro merci a suo tempo progettato, finanziato e iniziato a costruire e poi colpevolemente abbandonato. E inoltre raddoppio della Chiusi-Siena e collegamento stradale rapido con Perugia attraverso l’adeguamento dell’ultimo tratto della Pievaiola con sfondamento tra Piegaro e Moiano.

La nuova “lenzuolata” annuncia anche una iniziativa del Comitato-Associazione Opzione Zero: un flash mob davanti alla stazione, che si terrà sabato prossimo 11 novembre a partire dalle ore 16,00.

La locandina che circola è piuttosto sibillina e non dice in cosa consisterà il flash mob. Ma di sicuro sarà una iniziativa con la quale si intende far capire ai governatori di Toscana e Umbria, al Ministro Salvini, alle Fs, ai sindaci del comprensorio, sia di qua che di là del fosso, che la popolazione una nuova stazione volante in mezzo al nulla non la vuole e al contrario vuole valorizzare le stazioni esistenti, sulle quali sono stati spesi nel 2017 diversi milioni di euro per adeguarle alle fermate AV. Probabilmente ci sarà anche una “consegna simbolica” in stile “C’è posta per te” delle oltre 3.500 firme raccolte da giugno ad oggi dal Comitato, a Giani, a Donatella Tesei e a Salvini. Il tutto ovviamente in favore di telecamere e macchine fotografiche.

Vedremo se al flash mob di sabato 11 parteciperanno, e in che misura e in che forma, i sindaci della Valdichiana, del Trasimeno, della Valdorcia, dell’Amiata… Proprio oggi il Comitato ha incontrato in via ufficiale il sindaco di Chiusi Sonnini. Probabilmente per informarlo dell’iniziativa e capirne le intenzioni.

Come abbiamo scritto fino alla noia, non solo Chiusi e Chianciano, cioè i due comuni che danno il nome alla stazione Fs, ma anche molti altri comuni hanno da perdere e non poco da una scelta scellerata come quella di realizzare una stazione in linea a Creti-Farneta, Rigutino o Tre Berte-Salcheto…  Alcuni paesi, come quelli della Valdorcia e dell’Amiata si vedrebbero allontanare la stazione e quindi l’aggancio al treno di decine di chilometri, rispetto a Chiusi. Stesso discorso vale per Arezzo, con i cittadini e gli operatori aretini che si vedrebbero costretti (nella migliore delle ipotesi) a fare 12 km per raggiungere Rigutino, quando ora la stazione ce l’hanno nel cuore della città. Dodici km verso sud, quando il 90% del flusso viaggiatori va verso nord.

Se la stazione in linea venisse realizzata a Rigutino, dalla Valdorcia disterebbe 80 km abbondanti. Farneta una sessantina come minimo.Tre Berte-Salcheto comuque una decina in più rispetto a Chiusi. E senza altre connessioni ferroviarie. Una assurdità anche in termini tecnici. Anzi, tre assurdità.

Il ministro Salvini è venuto due volte a Chiusi: nel 2016 e nel 2021, tutte e due le volte per iniziative di campagna elettorale. Perché non viene adesso che è ministro dei trasporti e delle infrastrutture a spiegare quale è la sua posizione in proposito? Sarebbe interessante saperlo. E anche gli assessori e consiglieri regionali sia umbri che toscani che dal 2019 al 2022 sono sempre venuti a Chiusi a prendersi gli applausi per l’inaugurazione della fermata del frecciarossa, per l’adeguamento della stazione, per i servizi navetta per Siena e per Perugia, vengano adesso a spiegare come mai hanno cambiato idea e adesso vogliono la stazione in linea in mezzo al nulla. Anzi non in mezzo al nulla, ma in mezzo ad autostrade e superstrade, laghi, fiumi, canali maestri e allaccianti vari… Ma dove non c’è ferrovia se non la Direttissima. Parliamo di Vincenzo Ceccarelli, Stefano Scaramelli, dello stesso presidente Giani per la Toscana, di Eugenio Rondini, Simona Meloni, Andrea Fora per l’Umbria…

Il flash mob di sabato 11 consegnerà un po’ di posta anche a loro… E pure ai sindaci che applaudivano il Frecciarossa e poi se lo son fatto scippare dalle Fs, attardandosi sulla bufala della stazione a Tre Berte.

Nell’estate scorsa alla presentazione del Comitato in piazza Garibaldi a Chiusi Scalo, di gente ce n’era parecchia. Vedremo quanta ce ne sarà sabato davanti alla stazione. Nonostante la stagione si avvii verso l’inverno, il clima e il tema restano caldi. Il tavolo tecnico continua a riunirsi, ma continua a non decidere, ed è ovvio: gli argomementi a favore della Medio Etruria sono labili assai, tutti smontabili pezzo a pezzo come se la stazione fosse fatta di Lego.

Una decina di giorni fa ad Arezzo si è tenuta una iniziativa pubblica promossa dal Comitato Sava, quello a favore della stazione in linea a Rigutino. Cioè dello scippo della stazione agli aretini, per fare un piacere a costruttori, cementieri e politici in cerca di carriere. L’iniziativa ha avuto luogo nella “Sala dei grandi” del Palazzo della Provincia sotto gli occhi scettici dei grandi aretini del passato: da Mecenate a Petrarca, da Santa Margherita a Margaritone, da Piero Della Francesca a Vasari, da Luca Signorelli a Michelangelo fino a Vittorio Fossombroni, l’artefice principale della grande Bonifica della Valdichiana a fine ‘700. La fortuna dei promotori del convegno è stata che quelle figure stanno lì solo a futura memoria. Fissi sull’intonaco e silenziosi. Perché se avessero potuto prendere la parola, uscendo anche 5 minuti e basta da quell’affresco, li avrebbero maltrattati e presi a calci nel sedere.

m.l.

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