CHIUSI, IL CENTRO MERCI E’ ANCORA FATTIBILE? E DOVE? ECCO COME STANNO LE COSE

CHIUSI, IL CENTRO MERCI E’ ANCORA FATTIBILE? E DOVE? ECCO COME STANNO LE COSE
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CHIUSI – In altro articolo parliamo del Polo Logistico che potrebbe nascere a Bettolle, nei pressi del casello autosradale, e del Centro Intermodale Merci a suo tempo previsto e avviato a costruire a Chiusi, nei pressi della stazione ferroviaria. Il primo avrebbe dimensioni mastodontiche: 500 mila mq, na superficie pari a 73 campi di calcio e avrebbe come scopo la scambio merci gomma-gomma; il secondo prevedeva un area per meno di 20 mila mq e avrebbe dovuto garantire lo scambio gomma-rotaia. Quello di Chiusi finanziato dal Patto Territoriale Vato è stato praticamente abbandonato intorno al 2010, dopo l’esproprio dei terreni e l’urbanizzazione della strada di accesso, che finisce nel nulla. Anzi, più precisamente, nell’orto di un privato. Spesa sostenuta circa 2 milioni di euro per un nulla di fatto che ancora grida vendetta.

Lì vicino, nel 2015 sorse l’Interporto Etrusco che l’allora sindaco Scaramelli andò ad inaugurare tentando di farlo passare per il centro intermodale merci di cui sopra. Si tattava invece di iniziativa privata della ditta De Luca che mise in produzione un paio di capannoni di sua proprietà e ci realizzò pure un braccio di binario e una piattaforma per far atterrare gli elicotteri, più volte utilizzata in questi anni anche dall’elicottero sanitario Pegaso per interventi di soccorso in zona. Anche l’Interporto Etrusco adesso è un’altra cosa. Un deposito. Ma questo è un dettaglio. In ogni caso il Centro Intermodale Merci, intercomunale, interprovinciale ed interregionale finanziato e progettato dal Patto Territoriale non esiste.

Il Comitato Opzione Zero l’ha inserito tra le proprie rivendicazioni a sostegno della stazioine di Chiusi (e di quella di Arezzo), contro l’ipotesi di stazione in linea per l’alta velocità. Il Centro Merci come tassello utile a ridare ruolo allo scalo chiusino, per un’area vasta a cavallo tra Toscana e Umbria, così come l’adeguamentro della Chiusi-Siena e il collegamento stradale veloce Perugia-Chiusi, con la variante alla Pievaiola per bypassare la “mulattiera” tra Piegaro e Moiano.

Ma come stanno le cose dal punto di vista urbanistico riguardo al Centro Merci?

Una premessa: la struttura era sovracomunale, interregionale e al confine tra Chiusi e Città della Pieve, ma territorialmente ricadeva nel territorio di Chiusi e tutte le procedure urbanistiche erano in capo al Comune di Chiusi.

Da una verifica risulta che la previsione di Piano non sia mai stata depennata, ma al momento non è più quella originale. Non avendolo mai realizzato e avendo fatto scadere tutti i termini, il Comune da un lato e il Patto Vato dall’altro hanno perso il diritto a edificare, anche per l’entrata in vigore delle norme sull’assetto idrogeologico nel bacino dell’Arno che hanno classificato quell’area come area sottoposta a rischio esondazioni e allagamenti. Nel 2016 il Comune ha pertanto “tagliato” 2/3 dell’area edificabile. Oggi sarebbe possibile edificare solo 1/3 di ciò che era previsto originariamente. In sostanza qualcosa come 5.000 mq, non di più. Praticamente un solo capannone. Di fatto il Centro Merci previsto a suo tempo a Chiusi Scalo non esiste più, neanche nelle previsioni e nelle possibilità. Non in quell’area.

Ovviamente, una volta appurato che il centro Merci avrebbe ua sua validità e potrebbe avere una funzione per l’economia della zona, potrebbe essere riproposto altrove. In un’area magari contigua o non lontana con meno criticità ambientali (verrebbe da chiedersi chi paga per i soldi pubblici spesi inutilmente e per non aver valutato a tempo debito i problemi idrogeologici, ma questo è un altro discorso). Nell’area dell’ex centro carni, per esempio, nel 2015 l’allora sindaco Scaramelli voleva farci la stazione in linea, in sopraelevata. Ci organizzò pure un mega convegno al teatro Mascagni. Se si spoteva fare una stazione in linea, ci si potrà fare anche un centro merci. O no?

Sì, ma qualcuno dirà che quell’area nel 2018 l’ha acquistata Acea Ambiente per farci il famigerato carbonizzatore.Progetto anche quello saltato prima di partire, per criticità ambientali e incongruenze progettuali oltre che per la pressione popolare e 33 pareri negativi da parte di enti preposti. Quindi non è più nella disponibilità del Comune. Vero. Pare però che Acea Ambiente abbia messo in vendita l’area in questione e abbia già intavolato alcune trattative, non andate per ora buon fine. Ma la volontà sembra essere quella di cedere. Quindi, volendo…

Il progetto Centro Merci fu abbandonato e lasciato incompiuto intorno al 2010, un po’ per la guerra sorda tra Ceccobao e Ciarini, due ex sindaci di Chiusi, il primo volato in Regione e l’altro alla presidenza del Patto 2000, ma anche perché alcuni soggetti privati soprattutto di area senese (Cna in primis) smisero di crederci, per il fatto che nel frattempo il mercato era cambiato e il trasporto merci aveva subito una forte contrazione, anche nel numero di mezzi e di addetti.  Le stesse Fs avevano ridimensionato fortemente l’area Cargo che fino a poco tempo prima aveva 100 macchinisti nella zona di Chiusi.

Oggi, dicono gli operatori, il trasporto merci su ferro è tornato a crescere e i treni merci che transitano per Chiusi sono molti di più che nel 2010-2015, anche grazie ad alcune compagnie private che utilizzano la linea con convogli propri.

Forse un’area per lo scambio gomma rotaia, anche solo per la zona di riferimento (Valdichiana sud, Trasimeno, Valnestore, Orvietano e Amiata-Valdorcia) potrebbe avere un senso e una sua ragion d’essere. Il Comitato chiusino (che in realtà è molto più ampio) potrebbe adesso concentrarsi non tanto sulle criticità ambientali e sulle possibilità edificatorie previste, quanto sulla necessità, sulla validità, di una infrastruttura del genere, sul mercato che potrebbe avere, sulle risposte che potrebbe dare agli operatori e anche in termini “ecologici”. Il dove farlo, se dove era previsto  non è più possibile, è questione che spetta al Comune o ai comuni coinvolti e interessati.

Abbandonare del tutto questa prospettiva per le sopraggiunte criticità, spostando tutta l’attenzione sull’ipotetico Polo Logistico di Bettolle, date le dimensioni e l’impatto che avrebbe, non è la strada giusta o quantomeno non è e non può essere la sola percorribile. Non in questa fase, almeno. Noi siamo per una valutazione a 360 gradi.

m.l.

Nella foto:la strada di accesso al Centro Intermodale Merci, come appare da 10 anni a questa parte. Una delle incompiute dello scandalo…

 

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