A BETTOLLE PREVISTO UN POLO LOGISTICO GRANDE COME 73 CAMPI DI CALCIO. UN COMITATO DICE NO. IL SINDACO PREDICA CALMA. E IL CENTRO INTERMODALE DI CHIUSI CHE FINE FA?
Il sindaco di Sinalunga Edo Zacchei riferisce dell’interesse di alcuni gruppi industruali del settore produttivo e della logistica, ma dice anche che nulla è ancora deciso:
“Sulla costruzione del nuovo polo logistico siamo a fare una riflessione su un’area agricola che, attualmente, ha vari problemi. Il tema è decidere se vogliamo che il futuro rimanga agricolo, oppure urbano. È una fascia di terreno tra l’autostrada e una strada provinciale che verrà costruita: questa condizione gli farà perdere tutti gli interessi agronomici. Se questa ipotesi è interessante per il territorio che rappresento c’è una riflessione da fare. Ci sono degli investitori della logistica del produttivo che sono interessati, ma questa è una materia che viene disciplinata nei piani operativi e di quello ancora non se ne parla. Siamo ancora nella fase strategica. Siamo ben lontani dalla messa a terra dei piani attuativi. (…) Non è una cosa che verrà fatta domani. Se sarà possibile modificare la destinazione urbanistica di quei terreni, forse serviranno anni” dice Zacchei che pur ritenendo “prematura” la costituzione del comitato del NO, scrive sul suo profilo fb: “Il percorso di elaborazione del Piano Strutturale Intercomunale è complesso ed è necessatio valutare opportunità e contrarietà di ogni azione per apportare modifiche e miglioramenti.
Sulla previsione dei 900 posti di lavoro, i giovani del Comitato rispondono che “il territorio non si può barattare con i posti di lavoro, il miraggio dell’occupazione non può costitire un ricatto per accettare la deturpazione di un’area del genere”. “Non si può accettare la padanizzazione della Valdichiana“, dicono con chiaro riferimento a ciò che è successo negli anni nel nord Italia (disastri e alluvioni compresi). Parlano anche del rischio che una volta costruito il Polo Logistico possa via via perdere appeal, come è successo altrove, e la zona si ritrovi con un’area dismessa, da riconvertire ulteriormente…”.
Quello ipotizzato dal Piano Intercomunale a Bettolle sarebbe un polo logistico per lo scambio merci gomma-gomma, perché lì non ci sono infrastrutture ferroviarie. Una cosa di dimensioni maggiori, ma non molto dissimile dal Centro Intermodale Merci che avrebbe dovuto sorgere a Chiusi e che fu finanziato all’inizio degli anni 2000 dal Patto Territoriale Vato. Anzi fu anche avviato a costruzione, con una spesa intorno ai 2 milioni di euro tra espropri e prima urbanizzazione della strada di accesso, ma è rimasto lì, incompiuto. Quello previsto a Chiusi si trova, come ubicazione, a pochi metri dalla stazione ferroviaria e dai binari e avrebbe dovuto consentire lo scambio merci gomma-rotaia. Era considerato fin dalla progettazioone opera strategica e intercomunale, anzi interprovinciale e interregionale, perché al confine con l’Umbria e perché il Patto Territoriale Vato coinvolge anche comuni e istituzioni umbre.
La differenza tra i due progetti sta dunque nelle caratteristiche e nelle dimensioni, ma anche nel fatto che quello di Chiusi non è previsto nel PSI dell’Unione dei Comuni, quello di Bettolle sì.
Bettolle un comitato spontaneo si oppone al progetto del Polo Logistico, a Chiusi, il Comitato Opzione Zero che si batte contro la Stazione in Linea per l’alta velocità e per l’uso e la valorizzazione delle stazioni esistenti di Chiusi e Arezzo (con potenziamento anche della Chiusi-Siena, miglioramento della viaboilità tra Chiusi e Perugia), invece rilancia il porgetto del Centro Intermodale e ne chiede il completamento. Potrebbe anche non essere nell’area a suo tempo prevista e che qualche criticità dal punto di vista idrogeologico ce l’ha.
Anche riguardo al Polo Logistico di Bettolle però qualche criticità era emersa, già nella conferenza di copianificazione tra l’Unione dei Comuni della Valdichiana senese e la Regione Toscana del 16 marzo 2021, soprattutto la Regione aveva evidenziato delle incongruenze: “La conferenza ritiene che l’intervento comporti elevate criticità rispetto ai principi espressi in temi di sviluppo sostenibile, riduzione del nuovo consumo di suolo e valorizzazione del patrimonio territoriale, oltreché alla relativa incentivazione degli interventi di riqualificazione e rigenerazione delle aree degradate e industriali dismesse”. Tant’è che in quella sede la Regione stessa sottolineava “la necessità di effettuare ulteriori verifiche e valutazioni rispetto alla sostenibilità e fattibilità della previsione”.
I due interventi (Polo Logistico di Bettolle e Centro Intermodale di Chiusi entrambi al momento inesistenti), ammesso che si decidesse di realizzarli, sarebbero compatibili e magari complementari oppure l’uno esclude l’altro?
Da un punto di vista “ecologico”, ovvio che il Centro Intermodale (gomma-rotaia) di Chiusi non solo avrebbe un impatto minore, ma andrebbe nella direzione della riduzione del traffico veicolare delle merci, cioè su strada e su TIR a vantaggio del più ecologico treno e nelle intenzioni del Comitato Opzione Zero andrebbe anche a valorizzare e a ridare ruolo alla stazione e al nodo ferroviario di Chiusi. Nodo che rafforzato anche da un adeguamento della Chiusi-Siena o da un treno ibrido diretto Siena-Chiusi-Roma, valorizzerebbe di fatto anche Sinalunga. che potrebbe essere una delle poche fermate, data la presenza a Sinalnga della connessione per Arezzo.
Le questioni sono dunque alquanto intrecciate e crediamo, dovrebbero essere valutate anche dalla politica e dalle istituzioni piuttosto attentamente. E non separatamente. E non sono nemmeno avulse dalla discussione sll’alta velocità, la stazione in linea, le stazioni esistenti.
Il fatto che la gente si organizzi e scenda in campo per difendere il territorio e proporre soluzioni è certamente un fatto positivo. E’ positivo, a nostro parere, anche l’approccio che ha avuto in questa fase il sindaco di Sinalunga Zacchei che non ha alzato un muro, non si è arroccato.
Quando le questioni sono di questa portata, è chiaro che le scelte non possono passare sulla testa della gente. Il rischio è di sbatterci la propria. Una cosa che emerge, da queste situazioni, però è anche l’impressione (questa meno positiva) che nell’Unione dei Comuni della Valdichiana non tutti contino o pesino alla stessa maniera. Montepulciano e Sinalunga son o i due comuni più grandi, questo è vero. Ma sembrano avere un potere contrattuale e decisionale maggiore rispetto ai comuni del sud della zona, che appaiono spesso a rimorchio e senza una loro voce. La presenza in campo di vari comitati (quello di Bettolle, quelo di Chiusi -che però non è solo di Chiusi, ma molto più largo – quello della Valdorcia sulla centrale geotermica, quello di Montepulciano “Il Bersaglio ecc..) può, paradossalmente aiutare la politica a ponderare le decisioni prima di fare danni. Anche a fare passi indietro, se necessario.
m.l.
Per me non si farà mai. Ma dove sono nelle nostre zone tutte queste aziende che necessitano di superfici mostruose, quando non si riescono a completare nemmeno piccole lottizzazioni per mancanza di interessati? È pura fantascienza, anzi, fantapolitica.
magari interessa ad Amazon
X Giangiacomo Rossi. E’ abbastanza vero quello che lei dice ed è anche indice di una visione da parte della politica che spinge ai mega investimenti quando all’intorno non ha le condizioni che possano realizzarli,indipendentemente dalla posizione strategica dei territori. Il tutto poi andrebbe agganciato ad un livello superiore di sviluppo che mi sembra di osservare che non ci sia nè nell’immediato nè per un futuro a medio termine. E’ la solita solfa che viene evocata che conduce alle cattedrali nel deserto, qualcuna realizzata purtroppo e qualche altra dormiente nella mente delle persone. Una grande massa di energie economiche spese e rese infruttifere dalle condizioni nelle quali si trovano ad operare e quindi personalmente osservo che quella che ci si presenta costantemente come grande possibilità sia una ” volpe che perda il pelo ma non il vizio” mentre è chiaro che attualmente in questa fase il Sindaco sia molto attento a non debordare in un modo o nell’altro, ma credo però che da parte dei Comitati debba rimanere nell’area della loro ”sorveglianza ed attenzione” poichè oggi la politica si finanzia con le grandi opere e le pedine piccole non ci vuole molto a far assumere loro una valenza diversa da quella che esisteva il giorno prima ,se non altro per il fatto degli avvicendamenti nelle cariche che potranno interferire e caratterizzare il futuro di tali progetti. Faccio inoltre i miei complimenti a quei giovani che hanno risposto DECISAMENTE ALL’IDEA DI TALE PROGETTO CON UN FORTE NO ! Credo che gli ultimi avvenimenti soprattutto in Toscana (si parla di ben 2 miliardi e mezzo di danni se non erro) dovuti ale alluvioni come risposta al cambiamento climatico ed al consumo di suolo, all’interramento dei torrenti, abbia già dimostrato che esiste UNA UTILITA’ DI NATURA SUPERIORE AL MERO PROFITTO DI QUALCHE GRUPPO INDUSTRIALE E CREDO CHE SAREBBE ORA DI FINIRLA DI PENSARE E PROGETTARE UNO SVILUPPO CHE POI HA CONSEGUENZE NEFASTE SULLA VITA DELLE PERSONE POICHE’ SUBALTERNO ALLA LOGICA DEL PROFITTO CHE SI TENTA SEMPRE DI AFFERMARE.E’ SOPRATTUTTO IL SETTORE PUBBLICO CHE DEVE CAMBIARE VISIONE ED ORIENTAMENTO. Occorre rendersi conto che il modello di sviluppo che si andrebbe a perorare con tali iniziative è un modello superato che cozza contro la qualità di vita degli abitanti,sia per quantità di risorse impiegate e che si richiederebbero insieme alle infrastrutture dei territori (logistica,inquinamento,viabilità ed altro ).In diversi luoghi dell’Europa si sta procedendo spesso-siamo all’inizio- con una visione del ”piccolo ed utile e del maggiormente vivibile’, del contenuto e della conseguente qualità della vità.Sono questi i presupposti per i quali si è visto che le grandi concentrazioni industriali sono all’antitesi di ogni discorso e di ogni visione magagalattica degli impianti.Anche la Cina dopo anni di sviluppo incessante sotto tale aspetto è stata costretta a darsi una ridimensionata : quando si arriva a non distinguere più un proprio simile a due metri di distanza nel marciapiede a causa della nebbia dovuta all’inquinamento vuol dire che tanta strada non si è percorsae quella che si è fatta stia portando alla rovina. Sia d’inverno chè d’estate mezz’ora prima di atterrare a Pechino,all’intorno della capitale c’è una nebbia che nasconde tutto quell’immenso territorio ed i calcoli si possono fare presto sull’aereo che vola a 700 km all’ora in fase di discesa a terra: una nuvola stanziale lunga 350 km. da ogni parte stagna su un territorio di ove vivono decine e decine di milioni di persone con tutte le tragiche conseguenze che l’inquinamento comporta. Solo facendo il cosiddetto ”conto della serva” si può benissimo stablire se tutto questo abbia come conseguenza una spesa di risorse economiche di gran lunga maggiore di quella di uno sviluppo basato sul localismo e sulla relativa produzione di beni parcellizzata ala quale possano far riferimento gli abitanti di un territorio a vocazione alimentare verde e turistica come il nostro.Portanto il discorso della tipologia dello sviluppo sulle ”presunte democrazie occidentali” al confronto con ”la certezza decisionistica dello stato autoritario” credo sia bene che venga scongiurato in ogni modo che nel tempo si affermino quei risultati anche nella nostra Valdichiana.Ma in tutta franchezza credo e spero che tale rischio non venga prodotto per la semplice ragione a cui si riferiva il Sig. Giangiacomo Rossi che credo sia quella più realistica. Ecco perchè spesso dalle parti nostre si possa decisamente osservare che da parte della politica ” ad ogni ora parta un treno”….oppure anche che ” le pulci abbiano la tosse”…altro che la cordata degli imprenditori….Cerchiamo di vivere utilizzando le forze ed i prodotti che la natura ci ha regalato nei nostri territori grazie anche all’intelligenza ed all’abnegazione sia politica sia lavorativa di chi ci ha preceduto.Questa credo sarebbe cultura vera,l’altra faccia è la ripetizione di ciò che abbiamo già provato e che stiamo provando sulla nostra pelle: un mondo irrazionale che si riversa alla fin fine contro ognuno di noi.Ecco perchè la politica deve fare il proprio mestiere e se non lo fà, debbono essere i cittadini senza alcuna remora a farglielo comprendere.
Non riuscite a levare il passaggio di mezzi pesanti nel centro storico di Bettolle, unico a permettere che camion di grosse dimensioni continuino a trasportare merci e altro favorendo inquinamento ambientale e pericolosità per i pedoni che devono addossarsi ai muri, in una stretta via dove già macchine che si incrociano creano problemi. In vari paesi limitrofi sono state istituite zone a traffico limitato con permessi eccezionali al bisogno. Perché non è possibile in un paese dove gli anziani sono stati penalizzati dalla chiusura di tanti negozi? Grazie se risolvete.
X La Sig.ra Elvira Tartaglia.Non comprendo il suo quesito : ”Non riuscite”….Chi dovrebbe decidere la viabilità ?
Ma fate campi da tennis, pallacanestro per ragazzi che qui per svagarsi vanno all’outlet che poi è la causa di tutto questo traffico! Nel centro storico di Bettolle non ci sono più negozi! Per fare la spesa bisogna prendere la macchina e chi non può? Non si può fare una passeggiata a piede, camion passano anche per il centro del paese, bisogna accostarsi al muro per proteggersi. Semaforo che serve solo a fare multe tarato al minimo. È uno stato di abbandono del lastricato di piazze e vie! Ma perché la regione non dà soldi per non far distruggere paesi in passato attivi e belli?!
signora, intanto per rimanere al tema del “far vivere i paesi”, sabato prossimo 27 gennaio, giorno della Memoria, proprio a Bettolle sarà in scena lo spettacolo teatrale “Tradire! La notte prima dell’assedio”, una piece che rievoca un fatto di sangue del 1500, precisamente l’assedio di Chiusi da parte di Ascanio della Corgna e Ridolfo Baglioni. Un fatto che “vendicò” ciò che era successo a Bettolle un anno prima. E’ anche un apologo sulla guerra, tutte le guerre, di ieri e di oggi, che sono sempre uguali nelle logiche e anche nelle modalità… S parla del passato per parlare anche dell’oggi e capire meglio cosa sta succedendo. Ci sono molti modi per provare a creare una cittadinanza più informata, più critica, più consapevole. Il teatro in questo aiuta. https://www.primapaginachiusi.it/2024/01/27-gennaio-giorno-della-memoria-bettolle-tornano-scena-santaccio-da-pistoia-ascanio-della-corgna-le-guerre-sono-sempre-uguali/?fbclid=IwAR2O4A9Yg6vt2Zr0MmLCZAQFLm5-Ule0VQeC4M1Cqd2UjWEvbeXuGp2msPA