50 ANNI DOPO IL GOLPE IN CILE, VENERDI’ 15 GLI INTI ILLIMANI A CASTIGLIONE DEL LAGO
CASTIGLIONE DEL LAGO – Cinquant’anni fa, il 12 settembre del 1973, erano in Italia e non erano ancora diventati famosi. Cantavano canzoni popolari, quelle della Nueva Canciòn Chilena. Il golpe militare di Augusto Pinochet dell’11 settembre li sorprese nel nostro Paese, e qui rimasero da esuli. Le loro canzoni diventarono la colonna sonora di quegli anni, di migliaia di manifestazioni contro la dittatura fascista e sanguinosa che si sostituì con la violenza al governo democraticamente eletto del socialista Salvador Allende. Il Cile divenne la patria di tutta una generazione, come il Vietnam, che ancora combatteva contro l’imperialismo americano, che a dire il vero mise pesantemente lo zampino anche nel golpe di Pinochet.
“El Pueblo unido jamas serà vencido” che tutti sapevamo a memoria non era una canzone loro, ma loro la fecero conoscere al mondo intero, facendone un inno planetario. Parliamo degli Inti Illimani, gruppo musicale cileno, che cantava le speranze legate al governo di Unidad Popular e al riscatto del Paese più “obrero” e forse anche il più europeo tra i Paesi sudamericani. El Pueblo unido, ma anche Venceremos, o la Fiesta de San Benito, la struggente Alturas suonata con i flauti andini, El aparecido, La exilada del sur, La partida… Canzoni che risuonavano allora in tutte le feste de l’Unità e de l’Avanti, nelle manifestazioni, nei congressi sindacali, nelle assemblee studentesche, nei presidi operai davanti ai cancelli delle fabbriche… Talvolta – non di rado – anche nei campeggi dei preti…
A 5o anni dal golpe sanguinoso che pose fine al governo e alla vita di Allende (troppo socialista, troppo marxista per essere tollerato da militari e multinazionali), gli Inti Illimani sono di nuovo in Italia per il tour “Historico”… Venerdì prossimo, 15 settembre saranno a Castiglione del Lago, per la rassegna Encuentro.
Un concerto imperdibile, per chi ha vissuto quel periodo, ma anche per chi è venuto dopo e magari ne sa poco… Un concerto che sarà allo stesso tempo la celebrazione di un anniversario significativo e di una temperie culturale da cui è stata attraversata buona parte della società italiana per tutti gli anni Settanta e viva ancora oggi.
L’ultima foto da vivo di Salvador Allende lo ritrae circondato dalle sue guardie del corpo, con un mitra in mano e l’elmetto in testa sulla porta della Moneda, il palazzo presidenziale, che fu bombardato.
Allende non si fece prender3e vivo e con tutta probabilità si suicidò. Tra le sue “guardie” c’era anche il giovane Luis Sepulveda, che poi diventerà un grande scrittore. Quello del 1973 è stato il primo tragico 11 settembre. La dittatura di Pinochet assassinò sul momento della presa del potere e negli anni successivi migliaia di oppositori, sindacalisti, esponenti politici, scrittori, musicisti (Victor Jara per esempio e lo stesso Pablo Neruda morto ufficialmente di cancro pochi giorni dopo il golpe, ma secondo testimonianze fatto uccidere dai golpisti…). L’appoggio della Cia e degli Usa ai colpi di stato militari in America Latina, tutti in funzione anticomunista è nota come “Operazione Condor”… Ora gli Usa dicono di voler esportare la democrazia. Allora le democrazie le facevano abbattere manu militari. Soprattutto se avevano odor di socialismo…
M.L.