“TRADIRE! LA NOTTE PRIMA DELL’ASSEDIO”, BUONA LA PRIMA. GLI APPLAUSI DI CHIUSI. ORA L’ASSEDIO SI SPOSTA A CASA DI ASCANIO

“TRADIRE! LA NOTTE PRIMA DELL’ASSEDIO”, BUONA LA PRIMA. GLI APPLAUSI DI CHIUSI. ORA L’ASSEDIO SI SPOSTA A CASA DI ASCANIO
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CHIUSI – Buona la prima. Lo Spettacolo “Tradire! La notte prima dell’assedio” non ha tradito. Si annunciava intrigante e lo è stato.

Direttore, smaltite la fatica e la tensione dell’esordio?

Sì. E’ stata una bella faticaccia. Ma anche un bel divertissment. Per me una cosa molto speciale: fare questa cosa insieme al mio migliore amico, uno con cui ho condiviso moltissime cose da quando avevamo 3-4 anni ad oggi, costruendo con lui lo spettacolo passo passo, dai primi confronti sul testo, alle prove, agli aggiustamenti, ai lavori di fatica, a quelle piccole invenzioni promozionali come le breaking news dal fronte dell’assedio, è stata una esperienza che mi resterà appiccicata addosso. E poi lavorare insieme ad un altro amico di vecchissima data (con Fabrizio abbiamo fatto le elementari insieme) senza il quale sarebbe stato tutto molto diverso, più freddo, più banale e con mio figlio e 3 suoi amici che sono ormai anche loro di famiglia, quattro giovani che si sono messi a disposizione e a loro volta hanno creato, improvvisato, assemblato la colonna sonora, è stata un’altra esperienza rara. Li ringrazio tutti. La fatica non è stata poca e a una certa età si sente più che a 40 anni, ma è stato tutto anche molto bello. 

Il risultato che ne è venuto fuori ti soddisfa?

Sì, certo. Meglio di così era difficile anche solo pensarlo. E’ andata come volevamo che andasse, come avevamo previsto. Non ci sono state sbavature significative. Il fischio di un amplificatore all’inizio non ha inficiato il resto. Capita anche nelle produzioni professionistiche. Per il resto lasciamelo dire: Alessandro Lanzani, io lo conosco, è un animale… Non aveva mai calcato un palcoscenico prima, ma se l’è cavata più che alla grande. Mostrando presenza scenica, recitazione tutt’altro che oratoriale, immedesimazione nei personaggi, tempi di inserimento e di interazione con la band precisi ed efficaci. I Dudes hanno suonato bene. Molto bene, a mio avviso. E credo vada sottolineato che è tutta roba loro, creata o arrangiata per l’occasione. Il tutto in pochissimo tempo e con poche prove. Prove con l’organico al completo ne avremo fatte tre o quattro. Mai con l’amplificazione usata nello spettacolo e qui Daniele Cesaretti, il fonico, ha fatto pure lui un mezzo miracolo… Fonica e luci sono importanti al fine della resa finale quanto la musica o la narrazione…

Il mattatore Lanzani ha sorpreso tutti. Ma tu conoscevi Alessandro Lanzani in questa veste inedita o ci hai scommesso a scatola chiusa, sulla fiducia?

Io conosco Alessandro. Sapevo che avrebbe potuto farlo e farlo bene. Il resto è stato lavoro, tigna e un po’ di incoscienza che quando sei sopra ai 65 ti fa ringiovanire… 

Anche il pubblico mi pare abbia risposto più che bene… 

Direi di sì. Lo spettacolo ha fatto sold out come si dice. Il Chiostro ha 100 posti di capienza, numerati. Non uno di più. E 100 sono stati i biglietti staccati, compresi ovviamente gli invitati, le autorità ecc… A proposito di autorità, mi ha fatto molto piacere che il Comune come ente e il sindaco in persona abbiano pubblicato dei post di soddisfazione sui social. Non li abbiamo fatti pentire di aver dato il patrocinio e sostegno al progetto. Il sostegno del Comune di Chiusi e dei comuni in cui andremo prossimamente per noi è importante  ed è la dimostrazione che pur non essendo d’accordo su tutto si possono fare cose insieme e farle anche bene, o comunque al meglio delle possibilità con reciproca soddisfazione. Mi ha fatto piacere anche la presenza del sindaco di Chianciano Marchetti, dell’on. Giorgianni (Fratelli d’Italia), della consigliera regionale dell’Emilia Romagna Mirella Dal Fiume, di spettatori venuti da Cetona, Chianciano, Siena, di assessori e consiglieri comunali chiusini, sia di maggioranza che di opposizione (Talozzi, Bischeri, Nasorri, Iagher…). Comunque una platea non solo gremita, ma anche bella. Facce note e meno note. Un bel po’ di gioventù, anche…

Rammarico per qualche assenza?

No, no… va bene cos’. E’ agosto. Molta gente è in ferie. C’erano anche tante feste in giro sabato. Ognuno va dove lo porta il cuore. E poi se fossero venute altre persone, qualcuna avremmo dovuto rimandarla indietro. Mi sarebbe dispiaciuto…

Applausi a scena aperta e commenti positivi…

Anche qualcuno negativo. Fa parte del gioco. Ovviamente nessuno spettacolo può avere la pretesa di piacere a tutti. Eravamo e siamo consapevoli che non si tratta di una storia semplicissima da raccontare e da comprendere: molti nomi, molti cambi di schieramento, dinamiche un po’ contorte, ma così era il ‘500. Poi, una sola voce e un solo attore sul palco, musica apparentemente fuori contesto, ma che noi abbiamo concepito invece come parte integrante della narrazione, come un “assalto frontale” coi graffi di chitarra, i riff di basso, il rullo della batteria a scandire l’avanzata delle truppe assedianti e i cattivi pensieri di chi stava dentro le mura ad aspettarle, cercando un escamotage per non farcele arrivare a fare l’assedio… 

I Dudes hanno mostrato grande padronanza degli strumenti ma anche ottima verve creativa e una insolia adattabilità ad un contesto che non è il loro… Merce rara a queste latitudini, no?

Hanno fatto sicuramente, per i miei gusti almeno, un ottimo lavoro. Credo che anche loro, come Alessandro, abbiano sorpreso la platea, che per molte ragioni, non era esattamente una platea da concerto rock. Non so, francamente, quante altre band avrebbero potuto fare una cosa del genere con identico risultato…

Fare la “prima” proprio a Chiusi dunque ha pagato. Una scelta non casuale credo… 

Abbiamo fato la “prima” a Chiusi perché Chiusi è il cuore della scena. E’ Chiusi la città che rischia l’assedio ed è a Chiusi che avviene la carneficina finale. E proprio lì, nel chiostro del convento dei frati è ambientata una delle scene, quella del Priore che racconta la storia del santo Anello e delle guerre precedenti tra Chiusi e Perugia… E se a Chiusi siamo stati a casa di Santaccio da Pistoia, del priore e di Ferruccio, nelle prossime repliche andremo a casa dell’altro protagonista, il protagonista principale, “il più forte di tutti”, colui che a Chiusi subì il tradimento e la sconfitta più grave di tutta la vita: Ascanio Della Corgna. Il 16 settembre saremo infatti a Città della Pieve e la settimana dopo (23 e 24) a Castiglione del Lago, proprio nella sala con gli affreschi del Pomarancio che celebrano le gesta di Ascanio… Poi andremo anche altrove, insomma porteremo questa storia un po’ in giro per il territorio e per l’Italia… In qualche modo sarà una spintarella alla promozione di Chiusi e dei paesi limitrofi… I riferimenti del testo al Perugino, che morì solo 30 anni prima della Pasqua di sangue chiusina, non sono casuali. Chi ha visto lo spettacolo sabato sera sa perché. E dunque anche questo spettacolo si inserisce nelle celebrazioni per il quinto centenario della morte del pittore pievese. A Città della Pieve un motivo in più per venire a vederlo…

Farete modifiche o aggiustamenti rispetto alla “prima”?

Probabilmente qualche ritocco ci sarà. In ogni località in cui verrà presentato, lo spettacolo avrà riferimenti più precisi al luogo. E’ normale e giusto. Ma l’impianto resterà sostanzialmente identico. Con un vantaggio rispetto alla serata di sabato scorso al Chiostro: ora abbiamo un termine di paragone, una base certa su cui lavorare. Sappiamo come la macchina gira… La squadra ha giocato bene e la prima partita l’ha vinta. I giocatori, dal mio punto di vista, sono stati convincenti, tutti. Hanno rispettato gli schemi e la tattica, si sono mossi alla perfezione… D’ora in avanti potranno solo migliorare.

Paola Margheriti

Nelle foto: alcuni momenti dello spettacolo al Chiostro San Francesco. I due primi piani di Alessandro Lanzani sono di Carlo Sacco.

 

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