VILLASTRADA: ELLY SCHLEIN SUONA IL BLUES E LANCIA LA SVOLTA SOCIALDEMOCRATICA DEL PD

lunedì 21st, agosto 2023 / 11:02
VILLASTRADA: ELLY SCHLEIN SUONA IL BLUES E LANCIA LA SVOLTA SOCIALDEMOCRATICA DEL PD
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VILLASTRADA – Doppia sorpresa a Villastrada. Già avere la segretaria nazionale del partito alla Festa de l’Unità in una frazione umbra non è cosa di tutti i giorni. Ma ieri alla festa comunale di Castiglione del Lago, nella frazione più… toscana del comune lacustre, la segretaria Elly Schlein non solo si è materializzata, con una sorta di improvvisata, ma è addirittura salita sul palco non solo per il suo intervento, ma anche per una bella schitarrata. Con una band tutta particolare fatta tra gli altri dal segretario locale Alessio Meloni, dal sindaco castiglionese Matteo Burico e dall’ex sindaco Fiorello Primi… Elly ha imbracciato una Fender e ha suonato un paio di brani blues. Anche bene. E anche questa non è cosa che capita tutti i giorni. Un colpo di teatro che ai più anziani avrà ricordato Berlinguer in braccio a Benigni… Una bella mossa da parte della segretaria Schlein sun piano dell’empatia con il suo popolo, in una zona che era una delle roccaforti dell’Umbria Rossa…

Appena scende dal palco dove si è appena esibita suonando con molta energia, le vado incontro, mi presento e le rivolgo la domanda che tutti, almeno ad ascoltare le reazioni dei tanti partecipanti al suo comizio, avrebbero voluto farle: “Ho prestato attenzione alle tue parole, alcuni passaggi del tuo discorso, quel mettere lo Stato al centro della vita dei cittadini, quindi la difesa dei Diritti sanciti dalla nostra Costituzione che, come hai precisato, non accetta opinioni razziste come quelle espresse dal generale Vannacci. Si può parlare di svolta socialdemocratica del PD”?

La risposta è immediata senza alcuna esitazione: “Si certo. Lo puoi scrivere, svolta socialdemocratica”.

Dunque il PD inizia la costruzione di un suo profilo politico, basta con l’anonimato. Quella caratterizzazione tanto invocata da Cacciari e molti altri. Una svolta che già da tempo si poteva avvertire ascoltando i ragionamenti della segretaria che hanno subito negli ultimi tempi una evoluzione, meno proposte e battaglie da Partito Radicale, più consapevolezza delle tensioni economiche e sociali che stanno sempre più scuotendo il Paese. Le reazioni raccolte a caldo al suo discorso, sono tutte improntate all’entusiasmo.

“Era ora”, è l’esclamazione più esternata da anziani militanti, gente comune, ma anche da dirigenti locali, accompagnata da una visibile soddisfazione: quella di iniziare a discutere di economia, partendo dalla consapevolezza che bisogna rompere con il liberismo, che ha da tempo inquinato il pensiero di sinistra. “Ridarci un nostro profilo a partire dal modello di economia per cui vale la pena battersi – sostengono un po’ tutti – ridà entusiasmo. Ci permettere di elaborare analisi coerenti e fare proposte programmatiche per l’Italia e per l’Europa. Idee che facciano intravvedere la possibilità che un altro modello di società, di consumi, di modi di produrre, di valori è possibile”. Insomma si torna al Berlinguer pensiero, quando il grande leader lanciò il suo slogan: “Cosa produrre, per chi produrre, come produrre”. Oggi quel pensiero appare tanto più attuale visto che l’emergenza climatica sta imponendo la necessità di un ripensamento generale sui modelli di sviluppo che abbiamo fin qui conosciuto, con tutte i loro squilibri nei confronti del sud del pianeta, con l’accentrarsi sempre più in ristrette oligarchie la ricchezza, con tanto di ben servito al pensiero liberare che mette al centro la custodia di una democrazia economica, oggi sempre più soffocata dall’agire delle grandi multinazionali. Con l’affermarsi sempre più di quel “Sistema di potere (in)visibile, che non ci fa più essere padroni del nostro destino. Si perché altri ben mimetizzati in luoghi appartati, che non necessariamente coincidono con governi e parlamenti ridotti al rango di semplici notai, decidevano per noi. Dunque il ritorno del primato della politica, della partecipazione attiva della società, dello Stato protagonista come recita la Costituzione. Temi profondi che durante la cena è stato possibile approfondire con un medico del Silvestrini in pensione ex militante del PCI. “Vengo da famiglia operaia, so quello che vuol dire non arrivare alla fine del mese. Ecco perché questo ritorno di un pensiero forte a sinistra mi fa piacere. In Umbria avevamo una sanità di prim’ordine, la stanno smantellando. Vogliono che si affermi il Darwinismo sociale”.

E la segretaria PD, di questi temi ne ha fatto un lungo passaggio, accusando “La Destra che ci governa, non vuole sentire parlare di energie rinnovabili. Vuole continuare a vivere con l’energia da fonti fossili”. Sullo Stato sociale inteso come Diritti e strumento per ridistribuire la ricchezza e giustizia sociale, è stata irremovibile, a partire dalla riaffermazione di una “sanità pubblica, come unica garanzia per garantire il Diritto alla salute a tutti i cittadini”. Per essere ancora più chiari, la segretaria non intende far transitare più quel pensiero liberista, che ci ha descritto lo Stato Sociale come un fardello da cui liberarsi quanto prima. Un lusso che non ci possiamo più permettere. Dunque il ritorno di una sinistra con una visione e un pensiero forte sui grandi temi dei nostri giorni – la guerra, il cambiamento climatico da affrontare attraverso il rigore scientifico, le migrazioni, le diseguaglianze . Dalle sponde del lago Trasimeno, ai confini con la “rossa” Toscana, da quella terra di mezzo da dove si ode il sibilo del Frecciarossa che tanto sta facendo discutere le Istituzioni e le popolazioni, parte la riscossa del PD.

Quali reazioni all’interno delle correnti del PD scateneranno le parole della segretaria che “nessuno aveva sentito arrivare”, al momento è difficile prevedere. Ma c’è da scommettere che le parole di Elly a Villastrada accenderanno una bella discussione, visto le posizioni di Del Rio, che più volte a esternato ad alta voce: “Se sento pronunciare la parola Socialdemocrazia, me ne vado”. Come hanno fatto altri. Del resto anche vari commentatori a livello nazionale, come Cacciari vanno affermando da tempo  che “la cosiddetta sinistra europea, che poi chiamandola per nome e cognome significa una tradizione socialista e socialdemocratica, o in Italia nell’ambito dell’azionismo e per certi versi di una sinistra popolare democristiana, quella cultura politica lì ha subito, tra gli anni ’80 e ’90 una débâcle culturale, antropologica, è stata completamente rasa al suolo dal neo liberismo. Si è arresa completamente al neo liberismo”…  Una sconfitta culturale alla quale non si è stati in grado di resistere in alcun modo, per cui oggi ci troviamo alla fine di questo percorso senza nessuna idea riguardante le politiche sociali, le politiche economiche, la politica estera, le questioni internazionali, a rimorchio del pensiero unico dominante. Una grande disfatta culturale, storica, simile a quella che la sinistra europea aveva conosciuto con la prima guerra mondiale”. Ecco dopo il discorso della Schlein, parrebbe venuto il tempo di una riscossa.

Renato Casaioli 

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