CHIUSI, SILVIA VECCHINI E LE SUE STORIE (APPARENTEMENTE) PER BAMBINI E RAGAZZI

venerdì 18th, agosto 2023 / 15:57
CHIUSI, SILVIA VECCHINI E LE SUE STORIE (APPARENTEMENTE) PER BAMBINI E RAGAZZI
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CHIUSI – E finalmente anche a Chiusi è arrivato un premio Andersen.
Presentata dalla valente voce di Maria Grazia Virgilio di Libri Parlanti di Castiglion del Lago, la scrittrice Silvia Vecchini, premio Andersen 2023, ieri sera ha animato Piazza Garibaldi all’interno della rassegna culturale La piazza delle parole che la biblioteca Ottiero Ottieri, con il patrocinio del Comune della Citta di Chiusi, mette in piedi da due anni a questa parte durante il periodo estivo.
Meravigliosa Silvia Vecchini, delicata, composta, profonda, ha la capacità di trasportare gli altri, attraverso le parole dette e scritte, in un universo parallelo fatto di sogno e realtà, catastrofi e scrigni.
Un dono la sua scrittura sia per chi la legge che per chi l’ascolta, una luce su ciò che è visibile e non.
Acerbo sarai tu, Mille briciole di Luce, Prima che sia notte, Jole, Fiato sospeso, Telefonata con il pesce, Le cose così come sono, Le parole possono tutto, sono soltanto alcune delle storie nelle quali è possibile tuffarsi per poi riemergere diversi, con quel valore aggiunto che soltanto le buone letture sono capaci di dare.
Le ha nominate molte ieri sera Silvia quelle storie, alcune emerse dal suo inconscio, altre arrivate a lei da qualche luogo impreciso. Sì, perché le storie funzionano così: ci nascono dentro o arrivano a noi seguendo un flusso indefinito che una volta maneggiato con cura, diligenza e tanta passione si trasforma in letteratura.
Una letteratura per bambini e ragazzi la sua, ma adatta a lettori di tutte le età purché amanti della semplicità e delle piccole cose che poi nascondono la bellezza e il senso della vita.
Una nonna e una bambina, una scuola, un orto, la verdura che scandisce il tempo sentimentale della narrazione, un paio di stivali di gomma che sono l’emblema dell’amore e della cura; un intervento da sostenere e la paura da gestire. Tutti questi sono gli ingredienti che fanno da sfondo alla vicenda che si narra in Jole (Ed. Topipittori 2023) il racconto vincitore del premio.
Vero protagonista di tutto: l’amore. Quel legame profondo che lega gli individui fino al midollo, in questo caso quello tra una nonna e la nipote.
Jole è un viaggio, a tratti tormentato, molto al di sotto e al di sopra delle nuvole dove il filo invisibile che unisce possentemente le coscienze delle protagoniste ci trasporta in una fiaba dolcemente onirica che insegna a gestire la paura per poi renderla libera.
Una talpa, un canarino e un cane aiutano la bambina ad attraversare l’angoscia per l’intervento della nonna portandola dritta al sicuro nel luogo del cuore: la casa.
Ma è l’amore che lega entrambe il vero propulsore che consente di non perdere la rotta; sebbene molte cose siano cambiate intorno a Jole e nonostante non abbia più con sé le chiavi di casa quel filo potente ed imprescindibile la guida e la salva; così come la nonna riesce ad affrontare il suo dramma tenendo il pensiero focalizzato sulla nipote.
Se ci lasciamo condurre dal bene sarà possibile ritrovare la strada e proseguire il cammino.
Questo è il messaggio che si cela dietro la storia di Silvia Vecchini; non importa se durante il viaggio camminiamo da soli o a tratti accompagnati, se ci manterremo saldi, affrontando a testa alta le vicissitudini della vita e controllando i nostri timori, otterremo risultati sorprendenti e scopriremo che è sufficiente salire in groppa ad una paura passata per sentirsi invincibili almeno per un po’.
Grazie a Silvia Vecchini per le parole di ieri sera, per i racconti che ha scritto e per tutti quelli che scriverà, perché se è vero che le storie sono in qualche modo legate alla realtà, il cambiamento che avviene dentro di noi quando le leggiamo avrà ripercussioni positive anche sul mondo poiché quello è il regno verso cui sono rivolte.
Paola Margheriti

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