La circostanza emerge dall’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Venezia, coordinata dai sostituti procuratori Lucia D’Alessandro e Stefano Buccini, a carico di 43 persone accusate di associazione mafiosa di stampo ’ndranghetista. Secondo la ricostruzione dei due pm, Filippi avrebbe “incaricato, dandogli un compenso in denaro, Santino Mercurio (un altro indagato, 65 anni, calabrese di Capo Rizzuto, ndr), di compiere un atto intimidatorio nei confronti dell’ex direttore del Giornale di Vicenza”. Come aggravante l’obiettivo di “voler agevolare l’attività del sodalizio mafioso, accrescendone la capacità operativa, economica e la forza di intimidazione funzionale ad assicurare le condizioni di vantaggio nel controllo del territorio da parte dell’organizzazione criminale di appartenenza”.
Il senatore Filippi ha militato per quasi vent’anni nella Lega Nord con vari incarichi politici e amministrativi. Nel 1994 divenne assessore Dal 2006 al 2008 è stato deputato della XV legislatura. Nel 2008 fu eletto senatore e divenne vicepresidente della commissione esteri. lasciò la Lega nel 2011 quando venne a galla l’affare Cis e la Provincia bloccò la possibilità di realizzare un centro commerciale sui suoi terreni. Venne sospeso e il consiglio federale ne decretò l’espulsione. Dapprima aderì al gruppo parlamentare di Coesione Nazionale, poi alla Destra di Francesco Storace di cui divenne rappresentante regionale. Poi portò in dote il movimento a Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale. Qualche settimana fa Filippi ha partecipato a una cena a Venezia assieme al ministro all’agricoltura Francesco Lollobrigida di Fratelli d’Italia, anche se oggi non riveste alcun incarico pubblico.
Il fatto è inquietante, non solo per il ricorso alla intimidazione “armata”, per zittire o vendicarsi di un giornalista, da parte di un politico o ex politico, non proprio marginale, ma perché porta a galla ancora una volta la melma di rapporti frequenti tra politica e organizzazioni malavitose. E non in Calabria o in Sicilia, terre di Ndrangheta e mafia per antonomasia, per nel laborioso nord est. E mette in luce un altro aspetto poco rassicurante: per anni, la destra missina e post missina sembrava essersi tenuta a distanza dalle mafie (Paolo Borsellino, per dire, aveva simpatizzato per il Msi), mostrandosi diversa in questo da altre componenti della destra. Da qualche tempo non è più così, ora che le destra sono al governo emergono non solo rigurgiti e suggestioni neofasciste, ma anche sempre più speso retroscena di questo tipo. E anche la Lega non ne esce bene. Vero che espulse Filippi, quando non era più difendibile o quando egli se ne distaccò, probabilmente facendo anche un po’ di chiasso., ma prima il buon Filippi, uno che paga i sicari per compiere azioni punitive se lo è tenuto in casa per un be po’…
M.L.