TRASPORTI E ALTA VELOCITA’, CONVEGNO PD A FOLIGNO: BOCCIATA LA STAZIONE IN LINEA, MA CHIUSI NON E’ NEI PENSIERI DEGLI UMBRI

TRASPORTI E ALTA VELOCITA’, CONVEGNO PD A FOLIGNO: BOCCIATA LA STAZIONE IN LINEA, MA CHIUSI NON E’ NEI PENSIERI DEGLI UMBRI
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“L’Umbria e l’Europa: quale trasporto ferroviario per lo sviluppo”. Se ne è discusso lunedì 17 luglio a Foligno, in un incontro organizzato dal PD regionale e dal PD della città della Quintana, presenti amministratori e dirigenti politici del Centrosinistra sia quelli ex che quelli attualmente in carica. Tra questi ha spiccato la presenza della ex Presidente di Regione Maria Rita Lorenzetti, oggi definitivamente prosciolta da ogni addebito giudiziario. Un convegno dal quale è emersa con chiarezza una volontà unanime: il secco no ad ogni ipotesi di Stazione in Linea o Media Etruria che dir si voglia. “Le stazioni già ci sono: Chiusi e Arezzo”. Un messaggio chiaro a quanti anche dall’interno del PD accarezzano da tempo l’idea di una nuova stazione da costruire lungo il tratto ferroviario che da Chiusi corre su verso Arezzo. Farneta sarebbe la località scelta dai sindaci del nord Trasimeno, spalleggiati dal segretario perugino Cristofani, mentre il PD lacustre in alcuni suoi atti ufficiali, dice no alla Media Etruria e parla della necessità di realizzare almeno su gomma il collegamento della Perugia-Chiusi, attraverso la ristrutturazione dei 12 chilometri della strada del Fornello tra Piegaro e Moiano.

Messaggio anche all’Assessore Regionale ai trasporti Melasecche, che non più tardi di qualche giorno fa aveva rilasciato una dichiarazione dove sosteneva “che sì ancora non si è scelta la località, ma la stazione in Linea va realizzata”. Fino a qualche tempo fa, l’assessore sosteneva che di Stazioni in Linea ce ne volevano due: la prima verso Orte, in stretto contatto con il suo collegio elettorale, chissà perché. Peraltro quasi sul finire del convegno l’assessore regionale si è materializzato, entrando silenzioso in sala, tra lo stupore dei tanti convenuti. Invitato a dare un suo contributo alla discussione, si è riservato però di farlo ad altra occasione.

Per il resto le soluzioni proposte per risolvere l’annoso problema dell’isolamento dell’Umbria e soprattutto di Perugia, dal resto d’Italia e dell’Europa, sono state varie. L’apertura del dibattito è toccata alla segretaria del PD di Foligno Maura Franquillo, che ha sottolineato come la città ferroviaria e il tessuto produttivo siano state da sempre un’unica cosa. Ora la città  ha perso la sua centralità così come l’Umbria, alludendo con ciò al malgoverno regionale: entrambe stanno scivolando indietro. A partire proprio dalle infrastrutture vecchie che rendono il trasporto pubblico sempre meno competitivo. Vannio Brozzi già Amministratore unico di FCU, ha ricordato a tutti “che il trasporto su ferro è il più economico e il più ecologico”. Denunciando però con forza lo stato del trasporto in Umbria. “Perugia – ha evidenziato Brozzi – nei tempi di percorrenza verso la Capitale è ferma sostanzialmente al 1997, quando per raggiungerla, si impiegavano ben 2 ore e 38 minuti. Oggi, 2 ore e 20 minuti”. Insomma una miglioria quasi irrilevante, se la si confronta con le migliorie ottenute per le altre città italiane ed europee. Quello che però è emerso chiaro, è che bisogna trovare le possibili soluzioni a questo annoso problema, all’interno dei tracciati attuali: quei due giganteschi giri dell’orto, rappresentati dalla Perugia, Foligno, Orte, 120 chilometri; e dal percorso Perugia, Terontola, Arezzo, 85 chilometri. Percorsi certo che si possono velocizzare con tanti miglioramenti, magari come qualcuno nel dibattito ha ventilato persino riesumando i vecchi Pendolini, che per i percorsi così tortuosi, sarebbero gli unici ad abbassare i tempi di percorrenza. Ma dell’ipotesi di raggiungere Chiusi – 35 chilometri appena da Perugia – per poi prendere l’Alta Velocità in entrambe le direzioni, ancora non se ne parla. “Settantacinque milioni all’anno costano i trasporti ferroviari in Umbria – ha sottolineato sempre Brozzi – e Melasecche pensa di risolvere il problema proponendo e sognando una tratta nuova come la Ponte San Giovanni -Terni, che costerebbe ben 175 milioni di euro. Per trasportare chi? Si chiede sarcasticamente l’ex Amministratore FCU. “Metropolitana di superficie certo, ma ci vuole il doppio binario, affinché possa risultare efficace. I sogni dei 200 chilometri all’ora che coltiva Melasecche, con le linee attuali non sono possibili”. Per Melasecche è noto “la stazione in Toscana non serve agli umbri”. Quindi Chiusi non è nei suoi parametri.

Forse però l’assessore non sa che i binari di Chiusi distano dal confine umbro appena cento metri. In Umbria si continua a parlare d raddoppio della Orte-Falconara e della Foligno-Terontola… Della necessità di riportare i Frecciarossa a Chiusi, ha parlato anche la capogruppo in Regione Simona Meloni, che ha sottolineato come sia stretto il binomio tra infrastrutture e sviluppo, ma che ci sia un rischio reale che le risorse del PNRR, l’Umbria le perda.  Così come non si riesce a capire che fine abbia fatto il Protocollo d’Intesa tra Marche e Umbria.  Il Presidente dell’associazione “Ultimo Treno”, Alessio Trecchiodi, si è espresso anche lui con nettezza contro la stazione Media Etruria, poi ha accennato all’ipotesi di costruire una linea ad alta velocità che attraversi tutta l’Umbria, bocciando l’ipoiest Chiusi: “a noi perugini di Chiusi, non ce ne frega nulla”. Il Segretario Regionale  Pd Tommaso Bori, che ha apprezzato la presenza dell’Assessore Melasecche, ha affermato la necessità di costruire da parte del PD, un progetto di profondo cambiamento per l’Umbria, e di farlo camminare sulle gambe della gente: “Altrimenti non si torna a governare”. Dunque un appello “a farla finita con il campanilismo, perché bisogna chiudere la stagione delle Destre al governo della Regione, che tanta emarginazione sta portando”.

Renato Casaioli

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