LE FIRME DEL COMITATO PRO STAZIONE E QUELLE DI 4 ANNI FA SUL CARBONIZZATORE: I DUE PESI E DUE MISURE DEL PD CHIUSINO

martedì 18th, luglio 2023 / 16:08
LE FIRME DEL COMITATO PRO STAZIONE E QUELLE DI 4 ANNI FA SUL CARBONIZZATORE: I DUE PESI E DUE MISURE DEL PD CHIUSINO
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CHIUSI – Nota a margine dopo l’incontro con gli amministratori alla Festa dell’Unità, svoltosi ieri sera: tre anni fa, luglio 2020, identico contesto, identica iniziativa, identica location, identico periodo, il Pd chiusino, con la segretaria Simona Cardaioli, dava il ben servito all’allora sindaco Juri Bettollini. Fu in quell’incontro alla Festa del partito, che si capì  che Bettollini non sarebbe stato ricandidato. O comunque che il Pd voleva andare oltre, in altra direzione. E a sostegno del no ad una ricandidatura Bettollini, la segretaria Cardaioli e con lei una parte consistente, ma non maggioritaria del partito, portò il fatto che il sindaco si era mostrato sordo e anche un po’ sprezzante verso il movimento “No carbonizzatore” e verso le circa 2000 firme che il Comitato Aria aveva raccolto, tra il mese di novembre del 2019 e il gennaio 2020, quando si tenne la famosa inchiesta pubblica regionale che fece naufragare il progetto Acea. Progetto che l’azienda ritirò, prima che le venisse bocciato dagli organi competenti per manifesta inadeguatezza.

In sostanza il Pd a guida Cardaioli prese le distanze da Bettollini e dalla linea seguita da tutta l’amministrazione comunale e dal gruppo consiliare, sposando di fatto le posizioni delle opposizioni. E infatti l’anno dopo defenestrò Bettollini e tutti i suoi assessori e imbarcò Podemos e M5S (le opposizioni) nella maggioranza. Maggioranza che è durata pochissimo e che si è dissolta come neve al sole in meno di 12 mesi, perdendo anche i socialisti. Ma questo è un altro discorso.

Ieri sera all’incontro con gli amministratori, si è parlato molto (lo ha fatto soprattutto Sonnini) della questione stazione in linea, freccia rossa, stazione di Chiusi. Sonnini ha detto cose e assunto posizioni non lontane da quelle del Comitato Pro Stazione di Chiusi che da settimane sta raccogliendo firme in tutti i comuni dei dintorni, ma nessuno ha menzionato il Comitato, né la raccolta firme, che sono già di più di quelle che raccolse il Comitato Aria.

C’è dunque una dicotomia nell’atteggiamento del Pd, oggi, rispetto al 2020. Allora fece leva su quella protesta per sbolognare il sindaco, adesso le posizioni di chi protesta, le ignora, glissa. Fa finta di niente. Lascia intendere che non gradisce, ma evita di parlarne. Non replica.

Eppure la protesta monta, la gente a Chiusi e nei paesi limitrofi firma di corsa i moduli del Comitato. La battaglia a difesa della stazione di Chiusi (e Arezzo) e contro la stazione in linea, ovunque si faccia, sta raccogliendo consensi larghi e trasversali. Anche di gente che alle elezioni vota Pd.

Sonnini e gli altri sindaci difendono una posizione “istituzionale”, quella di una trattativa con Fs per ottenere almeno delle contropartite, Il Pd invece sembra incatenato mani e piedi alla “santa alleanza” con Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia, con la Confindustria e le altre associazioni di categoria per fare la stazione in linea, anche a Creti Farneta, anche a Rigutino, purché si faccia. Sonnini, seppur timidamente, lo ha detto che la stazione in linea non serve a niente e sarebbe meglio non farla, il Pd no. Il Pd non lo dice neanche sotto tortura. E stavolta sembra indifferente alle 2.500 firme, alla protesta montante, ai gazebo nelle piazze e nei mercati…

Cosa significa questo? che per il Pd nel 2020 il problema era Bettollini, non  il carbonizzatore Acea e adesso il problema è farsi vedere allineato ai vertici regionali, provinciali e nazionali, non difendere il territorio da uno scippo e da scelte scellerate che ne possono  compromettere il futuro. Questo è ciò che emerge dalle posizioni e dalle NON posizioni del Pd.

Pd, che – lo ripetiamo – su questo fronte va tranquillamente a braccetto con la destra leghista e post fascista e con il solito partito del cemento e dello spendi spandi, incurante delle preoccupazioni e delle lamentele degli stessi sindaci che vedono allontanarsi l’aggancio all’alta velocità e l’approdo per i turisti che vogliono venire a visitare questo territorio.

Per quanto riguarda Chiusi l’operazione avviata nel 2020 e portata a compimento con le elezioni amministrative del 2021 è naufragata, la linea del Pd si è dimostrata nei fatti un fallimento politico su tutti i fronti. Adesso Sonnini e la sua squadra non hanno più una coalizione alle spalle, ma un partito solo e anche molto malmesso. I segretari di circolo, alcuni dei quali (Micheletti, Agostinelli) provenienti dall’era Bettollini, il corpo attivo del partito, gli elettori Pd, qualche domanda se la dovranno porre. La questione stazione/frecciarossa/alta velocità non è un tema tra i tanti, è una questione dirimente. Si parla della risorsa principale di Chiusi e del territorio, di una questione decisiva per il presente e per i futuro. Si parla non di un impianto discutibile, ma del diritto alla mobilità e a servizi efficienti per i cittadini delle aree interne come questa, dell’opportunità di fare di Chiusi un hub per un territorio vasto (come è sempre stata del resto, da quando a metà ‘800 è nata la stazione).

Se la festa de l’Unità rinseccolita, quasi desertica, fa tristezza, vedere il partito di maggioranza asserragliato nel suo fortino, arroccato nel suo silenzio, fa rabbia. Ma la domanda è: possibile che tutto ciò faccia rabbia solo a noi?

M.L.

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