STAZIONE MEDIA ETRURIA: I SINDACI SNOBBATI DAL TAVOLO TECNICO. MA QUANDO SI DECIDERANNO A PUNTARE SU CHIUSI?

STAZIONE MEDIA ETRURIA: I SINDACI SNOBBATI DAL TAVOLO TECNICO. MA QUANDO SI DECIDERANNO A PUNTARE SU CHIUSI?
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CHIUSI –  Una settimana fa si è riunito il famoso “tavolo tecnico” sulla stazione Medio Etruria. Tavolo convocato dal Ministero delle Infrastrutture e di cui fanno parte le Regioni Umbria e Toscana e pure RFI e Trenitalia. Cosa deve fare il tavolo? Dovrebbe decidere l’ubicazione della nuova fantomatica stazione in linea tra Rigutino a nord di Arezzo (12 Km circa), ipotesi sostenuta dal presidente della Toscana Giani e da tutte le forze politiche ed economiche aretine; Creti-Farneta vicino alla superstrada Perugia-Bettolle-Siena, ipotesi sostenuta dalla governatrice umbra Tesei  e infine Tre Berte-Salcheto, nel comune di Montepulciano, opzione quest’ultima sostenuta dai sindaci della Valdichiana senese, dal Pd senese, da Stefano Scaramelli, mai entrata però davvero nella discussione. La scelta sembra ridotta ad una delle prime due.
I sindaci e il Pd della Valdichiana hanno sempre sostenuto che l’opzione Tre Berte-Salcheto serviva per “potersi sedere al tavolo in cui verranno prese le decisioni” per “non rimanere esclusi dal ragionamento”. Bene a quanto ha scritto 4 giorni fa il sindaco di Chiusi Sonnini sulla sua pagina fb, nessun sindaco chianino era seduto al tavolo che si è riunito al ministero. E già questo la dice lunga su quanto la linea portata avanti fin qui da Pd e amministratori sia fallace. E debole.
Il presidente della Toscana Giani che aveva minacciato di disertare il Tavolo per protestare contro i tagli alle fermate alla stazione di Chiusi,  invece i suoi rappresentanti li ha mandati lo stesso. E anche questo la dice lunga su quanto certe dichiarazioni siano aleatorie e da prendersi con le molle. In sostanza hanno la forza che hanno d’autunno sugli alberi le foglie.
“Da quanto emerge – scrive Sonnini – non è tutto deciso come qualcuno dà per scontato ormai da tempo, non si tratta di decidere solo la collocazione, ma deve essere chiarito ancora se la Mediaetruria sia da considerarsi necessaria. È tempo di valutazioni approfondite sul valore effettivo dell’opera, occorre una analisi costi/benefici, bisogna capire se una stazione serva o meno al territorio e al mercato”.
Ecco, se quelli del Tavolo debbono interrogarsi non solo sull’ubicazione della stazione, ma sulla necessità di farla, come mai finora i sindaci hanno insistito più che su questo punto, sull’opzione Tre Berte-Salcheto? Perché una stazione in linea a Tre Berte-Salcheto va bene e altrove no? E perché?
Dice ancora Sonnini: “Spetta a RFI, Trenitalia e Italo esprimersi, ma sarebbe opportuno anche ascoltare i rappresentanti del territorio e come Sindaci della Valdichiana senese abbiamo chiesto in modo ufficiale di essere ricevuti”.
Ecco, altra domanda: come mai i sindaci non sono stati ricevuti-invitati? Non solo: non è esatto che spetti a Rfi, Trenitalia e Itali esprimersi. Rfi, Trenitalia e Italo potranno al massimo dire quante fermate prevedono di assicurare, se per loro è più conveniente – calcolando costi, tempi, bacini di utenza ecc. – avere una stazione in linea o utilizzare quelle esistenti di Arezzo e Chiusi. La decisione se farla o no la stazione non spetta ai gestori ferroviari, spetta alla politica. Cioè al ministero dei trasporti e alle due regioni interessate, ai sindaci dei territori. Che dovranno però decidere non sulla base di quanti soldi del Pnrr si potranno spendere e quanti appalti si potranno assegnare, ma sulla base di un calcolo reale costi-benefici e dell’interesse e delle esigenze dei territori. In questo senso ha ragione il sindaco di Chiusi a dire che “occorre una visione complessiva che parta da una analisi socio economica del territorio e tenga conto delle esigenze dei suoi cittadini che hanno il diritto di accedere agli stessi servizi di chi vive nei grandi centri, contro lo spopolamento e la marginalizzazione”.
Dove secondo noi Sonnini sbaglia (continua a sbagliare come i suoi colleghi) è quando afferma che “la partita è aperta e che si parli di Montallese fa comodo anche a noi”. A nostro modesto parere non fa comodo a nessuno, meno che mai a Chiusi e ai paesi a sud di Chiusi. In ogni caso sarebbe Salcheto nel comune di Montepulciano, con Chiusi che perderebbe anche il casello autostradale, perché ne farebbero un o ad hoc vicino all’ipotetica stazione. Sempre nel territorio di Montepulciano, come da progetto inserito nel Piano Operativo di zona dall’Unione dei Comuni.
Questo Sonnini lo sa, perché nella stessa nota scrive:  “per una nuova stazione, qualora fosse, occorrono anni e almeno 80 mln di euro per realizzarla.  Denaro utile per migliorare e adeguare la rete infrastrutturale esistente di questa splendida terra di confine tra Toscana e Umbria”. E’ ciò che su queste colonne scriviamo da sempre: si lasci perdere la stazione volante, si utilizzi e valorizzi la stazione di Chiusi (e quella di Arezzo) e i soldi del Pnrr si spendano per ammodernare la Chiusi-Siena, per realizzare quei 10 km scarsi di strada che mancano per collegare la Pievaiola a Chiusi evitando i tornanti del Fornello tra Piegaro e Moiano, strada che consentirebbe di andare da Chiusi a Perugia e viceversa in meno di mezz’ora. Si rilanci il progetto del Centro merci per fare della stazione di Chiusi anche un hub per le imprese agricole, industriali e commerciali del territorio.
Probabilmente Sonnini non se la sente, come altri sindaci, di mettersi di traverso rispetto al Pd, a Giani e all’assessore Baccelli i quali non perdono occasione per ribadire quale sia la linea da seguire.
E viene da sorridere a pensare all’ex assessore regionale Ceccarelli, ora capogruppo Pd in Regione, che ricorda alla destra che l’idea della stazione in linea è farina del sacco Pd e sua, e viene da lontano. Almeno dal 2014. Cioè Ceccarelli lavorava per la stazione in linea anche quando veniva ad inaugurare le fermate del Frecciarossa a Chiusi insieme  a Bettollini.  E non dice Ceccarelli che il protocollo di intesa umbro-tposcano del 2014 parlava sì di una ipotetica stazione in linea tra Firenze e Roma, ma indicava anche una opzione zero: cioè quella di utilizzare le stazioni di Chiusi e Arezzo, all’epoca ancora non adeguate alle fermate AV. Adeguamento poi avvenuto nel 2017.
Tra l’altro Sonnini e i sindaci della Valdichiana e del Trasimeno hanno adesso anche una “pezza d’appoggio” anzi due, per abbandonare la bufala della stazione in linea e puntare dritti sul potenziamento della stazione di Chiusi: 1) ricordare al Ministro Salvini che quando fu accordata le fermata del Frecciarossa a Chiusi al governo non c’era il Pd, ma c’erano la Lega e il M5S; 2) la mobilitazione popolare in atto, quelle oltre 2.000 firme raccolte dal Comitato non solo a Chiusi, ma anche a Cetona, a Città della Pieve, a Sarteano a Chianciano, a Panicale e Tavernelle.
Possono insomma andare a dire a quel tavolo, se mai qualcuno ce li farà sedere, che la gente della Valdichiana, del Trasimeno e della Valdorcia la stazione in linea non la vuole. E fare le opere contro la volontà della gente non è mai una buona idea.
Tra meno di un anno, nella primavera 2024 molti dei comuni interessati alla stazione di Chiusi saranno chiamati al voto per rinnovare sindaci e consigli comunali: tra questi Città della Pieve, Castiglione del Lago, Panicale, Piegaro, Paciano sul versante umbro, Chianciano, Montepulciano, Cetona, San Casciano Bagni, Torrita di Siena, Sinalunga, San Quirico d’Orcia, Pienza, Abbadia San Salvatore, Piancastagnaio, sul versante senese. E si voterà anche per la Regione Umbria… Si è visto durante la raccolta firme del Comitato Pro Stazione che ad aderire alla protesta sono, oltre i cittadini residenti, anche molti operatori turistici, i turisti stessi e quella che era l’utenza Vip (diciamo così) del Frecciarossa quando si fermava a Chiusi.
Per i sindaci e gli amministratori in carica, molti dei quali al primo mandato, quindi ricandidabili, trovarsi controvento rispetto al “sentire comune” e al proprio potenziale elettorato potrebbe essere una bella seccatura. Ci auguriamo che sia motivo di riflessione. Ed è anche strano che la destra locale (Chiusi e dintorni) sia riuscita ad affrancarsi dalla linea dei vertici senesi, aretini e umbri prendendo posizione contro la stazione in linea e a favore dell’utilizzo della stazione di Chiusi, mentre a sinistra e in particolare nel Pd questo coraggio e questa autonomia stentano ad emergere.
Oggi pomeriggio (14 luglio, ore 18) alla Festa de l’Unità di Chiusi il segretario regionale Emiliano Fossi, il segretario provinciale Valenti e il coordinatore di zona Marcello Fallarino parleranno del Pd. Ma sarà difficile per loro evitare di parlare del tema trasporti-stazione in linea-stazione di Chiusi. Sarebbe come ritrovarsi sotto un temporale e far finta che non piova. Lunedì 17, sempre alla festa de l’Unità, ci sarà un incontro pubblico con il sindaco Sonnini e la sua giunta. Altra occasione per tornare sull’argomento. Potrebbe essere scomodo trovarsi controvento anche in casa propria…
m.l.
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