AL VIA IL “CANTIERE” DI MONTEPULCIANO, EDIZIONE 48. IL SOGNO VISIONARIO DI HENZE CONTINUA

giovedì 13th, luglio 2023 / 10:19
AL VIA IL “CANTIERE” DI MONTEPULCIANO, EDIZIONE 48. IL SOGNO VISIONARIO DI HENZE CONTINUA
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MONTEPULCIANO – L’edizione 2023 è la n. 48. Il Cantiere Internazionale d’Arte di Montepulciano si avvicina alla soglia dei 50 anni. E’ passato quasi mezzo secolo da quando nel 1976 Hans Werner Henze, compositore tedesco noto per le sue posizioni politiche marxiste, ebbe l’intuizione di creare a Montepulciano, che non era nemmeno lontana parente della città invasa dai turisti di oggi, ma era semplicemente una città splendida, scrigno di arte e modello di architettura rinascimentale, ma vuota e pressoché desertificata, una manifestazione-laboratorio, un “cantiere” appunto che mettesse insieme artisti professionisti affermati a livello internazionale, giovani musicisti, attori, registi e bravi dilettanti. Un sogno visionario che indicava nell’arte, nella cultura, nel linguaggio della musica e della danza, la strada per far progredire un’Europa unita e integrata e senza barriere, ma non piegata ai soli dettami del mercato e facesse anche crescere in loco, in un luogo bello, ma impoverito, nuove attitudine, nuovi sedimenti culturali, anche nuove professionalità.

E tutto questo nelle 47 edizioni del Cantiere è successo. Tra alti e bassi ovviamente, ma è successo. Henze, che è morto nel 2012, la sua scommessa l’ha vinta. Il festival poliziano non è mai diventato un evento di massa come può essere il festival di Spoleto (Henze e Menotti erano molto simili come impostazione politico-culturale), perché non era quello l’obiettivo. Ma si è mantenuto vivo, ha sfornato talenti, portato alla ribalta giovani direttori d’orchestra e musicisti, fatto nascere scuole di musica e addirittura sartorie teatrali, professionisti della scenotecnica…

L’edizionne n.48 che si apre domani 14 luglio e andrà avanti fino al  30 luglio, propone 45 appuntamenti fra opera, teatro, danza, concerti da camera e in piazza, incontri e approfondimenti. Coinvolgerà oltre 300 artisti/artiste e 22 spazi, una decina a Montepulciano e gli altri nei 10 comuni della Valdichiana: dal Museo Nazionale di Chiusi al Palazzo Piccolomini di Pienza, dalla rocca di Sarteano alla chiesa della Compagnia di Castelmuzio, dal Museo civico di Chianciano alle collegiata di San Martino a Sinalunga, dal “santuario” del Bagno Grande di San Casciano alla Coillegiata d Cetona…

Due gli appuntamenti con l’Opera. Come tradizione un’opera buffa settecentesca (Bastiano e Bastiana di Mozart) e una contemporanea (Cronache del bambino anatra di Antonio Giacometti). Il concerto di apertura in piazza Grande sarà affidato all’Orchestra della Toscana diretta da Ronald Boer, vecchia conoscenza del Cantiere, e quello di chiusura, sempre in Piazza Grande all’Orchestra Poliziana con la Corale Poliziana e Coro Harmonia Cantata, direttore Daniele Giorgi.

Il teatro, inteso come prosa, avrà come evento clou la rappresentazione “Montecchi e Capuleti” allestito dalla compagnia degli Arrischianti, alla Rocca di Sarteano, per la regia di Gabriele Valentini.

Ventidue sono le “prime assolute” che il Cantiere proporrà. Molte delle quali commissionate proprio per questa edizione del festival. Anche in questo la tradizione è rispettata. Il programma è nutrito: ci sono appuntamenti serali e pomeridiani tutti i giorni.

Pur proponendo appuntamenti di vario genere che spaziano dal classico al contemporaneo, con molte contaminazioni, anche ardite (è il bello della manifestazione ed è nello spirito del Cantiere), il Cantiere Internazionale d’Arte non è un evento per tutti. Presuppone il palato fine e l’orecchio allenato, richiede passione per generi musicali, operistici e teatrali non esattamente di cassetta. Ma è in ogni caso un grande evento, di quelli di cui la Valdichiana può e deve andare fiera. Non si trovano dappertutto produzioni e appuntamenti di questo genere. Naturalmente la cornice di Montepulciano, in tutte le location (da Piazza Grande al tempio di San Biagio, dal chiostro delle carceri e quello di Sant’Agense, dalla Fortezza Medicea a Palazzo Ricci…) fa la sua parte, così come sono suggestivi anche i luoghi prescelti nei vari comuni della zona…

Come sarebbe piaciuto ad Hans Werner Henze, il Cantiere è rimasto fedele alla linea, a quel sogno visionario iniziale di quasi 50 anni fa. E, tanto per rendere meglio l’idea, vale la pena ricordare che sono passati dal Cantiere di Montepulciano artisti e personaggi come Marcel Marceau, Harry Belafonte, Carlo Boccadoro, Gaston Fournier Facio, Joannis Kounellis, Jan Latham Koenig, Micha Van Hoecke, Daniel Harding, Roland Boer, Detlev Glaenert. Luigi Pestalozza, Edoardo Sanguineti, Luigi Gelmetti, Giorgio Battistelli, Enrique Mazzola…

La differenza fra il 1976 e oggi però non sta solo nella crescita turistica di Montepulciano che allora era un borgo morto e adesso brulica di gente, sta anche nel fatto che nel ’76 il sogno di una società migliore, anche attraverso la crescita culturale, era diffuso e radicato, era una delle parole d’ordine della sinistra che conquistava le grandi città e governava bene questi territori,  sta nel fatto che anche tra i sindaci e gli amministratori locali, nei partiti, c’erano figure visionarie e curiose che assecondavano le intuizioni di gente come Henze, come fece il sindaco di Montepulciano Francesco Colajanni. Oggi invece la sinistra è regredita e regredisce, non ha più né un’anima né parole d’ordine riconoscibili; nella migliore delle ipotesi governa ancora qualche comune come può, senza tensioni visionarie, senza utopia, senza poesia verrebbe da dire. E  cose belle e di qualità come il Cantiere, sebbene ci siano ancora e vadano avanti (e non è poco), sembrano quasi fulmini a ciel sereno, corpi estranei al resto del contesto, dove  tutto si riduce ad un tagliere di salumi e formaggi e a un bicchiere di vino Nobile. E sul prezzo meglio sorvolare.

m.l.

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