CASTIGLIONE DEL LAGO, UNA CAMPAGNA DI SCAVI RIPORTA ALLA LUCE UN COMPLESSO ROMANO

venerdì 14th, luglio 2023 / 18:37
CASTIGLIONE DEL LAGO, UNA CAMPAGNA DI SCAVI RIPORTA ALLA LUCE UN COMPLESSO ROMANO
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CASTIGLIONE DEL LAGO – I castiglionesi da sempre le chiamavano “le bucacce”. E lì è sempre stata visibile un’opera muraria composta da quattro arcate a cui si appoggia una grande struttura attraversata da un canale per il deflusso delle acque. Cosa fosse di preciso non era chiaro. Adesso una campagna di scavi condotta da 22 ricercatori americani sta squarciando il velo di mistero.

L’iniziativa nata grazie alla stretta collaborazione tra la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria, il Comune di Castiglione del Lago, The Umbra Institute di Perugia, il Dipartimento di Studi Classici della DePauw University di Greencastle (Indiana, USA), l’associazione castiglionese “Archeo Trasimeno” e l’Associazione Acqua.

I professori Rebecca Schindler e Pedar Foss del pool di archeologi impegnati nello scavo hanno spiegato ciò che comincia ad emergere, a partire dal fatto che la struttura a volte è una costruzione di epoca romana. Adesso si tratta di capire se l’occupazione romana del poggio di Castiglione si estendesse oltre le rovine visibili della struttura a volte; determinare la funzione della struttura a volte durante il periodo romano; capire come, attraverso i secoli della storia di Castiglione, le varie vicende umane e ambientali abbiano costruito la sequenza archeologica di questo versante del Poggio. “Abbiamo quindi individuato specifiche aree di indagine ed abbiamo aperto alcuni saggi di scavo sulle tre terrazze che si sviluppano lungo la scalinata che porta in via Belvedere». spiegano i due studiosi.

Rebecca Schindler ha inoltre  specificato che la tecnica di costruzione in “opus mixtum” (pietre sistemate a reticolo insieme a tegole o laterizi), “una tecnica che indica che questo edificio è stato costruito in età alto-imperiale, entro un arco cronologico compreso tra la fine del I secolo a. C. e il periodo adrianeo. È possibile che di fronte alle arcate fosse presente un ambiente per la produzione e immagazzinamento di prodotti del territorio e forse principalmente del lago».

Durante lo scavo e le ricerche sono stati rivenuti oggetti interessanti: ad esempio tanti frammenti ceramici, tra cui una coppa di bucchero e parecchi pesi ad anello per la pesca. La cosa più interessante di questa campagna è la prova che la struttura a volte fosse parte di un più grande complesso romano. Nelle terrazze superiori infatti si trovano una serie di stanze dello stesso periodo della struttura “a volte”. E anche tracce di legno carbonizzato, forse testimonianza di un grande incendio. Che potrebbe segnare la fine dell’occupazione romana. Ma la struttura potrebbe avere origini addirittura più antiche. «Nella terrazza più in alto – ha concluso Rebecca Schindler – abbiamo scoperto una grande pavimentazione costituita da basoli, una grande area scoperta verosimilmente identificabile come una strada o un cortile; negli strati di terra che la ricoprivano sono emersi numerosi frammenti di vernice nera o addirittura di bucchero nero, che potrebbero far ipotizzare la pavimentazione come di epoca etrusca”.

Insomma una struttura romana di epoca imperiale, ma costruita, con molta probabilità, su un insediamento precedente.  Le città etrusche di Chiusi, Perugia e Cortona non sono lontane dalla penisola sul lago Trasimeno costituita dal Poggio di Castiglione. E di recente, durante la grande siccità, l’abbassamento del livello dell’acqua nella zona dell’oasi La Valle vicina a Sant’Arcangelo, ha fatto riemergere un tratto di antica strada romana che conduceva proprio da Perugia a Chiusi…

 

NELLA FOTO (Voce del Trasimeno) La struttura emersa dallo scavo.

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