NON SOLO LA FORNACE: ECCO ALTRE “INCOMPIUTE” E SITUAZIONI SCANDALOSE DA PRENDERE DI PETTO

NON SOLO LA FORNACE: ECCO ALTRE “INCOMPIUTE” E SITUAZIONI SCANDALOSE DA PRENDERE DI PETTO
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CHIUSI – Il servizio di Siena Tv di cui abbiamo parlato in altro articolo sulla ex fornace di Chiusi Scalo ha riacceso improvvisamente i riflettori su una ferita aperta, e su una situazione diciamo così urbana che in qualche modo dovrà essere affrontata o dai privati proprietari del sito o dall’ente pubblico. Perché così com’è non è più tollerabile. La rubrica in cu Siena Tv ha inserito il focus sulla fornace di via Oslavia, si chiama “L’incompiuta”. Tra il 2012 e 2013 su Primapagina, che all’epoca era ancora cartaceo ed aveva appena cambiato formato, dal tabloid al “magazine, proponemmo anche noi una serie di servizi su altrettante “incompiute” che già allora definivamo “scandalose”. Una era appunto la Fornace di Chiusi Scalo, che ancora era in piedi. Poi ce ne erano altre tre: 1) il depuratore finanziato dal Ministero dell’ambiente alla fine degli anni ’90, situato nei pressi delle Torri Beccati Questo e Beccati quest’altro, nuovo di pacca, ma dimenticato e sommerso dai rovi; 2) lo stadio lasciato a metà in località Pania sulla strada per Cetona; 3) il fantomatico Centro Intermodale Merci  cominciato a costruire con i soldi del Patto Territoriale e lasciato appunto “scandalosamente incompiuto”, con una strada di accesso che finiva (e tutt’ora finisce) nel nulla.

Grazie anche a quelle “giornalate”, il depuratore fu ripristinato e finalmente messo in funzione,  lo stadio invece è stato “riconvertito” in Palasport, utilizzando le tribune già realizzate: e adesso il palasport ospita le partite di basket della San Giobbe in serie A2.

Due su quattro delle incompiute dello scandalo hanno trovato soluzione; due invece no e sono ancora lì a gridare vendetta. Una, la Fornace, perché come abbiamo scritto ieri, è un’area vicinissima al centro abitato che versa in totale degrado e abbandono e non si può vedere;  l’altra, il Centro Merci, perché avrebbe dovuto costituire, quando fu pensato e progettato a metà degli anni ’80, non solo un punto di riferimento importante per la logistica alle imprese di un territorio vasto (quello del Patto Territoriale Valdichiana, Amiata, Trasimeno, Orvietano), ma anche un tassello fondamentale per la valorizzazione e il potenziamento della stazione di Chiusi come hub per le merci, in un’ottica di scambio gomma-rotaia, quindi di un minore impatto ambientale e di una transizione ecologica basata su quella che veniva definita allora “la cura del ferro”… Anche se dal 1985 ad oggi il tessuto industriale si è assottigliato, il centro merci avrebbe ancora senso e valore come infrastruttura territoriale, tanto che hanno cominciato a riparlarne anche i sindaci sia della Valdichiana che del Trasimeno, dell’Amiata e dell’Orvietano, ed è  uno dei punti della piattaforma rivendicativa del costituendo comitato per la tutela della Stazione di Chiusi.

Il luogo a suo tempo scelto per realizzarlo, in territorio chiusino, a ridosso della ferrovia e con accesso dalla “bretella” Po’ Bandino-Fondovalle (che corre invece in territorio pievese) non era forse il migliore, per motivi legati alla conformazione orografica e ad alcune problematiche idrogeologiche, ma la strada di accesso è stata costruita, alcuni terreni furono espropriati, il progetto esecutivo era stato definito, compresa la bretellina ferroviaria per far arrivare i vagoni merci dentro la struttura.

Oggi che il ruolo della stazione di Chiusi viene continuamente messo in discussione da scelte scellerate, e da digressioni pericolose (come la discussione sulla bufala della stazione in linea per l’alta velocità), rilanciare il Centro Merci potrebbe essere una opzione su cui puntare da subito, allacciandolo ad altre battaglie come quella per il collegamento stradale e ferroviario tra Chiusi e Perugia (il primo tramite lo “sfondamento” della Pievaiola verso Chiusi, tra Piegaro e Moiano e il secondo tramite la bretella ferroviaria Tuoro-Castiglione del Lago) e tra Chiusi e Siena, con il raddoppio ed elettrificazione della linea Fs, oggi solo per treni diesel, trasformandola in una sorta di metropolitana di superficie, utilissima ai fini turistici, ma anche in funzione dell’ospedale di Nottola, che si trova a 2 Km e 5 minuti di auto dalla stazione di Montepulciano.

Il tessuto industriale e produttivo del comprensorio si è  indubbiamente indebolito, ma di aziende potenzialmente interessate alla movimentazione delle merci ce ne sono ancora, in Valdichiana, in Valnestore, sull’Amiata. Si pensi per esempio alla Vetreria Cooperativa Piegarese, o alla stessa mega stalla San Giobbe situata tra Chiusi-Castiglione del Lago e Montepulciano. E il traffico merci su ferrovia ha segnato negli ultimi anni una certa ripresa.

Ci permettiamo dunque, oltre a segnalare lo scandalo delle incompiute, che è il nostro mestiere, di chiedere al sindaco di Chiusi Sonnini di prendere di petto la questione Fornace e anche la questione Centro Merci, quest’ultima cercando di coinvolgere anche i colleghi dei comuni limitrofi.

E a proposito di scandali, incompiute, e aree degradate – vista la vertenza aperta con le Fs sul Frecciarossa e non solo e visto che le Fs dicono di agire secondo logiche di mercato – ci permettiamo anche di chiedere a quali logiche di mercato risponda il fatto di tenere in condizioni pietose edifici e strutture di pertinenza dell’azienda ferroviaria nel cuore dell’abitato di Chiusi. 

Qualche esempio? l’ex dormitorio in via Manzoni per esempio, l’area dell’ex Dopolavoro-Bocciodromo, la torretta-cabina di controllo a ridosso del sottopasso (dietro al citato dormitorio), l’altra torre-cabina gemella, situata avanti al campo sportivo comunale, la palazzina della ex sottostazione… 

Si tratta anche di edifici e strutture di pregio, anche dal punto di vista architettonico (alcune sono in stile razionalista) che versano in stato di abbandono, creando pure situazioni di pericolo, oltre che un danno di immagine alla città e quindi al Comune stesso. 

Ecco, una “ricognizione” del patrimonio dismesso e non utilizzato, lasciato andare in malora dalle Fs a nostro avviso è urgente e andrebbe fatta. Per poi imporre alle Fs, così attente ai conti, di intervenire per eliminare il danno alla città.

Se battaglia deve essere, che sia battaglia vera e su tutti i fronti. Quando tolgono le fermate e i treni, le Fs non scherzano.  Forse è  il momento di far capire alle Fs che non scherzano nemmeno i cittadini e le istituzioni locali, e che se il gioco si fa duro, il fioretto si mette da parte e i tavoli possono anche volare per aria…

m.l.

 

Nella foto in alto, la strada di accesso al fantomatico Centro Intermodale Merci, che finisce nel nulla

 

 

 

 

 

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