CHIUSI: COMITATO PRO STAZIONE, 400 FIRME IN POCHE ORE… ORA I SINDACI HANNO UNA CARTA IN PIU’

CHIUSI: COMITATO PRO STAZIONE, 400 FIRME IN POCHE ORE… ORA I SINDACI HANNO UNA CARTA IN PIU’
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CHIUSI – Quattrocento firme in poche ore. Lasciando ognuno tutti i dati (nome, cognome,  indirizzo, codice fiscale e numero di telefono), il che presuppone una adesione convinta e non solo una testimonianza di passaggio. Il costituendo Comitato per la  difesa e la valorizzazione della stazione di Chiusi si è presentato con un “banchetto” alla Fiera del 2 giugno a Chiusi Scalo e in poche ore ha raccolto un bel pacco di sottoscrizioni. Un risultato oltre le aspettative. Con la gente che si fermava, scambiava due parole con i promotori, leggeva la “piattaforma rivendicativa” e firmava volentieri. Perché la stazione è un “bene comune e un bene primario”; “perché è la risorsa principale di Chiusi e del territorio circostante”; “perché i territori periferici non vanno isolati e penalizzati, ma messi in relazione con i centri più grandi”;  “perché solo 6 anni fa per ammodernarla e renderla idonea alle fermate dei treni Av sono stati spesi oltre 7 milioni di euro”; “perché si interrompa la rendenza allo smantellamento progressivo e strisciante”….

Non è una questione campanilistica che riguarda solo Chiusi. E infatti hanno firmato anche molte persone di Città  della Pieve, di Cetona e di altri comuni del circondario, che presto saranno coinvolti direttamente con iniziative analoghe, assicura il Comitato che adesso ha una base solidadi 400 persone più quelle che hanno aderito on line sui social, su questo giornale o via whatsapp.  In caso di assemblee pubbliche, manifestazioni o iniziative di qualsiasi genere saranno TUTTE contattate.

Si profila insomma una mobilitazione di massa.

Sul piatto la richiestadi NON CANCELLARE le due fermate del Frecciarossa; il ripristino di alcuni Intercity già cancellati (a questo proposito sembra che le Fs vogliano eliminare anche i due IC da e per Trieste)  e il potenziamento dei treni pendolari; il rilancio del progetto del Centro Intermodale Merci; il raddoppio con elettrificazone della linea Siena-Chiusi, da trasformare in metropolitana di superficie tra  Chiusi e la Valdichiana e il capoluogo di provincia; il collegamento stradale rapido con Perugia tramite lo sfondamento verso Chiusi della SR Pievaiola tra Piegaro e Moiano; la bretella Tuoro-Castiglione del Lago per collegare Perugia a Chiusi anche via ferrovia senza dover arrivare aTerontola e tornare indietro… Oltre naturalmente ad un NO senza tentenamenti alla ipotetica Stazione in linea, dovunque fosse ubicata.

Tutte opere che favorirebbero le connessioni del territorio a cavallo tra Umbria e Toscana con le grandi città sia verso nord che verso sud, che favorirebbero un “avvicinamento oggettivo” tra Siena e Perugia agganciando le due città non solo all’alta velocità, ma anche ad una serie di altri servizi e infrastrutture (il casello A1 per esempio, il centro merci ecc..), che favorirebbero il turismo, considerando che stiamo parlando di territori molto vocati da questo puntodi vista e favorirebbero anche un minor impatto ambientale rispetto alla situazione attuale.

Dal punto di vista degli investimenti, del lavoro indotto e dell’ammodernamento infrasrutturale dei territori, tutte opere che sostituirebbero con rusltati migliori e più immediati ed efficaci l’ipotetica e fantomatica stazione in linea da realizzarsi ex novo in mezzo al nulla, sia che venga costruita a Creti-Farneta, sia che venga costruita a Rigutino a nord di Arezzo.  Dell’ipotesi Tre Berte-Salcheto ormai parlano solo Stefano Scaramelli, il Pd e  i sindaci della Valdichiana. Nessun altro.

Giani la stazione la vuole a Rigutino, fregandosene dei sindaci chianini e delle “promesse ” che egli stesso fece a Chiusi nel giugno del 2021, non un secolo fa, quando si disse pronto a considerare un contributo economico regionale (come quello della Regione Umbria) per salvare la fermata del Frecciarossa a Chiusi. Salvini ha detto che decide lui. Ma anche lui sembra intenzionato a procedere in direzione grande bufala… Di sicuro l”opzione Tre Berte non è sul tavolo dove si deciderà.

Attardandosi sulla stazione in linea, per assecondare le mire quelle sì campanilistiche di Montepulciano, che avrebbe la stazione e il casello autostradale, Pd e sindaci hanno perso come si suol dire il franco e la nonna, ovvero le fermate del Frecciarossa a Chiusi e la stazione in linea.

Adesso Sonnini e i suoi omologhi, i quali hanno sempe sostenuto che “presentare l’opzione Tre Berte serviva e serve per sedersi al tavolo in cui si deciderà”, hanno un’altra opzione: andare a quel tavolo, sedersi e dire che la stazione in linea è una cazzata pazzesca e non serve a niente e a nessuno, se non a spendere inutilmente un pacco di milioni di euro. E che quei soldi sarebbe meglio spenderli per altre cose più utili. Adesso hanno pure una carta in più da giocare:  la mobilitazione popolare, quelle firme che per ora sono 400, ma che possono diventare qualche migliaio in pochi giorni.

Ieri, alla Fiera di Chiusi Scalo, alcuni esponenti del Pd hanno firmato. Come hanno firmato esponenti della Lega. La politica è avvertita. Un segnale forte e chiaro è stato già mandato…

Gianluca Sonnini è diventato sindaco sull’onda di una cosa del genere. Il suo predecessore Bettollini fu defenestrato nel 2021 usando come argomento principale sia da parte del gruppo dirigente Pd, sia delle due ex opposizioni che entrarono nella lista con il Pd, il fatto che egli avesse difeso un progetto sbagliato, quello del carbonizzatore Acea, mentre la gente la vedeva in altro modo. Adesso la storia potrebbe ripetersi.  Governare contromano rispetto al sentire e alle aspettative (diciamo pure agli interessi) della popolazione è sempre molto rischioso.

Chiusi è una città che ha nella stazione ferroviaria un fulcro vitale, e la stazione non è solo di Chiusi, ma di tutto il territorio circostante da 150 anni. Porta anche il nome di Chianciano Terme, è lo scalo di riferimento di Città della Pieve, di Panicale, di Cetona, di San Casciano Bagni, dei comuni dell’Amiata. E pure di Pienza e Montepulciano. In direzione sud anche di Castiglione del Lago. Chiusi è un hub per un territorio vasto, che con l’aggancio alla AV e alcune opere complementari (quelle indicate) può diventare ancora più  vasto comprendendo Perugia e buona parte del perugino,  Siena e tutti i comuni della linea Chiusi-Siena (Torrita, Sinalunga, Rapolano, Asciano…), senza, invece  può impoverirsi e restringersi. Con la stazione che si allontanerebbe per tutti.

Stupisce il silenzio dei colleghi di Sonnini. Anche di coloro che in qualche modo in varie occasioni si erano espressi a favore di Chiusi. Ora che il gioco si fa duro sembrano tutti troppo guardinghi. Sarà il caso che escano allo scoperto… Ora o mai più.

Lo abbiamo già scritto e lo ripetiamo: qui si parrà la nobilitate di ognuno. Si vedrà chi gioca favore del territorio e chi gioca contro. Perché la stazione in linea è un’operazione CONTRO il territorio, non a favore. La stazione per l’alta velocità c’è già ed la stazione di Chiusi. Anzi, ce ne sono due: Chiusi e Arezzo. Per l’utenza prevista, intervallando le fermate, bastano quelle. Potenziandole con tutto il resto naturalmente e spendendo i soldi pubblici per opere utili, non per una cattedrale scadente in mezzo al nulla.

m.l.

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