UMBRIA, PERCHE’ IL PIANO TRASPORTI DELL’ASSESSORE MELASECCHE FA ACQUA. SBAGLIATO NON PUNTARE SU CHIUSI

venerdì 26th, maggio 2023 / 09:55
UMBRIA, PERCHE’ IL PIANO TRASPORTI DELL’ASSESSORE MELASECCHE FA ACQUA. SBAGLIATO NON PUNTARE SU CHIUSI
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Il Piano Regionale Trasporti ideato dall’Assessore Regionale Enrico Melasecche (FOTO) è sicuramente un Piano molto influenzato da logiche del trasporto del passato, si punta ancora sulla gomma. Sulle strade ferrate come su quelle di asfalto, si insiste in una visione campanilistica, molto attenta a curare collegi elettorali, ma non certo a risolvere i problemi che da decenni affliggono l’Umbria, come la grande questione dell’isolamento storico di Perugia.

Si guarda ad un futuro per alcune aree, le solite peraltro ci pare di poter dire, soprattutto la vasta area del folignate assisiano e il solito strabismo verso le Marche. Insomma si punta ad incrementare di servizi aree già ampiamente antropizzate, caotiche, lasciando che altre non escano dalla loro condizione di emarginazione.

Dall’Europa attraverso i Corridoi PEN – T, vengono ben altre indicazioni, infatti hanno individuato nel corridoio Perugia-Chiusi, una possibile soluzione. Nello specifico, per quanto riguarda la rete della viabilità extraurbana il  Pian Melasecche mette a fuoco il Nodo di Perugia, sperando che questa volta lo si realizzi davvero. La E78, opere secondarie del Quadrilatero stradale Umbria-Marche. In pratica la esecuzione del semisvincolo di Scopoli, l’ultimazione del tracciato Civitavecchia – Orte – Terni – Rieti, l’irrobustimento del raccordo tra la SS675 e l’autostrada A1 ad Orte. E qui ci siamo.

Per altre aree, come la Val Nestore e il territorio del sud ovest che corre da Castel del Piano a Chiusi, e per la stessa città di Perugia, ci sembra fortemente penalizzante, escludente.

Ad essere più precisi, il Piano nemmeno prende in considerazione detto territorio. Tanto che non si danno nemmeno spiegazioni sul perché il cantiere del quarto e ultimo lotto sulla Pievaiola fermo da anni, non si apre. E in questo intendiamoci, non si discosta da quelli che sono stati i governi regionali del passato, anche se di altro colore politico: per tutti l’Umbria, finiva e ancora oggi termina appunto a Castel del Piano.

Eppure sono appena 31 chilometri, che una volta percorsi, farebbero incontrare Perugia con il nodo infrastrutturale più importante e perfettamente funzionante di Chiusi, che permette di andare in entrambe le direzioni: nord e sud da una posizione baricentrica.

Una bella differenza con i 120 della linea ferrata Perugia, Foligno, Terni, Orte, per il solo sud, o del tratto di 85 chilometri che da Perugia corre per tutto il nord del Trasimeno, su fino vicino ad Arezzo, Creti, dove costruire ex nuovo una stazione in linea per l’Alta Velocità.

La carta geografica, è assai eloquente. Ma come è noto a tutti, l’Assessore la parola CHIUSI non vuole nemmeno sentirla nominare, di ristrutturare gli appena 10 chilometri della strada provinciale del Fornello, la Pievaiola è pressoché ultimata, e realizzare così questo breve corridoio, che su gomma congiungerebbe efficacemente la città capoluogo umbra con il Polo infrastrutturale di Chiusi.

Sollecitato più volte a spiegare, a motivare, questo suo ostracismo, se ne guarda bene dal farlo. Tornando alla stazione in Linea, e osservando la logica del più forte che si sta mettendo in pratica, sarà la Toscana a prevalere, quindi questa fantomatica stazione in Linea, se mai verrà realizzata verrebbe realizzata a Rigutino, dopo Arezzo.

Vedremo chi la spunta, ci si è messo pure Salvini. Per cercare di trovare una quadra, è stato deciso di delegare a un Tavolo tecnico la scelta da fare. Una istituzione dove conta e decide la politica (Regione e Mit). Se la cosa non fosse seria, sarebbe ridicola. Dal punto di vista tecnico, la stazione di linea non è stata mai presa in considerazione. Fra Firenze e Roma, nel piano poliennale delle FS sono previsti binari non stazioni. Quelle ci sono già. Ma come si dice: la “Politica è l’arte del possibile e dell’impossibile” e in Italia in questa tecnica non siamo secondi a nessuno.

Il Piano Trasporti  redisposto dall’assessore Melasecche vede un perno centrale: l’aeroporto internazionale dell’Umbria “San Francesco d’Assisi”, quale struttura rilevante a livello comunitario, nelle reti europee di trasporto.

Ma anche su questo punto, non si tiene conto di quello che sta maturando in Europa in fatto di trasporto aereo e ferroviario. La Francia sta già incaminando. in una direzione: Raddoppiare il traffico ferroviario ad alta velocità entro il 2030 e triplicarlo entro il 2050, riducendo il trasporto aereo almeno nelle tratte brevi. Ma l’alta velocità deve essere collegata e accessibilea tutti, tranne connessioni con le altre linee e con le strade. Le stazioni in linea sono il contrariodi tutto ciò perché vengono realizzate in mezzo al nulla dove altre connessioni non ci sono, e se mai andrebbero create, spendendo molto di più, quando si potrebbe ovviare utilizzando le stazioni e leconnessioni esistenti, come nel caso della stazioni esistenti  di Chiusi o di Arezzo. Lee aree periferiche, marginali, la provincia profonda, che spesso è fatta di luoghi ad alta vocazione turistica (come ad esempio  la Valdorcia, l’Amiata, il Trasimeno-pievese,la Valdichiana  con Montepulciano, Chiusi, Chianciano, San Casciano, Cetona)…

Ovviamente c’è anche un problema di inquinamento, di riduzione dell’impatto ambientale. Il treno è meno inquinante dell’aereo e delle auto. Ma il treno non può collegare solo le grandi città sulla diretrice nod-sud ed escludee i territori.  Insomma meno gomma, più ferrovie a partire dalle metropolitane di superficie, unico modo per riequilibrare i trasporti a favore dei mezzi meno inquinanti in assoluto come i treni  e favore anche delle periferie e delle areee che più di altre hanno bisogno di connessioni. Il piano umbro va in diezione opposta, la battaglia per la difesa e la valorizzazione della Stazone di Chiusi, anche come approdo per  l’alta velocità e  per le merci, con le “connessioni” complementari come la strada Perugia-Chiusi o l’adeguamento della linea Chiusi-Siena, va nella direzione giusta. Attardarsi come fanno molte forze politiche e gli stesi presidenti di regione sulla fantomatica Stazione in linea è fuorviante, sbagliato, controproducente. In una parola è CONTRO il territorio.

Renato Casaioli

 

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