LA STAZIONE IN LINEA NON VA FATTA. CE LO DICE L’ALLUVIONE IN EMILIA ROMAGNA
CHIUSI – La Nazione di oggi riporta la notizia (anche sulla civetta) che i presidenti delle Regioni Toscana e Umbra Giani e Tesei sono andati dal Ministro Salvini per parlare della stazione in linea Medio Etruria. E in sottordine che gli umbri la vorrebbero a Creti-Farneta (località più comoda per Perugia) mentre gli aretini e lo stesso Giani spingono forte per l’opzione Rigutino, appena a nord di Arezzo. Quindi le due regioni insistono. Non demordono. Il fatto che abbiano idee diverse sulla localizzazione ricorda i ladri di Pisa, che fanno finta di litigare e poi vanno a rubare insieme. La scelta del luogo infatti è secondaria. Il nodo principale infatti è che si insista sulla stazione in linea. Ai piani alti comunque nessuno parla, nemmeno en passant, dell’ipotesi Salcheto-Tre Berte nel comune di Montepulciano su cui hanno puntato per mesi il Pd, i sindaci della Valdichiana e altri scienziati. Qualcuno ne dovrebbe prendere atto.
Ma se oltre a tutte quelle più volte evidenziate anche su queste colonne, c’è una ragione, un motivo, per dire che la stazione in linea per l’alta velocità NON VA FATTA, né a Rigutino, né a Farneta, né a Tre Berte questo motivo è nella cronaca di questi giorni. E’ nelle notizie che arrivano dall’Emilia Romagna e dalle Marche finite sott’acqua, con città intere, paesi, strade, aziende agricole e industriali messe in ginocchio da un’alluvione impressionante, che ha fatto pure morti e dispersi, non solo danni ingentissimi alle cose.
In un Paese in cui a distanza di 70 anni e passa ancora succede quello che successe nel Polesine nel 1951, come se non fosse cambiato niente, pensare di spendere milioni di euro nel Ponte sullo Stretto di Messina o in una stazione in linea per l’alta velocità a metà strada tra Roma e Firenze, è una follia. Tanto che i treni Av si possono già tranquillamente fermare alla stazione di Chiusi, idonea e attrezzata allo scopo. Sempre a metà strada e servita di tutte le connessioni necessarie.
Se c’è una grande opera da fare, in Italia, è la manutenzione e la messa in sicurezza dei corsi d’acqua, soprattutto laddove questi attraversano o lambiscono agglomerati urbani.
Le “bombe d’acqua”, le piogge torrenziali di tipo equatoriale, sono sempre più frequenti anche da noi. Sono una delle conseguenze dei cambiamenti climatici, prodotti in gran parte dall’inquinamento. E se le piogge copiose causano ogni volta devastazione, anche in aree ricche e organizzate come l’Emilia e la Romagna, ciò avviene non solo per l’eccezionalità delle precipitazioni (che c’è ed è innegabile), ma anche per una gestione spesso miope e sbagliata del territorio.
In Italia, un Paese che va sott’acqua facilmente, in cui franano le montagne e le colline, crollano i ponti e i viadotti, cosa si fa? i fondi del Pnrr li spendiamo per gli F16 e altre armi sempre più potenti e sofisticate da inviare in Ucraina. E in più qualcuno pensa di utilizzarli per il Ponte sullo Stretto o per le stazioni volanti in mezzo al nulla. Come se anche quelle, costruendole in mezzo ai campi, non costituissero un “fattore di rischio” in più nell’equilibrio ambientale e non solo uno spreco di risorse pubbliche.
Vedere sui social appelli alla solidarietà verso le popolazioni colpite dall’alluvione dell’Emilia Romagna, pubblicati da sindaci, esponenti politici, consiglieri regionali che da mesi si stanno baloccando con la bufala della Medio Etruria, fa rabbia. E’ una contraddizione in terminis. Una presa per il culo.
Ci piacerebbe sentire, una volta tanto, qualche politico, qualche sindaco anche di quelli locali, dire: “signori, anche noi abbiamo per un po’ pensato che la stazione in linea fosse una opportunità, adesso, di fronte a quello che è successo in Emilia, che è la riprova di ciò che può succedere ovunque, diciamo che i soldi del Pnrr vanno spesi in altro modo. Per rimettere in sesto il territorio. Cosa più utile e più urgente! Stop”. Ci sarà qualcuno che lo dice?
Non ne abbiamo sentito uno. Aspettiamo fiduciosi
m.l.
Molti degli “scienziati” citati nell’articolo, tutti in fila si schierarono a favore della stazione in linea durante il consiglio comunale aperto di qualche mese fa,adesso quelli “scienziati” dovrebbero chiedere scusa e ammettere i propri limiti e la poca lungimiranza, requisito essenziale di chi presume di voler amministrare a vario livello i cittadini. Secondo molti di quegli “scienziati” il no a prescindere alla stazione in linea era dannoso per Chiusi e la sua stazione,la mancata riconferma delle fermate dei frecciarossa e l’insistenza da Firenze sulla costruzione della stazione in linea a Rigutino dimostra come soprattutto in Valdichiana si fosse capito poco rispetto a come stavano le cose.
Dal governo per ora solo proclami, buone intenzioni, come da tradizione. L’Italia resta il paese del dopo tragedie, qui tira fuori il meglio di se in termini di solidarietà, ed efficacia nei soccorsi. Non siamo però il Paese della prevenzione, questo perché la prevenzione non serve a raccattar voti e consenso. In Emilia da anni vi erano ben 8 miliardi di euro accantonati da tempo, per essere spesi in opere di messa in sicurezza del territorio. Ora si viene a sapere che sono stati spesi poco e male. Gli allarmi inascoltati degli scienziati da sempre, fin dai tempi del Vajont. Tragedie spalmate negli anni, che sistematicamente si ripetono sempre uguali. Boschi abbandonati, torrenti di collina oramai ostruiti completamente dalla vegetazione. Il Nestore, tanto per fare un esempio, è stato ripulito da poco, dopo una quarantina d’anni che era stato abbandonato. Su queste colonne da anni ne denunciavamo lo stato di abbandono e i pericoli connessi. Siamo stati fortunati, che da noi da anni che non piove come ha fatto in Emilia. Grandi invasi, questa è stata la strategia. Io credo che accanto alle grandi opere idrauliche, bisognava realizzare su tutto il territorio nazionale piccoli invasi dall’impatto ambientale insignificante, in grado di intercettare quanta più acqua piovana possibile, e ridistribuirla attorno ai loro territori. Israele con questo sistema, raccoglie il 90% delle acque piovane. Da noi di un Piano acque, così come di altri piani se ne è sempre parlato in modo vago, vaghissimo. Ora passiamo nel giro di pochi mesi, dalle alluvioni devastanti alla siccità.
X Luca Scaramelli e Renato. In Valdichiana non si è capito che uno dei pochi cespiti dal quale trarre profitto e sostentamento della politica e quindi dei partiti, sono le nuove opere, cioè le spese, indipendentemente dalla loro utilità. C’è bisogno di altri esempi per dimostrare questo da come scorrono le cose e si profilano gli interventi ? Il risparmio di soldi pubblici non esiste, soldi pubblici sarebbero invece da essere indirizzati verso aree di politiche sociali diverse da quelle che hanno preso la strada dell’inutilità perchè nel paese esistono delle priorità come in primis la Sanità ed il riassetto del territorio, ma questo chiamiamolo ”cespite” è sentito quasi come una spesa improduttiva per lor signori poichè nulla interessa a loro che la misura della sanità sia l’indice della civiltà di un popolo e questi discorsi quando li odono rappresentano per loro un vecchiume, un rimasuglio dell’epoca passata, mentre adesso ciò che è in voga è la funzionalità del ”renzismo” inteso come meccanismo producente sviluppo e non importa un fico secco se negli ospedali e nei pronto soccorso la gente si accatasta l’una sull’altra perchè mancano i dottori e gli infermieri. ”Quello è cibo per i poveri ed anche se manca mangeranno di meno di quanto mangiano oggi tanto da come sono incartati,divisi e disorganizzati, non può succedere nulla”. E se i finanziamenti vanno verso il privato ben vengano, vuol dre che i poveri si faranno una assicurazione per limitare i loro danni economici. E’ lo specchio dell’America che questi assassini sociali seriali applicano perchè non hanno risposta contraria alcuna che scaturica dal cuore della gente ed allora tutto questo anche se vi sembrerà una estremizzazione pensate un momento semplicemente da cosa è stato prodotto e da CHI è stato prodotto, con una operazione politica durata anni di inserimento nella sinistra di concetti abbracciati subito dalle sue dirigenze che per assicurarsi la continuità del posto al sole hanno barattato la loro anima per un piatto di lenticchie e che oggi ci vengono a far lezione di moralità, di spinta ad unirsi per ribaltare un governo che è stato prodotto ed insiediatosi come lo vediamo a causa loro. Dico solo- ma non si può dire per non passare da estremista-visionario- farneticante od anche peggio- che se fossero vissuti come tanta gente dell’establishment politico ha vissuto in Russia nell’epoca di Stalin oggi sarebbero nel vento….ma invece questa è la terra della libertà INDIPENDENTEMENTE SE TALE LIBERTA’ PRODUCA CIO’ CHE VEDIAMO ESSERE INTORNO A NOI .Non pretendo di avere ragione a dire tutto questo ma il problema non mi direte che non esista all’interno della cosiddetta sinistra.Dicevano bene i romani : ” quando non puoi battere il tuo nemico ti ci devi alleare” e questo hanno fatto e l’ hanno battuto ! Sarebbe bene non considerare con l’aria di sufficienza tale argomento e vedere come il sistema dove viviamo riesca a prevalere avendo davanti a se l’ignoranza politica dei dirigenti unita alla loro ”atavica fame” che si appoggia e quindi prodotta da quella delle masse. Adesso invece ci hanno trasmesso che ciò che valga in questo sistema sia ” la democrazia ” perchè ti dicono che se pur imperfetta consente di tener conto liberamente della posizione di tutti. Nulla di più fedifrago.In un sistema basato sui soldi e sul possesso, per chi ha e possiede è democrazia, per chi non ha e non possiede la democrazia l’ha vista passare senza fermata.E allora l’unica cosa che resta da fare è quella di unirsi iniziando dalle basi, formando comitati di gente che prenda coscenza della turlupinatura di tale sistema che è alla fine non solo in italia ed in Europa ma in ogni angolo del mondo e che nei rantoli della propria fine produce miseria, guerre come sempre ha fatto nella storia.Come diceva l’emerito Prof. Paul Sweezy direttore dell’altrettanto emerita Monthly Review : ”…nessun sistema nella storia ha prodotto un cambiamento della propria natura e nè mai lo farà; a questo dovranno pensare le sue vittime”. E allora alla fine i discorsi- come dicono a Firenze- stanno da poche parti…iniziamo a dare un segnale tangibile che i cittadini di Chiusi ma non solo di Chiusi ma di tutti i paesi limitrofi non vogliono che siano dispersi i loro soldi con opere faraoniche che non hanno riscontro nelle esigenze reali,ma che invece siano indirizzati a sostenere la centralità di una stazione all’interno di un territorio per riuscire a fermare il declino sociale ed economico in corso da almeno 20-30 anni e prodotto da tutta una classe politica dirigente subordinata alle idee di un falso riformismo,falso perchè pensato e partorito all’interno di un sistema alla fin fine tragico che applica la teoria della ”rana bollita” nella quale siamo tutti quanti caduti non soltanto per istanza principale dello stesso0 sistema ma anche per nostra ignavia.
E allora il primo segnale che necessita dare è quello di formare un comitato fatto da gente che vuole sollevare la testa e non chinarla come sperano lor signori, un comitato dove sia permanentemente presente l’istanza della vigilanza affinchè le iniziative non siano snaturate e raggiungano il segno.I predetti ”lor signori” di questo hanno paura.E il perchè lo si capisce !