CHIUSI, ANCHE I 5S LASCIANO LA MAGGIORANZA. COALIZIONE DI SONNINI COMPLETAMENTE DISINTEGRATA

sabato 20th, maggio 2023 / 10:41
CHIUSI, ANCHE I 5S LASCIANO LA MAGGIORANZA. COALIZIONE DI SONNINI COMPLETAMENTE DISINTEGRATA
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CHIUSI –  E sono tre. Dopo Psi e Podemos anche il M5S lascia la coalizione di maggioranza che sostiene la giunta Sonnini. Il “nuovo progetto politico” messo in campo alle comunali del 2021, già da tempo sgretolato, perde anche l’ultimo tassello di coalizione. Adesso è a tutti gli effetti un monocolore Pd. E anche il Pd non sta tanto bene. Unica stampella rimasta, per ora, Sinistra Civica ed Ecologista, che però è di fatto solo Marco Nasorri, il quale in varie occasioni non ha esitato a prendere posizioni diverse e distanti dal Pd, vedi la guerra e l’invio di armi, vedi la questione stazione in linea.

Quanto al M5S, la decisione di uscire dalla maggioranza l’ha ufficializzata ieri con un comunicato stampa, in cui l’incipit è rubato ad un film di Massimo Troisi: Pensavo fosse amore… invece era un calesse. Che è come dire: “signori ci eravamo illusi, abbiamo sbagliato, quindi togliamo il disturbo. Arrivederci e grazie”.

Ecco il testo della nota dei pentastellati:

Pensavo fosse amore… invece era un calesse Se dovessimo dare un titolo a questa esperienza, ci saremmo appropriati delle parole del grande Massimo Troisi. La delusione e disillusione sono state cocenti, infatti molti punti del programma di Coalizione per le Amministrative del 2021 sono tuttora disattesi. Elemento fondamentale di questo programma era il coinvolgimento dei cittadini tramite assemblee pubbliche. Affrontare argomenti più propriamente politici o che riguardano direttamente la popolazione è un modo per coinvolgere e mettere radici nel territorio: per trarre idee, spunti e proposte. Nei due anni di Amministrazione mai nessuna assemblea con i “semplici” cittadini è avvenuta in modo propositivo. Eventuali confronti sono avvenuti con alcune categorie che rappresentano interessi o gruppi specifici, legittimi, ma parziali. Ogni nostro tentativo di contributo o di confronto non ha sortito risultati, anzi ha determinato un nebuloso e progressivo irrigidimento delle posizioni del PD, fino ad arrivare alla mancata convocazione alle iniziative, alla dilazione dei tempi di risposta alle richieste ed al tentativo di cancellare la nostra presenza politica. La nostra richiesta di poter partecipare alle Commissioni Consiliari non ha avuto nessuna risposta, anzi non siamo stati nemmeno avvisati della convocazione: alla faccia della pubblicità e trasparenza partecipativa volta a coinvolgere tutta la comunità. Titubanza, Imbarazzo, mancata chiarezza nelle posizioni e risposte incerte od ambigue lasciano languire nel limbo del “vedremo” questa esemplare iniziativa, come altre. Appare palese la autoreferenzialità di questo PD che mostra difficoltà nel lavoro di squadra con gruppi politici che sanno esercitare il diritto di critica e presentano idee o proposte anche differenti, ma utili al raggiungimento di obiettivi comuni nel segno del bene della cittadinanza. Nonostante la nostra pazienza, la lealtà e correttezza verso gli altri partiti della coalizione, l’Amministrazione e la Giunta, è emerso e si è consolidato nel Pd un metodo volto a presentare soluzioni preconfezionate senza alcun contraddittorio con gli alleati, spesso informati a giochi fatti. Siamo caduti nel tranello di una visione aperta e progressista di un nuovo modo di amministrare la Cosa Pubblica, ma alla resa dei fatti nulla è cambiato nel metodo e la pochezza dei risultati è visibile a tutti. Ci dispiace per questa opportunità persa di una visione poltica aperta e proiettata verso il futuro. Noi abbiamo sinceramente cercato di contribuire ad una nuova stagione che abbandonasse le vecchie dinamiche dei partiti per lasciare spazio alla condivisione e concertazione tra soggetti diversi. Ogni pazienza ha un limite, il nostro è stato superato. La nostra esperienza in questa coalizione termina qui. E per concludere cinematograficamente come abbiamo iniziato, citiamo Totò “E’ la somma che fa il totale”.

Un testo è duro. Ma non entra nel merito di specifiche questioni. Somiglia molto, inquesto, al comunicato che fece il Psi quando lasciò la compagnia. Anche il M5S infatti lamenta soprattutto il mancato coinvolgimento e una conduzione, diciamo così, arrogante e autoreferenziale della maggioranza, da parte del Pd, oltre alle promesse disattese sulla partecipazione dei cittadini con assemblee pubbliche mai convocate e la sistematica tendenza a non ascoltare le proposte e le sollecitazioni degli alleati.  Come già Psi e Podemos anche il M5S parla di “occasione persa”.

Non è un addio consensuale. E’ un divorzio turbolento. Con gli stracci e i piatti che volano.

Si capisce bene, tra le righe, che il M5S aveva avanzato qualche proposta o qualche richiesta e non è stato accontentato. Non a caso ci ha messo un po’ di più a prendere la decisione di uscire rispetto ai socialisti e ai Podemos. Probabilmente sperava in qualcosa che ridesse un po’ di visibilità e di peso ad una formazione politica rimasta fiori dal consiglio comunale. Il Comunicato accenna alla richiesta di far parte delle commissioni (disattesa anche quella), ma forse c’è anche altro. Magari il famoso “quarto assessore” che il sindaco Sonnini annunciò nella seduta inaugurale del suo mandato, e che a distanza di quasi due anni non è mai stato nominato. Da qualche settimana si parla di un possibile “rimpasto” di giunta, un po’ per rafforzare l’esecutivo, un po’ perché pare che il giovane assessore alla cultura e ai lavori pubblici Mattia Bischeri sarebbe intenzionato a lasciare, cosa che peraltro aveva detto all’inizio della legislatura, quando diede sostanzialmente una disponibilità piena, ma a tempo. Motivi legati al suo lavoro che lo porta spesso lontano da Chiusi.

Che sia stato proprio questo il nodo su cui si è consumata la rottura coi 5 Stelle? Non è escluso.

Fatto sta che, come dicevamo in apertura, la “grosse koalition” del 2021 non solo non è decollata come progetto politico (all’epoca l Pd la sbandierò comune un “modello” da esportare anche altrove), ma è naufragata e si è disintegrata letteralmente sul nascere.

Adesso il Pd è solo e isolato. E non ha neanche una voce univoca. L’assessora Maura Talozzi per esempio due settimane fa partecipò alla staffetta per la pace, tappa Vaiano-Chiusi, il resto del Pd e della giunta no. E la vicenda guerra-invio di armi non è una questioncina secondaria.

Sulla vicenda Frecciarossa cancellato e stazione in linea, si profila il lancio di un Comitato territoriale con tutte le forze politiche chiusine tranne il Pd che rischia di trovarsi contromano, anche rispetto alle posizioni di molti militanti…

Vedremo se la defezione dei 5 Stelle, ultima della serie, farà drizzare le antenne al partito di maggioranza, se lo farà uscire dalla trincea del silenzio in cui si è infilato da mesi…  La linea che la segretaria Cardaioli impose nel 2021 si è dimostrata fallimentare. Tutti gli alleati, uno ad uno, stanno facendo ammenda: “ci avevamo creduto e sperato, ma è andata male”. Il Pd invece non fa autocritica. Se la mossa a sorpresa fosse – come si vocifera – il passaggio di Massimiliano Barbanera (quindi di Italia Viva) dall’opposizione alla maggioranza, la toppa potrebbe essere peggio del buco. Perché sia nel Pd che nella lista Barbanera ci sono su questa eventualità voci dissenzienti.

Deve stare attento, il Pd chiusino, perché  piove da 10 giorni e il meteo non mette sole ancora per un po’: quella trincea rischia di allagarsi come l’Emilia Romagna. Poi gli ci vorrà il canotto e la protezione civile per tirarsi fuori dalla melma.

m.l.

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