FRECCIAROSSA CANCELLATO: SONNINI PUNTA SULLA VIA DIPLOMATICA. GLI ALTRI SINDACI COME LA PENSANO? SE LA POLITICA HA PAURA DELLA PIAZZA…

FRECCIAROSSA CANCELLATO: SONNINI PUNTA SULLA VIA DIPLOMATICA. GLI ALTRI SINDACI COME LA PENSANO? SE LA POLITICA HA PAURA DELLA PIAZZA…
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CHIUSI – La “civetta” del Corriere di Siena di martedì 2 maggio strilla “Chiusi perde l’alta velocità, la rabbia del sindaco”. Martedì, in una trasmissione di NTI, l’emittente Tv di Chianciano, il sindaco Sonnini, parlando della annunciata decisione delle Fs di non effettuare più la fermata del frecciarossa a Chiusi, usa per la verità altri termini, diversi dalla “rabbia. Usa “stupore” e “disappunto”.

Sonnini lo conosciamo, non è uno che urla, che sgomita. Non ama stare sotto i riflettori, se può evita. Se qualcuno cerca un capopopolo cerchi altrove. Nella campagna elettorale comunale del 2021, di questo suo profilo più pacato ne fece quasi un bandiera per marcare una differenza dal più temperamentoso e presenzialista Bettollini, che invece amava anche alzare i toni, quado lo riteneva necessario. Sonnini ha un’indole diversa. Questione di carattere. Solo che questa vicenda del frecciarossa rischia di diventare davvero una Waterloo per Chiusi, per il territorio e per Sonnini stesso, se in qualche modo non verrà rattoppata.

A Nti ha usato il termine “stupore” per la decisione di Trenitalia. Ma stupore di che? Ci avevano già provato lo scorso anno le Fs. Dopo aver confermato la fermata a giugno, nel mese di settembre la cancellarono dall’orario. Sonnini riuscì a farsela ridare un mese dopo, a partire dal 10 ottobre, muovendo pedine importanti: Enrico Letta e Walter Verini, per la precisione. Ma l’avvisaglia era chiara.

Esprimere stupore e disappunto adesso che le Fs hanno comunicato la decisione di NON RINNOVARE il servizio, è un po’ come il convegno Pd tenutosi a Panicale sabato scorso, tutto incentrato sull’importanza del nodo di Chiusi, anche come hub per l’alta velocità, proprio in virtù di quella fermata, che però non c’era già più. E quindi tutti quei discorsi (ottimi) non avevano più la base, il fondamento, la precondizione…

Anche la rabbia, non solo il disappunto e lo stupore a questo punto appare tardiva e ininfluente. Servirà qualcosa di più. In altri articoli noi una proposta l’abbiamo fatta: una grande manifestazione di piazza, con i sindaci, i parlamentari, i cittadini, se necessario con occupazione dei binari, per fermare i treni e spaccare l’Italia in due. Così qualcuno si accorge che Chiusi non è in mezzo ad un deserto…  Nell’intervento a NTI però il sindaco Sonnini, non fa alcun cenno a manifestazioni o iniziative clamorose, che pure aveva annunciato dalle pagine de La Nazione il giorno prima.

Sonnini spiega che la comunicazione della mancata conferma della fermata del frecciarossa, l’ha ricevuta dall’Ufficio marketing di Trenitalia, che avrebbe ritenuto la fermata a Chiusi non remunerativa dal punto di vista della domanda. Cioè del numero dei biglietti. Ora, però qualche domanda a questo fantomatico Ufficio Marketing andrebbe posta. Per esempio: nel 2019 i viaggiatori che usarono la fermata di Chiusi furono in media 110 al giorno. Nel 2020 e 2021 i due anni segnati dalla pandemia e dalle restrizioni alla mobilità e anche ai posti sui treni ridotti del 50%, la fermata di Chiusi ne registrò in media poco meno di 50. E fu comunque mantenuta. Come mai, se fu mantenuta negli anni del covid, non viene mantenuta adesso che ci sono pure segnali di crescita del turismo. Come mai non viene mantenuta adesso, dopo la sensazionale scoperta archeologica di San Casciano Bagni che presumibilmente porterà gente nel territorio, adesso che ci sono le celebrazioni per il cinquecentenario del Perugino con mostre e iniziative anche in questo territorio, adesso che il lago Trasimeno e la Valdorcia registrano presenze record?

Se la logica delle Fs è quella del mercato, qualcosa non torna. E questo i sindaci in primis glielo dovrebbero dire.

Se il problema, oltre al mercato, è invece quello della “perdita di tempo” per l’entrata e l’uscita dalla stazione di Chiusi, perdita di tempo stimata e dichiarata dalle Fs in 11-13 minuti, anche questo argomento scricchiola, perché sulla linea direttissima che passa per il territorio di Chiusi sfrecciano ogni giorno più di 200 treni AV al giorno… 100 in direzione nord e 100 in direzione sud. Anche qualcuno in più, fra Trenitalia e Italo. A Chiusi ne fermano due, uno in su e uno in giù. Sai che danno per l’utenza, fatta per lo più di turisti non da manager, quindi gente che non ha poi tutta ‘sta fretta di arrivare, ma ha necessità di arrivare a Chiusi, per poi andare in un determinato territorio. Che l’utenza è (era) costituita per lo più da turisti lo dice il fatto che la fermata era considerata “turistica” e lo dicono anche le statistiche.

Altra domanda a RFI e Trenitalia: nel 2017 sono stati spesi 7 milioni di euro per ammodernare la stazione di Chiusi e per adeguarla, anche alle fermate dei treni AV (cosa questa sempre dichiarata dai dirigenti Fs, anche in occasione delle varie inaugurazioni). Ecco, a che serve quel restyling e quell’adeguamemnto se le frecce non fermano più e gli Intercity sono sempre meno? La logica di mercato prevede lo sperpero di denaro (pubblico) per abbellimenti inutili delle strutture?

Una domanda diversa invece va posta a Sonnini e a tutti i sindaci del comprensorio interessato. Se le Fs avessero “tagliato” la fermata del Frecciarossa e concesso il ripristino di alcuni intercity (come l’Euronight Roma-Vienna-Monaco che un tempo fermava a Chiusi e adesso non più) e di alcuni regionali veloci sia per Roma che per Firenze, il raddoppio della Chiusi-Siena, il rilancio del progetto del Centro Intermodale Merci, allora il territorio ci poteva anche stare. Ma di tutto questo si parla solo nei cahiers de doleance, non negli orari ferroviari. Quindi la fermata del frecciarossa che era stata considerata una sorta di contropartita, di risarcimento rispetto ai tagli precedenti operati da Fs, adesso viene a cadere e diventa l’ennesimo taglio che si aggiunge ad altri tagli… Ecco perché il disappunto non può bastare. Chiusi e il territorio circostante sono stati presi a bastonate dal management delle Fs.

E baloccandosi sulla bufala della stazione in linea (a Salcheto, a Farneta o a Rigutino fa poca differenza) la politica locale ha offerto il fianco al bastone delle Fs, senza ottenere neanche una carotina. La domanda è questa: amici e compagni amministratori, vi sembra un risultato di cui andare fieri? O comunque un risultato accettabile?

Da come si muove, anche adesso, di fronte alla lettera delle Fs che pone fine ad un servizio che per 4 anni è stato sbandierato come un fiore all’occhiello, come il segnale della riconquistata centralità, la politica sembra confidare ancora una volta nella possibilità di indurre le Fs ad un ripensamento, per via diplomatica. Muovendo qualche pedina di prestigio. Strano, solo per l’Ucraina la via diplomatica non va bene, meglio le armi.

Per difendere Chiusi, la sua stazione, il suo ruolo come riferimento di un territorio vasto che va dall’Amiata al Trasimeno, fino a Siena e Perugia, si punta ancora sulle pressioni di qualche deputato amico. Lo stesso sindaco Sonnini si dice fiducioso di spuntarla anche senza una manifestazione. Secondo noi è un errore politico che si aggiunge a quelli già fatti e che hanno prodotto danni ingenti.

Manifestare in piazza e magari occupare i binari non significa “mettere a ferro e fuoco la stazione”, significa solo far sentire la voce delle istituzioni e della gente. Ma l’impressione che abbiamo è che la politica abbia paura della gente, più che delle decisioni sbagliate e dannose. Certo qui non siamo francesi, da noi si è persa l’abitudine a scendere in piazza. Secondo noi la politica, nel caso specifico il Pd per primo e i sindaci dovrebbero capeggiarla la manifestazione, non averne paura. Sarebbe garanzia che le cose non vadano a degenerare… Cercare in tutti i modi di evitarla, mentre le Fs tagliano la precondizione di molti altri progetti che lo stesso Pd ha messo in agenda, può mettere sindaci e Pd in una posizione scomoda: cioè di fronte ad una manifestazione contro la decisione delle Fs, ma anche contro di loro. Trovarsi contromano rispetto alla popolazione non è mai una bella situazione.

Ci piacerebbe sapere a questo punto che ne pensano gli altri sindaci: Andrea Marchetti di Chianciano (la stazione di Chiusi porta anche il nome di Chianciano Terme), Roberto Cottini di Cetona, Agnese Carletti di San Casciano Bagni, Michele Angiolini di Montepulciano, Matteo Burico di Castiglione del Lago che a Panicale sabato scorso ha lanciato l’appello alla mobilitazione, poi Fausto Risini di Città della Pieve, Giulio Cherubini di Panicale…

La via diplomatica va bene, è giusto seguirla, ma se fosse accompagnata da una pressione congiunta di istituzioni, partiti, sindacati, associazioni e cittadini insieme, insomma della piazza, forse avrebbe più possibilità di successo.

M.L.

 

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