CHIUSI, FRECCIAROSSA CANCELLATO: SI PROFILA UNA MANIFESTAZIONE DI PROTESTA. CON O SENZA PD
CHIUSI – C’è un equivoco che circola da un paio di giorni sul maggior quotidiano della Toscana e dell’Umbvria a proposito della fermata del Frecciarossa a Chiusi. Domenica 30, la locandina de La Nazione riportava questo titolo: “Alta velocità, alleanza con l’Umbria. Serve la fermata a Chiusi”. Titolo che si riferiva al convegno interregionale del Pd tenutosi il giorno prima a Panicale sul tema infrastrutture e mobilità.
La “civetta” de La Nazione è fuorviante. Perché la fermata che serve c’era già. Dal 2019. Attiva da giugno alla fine delle festività natalizie. Solo che quest’anno le Fs hanno comunicato al sindaco che non la confermeranno. Neanche per il periodo in questione. E questo nonostante il territorio, con le sue istituzioni ne avesse chiesto la stabilizzazione per tutto l’anno e magari anche un potenziamento con l’aggiunta di una nuova coppia di treni.
Quindi la fermata non è che “serve”. Va riconquistata.
Un altro articolo, uscito ieri, 1 maggio, dice che la segretaria del Pd di Chiusi ha lanciato la proposta di una forte mobilitazione. Non è vero. La segretaria del Pd di Chiusi ha detto che la fermata andrebbe garantita, stabilizzata e potenziata, ma anche (la linea del ma anche non muore mai) che “la Valdichiana deve difendere l’opzione Montallese-Salcheto per l’eventuale stazione in linea”, che è il contrario del potenziamento della Av alla stazione di Chiusi. La mobilitazione è stata proposta a Panicale, ma dal sindaco di Castiglione del Lago Matteo Burico. Il quale però intendeva una mobilitazione sulla “vertenza Chiusi” complessiva, non per salvare la fermata, perché quella dava per scontato che ci fosse ancora. Invece non c’è più.
L’articolo de La Nazione e anche un comunicato del Pd chiusino parlano della necessità di “scongiurare questa evenienza”. Ma la cancellazione del Frecciarossa a Chiusi NON E’ UNA EVENIENZA, lo era qualche giorno fa, il 19 aprile, quando la consigliera regionale toscana Elena Rosignoli ha presentato una interrogazione al presidente Giani, adesso è una decisione che le Fs hanno già preso e comunicato al sindaco Sonnini con tanto di lettera scritta.
Nei 4 anni precedenti, ogni volta c’è stato da lottare per ottenere la conferma della fermata, l’anno scorso Trenitalia l’aveva soppressa a settembre, poi grazie anche all’intervento dell’allora segretario nazionale del Pd Letta e del deputato Verini fu ripristinata da ottobre a gennaio. Mai però le Fs hanno scritto al sindaco. Stavolta lo hanno fatto, forse proprio per sottolineare la volontà di andare in quella direzione.
“Il PD chiusino ha mobilitato tutti i suoi parlamentari e livelli politici intermedi perché venga scongiurata questa evenienza” si legge nel comunicato del partito di maggioranza della cittadina etrusca. L’On. Verini, presente a Panicale, lo aveva – come riportato nel nostro resoconto – già annunciato, insieme all’impegno dei parlamentari e consiglieri regionali umbri. Sappiamo che lo farà.
Il sindaco Sonnini, dal canto suo, sempre a quanto si legge su La Nazione, si dice pronto a proteste clamorose e gesti eclatanti. Ma non dice quali.
Noi abbiamo scritto, a margine dell’iniziativa di Panicale, che se la segretaria del Pd chiusino Simona Cardaioli, dopo aver annunciato la lettera delle Fs a Sonnini, avesse gridato “domani occupiamo tutti insieme la stazione” saremmo stati i primi ad applaudire. E a partecipare. Purtroppo non lo ha fatto.
L’appello alla mobilitazione del sindaco di Castiglione del Lago Burico, però c’è stato. Va solo aggiornato e tarato, per ora, sulla riconquista della fermata del Frecciarossa, perché quella è una “precondizione” che rischia di inficiare tutte le altre richieste. Riteniamo che lo stesso Burico, e con lui il segretario comprensoriale del Pd del Trasimeno Stefano Vinti e gli altri sindaci umbri che si sono espressi a Panicale, sarebbero d’accordo
All’inizio degli anni 2000 la stazione di Chiusi e i binari furono occupati per difendere le Terme di Chianciano (foto). Fu una manifestazione clamorosa ed eclatante. Forse servirà, anche stavolta qualcosa di simile.
Si è visto ai tempi del caso Acea che la mobilitazione popolare può essere decisiva. E siamo convinti che se la popolazione di Chiusi, che sembra anestetizzata, mettesse la metà della “tigna” che mise in campo contro il carbonizzatore, anche per altre battaglie, tipo questa per la salvaguardia e il potenziamento della stazione (certamente questione più decisiva per Chiusi e per il territorio tutto), le Fs ci penserebbero prima di depennare la fermata Av dall’orario estivo.
Purtroppo, anche questo va detto, la politica locale da un anno a questa parte si è barcamenata tra richieste giuste e la bufala colossale della stazione in linea a Salcheto, ha dato l’impressione di non credere alla stazione attuale, ha offerto il fianco alle Fs per operare un taglio che forse avrebbero voluto fare anche prima, ma che non potevano fare. Su questa linea ambigua, ondivaga, poco lungimirante e contro Chiusi e il territorio limitrofo, si sono trovati d’accordo destra e sinistra, Lega e Pd in particolare.
La fermata del frecciarossa, conquistata non senza fatica nel 2019 e dopo un investimento di 7 milioni di euro da parte di RFI per adeguare la stazione, adesso è persa ed è persa per l’insipienza della politica. Non è certo una vittoria. E’ una debacle. Una Waterloo. Anche perché la cancellazione della fermata Av comunicata da Fs, non ha avuto altre contropartite. Tutte le altre richieste avanzate alle Fs sono ancora un cahiers de doleances, nulla è stato ottenuto.
Probabilmente il Pd su questa vicenda c’ha capito poco. Lo dimostra la visita di qualche giorno fa di una delegazione di deputati e consiglieri regionali toscani alla stazione di Montallese, sulla Chiusi-Siena, che il Pd vorrebbe ripristinare. Si può andare in delegazione a Montallese nelle stesse ore in cui le Fs decidono di “gambizzare” la stazione di Chiusi, cioè quella principale? Qualcosa non torna. Sulle priorità, quantomeno.
Il Pd avrebbe potuto farsi promotore di una linea unitaria, non solo con l’Umbria (cosa positiva certamente), ma anche in ambito comunale. Non lo ha fatto e ora piange sul latte che esso stesso ha contribuito a versare..
A questo punto crediamo ci sia una sola cosa da fare. Mobilitare e attivare parlamentari e consiglieri regionali (ma Stefano Scaramelli che fine ha fatto?) va benissimo, ma potrebbe anche non bastare. Meglio mobilitare anche la gente. Portarla in piazza.
Noi la manifestazione di zona del 1 maggio l’avremmo fatta davanti alla stazione di Chiusi, non a San Casciano Bagni. Proprio per l’urgenza della questione. Ma quella ormai è andata. Ne servirà un’altra, specifica, per imporre alle Fs un passo indietro. Occupare i binari, fermare i treni, spaccare l’Italia in due finché la decisione non verrà rivista.
Anche negli anni duri della pandemia la fermata del Frecciarossa a Chiusi è stata mantenuta. E i numeri non erano certo alti, non potevano esserlo anche a causa delle restrizioni. La logica dei numeri e del “mercato” non può essere l’unica su cui basare i servizi pubblici. E su questo vale la pena ricordare che nel 2021, all’inauguation day (Frecciarossa, hub vaccinale e nuovo palasport) a Chiusi, il presidente della Toscana Giani, di fronte all’allora sindaco Bettollini, ai consiglieri regionali Rosignoli, Paris e Scaramelli, si disse disponibile a valutare un eventuale impegno economico della Regione per mantenere la fermata Av (come avviene per il frecciarossa a Perugia). Tutto dimenticato? Giani è ancora di quell’idea?
Noi restiamo convinti che la battaglia debba essere fatta per mantenere la fermata, perché serve, perché è utile al territorio e al resto del paese che in questo territorio ci viene per turismo, perché è un servizio ormai essenziale. E pensiamo che debba essere mantenuta senza esborso economico regionale. Ma se ci fosse non sarebbe uno scandalo.
Prima della pandemia la fermata di Chiusi registrava una media di circa 100 viaggiatori al giorno. Non proprio pochi. Con il boom turistico di Montepulciano, con la nuova scoperta archeologica di San Casciano Bagni, con le celebrazioni per il V centenario del Perugino, con il lago Trasimeno e magari la possibilità di connessione veloce con Siena e con Perugia, quel numero è destinato a crescere non a diminuire a partire dalla stagione che sta per aprirsi. Quindi è il taglio che non ha una logica, non la fermata.
Per quanto riguarda tutto il resto, collegamenti stradali, raddoppio della Chiusi-Siena ecc., il convegno Pd di Panicale ha fatto registrare significativi passi avanti come strategia e come pensieri di fondo. Solo che è arrivato fuori tempo massimo. A babbo morto, come si suol dire. Perché una volta cancellata la fermata AV, e adesso le Fs l’hanno cancellata, tutto il resto perde di senso. E non è che fra due mesi ci sarà la Medio Etruria…
Anche l’Umbria (Trasimeno e Valnestore in particolare) hanno dunque tutto l’interesse qui e ora a mantenere la fermata. a Chiusi.
Perché, è ovvio, senza la fermata del Frecciarossa, quindi senza l’aggancio all’alta velocità, anche il resto della vertenza Chiusi e del patto con l’Umbria rischia di saltare. Compresa la strategia del Pd del Trasimeno. A che servirebbe il collegamento veloce Perugia-Chiusi tramite lo sfondamento della Pievaiola tra Piegaro e Moiano? Che cosa verrebbero a fare i perugini e gli umbri a Chiusi? E anche il raddoppio-elettrificazione della linea Chiusi-Siena (comunque utile), in assenza del frecciarossa perderebbe buona parte delle ragioni a sostegno… Anche in questo caso infatti una linea più efficiente e rapida favorirebbe sì un collegamento più rapido della Valdichiana con il capoluogo di provincia, ma anche la fruizione dell’alta velocità da parte di Siena e dei comuni che si trovano sulla tratta. Senza aggancio, addio…
A Chiusi la lista di minoranza Chiusi Futura e i Podemos che erano in maggioranza poi ne sono usciti facendo un passo di lato, sono sempre stati contrari alla stazione in linea e a favore del potenziamento e della valorizzazione della stazione di Chiusi anche come hub per l’alta velocità. Possiamo in un comunicato diffuso oggi scrive: Apprendiamo con sconcerto la notizia della soppressione della fermata del frecciarossa a Chiusi. Questi mesi di discussione sul destino della stazione di Chiusi, durante i quali si è parlato del potenziamento delle corse e di una fantomatica stazione in linea, con il concerto di tutti i sindaci dell’area, hanno avuto come effetto inaspettato la perdita del servizio che fino ad oggi era assicurato, almeno nei mesi estivi. Il Gruppo Possiamo si è sempre espresso in maniera contraria ad una nuova stazione dell’alta velocità, al di là della sua ubicazione, chiedendo invece di concentrare gli sforzi sul potenziamento delle linee regionali e dei servizi già presenti. Ancora una volta la mancanza di una politica chiara sulla stazione di Chiusi da parte dell’amministrazione comunale e dei partiti che la sostengono, ha provocato un’ ulteriore perdita d’importanza del nostro nodo ferroviario. Il nostro gruppo si impegna a chiedere chiarimenti alla maggioranza ai prossimi consigli e organizzare forme di lotta per riottenere le fermate perse e un potenziamento dei servizi”. Il gruppo di sinistra fa sapere anche che “insieme a chi vorrà aderire porgrammerà una manifestazione di fronte alla stazione”. Quindi non siamo i soli a pensare ad una iniziativa di piazza.
Questo territorio ha dato molto, anche in termini di consumo di suolo, di inquinamento, di lavoro, alla mobilità ferroviaria. E’ l’ora che riceva qualcosa. Resta da capire se il Pd vorrà capeggiare la protesta, magari con Burico e Sonnini a braccetto o vorrà rimanere nel suo limbo a baloccarsi coi “ma anche”. L’impressione è che Pd o non Pd, una manifestazione ci sarà.
A Chiusi c’è chi ricorda le battaglie per la difesa dell’ospedale, contro il trasferimento della sede vescovile, vedendo in tutto ciò i segnali di un progressivo smantellamento dell’importanza della città,. La conquista del Frecciarossa aveva ridato un minino di slancio e di attrattività alla stazione, via via destrutturata e depotenziata, aveva riportato Chiusi ad una certa centralità. Era l’unica città non capoluogo di provincia ad avere la fermata del Frecciarossa. Adesso il passo indietro delle Fs evoca vecchi fantasmi e nuovi depotenziamenti. Chiusi sembra una città tramortita, sempre più in disarmo: “Così percossa, attonita. La terra al nunzio sta”. Il 5 maggio è fra tre giorni. Vogliamo rimanere muti percossi e attoniti?
M.L
Credo che sia bene che le forze politiche che hai citato ma anche tutte le altre convochino una manifestazione di piazza ed in maniera veloce proprio per rispondere a tale decisione.Questo dovrebbe insegnare ai vertici dei partiti che della volontà della base se ne debba tener debito conto e non farsi eleggere poi usare il voto per dimenticarsi di quanto possa essere utile ai territori.Tale monito è anche verso i vertici del partito di maggioranza locale che anche per sue stesse scelte si trova a fronteggiare balbettando davanti a tali discrasie.Anche nei periodi precedenti a questo governo dell’Italia la sostanza era la stessa, e questo credo debba far riflettere i suoi militanti perchè non si può essere”rivoluzionari in periferia” (e quando mai lo sono stati ?) e conservatori al centro. Il centro dovrebbe ascoltare ciò che avviene in periferia, gli umori, le richieste e le NECESSITA’ di un terrirorio e spingere in questo caso le ferrovie ad adeguarsi alla richiesta dei territori. Sappiano che i bilanci di questi enti non possono non tener conto dell’utilità sociale come quella di un ente preposto all’espletamento di un servizio essenziale per la comunità anche se la ragione sociale è quella di una Spa. Sappiano inoltre che tutto questo fà anche parte di un processo che vede un continuo adeguamento delle strutture pubbliche e che queste debbono conservare la loro funzione imprescindibile che è quella della soddisfazione di interessi pubblici.Su tale argomento ci sarebbe tanto da poter parlare e riflettere su come spesso in maniera progressiva ed anche larvata si addivenga durante una crisi sistemica ad indirizzare gli investimenti verso altri cespiti che diventano prioritari mentre quelli di pubblica utilità vedono restringere i loro campi d’azione.Tutto questo è proprio e viene realizzato con una politica che gradualmente porta all’abbattimento di strutture portanti della società mentre nello stesso tempo sorgono dall’interno di essa istanze che danno ai comparti privati la gestione di campi che prima erano di carattere pubblico e questo tutto in nome delle logiche dei bilanci, la stessa cosa come succede con la sanità.Le forme per adire a tale processo vengono trovate con la politica del riformismo, convincendo anche le sedicenti sinistre a spostare i loro obiettivi sotto il faro della ”modernità”.Poi quando arriva la decisione che la ” presupposta modernità” vada tagliata per le logiche di bilancio che premiano altri settori e ne tarpano altri, allora i partiti che si sono serviti per far eleggere i propri raprresentanti nei posti decisionali chiamano la gente in piazza.Mi sembra che vi sia qualcosa che complessivamente non vada…..ma non vada secondo il detto napoletano che ”o’ pesce feta da a’ capa”e allora il segnale che deve dare la gente se le interessa il proprio futuro è quello di scendere in piazza ed opporsi a tali decisioni.Daltronde osserviamo anche il progressivo allontanamento dalla partecipazione alla discussione della cosa pubblica(partecipazione locale ai consigli comunali che per esempio si riduce sempre di più) segno che il controllo dal basso difetta proprio di partecipazione e di discussione.Ecco allora che in tali cambiamenti vi possano anche essere benissimo forme partecipative più dirette verso le decisioni delle quali chi è preposto all’amministrazione pubblica debba tener conto.Mica si può pretendere che non vi possano essere risposte alle decisioni talvolta scellerate della politica e che la gente se ne stia rinchiusa in casa e le subisca ?
Il Frecciarossa fu “conquistato” nel 2019, quando a Chiusi c’era una giunta Pd-Psi e a livello nazionale c’era il Governo Conte 1 (Lega-M5s). Poi è stata confermata con il governo Conte 2 (M5S-Pd) e con il Governo Draghi (tutti insieme appassionatamente meno Fratelli d’Italia). E se le Fs l’hanno confermata negli anni duri della pandemia, con utenza ridotta al 50% anche per via delle restrizioni, toglierla oggi, con il turismo in crescita e con due attrattori come la scoperta di San Casciano e le mostre sul Perugino, sembra davvero una scelta scellerata e senza senso. Una “gambizzazione” che non ha nulla a che fare con le logiche del mercato, ma è solo il prodotto delle titubanze e degli scivoloni della politica. Quindi quella del ricorso alla piazza sembra l’unica strada al momento percorribile per far tornare le Fs sulla decisione e indurre la politica a scelte più responsabili.