L’UMBRIA E IL TRASPORTO FERROVIARIO: IL PD UN FANTASMA CHE NON SI METTE D’ACCORDO NEANCHE CON SE’ STESSO
“Chi di voi ha utilizzato la rete ferroviaria umbra negli ultimi tempi ha sicuramente constatato un abbassamento del livello dei servizi, un’incuria generalizzata nella manutenzione delle stazioni in termini di pulizia, chiusura di tutte le sale d’attesa, inefficienza dei servizi igienici, scarsa manutenzione degli spazi attinenti la stazione. Quindi un sostanziale impoverimento delle strutture ferroviarie. E di conseguenza, facendo un confronto a partire dall’inizio degli anni 2000, nel gruppo complessivo delle FS (Trenitalia e RFI), l’Umbria ha subito un calo di occupazione nel settore superiore al 50%, una stima molto vicina alla realtà: ciò significa che nel settore si sono persi circa 4000/5000 posti di lavoro. Il tutto è dovuto alla mancanza di servizi in parte all’efficientamento produttivo e alle nuove tecnologie e alle esternalizzazioni dei servizi. Tutto ciò accompagnato dall’abbandono del trasporto merci dove rimangono attivi solo i servizi relativi alle forniture delle acciaierie di Terni. Si tratta di posti privilegiati: la figura del capotecnico, del capostazione, macchinisti e capotreni. Ad esempio nelle rimesse locomotive di Terni e Foligno vi facevano servizio circa 450 persone. Ora ne rimangono poco più di 100. Senza parlare del tracollo occupazionale delle OGR di Foligno (si è passati dai circa 1200 dipendenti, agli attuali 400/450). Per andare da Perugia a Roma in treno si impiegano 2 ore e 20 minuti”.
Questo il quadro, non proprio idilliaco, del trasporto ferroviario in Umbria. A dipingerlo, così a tinte fosche, è il Pd che ha tenuto un convegno a Bastia Umbra il 19 aprile scorso. Presenti il segretario regionale Bori, l’ex amministratore unico della FCU Vannio Brozzi, i segretari del partito di Foligno, Assisi, Perugia, il segretario provinciale Cristofani…
Nella relazione introduttiva il segretario del Pd di Bastia, ha sottolineato che “la cosiddetta alta velocità di rete sta praticamente soppiantando i collegamenti Intercity e che tutte le provincie italiane sono raggiunte da Frecciarossa che attraverso le linee storiche la congiungono con la AV principale, con diverse corse giornaliere”. E che dunque “bisognerebbe impostare il nuovo contratto con Trenitalia su ipotesi completamente nuove. Sostituendo alcuni treni regionali e Intercity (es.: Roma-Firenze) con materiale Frecciargento o Frecciarossa che possono accedere alla Direttissima e quindi istituire almeno 3 coppie di Frecciarossa Roma-Milano e ritorno“. Secondo il Pd “la prima e anche la più facile da realizzare sarebbe sostituire l’Intercity Tacito 580 con un Frecciarossa che parta da Roma e arrivi a Milano riducendo il tempo di percorrenza complessivo di 2 ore e venti e collegando Terni con Perugia in un’ora”. Quanto ai servizi di metropolitana di superficie in particolare sulla Foligno-Terontola, secomndo il Pd “se non si fa il raddoppio questa è una dichiarazione velleitaria, perché un servizio metropolitano si può chiamare tale solo se può esserci un treno con una frequenza di almeno 20 minuti ed oggi con l’attuale infrastruttura tutto ciò non è realizzabile“.”Sono più di venti anni che gli orari ferroviari umbri sono sempre gli stessi. Se non addirittura peggiorati nell’allungamento dei tempi di percorrenza sia nelle frequentazioni. Il convegno di Bastia ha insistito molto sulla necessità di migliorare i collegamenti a nord e a sud dell’Umbria. Che invece rischiano addirittura di peggiorare, in quanto – sostiene il Pd – “la tratta della direttissima Orte-Roma Termini è già arrivata a saturazione. E quindi i treni regionali che collegano l’Umbria con Roma rischiano di non essere più immessi nella Direttissima con aggravio di tempo di circa 20 minuti. Tale problema già si è verificato nel tratto Nord: anche i famigerati treni regionali veloci per Firenze utilizzano la linea direttissima solo parzialmente o da Arezzo a Montevarchi, o da Figline a Firenze; ma le altre tratte percorrono la vecchia linea. E questi treni vengono tutti pagati a circa 12 euro a Km/treno dalla Regione Umbria. Ma svolgono servizi determinanti o per la Regione Toscana nella tratta nord da Terontola a Firenze o dalla Regione Lazio i cui treni in partenza sono sempre stracolmi da Orte“.
In sostanza, questa la tesi del convegno, l’Umbria ha consentito il passaggio della Direttissima, per circa 100 km, nella regione, ma ne beneficia per un numero di treni molto limitato. Un quadro veramente desolante: “la relazione tra il Sud e il Nord Italia beneficia di circa 150 treni durante la giornata. Nessuno di questi passa per l’Umbria“.
Insomma l’Umbria, a detta del Pd, si sente, ed oggettivamente è, una specie di cenerentola rispetto al trasporto ferroviario lungo la penisola. La cura leghista in Regione non ha certo invertito la tendenza. Né migliorato il quadro rispetto a quando governava il centro sinistra.
Ancora una volta, però, il Pd Umbro, quando parla di collegamento tra Perugia e Terni e tra le due città con Roma o con Firenze e poi con il sud e con il nord, guarda essenzialmente all’asse Orte-Foligno-Terontola-Arezzo, nessun cenno nella relazione del segretario Pd di Bastia all’ipotesi e all’oppotunità di utilizzare, almeno per una parte dell’Umbria, il nodo di Chiusi. Nessun cenno al collegamento stradale veloce tra Perugia e la cittadina toscana, posta al confine… Il convegno di Bastia è rimasto dove il Pd era 20 anni fa. Non ha fatto mezzo passo avanti nell’elaborazione di una strategia. Intanto ad Arezzo insistono per la stazione in linea per l’alta velocità a Rigutino. Alcuni candidati alle comunali di Siena (il 14 maggio si vota) invece spingono per la zona di Creti-Farneta, a ridosso del casello A1 Valdichiana e alla confluenza con la Perugia-Bettolle-Siena. Anche per la politica senese, Chiusi (che è in provincia di Siena) non è una opzione. Non se ne capisce il motivo: forse solo perché far riferimento alla stazione di Chiusi anche per l’alta velocità non costerebbe niente (già fa questo servizio per 6 mesi all’anno, da 4 anni), non ci sarebbero appalti da distribuire, né interessi particolari da favorire. O meglio, qualche cantiere potrebbe scapparci lo stesso, per fare adeguare l’ultimo tratto della Pievaiola, da Piegaro a Moiano, per collegare rapidamente Perugia a Chiusi, per raddoppiare e elettrificare la linea Chiusi-Siena, per portare a termine, volendo, il centro intermodale merci, progettato e finanziato a suo tempo dal Patto Vato, quindi anche dalle istituzioni umbre, e rimasto scandalosamente incompiuto.
Chiusi invece sia in Umbria, che nel senese è scomparsa dai radar di un Pd sempre più incartato su sé steso e sempre più con le sembianze di un fantasma che non riesce a uscire da schemi consunti della vita che fu…
A distanza di dieci giorni dall’iniziativa di Bastia Umbra, il Pd terrà un altro convegno sul tema. Questa volta a Panicale, il 29 aprile, ore 10,30. Stesso tema, stesso partito… ma, altro approccio. Almeno sulla carta. In più di una occasione da un anno a questa parte il Pd del Trasimeno e della Valnestore si è espresso a favore dell’opzione Chiusi e della necessità “inderogabile” di collegare il capoluogo umbro al nodo di Chiusi adeguando la Pievaiola e chiedendo che quest’ultimo impegno fosse uno dei punti irrinunciabili del programma elettorale del partito…
A Panicale è prevista la presenza dell’on. Walter Verini, uno che nel Pd nazionale conta e non poco, e che ha sempre sostenuto questa linea. Pare che ci sarà anche il segretario provinciale di Perugia Cristofani, presente anche a Bastia…
Il segretario comprensoriale del Trasimeno Vinti sembra intenzionato a non darla vinta alla visione “Foligno-centrica” e a spostare l’attenzione anche sul collegamento con Chiusi. Ma il “sembra” è d’obbligo, quando si parla del Pd. Insomma potrebbe profilarsi ancora una scontro tra due visioni, come ai tempi del Pci che è morto e sepolto da 30 anni e passa… Un fantasma, sempre più etereo, che discute e non si trova d’accordo neanche con sé stesso. D’altra parte i fantasmi son fatti così, mica ragionano come gli umani…
Marco Lorenzoni e Renato Casaioli
Renato, concodo in pieno, come sai andai al convegno aperto di Chiusi, intervenni nel dibattito e sostenni la soluzione per l’AV a Chiusi, soluzione che facliterà la realizzazione della variante alla strada Moianese 309 !!! Aggiungho che per l’occasione il Sindaco di Panicale Giulio Dott. Cherubini intervenne in striming,invece il Sindaco di Piegaro Roberto Dott. Ferricelli non si vide per niente!!! Per l’incontro a PANICALE FARO’ TUTTO IL POSSIBILE PER ESSERCI.
Qui si fa confusione e basta. Mettiamo a posto le cose se riesco a farmi capire. La arezzo Foligno Terontola terni orte, è la tratta più popolata della storica Firenze Arezzo Perugia Foligno Terni Roma. Quattro province gravitano su questo percorso per una popolazione di 1,7 milioni di abitanti. Questo itinerario venne abbandonato nel 1875 a favore di un itinerario più corto per via Chiusi. Il convegno di Bastia era imperniato per chiedere un collegamento Frecciarossa come ce l’hanno il Trentino -Alto Adige, per servire Bolzano Rovereto e Trento; il Veneto con le Frecciarossa su Treviso, Pordenone e Udine. Insomma l’Umbria non ha facoltà di chiedere un tale servizio? Per Chiusi Orvieto e Orte, gli stessi che hanno proposto i Frecciarossa per l’intera Umbria, hanno proposto ai sindaci di quei comprensori che almeno tre coppie di Frecciarossa al giorno, servano le loro stazioni interconnesse alla Direttissima. Insomma non c’è bisogno che Orvieto Chiusi vanno a scapicollarsi per raggiungere la Medio Etruria. Per quale obbligo un’intera Regione si dovrebbe servie di Chiusi o della medio Etruria e rinunciare alla possibilità di avere i Frecciarossa in casa propria? Quindi le forse politiche dei comuni che gravitano lungo la Direttissima chiedano agli assessori delle Regioni Umbria toscana e Lazio di adoperarsi per le fermate dei Frecciarossa sulle proprie stazioni invece di andare contro a proposte sacrosante invece di attivare questo becero campanilismo.
Far fermare i Frecciarossa a Chjiusi (non una sola fermata come avviene da 4 anni nel periodo giugno-ficembre) non esclude la feermata di Perugia, anche quella esistente. Garantirebbe però un accesso all’alta velocità ad una parte importante dell’Umbria senza spendere decine di milioni di euro nella fantomatica stazione in linea in mezzo al nulla… Meglio spendere qualche milione per terminare l’ammodernamento della Pievaiola, con eliminazione dei tornanti della strada del Fornello, nel tratto Piegaro-Moiano, che consentirebbe di collegare Perugia a Chiusi in meno di mezz’ora. Voglio proprio vedere quanti da Perugia andranno a Rigutino a prendere il treno…
La presente proposta mi trova pienamente consenziente, sotto il profilo turistico, non necessita solamente un buon servzio ferroviario, ricordo che chi orbita sul comprensorio Orvieto, Chiusi, Chianciano, ecc, se vuole prendere l’aereo ora deve rivolgersi verso Fiumicino, non ben servita, se invece si completa la Perugia-Chiusi è pensabile di potersi spostare agevolmente verso Perugia (importanissima sotto il profilo turistico) per dare la possibiltà del volo, dal San Francesco, mi pare così semplice il ragionamento. Senza trascurare l’importanza a livello commerciale e lavorativo, con un possibile rilancio di tutta la VAL NESTORE. Osservo che superato l’abitato di San Sisto, procedendo verso Città della Pieve, si incontra solamente il carcere di Capanne, che sicuramente non lo possiamo considerare un polo di lavoro e sviluppo.