ORDIGNO BELLICO SOTTO UN PONTE NEI PRESSI DI MOIANO. STRADA CHIUSA
CITTA’ DELLA PIEVE – La guerra riaffiora, non solo nei notiziari tv e sui giornali, anche dal… terreno. Ieri durante alcuni lavori di movimento terra, un ordigno bellico risalente alla seconda guerra mondiale è stato individuato sotto un ponte sulla strada provinciale 309 nei pressi di Moiano. L’Amministrazione Provinciale, ente che stava eseguendo i lavori, ha emesso subito apposita ordinanza di chiusura della strada in questione, per il tempo necessario alla rimozione. Il traffico veicolare è stato deviato sulla strada provinciale 306 castiglionese e sulla SR 220 Pievaiola.
L’ordigno, come dicevamo era lì da 79 anni, da quando cioè nella primavera del 1944 la zona fu teatro del passaggio del fronte, con gli Alleati che avanzavano verso Chiusi e il Trasimeno e i nazifascisti in ritirata. Tutto il territorio, da Piegaro a Chiusi, passando per Moiano fu martellata da cannoneggiamenti e scontri armati che videro protagonisti anche i partigiani della Brigata Risorgimento di stanza sul Monte Pausillo.
Il bosco del “Fornello” sulla medesima strada 309 era una polveriera e più volte negli anni sono affiorati esplodi ordigni e munizioni rimasti sul terreno da allora. Nel giugno ’44 peraltro pioveva e molte bombe sganciate dagli aerei alleati sulla linea ferroviaria si infilarono inesplose nel terreno bagnato e paludoso. Automezzi carichi di munizioni sia britannici che tedeschi rimasero impantanati… L’ordigno ritrovato oggi, un bel “confetto” è probabilmente un residuo di uno di quei convogli.
Nella foto (Umbria On), l’ordigno bellico rinvenuto sulla sp 309
Quasi sicuramente è un ordigno da cannone tedesco e non una bomba d’aereo,anche perchè le bombe d’aereo in genere avevano un altra forma.Conosco il ponte che porta alla strada che costeggia quella della ”Tenuta Le Coste” che al tempo di guerra era della proprietà Piccioni ed occorre sapere che dentro il bosco delle Coste che guarda al Moiano esisteva un grande deposito di munizioni che i tedeschi in ritirata fecero brillare perchè non cadesse in mano alleata.Questo me lo hanno sempre raccontato i miei zii Palmira Fanelli e Solismo Sacco che osservavano dal Monte Pausillo con una coppia di binocoli Zeiss comperati da carristi tedeschi in ritirata di passaggio nel cosiddetto ”Stradone” da parte di mio padre Benito Sacco giorni prima che questo deposito fosse stato fatto brillare. Ricordo infatti che mi hanno sempre raccontato che da quella località del Monte Pausillo dove era il Comando partigiano della Brigata Risorgimento, a distanza nella notte osservavano le deflagrazioni delle cataste di questi ordigni che apparivano come fuochi d’artificio in maniera molto estesa e grande con riverbero multicolore prodotto dalle polveri delle cataste delle stesse bombe che esplodevano e quindi può darsi benissimo che nelle deflagrazioni di tale quantità di bombe siano stati proiettati ordigni che non sono esplosi e lanciati a distanza anche di centinaia di metri da dove erano accatastati e -come dice Marco Lorenzoni nel Post- diversi di questi siano stati proiettati nel fango che era copioso poichè in quei giorni c’erano state piogge a non finire nonostante fossimo nel mese di Giugno.E che tutto questo risponda a verità lo posso assicurare poichè una dichiarazione di mio padre che fa parte del volume ”Storia della Resistenza nella zona Sud Ovest Trasimeno” scritto da suo fratello Solismo Sacco a Pag.96 parla in un capitolo titolato ”La Mitraglia” appunto di una mitragliatrice raccolta da lui stesso dopo un bombardamento da parte di aerei alleati su di un convoglio tedesco in località ”I Poggi” vicino Villastrada per portarla ai partigiani alla vetta del Monte Pausillo nella notte e che caricatala sul manubrio di una bicicletta e nascosta da una balla insieme a diversi caricatori di proiettili passò al buio a pochissima distanza da un posto di guardia tedesco vicino alla strada e che gli fu dato l’alt da parte delle sentinelle tedesche che gli spararono nel buio della notte ma non colpendolo.Mio padre con la bicicletta prese la strada attraverso i campi pieni di fango(e quindi corrispondono nel racconto anche le condizioni della presenza copiosa del fango)che faceva affondare la bicicletta camminando a piedi fra le zolle con il peso della mitragliatrice e la portò a Moiano chiamando l’amico Ottavio Mezzetti per farsi aiutare perchè sfinito dalla fatica dopo tutto quel cammino nel buio della notte e nella mota attraverso i campi ed insieme la portarono con altri il giorno dopo al Monte Pausillo.Alla luce del giorno poi provarono ad usarla ma disgraziatamente nello scoppio dei camion la mitragliatrice sparava un colpo per volta poichè la molla della ricarica automatica si era rotta nella deflagrazione del camion bombardato,quindi oltre al rischio corso della vita di passare di notte accanto alla guardia tedesca armata e non fermandosi al suo alt ci fu’ pure il destino beffardo di aver portato fra i partigiani un arnese del quale la ripetizione automatica dei colpi non funzionava.Tanto per informare i lettori della potenza delle bombe sganciate dagli aerei sulla ferrovia che corre lungo Le Coste e che riuscirono a distruggerla in diversi punti, occorre sapere che la casa della mia famiglia era fiancheggiante il cosiddetto ”Stradone” che non è oggi che la Statale SS 71 e quindi dalla ferrovia dista in linea d’aria circa 600 metri.Ebbene durate uno di questi bombardamenti che spezzarono traverse dei binari e che fecero innalzare le verghe della ferrovia in certi punti anche a 8-10 metri d’altezza facendole rimanere sospese ed arcuate in alto,una scheggia che tutt’ora posseggo e conservata da mio zio ed usata nel dopoguerra come fermacarte da tavolo fatta di ferro fuso dell’involucro di una bomba,penetrò nel forno che era sul retro della casa sfondandone il coperchio di metallo che ne copriva l’entrata dello stesso forno con un gran fracasso.Quindi da questo esempio si può capire quale fosse la potenza di fuoco impiegata proveniente dalle bombe d’aereo.Questa della foto comunque rassomiglia secondo me ad un proiettile per cannone e quasi sicuramente non è una bomba che sganciata da un aereo non sia esplosa ma sicuramente è una di quelle appartenenti alle cataste che erano ammassate dentro il bosco della tenuta ”Le Coste” e quindi di fabbricazione tedesca. Magari fra qualche giorno sapremo dalle dichiarazioni dei genieri che faranno brillare l’ordigno a quale arma la bomba fosse destinata.Cosi come ho raccontato questa storia del deposito delle Coste che fu fatto saltare,qualche anno fa proprio su Primapagina ho fatto cenno in un mio intervento di altri depositi di bombe inesplose che si trovavano ammassate nei campi a diverse distanza costeggiando la strada statale Cassia Aurelia provenendo dalla località Pobandino verso Chiusi Scalo nel pezzo di terreno che trovasi fra il bivio della strada che portava ai cosiddetti ”macelli” e che costeggia la centrale elettrica e l’argine della Chianetta. Dico questo perchè mio padre ricordo che mi proibiva severamente di andare a giuocare con i miei amici di scuola Sergio Marchetti, Piselli Enrico ed altri in quel triangolo di terreno perchè era certo che sotto terra si trovassero ancora residuati bellici infossati nel fango di quei campi che anche oggi mi sembra che siano liberi da costruzioni.Era la prima metà degli anni ’50 e di sicuro a ragion veduta mi diceva di starne lontano e le volte che trasgredivo diventava furente ed ecco qundi il motivo per il quale di questa cosa mi sono sempre ricordato.
Più probabile, come scritto nell’articolo, che si tratti di un proiettile di quelli abbandonati o inesplosi nel bosco del Fornello, dove c’era un altro deposito tedesco.
Chiedo veramente scusa ai lettori ma la foto pubblicata mi ha spinto a prendere un vero granchio sul racconto che ho fatto precedentemente poichè mi era parso che il ponte nella foto fosse quello sulla strada che mette in comunicazione la periferia di Moiano con la strada che passa sotto la ferrovia accanto al torrente Tresa e che mette in comunicazione Moiano con Caioncola ed invece rileggendo il Post si parla della SS 309 che è in tutt’altra direzione e che collega Moiano-Palazzolo con Piegaro.Ed infatti per stare ai racconti di coloro che hanno vissuto quei momenti del passaggio del fronte di guerra,si ricorda che lungo tale strada si era stabilita una postazione di 16 cannoni tedeschi e che di notte fu fatta una incursione dal sovrastante bosco da parte dei partigiani della Brigata Risorgimento che riuscirono a tagliare i cavi telefonici che servivano ai tedeschi per le comunicazioni ed a dare dal bosco alcune sventagliate di mitra verso l’accampamento tedesco che fu velocemente rimosso poichè si poteva pensare che da quella gola sovrastata dal bosco si sarebbero potuti trovare in condizioni di inferiorità divenendo bersaglio dall’alto da parte dei partigiani. Chiedo scusa ma è stata la foto pubblicata e la mia disattenzione nel leggere il numero della strada a farmi credere che si trattasse del ponte sottopasso che la strada da Moiano a Caioncola attraversa per accedere la località che costeggia la fattoria delle ”Coste”mentre invece l’ordigno è stato rinvenuto come si capisce bene da chi conosca il territorio in tutt’altra località.Come racconta Marco Lorenzoni pochi anni fa ci furono degli incendi nei boschi del fornello lungo la strada Moiano-Piegaro detta ”la Valle dei tre Molini” e avvennero delle deflagrazioni di ordigni che il terreno celava e può darsi che qualche proiettile di canone sia stato sbalzato e seppellito dal fango ma questo può darsi che possa essere avvenuto più facilmente durante la ritirata tedesca quando per strategia di guerra i depositi di bombe venivano fatti saltare e proiettando lontano dalle cataste dei proiettili degli ordigni che non esplodevano e che poi venivano seppelliti dal fango.Infatti quello stazionamento di cannoni a seguito dell’incursione partigiana fu rimosso velocemente e si potrebbe pensare che una parte dei proiettili da cannone fosse rimasta in loco e fatta saltare.Ecco quindi spiegata la possibilità che quel ritrovamento sia stato prodotto da quegli eventi a seguito dell’incursione notturna dei partigiani della Risorgimento. C’è un breve racconto sul libro che ho nominato prima nell’altro mio intervento a pag.82 descritto sempre dall’autore Solismo Sacco dell’azione partgiana effettuata nella notte di Sabato 17 Giugno di cui ho prima parlato a proposito anche dell’eliminazione di quello schieramento di ben 16 pezzi d’artiglieria e del taglio dei fili di un osservatorio che trovavasi a Camparca i cui effetti si compresero dopo a liberazione avvenuta di Città della Pieve cosa avessero provocato anche inaspettatamente dai propositi dei partigiani stessi,quando i tedeshi rimossero velocemente i pezzi d’artiglieria e probabilmente fecero brillare le rimanenti bombe temendo di essere imbottigliati fra l’esercito inglese proveniente da sud ed i partigiani operanti da nord est. Credo che la spiegazione più plausibile del ritrovamento di questo proiettile d’artiglieria possa essere questa che ho dato in questo intervento e non nell’altro che precedentemente ed erroneamente per una mia svista ho scritto.Ancora scuse ai lettori.