UNA GIORNATA PARTICOLARE: DACIA MARAINI A CASTIGLIONE DEL LAGO

mercoledì 15th, febbraio 2023 / 11:51
UNA GIORNATA PARTICOLARE: DACIA MARAINI A CASTIGLIONE DEL LAGO
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CASTIGLIONE DEL LAGO – Ci sono pomeriggi che lasciano il segno. Pomeriggi belli. E non solo  perché c’è il sole che illumina e riscalda l’aria. Belli perché ascoltare una grande scrittrice, probabilmente la più grande scrittrice italiana contemporanea, non capita tutti i giorni a queste latitudini. Perché farlo in una sala gremita, anche di studenti, e magnifica per gli affreschi cinquecenteschi che  la adornano, sotto l’occhio vigile e compiaciuto di Ascanio Della Cogna (i chiusini li guardava storto, ma questa è un’altra storia) rende il tutto ancora più bello e suggestivo.

E’ successo ieri a Castiglione del Lago, dove, per la rassegna letteraria “Narrazioni“,  la Libreria Libri Parlanti ha proposto un incontro con Dacia Maraini. Una sorta di intervista collettiva alla scrittrice, testimone diretta e protagonista di primissimo ordine di una stagione irripetibile, insieme a colleghi e amici e compagni come Pasolini, Moravia e altri grandi della letteratura, del cinema, del pensiero nell’Italia che ha attraversato il dopoguerra, il boom economico, gli anni ’70, il disfacimento dei partiti politici tradizionali, la rivoluzione digitale… E Dacia Maraini ha parlato di tutto ciò. Con delicatezza, ma senza fare sconti alle storture.

Cadendo l’appuntamento nel giorno di San Valentino, l’incontro è cominciato parlando del tema dell’amore. Tutti i tipi di amore. Anche quello delle grandi mistiche medievali,, come Chiara D’Assisi per Gesù e per il prossimo, come quello platonico e sublimato di Dante per Beatrice, per arrivare al tema della condizione della donna nei secoli e al mondo d’oggi. Vedi la tragedia dell’Iran: “là le donne e le ragazze stanno facendo una rivoluzione, rischiano molto, e non è facile lottare, esporsi quando si rischiano il carcere, le frustate e anche la vita. Non lasciamole sole!” ha detto Dacia Maraini.

Sollecitata dalle domande delle due intervistatrici e degli studenti del Liceo Calvino, invitati a partecipare attivamente all’evento (una bella cosa anche questa) la scrittrice non si è sottratta ed ha risposto su tutto: dal tema del viaggio come esperienza di conoscenza e di crescita, a patto che non sia una gita organizzata che ti porta solo nei luoghi turistici e in hotel tutti uguali in ogni parte del mondo; al tema “cruciale” della scuola, su cui ha usato parole di fuoco: “considerare la scuola un’azienda che deve produrre e far quadrare i bilanci e i presidi dei manager, chiamandoli dirigenti, è una aberrazione, un errore politico grave per un Paese avanzato come l’Italia“.

Ha parlato Dacia Maraini della grande amicizia con Pasolini e del rapporto, che è stato anche d’amore, con Moravia. Ha rivalutato poeti un po’ bistrattati come Giovanni Pascoli. E anche il buonismo o meglio la bontà d’animo,“che non è una bestemmia, ma un valore e merce rara”.

Ha affrontato, su domanda dello studente più giovane (buon segno) anche la questione del “silenzio degli intellettuali” nell’Italia di oggi, a differenza degli anni ’60-70 nei quali scrittori, poeti, cineasti, musicisti prendevano ogni giorno cappello nel dibattito politico, sulle questioni sociali. Secondo Maraini è anche questo un effetto del cambiamento epocale che c’è stato, della sparizione dei “rapporti personali” soppiantati da quelli “virtuali” e spesso fasulli, illusori, sui social media. “Un tempo ci si incontrava, ci si frequentava, si discuteva ovunque, oggi ci incontriamo solo a qualche evento pubblico: premi letterari, festival, dibattiti… è scomparso tutto il resto, la quotidianità…”.

Dacia Maraini ha raccontato anche la sua esperienza di bambina internata insieme ai genitori in un campo di concentramento giapponese dal 1943 al’45 dove “non c’era quasi nulla da mangiare dove suo padre e sua madre si trasformarono in “persone libro”, come quelle di Fahrenheit 451, raccontandole a memoria delle storie e le  insegnarono che “il razzismo è una bestialità, perché le razze non esistono”. 

Ha anche invitato gli studenti a non abbassare la guardia a non dare per scontate certe conquiste. Non solo il razzismo e la guerra possono tornare (e sono presenti oggi anche n Europa), ma anche le conquiste sociali e democratiche, il diritto di voto, i diritti civili conquistati con la grande rivoluzione femminista seguita al’68 sono continuamente messi in discussione, sottoposti ad attacchi o considerati un di più.  “E per questo vanno difesi”,  ha detto la scrittrice tenendo ferma la barra sulla sua storia personale di intellettuale a tutto tondo, attenta non solo al suo mondo, ma anche al mondo degli altri.

Dal 2014 Dacia Maraini è candidata al premio Nobel per la letteratura. Secondo noi  lo meriterebbe, non solo per i suoi romanzi (Bagheria, La Vacanza, La lunga vita di Marianna Ucria, Buio, la Grande Festa…), tutti rilevanti, ma anche per il resto, per la sua presenza costante nella vita culturale e nel dibattito civile di questo Paese. Un po’ come è successo per Bob Dylan e Dario Fo.

m.l.

 

Nella foto di copertina, Dacia Maraini insieme alla prof. Lucia Annunziata  e agli studenti del Liceo “Calvino”  che hanno partecipato attivamente all’evento castiglionese. Sotto, alcune immagini dell’incontro. 

 

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