IL G20 DELLA TERRA DI MEZZO: MEGA CONVEGNO DEL PATTO 2000 SU INFRASTRUTTURE E INNOVAZIONE. LA MEDIO ETRURIA CONVITATO DI PIETRA

IL G20 DELLA TERRA DI MEZZO: MEGA CONVEGNO DEL PATTO 2000 SU INFRASTRUTTURE E INNOVAZIONE. LA MEDIO ETRURIA CONVITATO DI PIETRA
0 Flares 0 Flares ×

CHIUSI –  Al G20 si incontrano i capi del mondo. Venerdì scorso, presso l’azienda Vivai Margheriti, al confine tra Chiusi e Castiglione del lago, in faccia alle famose Torri Beccati Questo e Beccati quest’altro, simbolo storico delle divisioni e delle guerre di confine, si è tenuto il G20 della Terra di mezzo. Sindaci, assessori regionali, rettori e professori universitari, convocati dal Patto Territoriale VATO  (Valdichiana, Amiata, Vald’Orcia, Trasimeno e Orvietano). L’ente che vede insieme Umbria e Toscana, diretto dal presidente Marco Ciarini, ex sindaco di Chiusi, riemerge dunque dall’oblio, e come l’araba Fenice risorge dalle proprie ceneri (era stato messo in liquidazione qualche anno fa) e rilancia la politic a programmatoria di area vasta. Tutto ciò in seguito al rifinanziamento da parte del Governo, nel 2021. Sul tappeto del mega-convegno la questione dei progetti di area vasta, e in primo luogo la questione delle infrastrutture. Certo, il Patto, quando nacque nel 2000, fu una intuizione interessante e positiva, che rompeva finalmente la logica delle guerre di campanile e di confine, ma la gestione successiva ha lasciato sul terreno cadaveri poco eccellenti: operazioni come il famoso Acquario di Castiglione del Lago e il famigerato Centro Merci fantasma di Chiusi, entrambe finanziate dal Patto, sono ancora lì a gridare vendetta… Oltre 7 milioni di euro gettati alle ortiche per un nulla di fatto e opere rimaste a metà, e anche meno.

Il convegno di venerdì aveva come oggetto il “Protocollo D’Intesa per la definizione di un programma strategico di rigenerazione e infrastrutturazione territoriale dell’Area interregionale VATO”. Nonostante il parterre nutritissimo e di livello alto per quanto riguarda le istituzioni, si è parlato sì di infrastrutture, ma in modo vago. Tutti ne hanno parlato, ma senza uscire da equivoci e senza entrare realmente nel merito.

La stazione in linea Medio Etruria ha aleggiato come un fantasma. Come un convitato di pietra. Per il Presidente del Patto Ciarini che ha spiegato la strategia del Patto come ente di concertazione e programmazione interregionale, ha parlato anche del turismo dolce, del raccordo treno -bici (con piste ciclabili che debbono connettersi con le stazioni), quanto al raccordo con l’Alta Velocità se l’è cavata con una battuta:  “non spetta a noi il dove, ma possiamo esprimerci sul come”. Anche lui, insomma non riesce a dire che la Stazione in linea non va fatta. Cosa che invece comincia a dire il sindaco di Chiusi Sonnini, che insieme al titolare dell’azienda Enzo Margheriti ha aperto il convegno, portando il saluto alle tante autorità convenute:“La stazione Media Etruria c’è, è Chiusi. Tutte le altre ipotesi, dovranno essere corredate da motivazioni più che convincenti”, ha detto il primo cittadino chiusino. E per la verità queste motivazioni convincenti nessuno riesce a tirarle fuori. Quelle addotte fino ad ora di convincente hanno poco o nulla.

A questa affermazione esplicita da parte di Sonnini ha poi risposto indirettamente nel corso del suo intervento l’Assessore umbro Melasecche, il quale però la parola Chiusi non è riuscito proprio a pronunciarla, parlando in modo vago, che più vago non si può, di una stazione in Linea per l’Alta Velocità senza indicare dove farla sorgere. Se avesse avuto delle convinzioni precise, quella era la sede opportuna per gettarle sul tavolo. Ma sono note le posizioni dell’assessore umbro contrarie a qualsiasi ipotesi che veda Chiusi come punto di approdo per Perugia, sia stradale che ferroviario, alta velocità inclusa, e argomentare invece le sue convinzioni circa la necessità di realizzare una nuova stazione in Linea tra Arezzo e Chiusi. Prima in realtà sosteneva che ne servissero addirittura due… Adesso sembra che si accontenterebbe anche di una soltanto.

L’assessore Melasecche è stato chiamato in causa e interrotto dai sindaci di Panicale e Città della Pieve, i quali, con forza e determinazione, hanno posto tra le questioni infrastrutturali, la priorità dello sfondamento della Pievaiola verso Chiusi, attrave4rso una profonda ristrutturazione della strada del Fornello (da Piegaro a Moiano), in modo da avere il collegamento su gomma Perugia-Chiusi. “Un’opera da realizzare assolutamente, che per la Valnestore e per Perugia è indispensabile per pensare ad un qualsiasi sviluppo del Sud Trasimeno e di tutta l’area”, ha scandito Cherubini, sindaco di Panicale. Il Pievese Risini gli ha fatto eco, sottolineando come gli abitanti di Moiano, debbano essere costretti tutti i giorni a convivere con il pericolo rappresentato dal trasporto pesante che attraversa il centro abitato, vero e proprio colo di bottiglia.

Ovvio che il collegamento stradale veloce Perugia-Chiusi  ha senso comunque, ma di più se Chiusi rimane il nodo ferroviario che è adesso, con l’aggancio anche all’alta velocità. E Risini questo lo ha detto. Ma l’assessore non si è scomposto. Nessuna risposta, nessun impegno preso in tal senso, anzi su questo tema sembra proseguire nella strategia, avviata da giunte regionali precedenti, che tendevano ad aumentare servizi e infrastrutture nelle aree più forti, lasciando a sé stesse tutte le altre, compresa quella del Trasimeno e Valnestore. Il “volemose bene” che stava alla base del convegno del Patto in questo caso è sembrato scivolare nelle classiche parole di circostanza.

Sulla ipotetica stazione in linea, convinti che l’opera vada comunque fatta sono i presidenti delle due Camere di Commercio di Perugia e Siena. 

Schierata invece a favore della stazione di Chiusi come hub per l’alta velocità oltre che nodo ferroviario di riferimento la sindaca di San Casciano Bagni Agnese Carletti, fresca di notorietà nazionale dopo lo straordinario ritrovamento archeologico del Bagno Grande, finito su tutte le Tv del mondo e nei più importanti talk show nazionali, la quale è partita proprio dai ritrovamenti per sottolineare che la stazione FS di Chiusi ora più che mai diventa centrale per tutto questo vasto territorio del centro Italia. “Arriveranno migliaia di turisti e Chiusi per la sua collocazione è ottima. Bisogna promuovere, questo il suo pensiero, “una strategia che veda un rilancio delle infrastrutture che possano far raggiungere le tre stazioni principali: Orvieto, Chiusi, Arezzo”. Stesso discorso ha fatto il sindaco di Castiglione del Lago Burico che ha pure sottolienato come non fosse affatto scontato il fatto di costruire progetti di area che travalichino i confini regionali. “Noi terre di confine – ha chiosato – abbiamo un’enorme opportunità, bisogna solamente far prevalere una visione d’insieme nel governare i nostri territori”. E ancora: “Il PNRR, è una grossa occasione, il Patto VATO è tornato ad essere una Istituzione proponente”. Valentino Filippetti, sindaco di Parrano, a nome dei sindaci dell’alto orvietano ha scandito il suo “Basta con l’autoreferenzialità di noi amministratori” ,e sulla mobilità si è così espresso: “Per coesione sociale si intende una mobilità al servizio dei cittadini e dei territori. Fino ad oggi non è stato sempre così. Gli interessi dei grandi gruppi industriali l’hanno spesso orientata”.

Sulla stessa lunghezza d’onda il sindaco di San Quirico d’Orcia Danilo Maramai ha sottolineato come “due Università, due Camere di Commercio, quattro provincie e due regioni, e tutti i comuni compresi dalle due aree si sono messe insieme a lavorare. “Basta con i campanili. Una logica folle che ha finito per marginalizzarci”, poi rivolgendosi al suo Presidente di Regione Giani ha aggiunto sibillino: “La Regione Toscana ha un difetto d’udito, sente bene per quanto riguarda i grandi centri, molto meno bene le periferie”. E come giudizio nei confront della giunta regionale Toscana non è molto incoraggiante. Maramai è espressione di una lista civica, ma in ottica Pd.

In ogni caso, al convegno di venerdì scorso si è parlato anche di altro: delle Green community (una è stata creata di recente nell’orvietano) viste come una grande opportunità, per rispondere alla crisi energetica;  del progetto Wood for green, presentato qualche mese fa a Tavernelle, che attraverso un uso razionale delle risorse boschive dovrebbe giungere alla produzione di idrogeno, usando parte del sito della ex Centrale Enel di Pietrafitta; dei progetti per la mobilità dolce.

In tutto ciò sarà rilevante l’apporto delle Università nella fase di ricerca e progettazione. Sia l’ateneo perugino che quello senese si sono dichiarati attraverso il Prof. Gigliotti e il rettore Di Pietra ben felici di partecipare e collaborare a progetti di area che possono portare ingenti risorse nel territorio. Tra le varie cose affrontate, l’assessore regionale umbro Melasecche ha parlato pure dell’aeroporto di Perugia-Sant’Egidio esaltandone i successi sul piano dell’autenza, solo che i sindaci di Perugia e Assisi non intendono più partecipare al finanziamento del Piano Industriale dell’aeroporto stesso. Forse non tutto brilla come si vorrebbe far credere. Così come la Regione Umbria paga 3 milioni di euro l’anno per il Frecciarossa che parte da Perugia, mentre la fermata  a Chiusi è “a libero mercato” cioè finanziata solo dai biglietti.

Renato Casaioli

 

0 Flares Twitter 0 Facebook 0 Google+ 0 Email -- LinkedIn 0 Pin It Share 0 0 Flares ×
Consorzio di bonifica
Mail YouTube