I BRONZI DI SAN CASCIANO CAMBIANO LO SCENARIO: UNA RAGIONE IN PIU’ PER LASCIARE L’ALTA VELOCITA’ ALLA STAZIONE DI CHIUSI
“Quello che è successo a San Casciano dei Bagni dovrebbe essere da esempio per molti comuni italiani.
Gran parte delle amministrazioni considerano gli investimenti nel comparto culturale, superflui, nel peggiore dei casi inutili,fa sempre ecco la frase del ministro “con la cultura non si mangia!”.
In questo caso un comune illuminato ha finanziato questo importante scavo ed oggi si ritrova a diventare un polo culturale, artistico, ambientale che attirerà milioni di visitatori!
Con la cultura, se si fa bene, si mangia e si beve, in questo caso, un bel Chianti!
“Dalle acque termali nel Comune di San Casciano dei Bagni a Siena ieri c’è stato il rinvenimento più grande mai emerso in Italia: oltre 24 statue di bronzo in perfetto stato di conservazione dopo 2300 anni”. Così scrive Jean Luc Bertoni, editore che vive a Perugia, ma è originario della Francia, precisamente di Thionville, la città dove morì Piero Strozzi il capo militare della Repubblica di Siena.
Forse “milioni di visitatori” può essere una stima ottimistica. Ma di certo ciò che è già stato riportato alla luce dallo scavo del Bagno Grande a San Casciano dei Bagni è qualcosa di straordinario. Paragonabile ai Bronzi di Riace, qualcuno dice addirittura a Pompei… Perché lo scavo non è finito, a primavera del 2023 riprenderà e oltre alle 24 statue di bronzo scoperte nei giorni scorsi, alle migliaia di monete, molte d’oro, dei capitelli, delle colonne, di altre statue e bronzetti, oggetti votivi rinvenuti precedentemente, potrebbe riservare altre clamorose sorprese.
Per dimensioni, quantità e qualità dei reperti il sito sancascianese è senza dubbio tra i più rilevanti d’Italia, di sicuro il più imponente e rilevante di quello che gli archeologi definiscono l’Agro chiusino, il territorio cioè di influenza dell’antica e potente lucumonia etrusca di Chiusi e può riscrivere la storia della romanizzazione degli etruschi e dell’epoca di passaggio dall’era dei Pulfna a quella di Roma…
Non è una necropoli, ovvero un cimitero, ma un luogo dei vivi, dedicato al piacere corporale (le terme per bagni salutari e rilassanti) e alle divinità della fertilità… Cose molto terrene. Pare fosse anche un luogo di “pace”, dove etruschi e romani, che magari altrove si combattevano, lì convivevano in pace, e le iscrizioni ritrovare, sia in lingua etrusca che in latino, raccontano di una lingua etrusca sopravvissuta più a lungo di quanto si pensi e oltre i parametri finora fissati dagli storici. Insomma non solo un sito archeologico rilevantissimo, ma anche un luogo evocativo. Verrebbe da dire che sarebbe opportuno portarci subito Putin e Zelensky, a prendere esempio su come trovare un accordo e una via di convivenza.
Ma, lo straordinario ritrovamento di San Casciano consiglia anche un’altra cosa: lasciare la stazione per l’alta velocità dove si trova adesso. Cioè a Chiusi, e non allontanarla ulteriormente a Salcheto (Montepulciano), a Farneta (Cortona) o a Rigutino (Arezzo).
Già oggi, ovvero nei tre anni in cui la doppia fermata del Frecciarossa è stata attiva nel periodo estate-autunno, una buona fetta dell’utenza risulta rappresentanza da clientela delle Terme di San Casciano Bagni e di Bagno Vignoni e di strutture ricettive in Val d’Orcia. Tassisti e agenzie di noleggio auto confermano questo dato. D’altra parte la fermata del Frecciarossa a Chiusi è considerata da Trenitalia un servizio turistico, non a caso è sempre stata confermata solo da Giugno al 7 gennaio successivo. In inverno e a primavera non è mai stata in funzione.
E’ chiaro che il sito archeologico di San Casciano e il Museo che raccoglierà gli straordinari reperti, farà aumentare il flusso di visitatori. La notizia in due giorni ha fatto il giro del mondo, ne hanno parlato Tg e giornali statunitensi, giapponesi, inglesi… Si sa come funzionano queste cose. A Reggio Calabria per anni c’è stata la fila per vedere i Bronzi di Riace…
San Casciano, come i paesi dell’Amiata, quelli che declinano verso la Valdorcia (Piancastagnaio, Abbadia S.S. e Radicofani) e quelli che invece guardano alla Maremma e al Mare (Santa Fiora, Arcidosso, Castel del Piano) hanno sempre avuto collegamenti con Chiusi e con la sua stazione, anche con autolinee specifiche. Portare l’aggancio all’alta velocità 15 km più a nord nella ipotesi più vicina, altrimenti a 45 o 60, per i comuni a sud e sud ovest di Chiusi non sarebbe un gran guadagno.
Il Ministro dei beni culturali San Giuliano che giustamente si è precipitato a sottolineare l’importanza straordinaria del ritrovamento di San Casciano avallerà senza dire nulla la bufala della stazione in linea? E adesso, con questa nuova e inusitata scoperta, che può far lievitare il turismo nel sud senese, il Pd di Siena, il segretario nazionale Letta, i sindaci che sono andati lunedì scorso a Firenze a parlare con il Gruppo FS Italiane, rimarranno dell’opinione di realizzare la stazione in linea con casello A1 annesso a Salcheto? Continueranno a considerare l’utilizzo della stazione di Chiusi solo come fatto transitorio, in attesa di?
E continueranno a sostenere pure la centrale geotermica in Val di Paglia, a un tiro di schioppo da San Casciano Bagni?
Questa vicenda, la scoperta di San Casciano, offre una inusitata via d’uscita onorevole agli amministratori locali, al Pd, e anche agli altri partiti che si sono spesi e spingono per la stazione in linea (a Montallese- Salcheto o a Farneta poco cambia), offre loro l’occasione per sganciarsi, per dire che “le statue del Bagno Grande” cambiano lo scenario e chiedono che l’hub ferroviario per l’alta velocità, ma non solo per l’alta velocità, sia il più vicino possibile. E il più vicino è Chiusi. Che peraltro già funziona, già ha tutte le connessioni e tutti i servizi.
Certo una sola coppia di Frecciarossa e solo come servizio turistico estivo è poco. Ne servirà almeno un’altra, meglio due e più intercity in orari consoni, sia per il nord che per il sud. Questa a nostro avviso è la battaglia da fare. I sindaci della Valdichiana la vertenza con le Fs l’hanno aperta, ma solo come soluzione tampone per l’immediato. No, questa è una posizione “ibrida”. Chiusi non può essere ridotta a “fatto temporaneo”. Quei bronzi che vivevano in pace e parlavano lingue diverse e sono rimasti immersi nell’acqua bollente e nel fango per 2300 anni, sono adesso un alleato straordinario. Il sindaco di Chiusi non se lo faccia scappare come è successo con gli alleati che lo hanno sostenuto alle lezioni del 2021, prenda la palla al balzo, da capo di una città che è la capitale archeologica del territorio, usi quelle statue per puntare decisamente sulla valorizzazione della stazione di Chiusi, senza se e senza ma… Ora ha una ragione plausibile in più.
Tra l’altro tra i giovani archeologi che tutte le Tv hanno mostrato sporchi di fango mentre riportano alla luce i 24 bronzi, come si salverebbero delle persone in mare o dopo un’alluvione, c’è anche il suo assessore Mattia Bischeri che di mestiere fa appunto l’archeologo ed ha partecipato attivamente allo scavo. Una ragione in più anche questa. Diciamo pure motivo di orgoglio, per non allontanare l’approdo dei potenziali visitatori.
In politica, come in altre situazioni, un fatto nuovo può spostare gli equilibri, può indurre ripensamenti, può consigliare scelte in una direzione anziché in un’altra. Il fatto nuovo c’è. Ed è bello grosso.
m.l.
Noi abbiamo un consigliere comunale che tempo fa disse che gli Etruschi non vanno più di moda. E che non valeva la pena investirci e perderci tempo.
Che gli Etruschi non “tirano” l’ho scritto anche io (ed è un fatto suffragato dai dati), ma questo avviene perché non tirano le tombe, che sono tutte uguali e ci sono in tanti luoghi. La scoperta di San Casciano è altra cosa: restituisce un luogo dei vivi e non dei morti. E molta roba bella da ammirare come statue, oggetti, capitelli e monete. E’ roba che incuriosisce ed è più immediatamente apprezzabile dal grande pubblico, come i palazzi rinascimentali o le torri, le chiese e i castelli… Poi c’è anche da dire che se le tombe che già “tirano” poco, le tieni chiuse dal 2020 e siti come la Domus romana li lasci mangiare dai rovi, come puoi sperare in una inversione di tendenza? Da questo punto di vista lo scavo di San Casciano offre un esempio virtuoso, per la scelta di farlo, per la tenacia con cui è stato portato avanti… Speriamo che venga seguito anche altrove. Un tempo, quei reperti trovati a San Casciano sarebbero probabilmente finiti al Museo Nazionale di Chiusi, perché trovati nel suo territorio di competenza. O in musei ancora più rilevanti. Pare invece che rimarranno a San Casciano, in un apposito museo che verrà ricavato in un palazzo che era della Curia e d è stato acquisito ad uso pubblico. Va bene così.
Nella zona la ” stazione ” era intesa come stazione di Chiusi !
Stazione di Chiusi bagni di Chianciano. Ora si vorrebbe ridimensionare tutto e togliere anche quella.
Se avessimo un amministrazione comunale come si deve,avrebbe già dovuto fare il finimondo!
È chiaro che le decisioni vengono prese altrove !
Il fatto che,come dice il dottor Scaramelli,ci sia un consigliere che definisce gli Etruschi una perdita di tempo ,la dice ,no lunga,lunghissima,sul livello culturale di chi siede sugli scranni del palazzo comunale !
Parlano tanto di ” CUL-TU-RA ” ma non sanno cosa sia .
Il ritrovamento avvenuto al ” bagno grande ” sarà sicuramente una spinta per il turismo ” culturale ” e tutta la zona ne riceverà giovamento.
La stazione di Chiusi deve tornare ad essere un punto nevralgico per la provincia di Siena e per Perugia!
Poche chiacchiere ,facciamo i fatti ,per una volta !!
Io ho un appartamento a Città della Pieve e da ora in poi avrò un motivo in più per andarci, visto che dista 16 km da San Casciano. Sono appassionata di archeologia è stato il mio signo. Presto tutti gli amministratori che comprendano quanto sia importante questo ritrovamento per la cultura, per conoscere da dove proveniamo. È una opportunità stupenda, è la nostra storia! È affascinante e lo sara per i ragazzi di tutte le scuole d’Italia, per gli stranieri che sono molto attenti a questo forse più di noi che molto spesso sottovalutiamo perché è sotto casa. Una fortissima opportunità di crescita per tutto il territorio e dintorni. Una crescita culturale per tutti gli italiani invidiati da tanto tesoro di cultura!! E speriamo che le menti che devono amministrare si aprano alla comprensione. Ne sono felice!
Un grande tesoro nel territorio, una grande opportunità per le nostre comunità. Bando alle recriminazioni, servono le idee. Grazie Marco sempre propositivo.
Certamente questo ritrovamento è molto importante, una pietra miliare che mette altri tasselli nel contenuto storico-culturale del territorio. Io però non mi lascerei prendere dai voli pindarici che possano riguardare la valorizzazione turistica e soprattutto il conseguente apporto economico che possa portare questa scoperta.Dico questo perchè per completare il cerchio occorrono intorno alle tematiche che riguardano la storia anche quelle di una ramificazione in tutti i sensi della cultura,che non sono solo gli etruschi od i romani, ma una quantità e qualità di modi di amministrare il patrimonio da parte dell’istituzione pubblica.E l’istituzione pubblica purtroppo come sappiamo fa acqua da tutte le parti e non sono dedicati alla cultura attraverso di questa i fondi necessari alla rivitalizzazione di come farla fruire da un pubblico che sia più esteso possibile.E lo dico perchè lo vediamo come sono trattate le strutture storiche che stanno andando a detrimento, i beni materiali che servono alla documentazione storica ed alla cultura perchè mancano soprattutto anche i servizi resi alle persone per la loro vita quotidiana e normale. Invece credo che si dovrebbe investire in maniera intelligente dando la priorità ad un meccanismo che crei un moltiplicatore e che sappia programmare la redditualità delle strutture, ma non solo quella più prettamente economica, perchè come ” redditualità” deve essere inteso che il termine possa anche riguardare gli aspetti della conoscenza ed organizzativi per la divulgazione di questa,come pubblico coinvlgimento, come sperimentazione, come materia da far entrare nel quotdiano in ogni momento possibile. Solo così si può pensare ad una continuità che non si esaurisca nel tempo e che debba servire all’educazione delle persone,dei cittadini, dei turisti, e non solo immaginazione che di tali flussi ne possano beneficiare ristrette categorie come commercio, ristorazione, strutture alberghiere-come si immagina spesso chi è preposto alle Pubbliche Amministrazioni perchè sembrerebbe che lavorino per questo e solo per i soldi-, perchè la cultura che propana dal nostro territorio ed anche dai suoi reperti è CULTURA in senso lato,che può essere vantata da pochi in un mondo globalizzato come quello che viviamo e può rappresentare una via di salvezza da quanto di più deleterio ci possa essere come gli stati di bisogno delle persone, come la guerra, come il contrasto fra generazioni e fra popolazioni. Abbiamo tutto, abbiamo un patrimonio che tutti ci invidiano, ma se rimane inutilizzato o peggio anche sottoutilizzato la conoscenza si congela e congelandosi produce stagnazione, miseria, abbandono e noi vivremo in mezzo a tale condizione, in un silenzio generale come di inespresse potenze e potenzialità.Ecco quindi che se per esempio facciamo i debiti conti guardando ad un recente passato di come sono state amministrate le sostanze nel nostro territorio vedremo che sono passate fra le mani delle nostre amministrazini pubbliche milioni e mlioni di risorse finanziarie impiegate per strutture le cui redditualità non hanno reso nel tempo nemmeno i costi iniziali, impiegate dalla politica guidata e non partecpata e lasciata gestire da altri. Si preannunciano periodi neri per tale condizioni nel nostro territorio deciso da altri che debba essere il ricettacolo di smaltimento e lavorazione industriale di rifiuti, di consumo energetico di una collettività posta fra la scelta di una economia verde e progressiva e di quella che ancora sussiste e che dà i suoi frutti malati. Faccio questi discorsi perchè si scopre l’acqua calda che riguardino la politica ed il modo di come viene praticata ed il modo concettuale di come si affrontino i problemi in una fase di recessione che ancora non ha raggiunto il culmine ma che prosegue con modalità che tutti comprendono che non vi sia alcun argine se non quello della sussistenza e delle ristrettezze.E’ per questo che deve essere premuto l’acceleratore sulla cultura, un luogo deputato al confronto fra ogni singola persona, una modalità di relazione che oggi nella solitudine di molti può essere anche un incentivo affinchè ognuno di noi si chieda come uscire da questa impasse mefitica che ci fa essere prede in una ragnatela dove il ragno che l’ha tessuta è invisibile ma che esiste e che procura i suoi effetti soprattutto psicologici su tutti noi e che non ci fà vedere che vi possa essere una modalità di uscita perchè tutto sembra che sia già deciso e tutto conduca sempre più in basso fino al ripiegamento di noi stessi. L’ancora di salvezza consapevole è la cultura, è il bisogno che deve scaturire dal nostro intelletto, dalla nostra mente, dalla nostra volontà.Senza di quella saremo come foglie al vento ed il vento non ci risparmierà come non ci stà risparmiando e questo stà già succedendo.Occorre essere sempre più indipendenti da un complesso mediatico che ci spinge a ragionare semprepiù in maniera consumistica ma anche in natura reazionaria alle diversità che vediamo e che abbiamo intorno che hanno bisogno di essere comprese, discusse, affrontate ed anche cambiate, perchè sopravvive chi sà interpretare,criticare e cambiare, ma per farlo occorre conoscere. C’è stato qualcuno che ha detto recentemente.”Noi ci crediamo liberi ma non siamo mai stati schiavi come adesso”. E credo che in tale ammissione ci sia contenuta molta verità. La cultura intesa soprattutto come conoscenza è il bisogno più grande che abbiamo ed è la molla più grande per renderci liberi ma non si improvvisa; è il frutto di fatica, di lavoro soprattutto dentro noi stessi, di avere fiducia in noi stessi, perchè ne và della nostra esistenza, e di esistenze non ce ne sono due o tre ma una sola che è questa che viviamo in questo mondo dove siamo nati e che siamo chiamati ad interpretare con la nostra conoscenza anche se limitata rispetto ai più grandi perchè dell’esistenza. E così, come il senso della vita per chi non crede è la vita, ritengo che ci sia bisogno dentro alla nostra limitatezza umana di fermarsi un attimo e di contemplarne anche la bellezza insieme alla speranza. E’ per queste ragioni che credo che ognuno di noi debba cercare dentro se stesso la forza per avviare un percorso che possa portare a fare della cultura il pane continuo ed indispensabile per il nutrimento della mente.Solo in questo modo saremo più liberi e con noi anche i nostri simili. A questo deve tendere le politica alla quale noi rimettiamo la nostra fiducia ma non mi sembra che questo nei fatti avvenga o che molti di questi effetti sperati siano avvenuti in passato. Talvolta soprattutto per questo ho avvisato anche la convinzione ed il sentimento di rifiuto della partecipazione al voto ma non ci sono mai riuscito a non andare a votare, memore comunque – e mi scuserete della volgarità-che ” il non votare è come mettere il capo sotto la sabbia ma non consapevole che il culo poi resta fuori…..”
Carlo, Reggio Calabria (e la Calabria in genere) non è mai stata una città modello per buona e lungimirante amministrazione, lì la politica come e più di altrove ha dato pessime prove di gestione della cosa pubblica, eppure i Bronzi di Riace hanno cambiato lo scenario, hanno portato fiumi di visitatori. Non aggiungevano niente, tra l’altro, a ciò che si sapeva della Magna Grecia. Erano solo un ritrovamento eccezionale, per la qualità (e le misure) di quelle statue. A San Casciano siamo in presenza di un ritrovamento forse altrettanto eccezionale, per le dimensioni del sito, per la qualità e quantità dei reperti, ma anche per il fatto che la scoperta forse aggiunge qualcosa a ciò che già si sapeva, sulla qualità della vita di etruschi e romani in questo territorio, sulla romanizzazione degli etruschi, sulla “resilienza” di questi ultimi rispetto alla potenza romana. A Chiusi a ad Orvieto, le due capitai etrusche di questo territorio non c’è nulla di simile… In questo senso la scoperta di San Casciano cambia lo scenario e secondo me, è anche un fattore decisivo affinché la stazione per l’alta velocità, fondamentale per il flusso turistico potenziale, non venga allontanata e venga lasciata dove è: alla stazione di Chiusi. Quella attuale, già idonea e servita, non a Montallese, che poi sarebbe Salcheto, nel comune di Montepulciano.
Ma certamente sono d’accordo con quanto dici ma dispero comunque che tutto questo non venga valutato dalle Pubbliche Amministrazioni nella maniera dovuta perchè-a parte i confronti con la Calabria che negli ultimi anni tali confronti danno risultati semprepiù vicini per i quali poi poi grandi differenze non ci sono nel senso di come venga amministrata la cosa pubblica con la differenza che in Calabria la cosa è” storica”, in Toscana molto meno, ma se si guarda agli ultimi anni la tendenza è verso l’assimilazione e riguarda i contrasti e le pecche degli ultimi anni (Umbria compresa) e se tu volessi se ne potrebbe fare un elenco lungo diversi metri- e lo sai anche tu-sui soldi che sono stati spesi e gettati al vento. Ciò dove insiste il mio discorso sono le fondamenta che abbiamo intorno e che se fin’ora non hanno dato nulla fuorchè il fumo, in futuro rischiano concretamente di produrre condizioni e situazioni per le quali possa andare a detrimento tutto il territorio, altro che i bronzi di San Casciano….. quando sarà andato a detrimento e sarà un territorio strutturato a ricevere ciò che si vorrebbe e pare già deciso impiantare, credo che sia inutile farci le strade a doppie corsie ed i punti di ricevimento turistici per vedere e confrontare la civiltà etrusca e quella romana…qui si parla di possibilità date oppure tolte ad un territorio che contiene dentro delle facoltà che tutti riconoscono ma con un equilibrio delicatissimo e tagliando corto pensi che sia all’altezza la politica di questa genia di uomini che reggono le sorti di un territorio che sia capace di imporre certi vincoli, certi limiti alla natura dello sviluppo che ormai sembra deciso da una Giunta Regionale che stà proprio in questi giorni prestando il fianco alle scalate dei Renzi e dei Calenda e che vede in maniera sempre più debole un PD defenestrato ed in crisi soprattutto con se stesso dopo i rovesci che ha avuto e che vede coloro che sono stati gli artefici e componenti storici del ”Giglio Magico” darsi falsa battaglia per imabarcare più consensi possibili ed opporsi alla defenestrazione ? Consideriamo anche riguardo a tutto quanto diciamo,quale sia la natura di questi partiti e la loro politica, poi parliamo.Io credo che c’è da aver paura da parte dei semplici cittadini che vorrebbero sperare in un risveglio culturale e nello stesso tempo in una mobilitazione di risorse tali da far rifiorire aziende, iniziative, movimento turistico,i cui benefici però -ed è bene tenere ben fermo tale piede- non deve ripartirsi sui soliti noti che sono Ristoranti, Hotel,Agriturismi e bottegai o ingrassando solo loro per il semplice motivo che nel contesto sociale, non ci sono solo loro e l’indotto a cui si pensa, non è sufficiente a raggiungere il benessere di tutta la collettvità,ma viene amministrato e consumato da questo settore e basta e non si ripartisce nel corpo sociale, od almeno la cosa non è automatica oggi come oggi che funzioni in tal modo e le menti politiche che vorrebbero privilegiare solo tale settore pensano che questo discorso sia un discorso arretrato perchè se glielo chiedi ti rispondono subito con la parola ”moltiplicatore” che è tipica- questa sì- di una visione arretrata e comunque non sufficiente.Ma per ripartire nella implementazione e nello sviluppo di tutto un territorio le considerazioni occorre farle a 360 gradi quando si parla appunto di sviluppo diversamente con la velocità degli avvenimenti odierni si rischano le gà viste cattedrali nel deserto delle quali la toscana incomincia anche ad averle e non solo la Calabria. Ti sembrerà un discorso pessimista il mio e forse lo è, ma se lo è, ciò è dovuto alla situazione della politica che non è più sufficiente a garantire tutto ciò di cui una comunità anche più larga ha bisogno proprio perchè la stessa politica guidata come abbiamo visto ha abdicato alle sue prerogative essenziali e la credibilità ha toccato il fondo e qundi non mi aspetto nulla da parte di questa ma invece vorrei sperare che sia la gente ad organizzarsi in comitati ed a gestire le iniziative ed a renderle possibile tramite le strutture amministrative ed a cambiare anche queste quando si ha il sentore che sono occupate da quelli che Ulisse chiamerebbe ” I nuovi Proci ”.Sono questi che manovrano la macchina che emette nebbia e fumo per intossicare la gente e l’hanno costruita e fratta funzionare negli ultimi 25-30 anni a dovere fino al punto che la stessa gente dopo aver fatto un bel ribaltone a 360 gradi gli dà ancor oggi fiducia dopo aver subìto ciò che non avrebbe mai pensato di subire. La ”Nuova Cultura” della quale i territori hanno bisogno è questa, non di certo quella delle tarme travestite da falsi progressisti,dei preti ,dell’associativismo finalizzato ad influire sul potere della politica perchè da questa organizzato e delegato, della finanza e da tutte quelle discrasie di disorientamento sociale ed individuale. E’ un lavoro lungo ma solo così si afferma la CULTURA con la ”C” maiuscola, che non è solo quella dei romani o degli etruschi o dei bronzi ma quella laica, umana e progressista e sempre meno dipendente dalla manipolazione mediatica. Esattamente il contrario di ciò che avviene oggi nella nostra società ed anche nei nostri paesi del territorio. E per rendersi conto velocemente di questo basta dare uno sguardo alla sicurezza sociale e fisica, alla pèovertà dilagante che investe ceti sempre più esposti alle intemperie economiche ,alle aspettative dei nostri figli, all’insicurezza nel domani delle famiglie, alla salute, alle relazioni sociali ed all’impegno a non farsi mettere i piedi sopra la testa da una politica concertata a tavolino quasi come le mosse di come si possa giuocare una partita a dama… Questa deve essere la Cultura che ci deve animare !
Ma ho detto una cosa diversa sul fatto del polo attrattivo di San Casciano anche in vista che possa rappresentare un punto di forza a favore della stazione di Chiusi !! ?? No di certo e la penso come te ! Solo che ribadisco da parte mia che per valutare le relazioni e le intersezioni della cultura etrusca con quella romana ci sarebbero anche tante altre ragioni da mettere a confronto che non i bronzi ritrovati, soprattutto riguardanti vie di comunicazione, tipologia dei reperti che sono in mostra ed anche giacenti nei magazzini dei musei, confronto di epigrafi e tante altrte cose e considerazioni che fanno la storia. Nessuno afferma che i bronzi non siano importanti,anzi, nella mia limitatezza di conoscenza credo che non ci siano storicamente ritrovamenti di quel tipo soprattutto diciamo nel ” regno di mezzo”,ma il paragone non solo secondo me è fuori luogo con quelli di Riace e lo stesso Sgarbi-lo ripeto- ha detto cose precise riguardo a tale tema,soprattutto al riguardo della manifattura e sulla raffinatezza. Quindi-per concludere- se questo fatto debba servire per una ragione in più per rafforzare la scelta e preferire la Stazione di Chiusi mi trova d’accordo come credo possa trovar daccordo quasi la totalità degli abitanti di Chiusi ma il paragone che viene fatto col raffronto sul tema Riace mi sembra proprio risibile ed il conforto a tale visione non è solo quello di Sgarbi che dice che il confronto sia come quello di paragonare una creazione fatta da artigiani specializzati nel caso di Riace e quella di una produzione di serie che esisteva anche all’epoca chiaramente come esisteva in tutte le civiltà antiche che creavano i manufatti. Quanto a tutto il discorso che gira intorno alla stazione di Chiusi ed alle possibilità che venga scelta contro quelle della creazione di una stazione in linea (ad esempio quella ipotizzata di Rigutino) credo purtroppo per Chiusi che la politica abbia già deciso quale debba essere il ” bancone dove andare a scegliere il pesce….” Il futuro ci farà vedere se il mio pensiero come anche quello di altri sarà stato esatto su questo argomento ma anche su altri argomenti. In pratica quale è la fotografia che ci stà di fronte ? Risposta: quella che la politica se ne strafotte del pensiero della gente e dell’utilità che possa essere apportata o tolta ai territori, soprattutto decretandone cosi l’estinzione della vitalità e della salvaguardia della peculiarità qualitativa autoctona di ogni territorio. Quello che avviene è un accordo fra le diverse fazioni politiche-quasi una sceneggiata sulle concessioni- per la quale ”tu fai la stazione in linea spendendo decine e decine di milioni di Euro ed io ti permetto lo scambio di questo favore con l’efficientamento per esempio della viabilità-ma occorre che i soldi vadano spesi perchè il motore ”produca il moltiplicatore”. Ancora qundi si insiste su una visione con una concezione di uno sviluppo che ha dell’incredibile. Tutto il resto come democraticità delle scelte, ascolto della voce dei territori, economia e destino dei fondi a ben altro,tutte queste sono fuffa che occorre dare in pasto alla gente per tacitarla e per farla contenta della loro marginalità esistenziale.Alla barba della democrtazia che viene decantata dalle istituzioni in maniera fedifraga.In più hanno la costante paura che i territori si mobilitino per una risposta che dovrebbe esserci ed anche in maniera decisa e forte e tutto questo li sconvolge, perchè purtroppo per loro scelta ed etica la loro funzione localmente è quella di servirsi della catena di trasmissione delle istanze decise da pochi,dentro gli uffici ed in concerto con coloro che servono. Non facciamoci llusioni che la cosa non è tanto diversa da questa che può apparire forse una estremizzazione dei concetti ,ma avviene in questo modo,senza tanti pensieri o titubanze. Padroni e servi, padroni alla mensa che scelgono i pasti e le briciole che cadono dalla tovaglia e che raccolgono coloro a cui è demandato di tener pulito il pavimento della mensa.E allora la democrazia che incontra nel suo cammino la dignità,sai che risate si fà a barba di coloro che raccolgono le briciole e che fra poco non raccoglieranno neppure quelle……grazie a chi hanno eletto, tutti, nessuno o pochissimi esclusi.Ma davvero si pensa che le cose non vadano in tale direzione oppure ancora si crede al film che ci accingiamo a vedere dopo aver sentito i commenti della critica che ci dicono di stare tranquilli perchè lo sviluppo avverrà come dicono loro ed anche dopo aver pagato il biglietto che fra l’altro costa una eresia perchè altri hanno deciso che così vada la storia ?