I BRONZI DI SAN CASCIANO CAMBIANO LO SCENARIO: UNA RAGIONE IN PIU’ PER LASCIARE L’ALTA VELOCITA’ ALLA STAZIONE DI CHIUSI

I BRONZI DI SAN CASCIANO CAMBIANO LO SCENARIO: UNA RAGIONE IN PIU’ PER LASCIARE L’ALTA VELOCITA’ ALLA STAZIONE DI CHIUSI
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“Quello che è successo a San Casciano dei Bagni dovrebbe essere da esempio per molti comuni italiani.
Gran parte delle amministrazioni considerano gli investimenti nel comparto culturale, superflui, nel peggiore dei casi inutili,fa sempre ecco la frase del ministro “con la cultura non si mangia!”.
In questo caso un comune illuminato ha finanziato questo importante scavo ed oggi si ritrova a diventare un polo culturale, artistico, ambientale che attirerà milioni di visitatori!
Con la cultura, se si fa bene, si mangia e si beve, in questo caso, un bel Chianti!
“Dalle acque termali nel Comune di San Casciano dei Bagni a Siena ieri c’è stato il rinvenimento più grande mai emerso in Italia: oltre 24 statue di bronzo in perfetto stato di conservazione dopo 2300 anni”. Così scrive Jean Luc Bertoni, editore che vive a Perugia, ma è originario della Francia, precisamente di Thionville, la città dove morì Piero Strozzi il capo militare della Repubblica di Siena.
Forse “milioni di visitatori” può essere una stima ottimistica. Ma di certo ciò che è già stato riportato alla luce dallo scavo del Bagno Grande a San Casciano dei Bagni è qualcosa di straordinario. Paragonabile ai Bronzi di Riace, qualcuno dice addirittura a Pompei…  Perché lo scavo non è finito, a primavera del 2023 riprenderà e oltre alle 24 statue di bronzo scoperte nei giorni scorsi, alle migliaia di monete, molte d’oro, dei capitelli, delle colonne, di altre statue e bronzetti, oggetti votivi rinvenuti precedentemente, potrebbe riservare altre clamorose sorprese.
Per dimensioni, quantità e qualità dei reperti il sito sancascianese è senza dubbio tra i più rilevanti d’Italia, di sicuro il più imponente e rilevante di quello che gli archeologi definiscono l’Agro chiusino, il territorio cioè di influenza dell’antica e potente lucumonia etrusca di Chiusi e può riscrivere la storia della romanizzazione degli etruschi e dell’epoca di passaggio dall’era dei Pulfna a quella di Roma…
Non è una necropoli, ovvero un cimitero, ma un luogo dei vivi, dedicato al piacere corporale (le terme per bagni salutari e rilassanti) e alle divinità della fertilità… Cose molto terrene. Pare fosse anche un luogo di “pace”, dove etruschi e romani, che magari altrove si combattevano, lì convivevano in pace, e le iscrizioni ritrovare, sia in lingua etrusca che in latino, raccontano di una lingua etrusca sopravvissuta più a lungo di quanto si pensi e oltre i parametri finora fissati dagli storici. Insomma non solo un sito archeologico rilevantissimo, ma anche un luogo evocativo. Verrebbe da dire che sarebbe opportuno portarci subito Putin e Zelensky, a  prendere esempio su come trovare un accordo e una via di convivenza.
Ma, lo straordinario ritrovamento di San Casciano consiglia anche un’altra cosa: lasciare la stazione per l’alta velocità dove si trova adesso. Cioè a Chiusi, e non allontanarla ulteriormente a Salcheto (Montepulciano), a Farneta (Cortona) o a Rigutino (Arezzo).
Già oggi, ovvero nei tre anni in cui la doppia fermata del Frecciarossa è stata attiva nel periodo estate-autunno, una buona fetta dell’utenza risulta rappresentanza da clientela delle Terme di San Casciano Bagni e di Bagno Vignoni e di strutture ricettive in Val d’Orcia.  Tassisti e agenzie di noleggio auto confermano questo dato. D’altra parte la fermata del Frecciarossa a Chiusi è considerata da Trenitalia un servizio turistico, non a caso è sempre stata confermata solo da Giugno al 7 gennaio successivo.  In inverno e a primavera non è mai stata in funzione.
E’ chiaro che il sito archeologico di San Casciano e il Museo che raccoglierà gli straordinari reperti, farà aumentare il flusso di visitatori. La notizia in due giorni ha fatto il giro del mondo, ne hanno parlato Tg e giornali statunitensi, giapponesi, inglesi… Si sa come funzionano queste cose. A Reggio Calabria per anni c’è stata la fila per vedere i Bronzi di Riace…
San Casciano, come i paesi dell’Amiata, quelli che declinano verso la Valdorcia (Piancastagnaio, Abbadia S.S. e Radicofani) e quelli che invece guardano alla Maremma e al Mare (Santa Fiora, Arcidosso, Castel del Piano) hanno sempre avuto collegamenti con Chiusi e con la sua stazione, anche con autolinee specifiche. Portare l’aggancio all’alta velocità 15 km più a nord nella ipotesi più vicina, altrimenti a 45 o 60, per i comuni a sud e sud ovest di Chiusi non sarebbe un gran guadagno.
Il Ministro dei beni culturali San Giuliano che giustamente si è precipitato a sottolineare l’importanza straordinaria del ritrovamento di San Casciano avallerà senza dire nulla la bufala della stazione in linea?  E adesso, con questa nuova e inusitata scoperta, che può far lievitare il turismo nel sud senese, il Pd di Siena, il segretario nazionale Letta, i sindaci che sono andati lunedì scorso a Firenze a parlare con il Gruppo FS Italiane, rimarranno dell’opinione di realizzare la stazione in linea con casello A1 annesso a Salcheto?  Continueranno a considerare l’utilizzo della stazione di Chiusi solo come fatto transitorio, in attesa di?
E continueranno a sostenere pure la centrale geotermica in Val di Paglia, a un tiro di schioppo da San Casciano Bagni?
Questa vicenda, la scoperta di San Casciano, offre una inusitata via d’uscita onorevole agli amministratori locali, al Pd, e anche agli altri partiti che si sono spesi e spingono per la stazione in linea (a Montallese- Salcheto o a Farneta poco cambia), offre loro l’occasione per sganciarsi, per dire che “le statue del Bagno Grande” cambiano lo scenario e chiedono che l’hub ferroviario per l’alta velocità, ma non solo per l’alta velocità, sia il più vicino possibile. E il più vicino è Chiusi. Che peraltro già funziona, già ha tutte le connessioni e tutti i servizi.
Certo una sola coppia di Frecciarossa e solo come servizio turistico estivo è poco. Ne servirà almeno un’altra, meglio due e più intercity in orari consoni, sia per il nord che per il sud. Questa a nostro avviso è la battaglia da fare. I sindaci della Valdichiana la vertenza con le Fs l’hanno aperta, ma solo come soluzione tampone per l’immediato.  No, questa è una posizione “ibrida”. Chiusi non può essere ridotta a “fatto temporaneo”. Quei bronzi che vivevano in pace e parlavano lingue diverse e sono rimasti immersi nell’acqua bollente e nel fango per 2300 anni, sono adesso un alleato straordinario. Il sindaco di Chiusi non se lo faccia scappare come è successo con gli alleati che lo hanno sostenuto alle lezioni del 2021, prenda la palla al balzo, da capo di una città che è la capitale archeologica del territorio, usi quelle statue per puntare decisamente sulla valorizzazione della stazione di Chiusi, senza se e senza ma… Ora ha una ragione plausibile in più.
Tra l’altro tra i giovani archeologi che tutte le Tv hanno mostrato sporchi di fango mentre riportano alla luce i 24 bronzi, come si salverebbero delle persone in mare o dopo un’alluvione, c’è anche il suo assessore Mattia Bischeri che di mestiere fa appunto l’archeologo ed ha partecipato attivamente allo scavo. Una ragione in più anche questa. Diciamo pure motivo di orgoglio, per non allontanare l’approdo dei potenziali visitatori.
In politica, come in altre situazioni, un fatto nuovo  può spostare gli equilibri, può indurre ripensamenti, può consigliare scelte in una direzione anziché in un’altra. Il fatto nuovo c’è.  Ed è bello grosso.
m.l.
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