PRIMO TROFEO PFC POWER, IL TAVERNELLE BATTE PRATOVECCHIO 3-0. LO SPORT COME VOLANO PER UN NUOVO MODO DI FARE IMPRESA
Un pomeriggio trascorso all’insegna dell’amicizia e della serenità, quello che ha visto confrontarsi allo stadio del Centro sportivo intercomunale di Panicale e Piegaro, la formazione del Pratovecchio guidata dal Presidente Franco Beoni A. d. della BORRI SpA, e quella della locale squadra del Tavernelle, accompagnata dal Presidente Michele Caciotto. La posta in gioco: il primo trofeo targato PFC Power, l’azienda produttrice di trasformatori. La partita si è chiusa con un secco tre a zero, a favore dei padroni di casa. Va anche sottolineato che per varie ragioni, la formazione del Pratovecchio è scesa in campo con una formazione molto rimaneggiata, infatti ben 7 dei suoi titolari erano assenti. Il perché di questo incontro di carattere squisitamente sportivo, a cui ha partecipato anche il sindaco di Panicale Giulio Cherubini, i proprietari della PFC Stefano Burini e Giorgio Fornaciari, lo hanno spiegato bene in varie occasioni. La loro idea di azienda produttrice, non può essere avulsa dal territorio dove si trova ad operare. Una idea questa che a molti forse potrebbe apparire un po’ bizzarra, ma che in passato ha avuto esempi in illustrissimi capitani d’industria come Adriano Olivetti, Luisa Spagnoli, per restare in terra umbra. Un modello di fare impresa, in grado di dare vita a molteplici iniziative collaterali come appunto furono i quartieri operai, gli asili aziendali, dopolavoro e molte opere sociali.
Un modello che ancora oggi lo si può rintracciare, nell’operare di molte aziende sparse sul territorio del Bel Paese. E’ proprio dei giorNi scorsi la tragica notizia della morte di Alberto Balocco, un altro imprenditore che credeva molto nel rapporto azienda e territorio, e la sua sensibilità verso il recupero dei beni culturali e artistici della città, per il suo amore per l’intera comunità fossanese.
E questo nonostante che negli ultimi decenni sia passata l’idea che il lavoro non ha una sua dignità, ma è solamente merce, quindi scarso valore. Da qui anche la pratica della delocalizzazione delle aziende, che la PCF ha invertito, riportando in Val Nestore alcune produzioni che erano finite all’estero. Dunque un operare produttivo certo, ma tentando di intraprendere un modello d’impresa più umano, che superi per quanto possibile, quella concezione dell’economia solamente speculativa, la famigerata “economia di carta”, con la finanza che la fa da padrona. Parole per esprimere condivisione con le intenzioni dei promotori dell’iniziativa sportiva, sono venute anche dal Presidente Caciotto, che ha sottolineato come lo sport deve essere sempre più volano di valori positivi. Apprezzando il fatto che le aziende si sentano legate al proprio territorio, condividendone le problematiche e contribuendo fattivamente a trovare soluzioni. “Lo sport, è sicuramente uno degli strumenti più adatti a questi scopi”.
A questo proposito Fornaciari e Burini hanno anche già annunciato l’intenzione di dare vita ad una borsa di studio. Un premio al miglior studente del territorio, un gesto che faccia capire ai giovani che impegnarsi è ancora un valore positivo. Dunque un’impresa che certamente opera sul mercato e che per questo deve tutti i giorni ottimizzare i ricavi, ma anche impegnarsi moralmente a dare un proprio contributo nello sviluppo umano, civile e culturale di una comunità. Un modello di “impresa responsabile”, così lo definiva appunto Adriano Olivetti.
Non vi è dubbio che i tempi siano cambiati, che la spietata concorrenza indotta da questo modello di globalizzazione tenda ad azzerare valori. Ma restituire all’economia il ruolo di mezzo e non solamente di fine, ridare dignità al lavoro e alle persone, può essere una scommessa ancora da fare.
Renato Casaioli