LETTA E MELONI INSIEME AL MEETING DI COMUNIONE E LIBERAZIONE A RIMINI. QUANDO E’ MEGLIO NON ESSERCI
Rimini val bene una messa. No, forse era Parigi… ma se a officiare la messa sono quelli di Comunione e Liberazione (o Comunione e Fatturazione) nessuno se la vuole perdere. E infatti ci vanno di corsa. Tutti insieme appassionatamente. Anche coloro che poi in Tv e sui social si insultano ogni dieci minuti. Vedi Letta e Meloni o Salvini… Molti sui social e sui giornali hanno sottolineato come a Rimini ci fossero tutti, in effetti, meno uno però: Giuseppe Conte che non è stato neanche invitato. Verso Conte e il M5S vige adesso la stessa conventio ad escludendo che per decenni ha escluso il Pci relegandolo al ruolo di forza di opposizione n on idonea a governare, suo malgrado e malgrado governasse decine di province e comuni e diverse regioni…
Qualcuno, sempre su social, definisce l’esclusione d Conte e del M5S dalla kermesse di Comunione e Liberazione come una “medaglia” al merito, da esibire con orgoglio. E su questo potremmo anche essere d’accordo. Però di esclusi eccellenti ce n’è un altro, anch’eegli non invitato: Luigi De Magistris, portavoce e promotore di Unione Popolare, l’aggregazione di sinistra che vede l’ex sindaco di Napoli a fianco di Potere al Popolo, ManifestA e Rifondazione Comunista. Una aggregazione alternativa non solo alla destra fascistoide a trazione Meloni, ma anche a quella ridotta all’osso con Pd e Sinistra Italiana-Verdi che è di sinistra tanto per dire e anche al terzo Polo di Calenda-Renzi, cui potrebbe anche sfilare la definizione “terzo polo”, perché che ci sia una certa voglia di sinistra è indubbio, e con la raccolta delle firme per presentare le liste, Unione Popolare ha fatto un exploit. Certo non è, neanche lontanamente, la sinistra che vorremmo. Ma è comunque qualcosa e il tentativo sfacciato dei grand i media, e pure dele grandi lobbies come Comunione e Liberazione di tenerla fuori gioco, di non nominarla, neanche invano, la dice lunga. L’ostracismo verso Unione Popolare è addirittura più evidente di quello verso il M5S. Comunione e Liberazione indica la linea: non parlatene, ignorateli. E tutti fanno il coro come in ogni messa che si rispetti.
E dagli ani ’70 che Comunione e Liberazione prova a orientare (spesso con successo) la politica italiana, sempre a vantaggio di un “centro” spostato a destra, che potesse garantire affari e prebende.
Fondato da Don Luigi Giussani come movimento degli studenti cattolici di Milano, CL si è trasformata in una associazione da 300 mila iscritti e nel tempo si è dotata di bracci operativi come ad esempio la Compagnia delle Opere. Una rete di imprese, per lo più cooperative, con attività in vari campi, una vera e propria potenza economica, che ha sviluppato una forte attività di lobbyng anche sulla politica, in particolare in Lombardia, ma non solo in Lombardia. CL non è mai stata a punta avanzata del cattolicesimo democratico. Tutt’altro: negli anni 70, si schierò infatti contro la legge sull’aborto e contro il divorzio, sosteneva la Democrazia Cristiana, e in particolare la corrente di Andreotti,
Successivamente, attraverso Formigoni, Buttiglione, Casini, ha sostenuto il partito di Berlusconi e il centro destra, quando si chiamava Polo o Casa delle Libertà. Oggi sostiene Maurizio Lupi e applaude a scena aperta la Meloni, donna, madre, cristiana. E come dice Corrado Augias “pure un po’ fascista”.
La Lombardia è la “terra madre” di CL e Formigoni, ne è stato il rappresentante più potente, costruttore di una fitta rete di potere piazzando uomini di stretta osservanza nei gangli del potere amministrativo, nei posti pubblici, negli Enti. Molti di questi sono caduti nella maglie della giustizia e condannati per casi di corruzione e frode (tra cui lo stesso Formigoni condannato a 5 anni)…
I terreni privilegiati di impegno prioritari sono sempre stati la scuola e la formazione, promuovendo la scuola privata a scapito di quella pubblica e la sanità, naturalmente quella privata, a scapito di quella pubblica. La sanità Lombarda che nella prima emergenza Covid ha dato pessima prova di sé è la fotografia reale della linea di CL e del suo motto di CL “più società, meno stato”, dove probabilmente, per “società” intendeva le sue, quelle affiliate alla Compagnia delle opere e sodalizi simili…
Che Enrico Letta – che ha ricandidato Casini a Bologna – vada al Meeting di Rimini e si faccia fotografare insieme a Giorgia Meloni, a Lupi e a Salvini può anche non stupire. Tra democristiani si intendono. Ma che ci fanno quelli di Fratoianni e i verdi con Letta e che c’entrano i tanti amministratori locali, i tanti militanti del Pd convinti in buona fede di militare ancora in un partito di sinistra, con Comunione e Liberazione e coi modelli che CL propone da 40 anni?
Meglio chi non ci è andato. Un onore non essere stati invitati.
m.l.
Nella foto (La Stampa): i vari leaders politici al Meeting di CL a Rimini.
Una carriera spregiudicata quella di don Luigi Verzé, il “prete manager” che preferiva il doppiopetto alla tonaca e il business alla liturgia. Il crac del S. Raffaele e le condanne ricevute, ne sono una testimonianza. Lui fece della sanità, un grande affare politico ed economico. “Soldi pubblici per affari privati”. Ecco io quelli di Comunione e Liberazione li ho sempre percepiti così, come grandi speculatori oscuri, senza troppi scrupoli. Lontanissimi da quella pietas che a volte traspare dai vangeli. Loro sono il cattolicesimo oscurantista, quello del motto: “Dio, Patria, Famiglia”, urlato quotidianamente anche dalla Meloni. Io non ci sarei andato, avrei preferito fare un giro tra le periferie, negli ospedali dove mancano medici, nelle aziende in crisi a seguito delle delocalizzazioni, e avrei provato ad avanzare ipotesi, per costruire un modello economico diverso da quello liberista. Sono convinto che il PD, Letta verrebbe percepito con più chiarezza nei suoi intenti. Non si esce dal Mercato, ma se ne possono costruire anche dei modelli diversi. Io che ancora mi sento di sinistra, proverei a proporre al Paese, un’economia che punti più alla redistribuzione della ricchezza, improntata a più solidarietà, attraverso per esempio, il rilancio di un grande Stato sociale. Questo farebbe capire ai cittadini, cosa vuol dire essere progressisti e forze, tornerebbe anche a riscaldare i cuori della gente. La pandemia, la guerra in corso, la crisi che sta attanagliando tutto il pianeta, ci dice che dello Stato inteso come ente protagonista e non notaio, come vuole il liberismo, ce ne un gran bisogno.
Mi scusi Lorenzoni, ma se è meglio non andarci come lei legittimamente afferma, allora perché deprecare il mancato invito a Conte e a De Magistris? Anche perché mi sembra di capire secondo lei se pure invitati non avrebbero dovuto presentarsi. Una posizione un po’ Morettiana direi. O invece siamo alla volpe e l’uva?
Infatti io non ho deprecato… Ho se mai constatato che certe presenze per CL sono indigeste.
Condivido sia il post sia il pensiero che ne promana e pur rileggendolo non mi sembra affatto che Lorenzoni abbia deprecato nè Conte nè De Magistris, anzi, ripercorrendo la storia di CL e l’etica di tale Movimento, personalmente lo ritengo proprio un merito il fatto di non essere stati invitati. Credo che prossimamente e soprattutto in vista delle elezioni si debba re-iniziare a ragionare sul posizionamento dei partiti rispetto alle tematiche valoriali ed al degrado portato da certi modi di ragionare, compreso ciò che è scaturito come fatti inequivocabili a cui Lorenzoni fa riferimemento riguardo alla commistione economico-politica fra uomini ed idee.Un panorama di uno squallore unico che a guardarlo dall’esterno dà la misura dell’arretratezza del mondo autoproclamatosi moderno e civile.