VERONICA GALLETTA, L’INGEGNERA PRESTATA ALLA LETTERATURA APRE IL FESTIVAL ORIZZONTI

VERONICA GALLETTA, L’INGEGNERA PRESTATA ALLA LETTERATURA APRE IL FESTIVAL ORIZZONTI
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CHIUSI – Si è alzato ieri il sipario del Festival Orizzonti, edizione del ventennale. E’ stata un’apertura un po’ in sordina, senza fanfare, quasi in versione “minimal” in una location suggestiva, ma insolita: il prato di fronte al lago. Una quinta naturale mozzafiato, un “fondale”  che poteva sembrare un quadro dei pittori del club “La boheme” amici di Puccini e che forse il direttore artistico Marco Brinzi conosce bene essendo di Lucca… 

Una cornice che definire splendida non è un eufemismo né il classico modo di dire dei cronisti.  Non mancava neanche il nome di richiamo, perché a dare il via alla kermesse estiva chiusina c’era la scrittrice Veronica Galletta, vincitrice del Campiello-opera prima nel 2020 e quest’anno tra i finalisti del premio Strega, che lei stessa ha definito il Sanremo degli scrittori: “Ha le stesse logiche”.

Gli ingredienti per un buon piatto c’erano tutti. Peccato solo per la presenza non oceanica del pubblico, troppo poco per l’apertura di un festival, troppo poco per una autrice che meritava certamente un parterre più numeroso. Perché è brava e perché il libro che presentava, “Nina sull’argine”, è un bel libro.

Un libro sul lavoro, il lavoro vero, in un cantiere pubblico, per una grande opera: l’argine di un fiume nell’alta valle Padana. Il lavoro raccontato da chi sa cos’è, perché Veronica Galletta è ingegnere idraulico (ingegnera?) e ha lavorato davvero nei cantieri. Un libro sul lavoro, dicevamo, ma anche sulle dinamiche spesso contorte e distorte dalla burocrazia e dalla corruzione delle opere pubbliche, il lavoro di una donna del sud catapultata al nord in un ambiente che per forza di cose è maschile e anche maschilista. Insomma un romanzo che racconta un’esperienza di vita (in un certo senso autobiografico quindi) non semplice, ma anche un punto di vista. E racconta uno spaccato dell’Italia di questi anni. Perché quello di rifare gli argini ai fiumi è un problema serio. A Chiusi è stato rifatto nei mesi scorsi quello del torrente Montelungo, con una spesa di oltre 600 mila euro, per dire…

Se il lago di Chiusi come sfondo alla presentazione, condotta da Monica Fanicchi della libreria Libri Parlanti di Castiglione de Lago, richiamava in qualche modo l’acqua del fiume che Nina nel romanzo deve “arginare”, il fatto che l’autrice fosse un ingegnere, una che faceva tutt’altro nella vita, prima di fare la scrittrice, ha evocato altri scrittori illustri che hanno fatto lo stesso percorso. Veronica Galletta ha citato Paolo Volponi… A noi vengono in mente anche il grossetano Luciano Bianciardi e soprattutto, essendo a Chiusi, il chiusino Ottiero Ottieri , tre scrittori Volponi, Bianciardi e Ottieri che hanno scritto molto e molto bene “del lavoro” negli anni del boom economico.

Il romanzo più famoso di Ottiero Ottieri “Donnarumma all’assalto” del 1959 altro non è che la somma o la cronaca fedele dei colloqui di lavoro per l’assunzione che egli faceva durante la sua esperienza professionale come dirigente presso lo Stabilimento Olivetti di Pozzuoli.  Dal quel libro è stato tratto l’omonimo film del 1972 di Marco Leto con Stefano Satta Flores, Milena Vukotic, Mariano Rigillo… Magari tra un po’ qualcuno farà un film anche su Nina sull’argine di Veronica Galletta. Chissà…

La serata è proseguita con la cena concerto al ristorante Pesce d’Oro con “I Perkossi” ensemble di percussioni a tastiera della Scuola di Musica del Trasimeno, che ha eseguito brani di vario genere, da Prokofiev a Piazzolla e Marquez.  L’ensemble castiglionese è l’unica presenza territoriale in questa edizione del festival ed è anche una esperienza “di confine”. Rispetto al lago di Chiusi il Trasimeno è solo di là della collina.

Il festival Orizzonti continua e piano piano entrerà a regime. Stasera al Chiostro San Francesco serata musicale con il Cuseri’s Family Trio in collaborazione con il Cantiere Internazionale d’Arte di Montepulciano. Un clarinettista, un percussionista e un pianista tutti della stessa famiglia. Il repertorio spazia dalla musica latino americana, al blues allo swing, con reinterpretazioni adattate per trio, di brani celebri di famosi clarinettisti come Benny Goodman, Hengel Gualdi e Boris Kovacs. Roba molto piacevole da ascoltare…

m.l. 

 

 

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