TAVERNELLE: TRAFOMEC VERSO LA CHIUSURA, 80 POSTI A RISCHIO, IMPRENDITORE CINESE IN FUGA
Trafomec ultimo atto? Stando alle voci raccolte ieri sera, all’uscita dell’incontro che i sindacati Fiom CGIL e Fim CISL, hanno avuto con l’Assessore Regionale allo sviluppo economico Fioroni, ci sarebbero rimaste poche vie d’uscita. L’Assessore arrivato con molto ritardo, ha preso atto della grave situazione della nota fabbrica di Tavernelle da 3 anni di proprietà cinese e ha comunicato ai presenti che scriverà sia all’Ambasciata cinese a Roma, sia al Mise, per segnalare la crisi in corso. E la crisi ha contorni da film. Il proprietario cinese Xiang Xiong Cao si è reso uccel di bosco e sembra irrintracciabile. Stessa cosa pare abbia fatto in Polonia, con analogo stabilimento…
Il rischio è l’immediata chiusura dello stabilimento che occupa attualmente una ottantina di dipendenti. Molti meno dei 500 degli anni d’oro, ma pur sempre un bel numero per una economia ormai asfittica come quella della Valnestore. L’assessore regionale ha detto che dal 9 luglio le maestranze si ritroveranno senza stipendio e senza ammortizzatori.
Al momento, questa la drammatica presa d’atto, non ci sono ammortizzatori da poter mettere in campo, poiché Cao è irrintracciabile. Quindi Fioroni segnalerà sempre al Mise (con grave ritardo per i sindacati di almeno due settimane), la situazione dei lavoratori che dal 9 luglio si ritroveranno senza stipendio e senza ammortizzatori. Al vertice con l’assessore, sono anche emerse alcune ipotesi che possano essere in grado di far intravvedere possibili soluzioni. Ma comunque un fatto è certo, qualsiasi possibile altra soluzione deve passare per la chiusura e il superamento dell’attuale proprietà. Insomma per la procedura di fallimento. E’ noto a tutti che già da tempo un gruppo di dipendenti ha formato una cooperativa, con l’intenzione di rilevare l’azienda e proseguire l’attività. Ipotesi questa però tutta da verificare e se la Cisl appare possibilista, la Cgil sembra poco convinta.
Così come sembra che siano circolati nomi di imprenditori del settore elettromeccanico, da contattare per sondare la loro disponibilità a farsi avanti. Ma per il momento su questo versante non c’è nulla di certo. Di chiaro sono le condizioni patrimoniali in cui versa l’azienda, che rendono obbiettivamente difficile anche il subentro di altri imprenditori, ammesso che se ne trovino. L’azienda non è più titolare dello stabilimento dove per 40 anni si è lavorato e progettato – i cpannoni son o di proprietà della Vetreria Cooperativa Piegarese- e il parco macchine per la produzione dei trasformatori, stando a quanto asseriscono gli stessi operai, per gran parte non sarebbe più tecnologicamente adeguato, l’unica risorsa vera rimasta, sono quindi le maestranze. Come dire che dentro al guscio c’è quasi il vuoto, salvo la manodopera.
Domani 7 luglio si svolgerà un’assemblea in fabbrica tra sindacati e lavoratori e non c’è da essere dei grandi veggenti, per capire che sarà un incontro teso, carico di incognite per il futuro degli ultimi 80 dipendenti rimasti.
La pesantissima crisi della Trafomec, che è stata per anni l’azienda leader della vallata e motore propulsore, insieme alla centrale Enel e alla Vetreria Piegarese di uno dei territori più indusrializzati della regionesi , si staglia tutta dentro la cornice della devastante crisi economica e sociale della Val Nestore. Un territorio che al momento, non riesce proprio a far decollare nessuna progettualità che possa far intravvedere un futuro. Di proposte ne sono sono state fatte, ma nessuna sembra trovare concretezza. Anzi, il territorio compreso fra Perugia, il Trasimeno e la ValNestore pare essere ignorato dal governo regionale che anche recentemente ha fatto scelte in senso contrario: si pensi al polo per la produzione dell’idrogeno dirottato a Guado Cattaneo e Bastardo, nnostante convegni, dichiarazioni e promesse fatte anche in occasioni istituzionali e intercomunali…Non ultimo il convegno di maggio a Tavernelle sull’economia green che coinvolse anche il comune di Chiusi. All’incontro era stato invitato pure l’Assessore Fioroni, che come già aveva fatto in una precedente iniziativa istituzionale, aveva declinato l’invito, adducendo altri generici impegni. Ignorato non solo il sito della centrale di Pietrafitta, come polo energetico (già c’èun grande parco fotovoltaico), ma anche tutte le discusisioni sui collegamenti viari e le infrastrutture…
Adeso questa tegola sula Trafomec, riapre ferite sanguinose e rischia di far male ulteriormente al territorio, ponendo fine ad una storia industriale che per oltre un ventennio è stata esaltante, poi però a partire dal 2005, quando la situazione dell’azienda fu presa in mano dal manager Gabrio Caraffini, con la benedizione della presidente dela Regione Lorenzetti, è diventata una odissea, che ha visto avvicendarsi al timone un pescecane dietro l’altro,alcuni di quali finiti ingloriosamente in manette. Adesso cosa succederà? domani sentiremo la voce delle maestranze e dei sindacati… Poi, successivamente, anche quella delle istituzioni, per ora rimaste un po’ silenti, forse troppo.
r.c.
Caro direttore ,AI cinesi gli importa poco di che fine fanno i dipendenti !
Dovremo farcene una ragione !
In maniera molto diversa fanno così a Prato ! Aprono e chiudono fabbriche lager,pur di non pagare le tasse ! ( e noi continuiamo a permetteglielo )
D’altronde, non mi ricordo bene il nome,quando in Cina decisero di fare una diga,dettero agli abitanti della zona una settimana di tempo per andarsene. Alla fine della settimana mandarono via gli abitanti RIMASTI a forza di bastonate !!
E…..questi saranno i conquistatori dell’ Europa ?…. Annamo bene !!