SICCITA’, L’UMBRIA CHIEDE LO STATO DI EMERGENZA, IL SINDACO DI CASTIGLIONE DEL LAGO SI APPELLA AL “PIEVESE” DRAGHI. A CHIUSI NUOVA ORDINANZA RESTRITTIVA PER EVITARE SPRECHI DI ACQUA

SICCITA’, L’UMBRIA CHIEDE LO STATO DI EMERGENZA, IL SINDACO DI CASTIGLIONE DEL LAGO SI APPELLA AL “PIEVESE” DRAGHI. A CHIUSI NUOVA ORDINANZA RESTRITTIVA PER EVITARE SPRECHI DI ACQUA
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Dopo Lombardia, Emilia Romagna, Lazio, Piemonte, Friuli Venezia Giulia e Veneto, anche l’Umbria ha formalmente inviato alla Protezione Civile la richiesta di riconoscimento dello stato di emergenza per la siccità. Lo ha reso noto il sindaco di Castiglione del lago Matteo Burico, il quale in un post sui social scrive:
“Come ha anticipato il Presidente del Consiglio Mario Draghi, da lunedì 4 luglio il Governo è pronto a dare il via libera ai piani di emergenza regionali e nella bozza del decreto legge con misure di contrasto alla scarsità d’acqua e di potenziamento e adeguamento delle infrastrutture idriche, si delinea l’istituzione di un commissario straordinario dotato di struttura ad hoc, poteri di spesa e procedure snelle per affrontare questa sfida. Il provvedimento è atteso la settimana prossima sul tavolo del Consiglio dei ministri”.
“Questo provvedimento- scrive ancora Burico – ci era stato anticipato dal Ministro Giovannini venerdì scorso, durante l’incontro con l’Unione dei Comuni. Ad oggi l’Umbria non è indicata nella prima bozza del provvedimento, ma è in corso un confronto con i nostri Parlamentari, con i Consiglieri Regionali e i Sindaci del Trasimeno per mettere il lago Trasimeno all’attenzione del Governo”. A questo proposito il sindaco castiglionese che è anche Presidente dell’Unione die Comuni lacustri, scherza sulla cittadinanza pievese di Mario Draghi per ribadire le richieste a favore del lago Trasimeno:
“Chiederemo con forza al nostro concittadino della “Città del Trasimeno”, Mario Draghi, un’attenzione prioritaria, la presenza dell’Umbria e del Trasimeno in questo decreto e l’adduzione per la stabilizzazione del lago tra i progetti speciali che il Commissario Straordinario dovrà individuare. Per il futuro dovremo ancora batterci per una legge speciale per il lago e il finanziamento del piano stralcio, oggi unica certezza per l’avvenire del nostro territorio”.
Insomma per ora serve una risposta all’emergenza, poi servirà una legge speciale.
La Toscana per ora non ha chiesto lo Stato di emergenza, ma a Chiusi c’è preoccupazione per lo stato del lago da cui attinge anche l’acquedotto comunale. L’ente gestore della rete idrica Nuove Acque ha rassicurato il Comune sull’erogazione dell’acqua potabile, ma oggi  il sindaco Sonnini ha emesso una nuova ordinanza, dopo quella del 31 maggio, ancora più restrittiva, per evitare sprechi e usi non indispensabili dell’acqua. Per orti, giardini, piscine, aiole e terrazze si profilano tempi duri. E anche per gli animali selvatici la situazione è critica. Uccelli, cinghiali, caprioli, volpi, istrici e tassi soffrono la sete. I cinghiali sembra si stiano riversando a frotte (oltre quelli che già li abitano) verso i canneti e le sponde del lago per cercare refrigerio. Di notte, lungo il sentiero della Bonifica pare ci siano delle vere e proprie “processioni”.  Ora, come dicevamo, il problema è fronteggiare l’emergenza, non sprecare quindi va benissimo, fanno bene i sindaci ad emettere ordinanze, ma il nodo resterà irrisolto anche quando arriveranno le piogge, se non si creano le condizioni per una gestione migliore della risorse idriche, per eliminare le perdite lungo le condutture e per immagazzinare acqua quando ce n’è in abbondanza creando invasi e riserve e facendo arrivare finalmente nei territori  più a rischio come la Valdichiana e l’area del Trasimeno l’acqa dalle dighe (Montedoglio, Chiascio ecc.)  almeno per uso irriguo e idropotabile…
Finora sono state più chiacchiere e promesse che fatti. Ma coi ghiacciai che si sciolgono, cambiano colore e crollano, con i fiumi che restano in secca per mesi, i laghi sotto al livello di guardia, le falde profonde che si abbassano e si impoveriscono c’è poco da scherzare e poco da aspettare, rischia di andare in tilt non solo l’agricoltura o la zootecnia (quindi l’approvvigionamento di cibo), ma anche il resto dell’economia e le stesse abitudini di vita, si rischia di veder sparire il verde dalle città, per mancanza d’acqua per innaffiarlo, di veder giocare le partite di calcio su campi “a sterro”, si rischia di veder sparire flora e fauna, ovvero la biodiversità da laghi e fiumi…
La natura ce lo sta dicendo in tutte le lingue e in tutti i modi che stiamo correndo verso il baratro. Gli uccelli che si fiondano sulle nostre terrazze appena vedono o fiutano una ciotola d’acqua, sono un grido di dolore e di allarme che ci dovrebbe far riflettere. E invece finché qualcuno non ci dirà che non si può andare in quell’albergo o in quel resort in vacanza perché non c’è acqua, continueremo a far finta di niente e a pensare che Greta Thunberg sia solo una ragazzina fissata coi cambiamenti climatici e un po’ rompicoglioni…
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