FRECCIAROSSA E STAZIONE IN LINEA, L’ASSESSORE UMBRO MELASECHE INSISTE SULLA MEDIAETRURIA, MA NON DICE DOVE

FRECCIAROSSA E STAZIONE IN LINEA, L’ASSESSORE UMBRO MELASECHE INSISTE SULLA MEDIAETRURIA, MA NON DICE DOVE
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PERUGIA – L’assessore regionale ai trasporti dell’Umbria Enrico Melasecche torna con una intervista a Perugia Today sulla questione del Frecciarossa e della stazione MediaEturia. E in sostanza aggiorna anche la sua posizione in merito. Per prima cosa l’assessore “boccia senza appello” la fermata del Frecciarossa a Perugia. R in seconda battuta abbandona l’idea delle due stazioni, una a nord (verso Arezzo) e una sud (Orte) per collegare il capoluogo umbro all’alta velocità, optando e perorando la causa della stazione unica, la Media Etruria, appunto.

Le linee guida nazionali, confermate da un anno dalla nuova governance del gruppo Ferrovie dello Stato, riconfermate dopo due anni di pandemia e miliardi di deficit nei bilanci del trasporto pubblico nazionale, è che i Freccia Rossa non potranno più correre sulle linee lente mentre questi sono ancora al paese dei balocchi e scrivono di fantomatici Freccia Rossa da mandare sulle linee interne regionali. Con la Medio Etruria otterremo a mezz’ora da Perugia una stazione collocata sulla Direttissima che riserverà al bacino delle quattro province Perugia, Arezzo, Siena e Grosseto ben quattro o cinque Freccia Rossa verso il nord ed altrettanti verso il sud. Ogni giorno. Senza farli uscire dall’Alta velocità e tutto gratis. Le sembra poco? Una tombola rispetto ad oggi”, afferma Melasecche. Che sul Frecciarossa a Perugia si addentra anche sui costi: “Da quello che era il costo dichiarato iniziale siamo arrivati quasi al doppio in soli quattro anni. Con l’aumento del costo dell’energia entro breve raggiungeremo i 3 milioni l’anno, che paga solo la Regione, salvo il contributo di 300 mila euro della benemerita Fondazione di Perugia. Divida quella cifra per il numero di passeggeri che vi sale e comprenderà quanto costa il solo arretramento da Arezzo per ogni passeggero. Siamo intenzionati a mantenere quel servizio ma proporre solo di moltiplicarne il numero ed i km, facendoli girare sulle linee c.d. lente è da pazzi”. 

Dice anche un’altra cosa l’assessore Melasecche: che è una folli per gli umbri scandalizzarsi per il fatto che se la stazione in linea dovesse sorgere a Farneta, Terontola o Orte, questa sarebbe fiori dai confini regionali…Posizioni del genere, dice, sono “di un provincialismo assoluto”. A questo punto sembra che oggetto degli strali siano anche alcuni esponenti della sua parte politica, il centro destra, i quali sostengono che l’Umbria non può lavorare per la Toscana…

Al di là delle schermaglie, e a differenza dello stesso sindaco di Perugia, rimane evidente che l’assessore Melasecche, l’ipotesi Chiusi non la prende neanche in considerazione. Quando invece, a  a differenza delle altre ipotesi, è l’unica già in funzione, con una stazione, rinnovata e adeguata nel 2017 con un intervento da circa 8 milioni di euro, che è “quasi in linea” perché servita da due bretelle di connessione alla linea alta velocità, una a sud fino a Ponticelli (Città della Pieve) e una verso nord fino a Montallese.  Tempi di entrata-fermata e uscita dalle connessioni non superiore agli 11 minuti.

Quindi la famosa Media Etruria già c’è ed è a Chiusi. Senza spendere un euro in più, tra l’altro non in mezzo alla campagna, ma in contesto urbano con tutti i servizi necessari (posteggi, taxi, alberghi ecc…). Il problema è se mai quello di aumentare il numero delle fermate, oggi solo una per il nord e una per il sud, e come avvicinare Perugia all’alta velocità e dunque a Chiusi. Su strada il problema può essere risolto con l’adeguamento della Pievaiola, già in atto, manca però l’ultimo miglio, un tratto di circa 10 km per raggiungere Chiusi da Piegaro, evitando l’attuale “mulattiera” del Fornello (tra Piegaro e Moiano). Con un intervento in tal senso si potrebbe raggiungere Chiusi Scalo da Perugia in meno di mezz’ora.

Se invece si volesse pensare ad un collegamento by trein, potrebbe essere ripristinato il vecchio tracciato tra San Sisto-Tavernelle e poi proseguire fino a Chiusi (o alla stazione di Panicale, sulla linea Firenze-Roma a 5 minuti da quella di Chiusi).  Oppure, altra ipotesi già più volte ventilata in passato, potrebbe essere una “bretella” da Borghetto Tuoro  a Castiglione del lago, evitando per i treni da Perugia, di arrivare fino a Terontola e poi tornare indietro. Anche in questo caso una decina di chilometri di ferrovia, da realizzare ex novo, per il resto la linea già c’è e funziona. Sarebbe un “giro del lago” e questo renderebbe la linea più appetibile anche sotto il profilo turistico e avrebbe il vantaggio di essere in larga misura già operativa…

Stiamo parlando di progetti già elaborati dalla stessa Regione Toscana negli ultimi 30 anni…  Non ci sarebbe nulla da inventare. Né, a guardar bene la carta geografica, per i due tracciati ferroviari ci sarebbero montagne da scavalcare o “bucare”. Forse può essere leggermente più complicato il tratto finale della Pievaiola, ma anche in questo caso non stiamo parlando di “grandi opere ingegneristiche”. Se ne fanno tante di strade del genere.

L’assessore regionale umbro è uscito dal guscio e il dibattito sulle infrastrutture nell’area di confine Umbria-Toscana sta cominciando a riprendere quota, anche se la bufala della Media Etruria fa fatica a uscire dall’agenda…

r.c.

 

 

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