APPELLO A DRAGHI PERCHE’ RESTI AL TIMONE. A CITTA’ DELLA PIEVE RISINI PERDE UN PEZZO DI MAGGIORANZA. FRATELLI D’ITALIA SI SMARCA. E NON TUTTI I SINDACI HANNO FIRMATO
CITTA’ DELLA PIEVE – Due giorni fa il sindaco pievese Fausto Risini ha fatto sapere a mezzo social di essersi recato a casa del premier dimissionario Draghi, che doveva essere a Città della Pieve, per implorarlo di rimanere al timone del governo… Poi però ha precisato che ha trovato chiuso. Semplicemente Draghi non c’era, non è stato scortese o sprezzante il capo del governo… A bocca asciutta anche le troupe televisive calate a Città della Pieve per ca(r)pire le intenzioni del presidente e hanno dovuto accontentarsi degli umori del salumiere, della fioraia e di un paio di baristi. Come se l’umore dei pievesi contasse qualcosa ai fini della soluzione della crisi di governo…
Sempre sui social il povero Risini è stato preso a pallate, il segretario del Pd del centro strico ha addirittura scomodato Celentano: “inutile suonare, qui non vi aprirà nessuno…”. Altri hanno definito l’iniziativa senza successo di Risini come lo specchio di pochezza politica e servilismo: “Comunque il premio va al sindaco di città della Pieve che è andato a casa di Draghi per dirgli di continuare… ed era fuori casa… il servilismo senza dignità travolge il genere umano!!!!” ha scritto il sindacalista Vasco Cajarelli. “Il servilismo praticato dai tonti”, ha rincarato l’ex presidente d Banca Centro ed ex sindaco Palmiro Giovagnola, che voci di piazza darebbero pronto a valutare l’ipotesi di un ritorno in campo alle comunali del 2024… Se davvero Re Palmiro ci stesse anche solo pensando, sarebbe una notizia clamorosa. E di sicuro non punterebbe a presentarsi con una listarella civica… Se mai come front man di un “campo largo”…
Ma torniamo a Risini e e Draghi. La sortita della visita senza esito del sindaco pievese però non ha scatenato solo le reazioni della parte a lui avversa, ha aperto anche una crepa significativa nella sua stessa maggioranza. Il consigliere comunale Andrea Cappelletti, a nome di Fratelli d’Italia (per chi sostiene che la lista Risini non era di destra), scrive: “Il circolo di Fratelli d’Italia non condivide la richiesta del sindaco Risini, né quella di altri suoi colleghi affinché il Presidente del Consiglio dimissionario desista dalla propria intenzione di chiudere la sua esperienza di governo. Ni crediamo che il tempo delle alchimie politiche debba finalmente cessare e che, alla luce della evidente perdita di consensi subita da molti dei partiti che attualmente si trovano, in modo assolutamente innaturale, in maggioranza, si debba andare senza ulteriori ritardi al voto. Chi non vuole il voto in nome di presunte ed interminabili emergenze, non vuole la democrazia e non fa altro che aggravare una situazione giunta ormai al limite del sostenibile”.
Su questo tema del sostegno al governo Draghi e sull’appelo al premier affinché ritiri le dimissioni e vada avanti, la maggioranza che sostiene Risini a Città della Pieve si è squagliata. Non è che finora sia stata un monolite, già c’erano state fibrillazioni con la Lega dopo alcune uscite di Risini a fianco dei sindaci Pd sulla sanità e sulle infrastrutture, adesso la frattura con Fratelli d’Itaia su un tema nazionale, che però può essere dirimente…
Ma il fronte dei sindaci pro Draghi non è compattissimo: l’appello è stato firmato, per quanto riguarda il Trasimeno dai primi cittadini di Piegaro, Paciano, Passignano e Corciano. Non figura nell’elenco diffuso dal sito del sindaco di Firenze Dario Nardella, Né il sindaco di Castiglione Burico, né quello di Panicale Cherubini. E neanche Risini, che però si è espresso chiaramente andando a suonare al campanello di Draghi.
Per la provincia di Siena i firmatari sono 19, su 35 comuni. Quelli della Valdichiana ci sono tutti, tranne il sindaco di Chiusi Sonnini (Pd) e i sindaci di Chianciano e Pienza Marchetti e Garosi espressione entrambi di liste civiche. I sindaci di Cetona, San Casciano, Sarteano, Montepulciano, Torrita di Siena e Sinalunga hanno firmato, così come quelli di Abbadia San Salvatore, San Quirico d’Orcia e Castiglione d’Orcia, Montalcino e Radicofani.
Stavolta il sindaco Risini e’ rimasto con il cerino in mano.Smentito dai suoi alleati in Consiglio,contestato dalle opposizioni per tutti i dati negativi e neanche la soddisfazione di essere ricevuto da Draghi,che lo evita da anni.Poi la caduta ingloriosa del Governo ha fatto il resto…forse se facesse meno comunicati e meno apparizioni,con qualche idea piu’ chiara,.. gli gioverebbe…