SAPORI & SAPERI: CAFFETTERIA, RISTORAZIONE DI QUALITA’ E ACCOGLIENZA, LA RICETTA VINCENTE (E DIVERSA) DI “SEASONS” A CHIUSI SCALO
CHIUSI- Chiusi Scalo non è mai stata una località turistica, ma è sempre stata, da quando è nata, a metà dell’800, un “porto di mare”, un luogo di arrivi e partenze, un posto di transito, di… movimento. Grazie alla stazione naturalmente, ma anche ad altro: una buona rete commerciale, servizi che altre cittadine di uguali dimensioni non avevano, e anche una particolarissima nomea. Quella di un luogo in si poteva dormire a prezzi non esosi e mangiare bene. Anzi benissimo. E per decenni c’era gente che a Chiusi scalo si fermava ci veniva apposta. Anche parlamentari, giornalisti, attori…
Adesso questa caratteristica Chiusi Scalo sembra averla un po’ smarrita. Ma solo apparentemente. Di movimento ce n’è di meno rispetto agli anni ’50-60-70… Chianciano, che era un attrattore non è più la stesa neanche lei… Però a Chiusi Scalo un cero movimento c’è ancora, più di quanto si percepisca. E c’è ancora gente che ci viene apposta per mangiare e fare base per poi magari spostarsi per turismo o per lavoro nelle varie località dei dintorni…
Ce lo conferma Stefano Poggiani, imprenditore 47enne originario di Chianciano, con un passato da ristoratore a Cetona che da qualche anno ha aperto un ristorante proprio a Chiusi Scalo. In via Leonardo da Vinci, la via principale. Il ristorante si chiama Seasons, e non è un ristorante qualsiasi. Il locale infatti è anche caffetteria e laboratorio di produzione di pasta fresca.
Ma, per rispondere alla “domanda” della clientela, ha anche la “Piccola Locanda B&B” al piano di sopra, una casa vacanze denominata “Tre Archi House” nella vicina via Pasubio, a meno di 100 metri e, dall’inizio di quest’anno, gestisce pure l’Hotel Centrale in piazza della Stazione, un albergo storico, famoso in tutta Italia. Lì dormivano Mina, Lucio Dalla, Gino Paoli e altri cantanti del Cantagiro nel 1970 e 1971; dalla terrazza che si affaccia su Piazza Dante tenne un comizio memorabile Pietro Nenni, all’epoca segretario nazionale del Psi…
In tutto, tra Locanda, casa vacanze e Hotel, una cinquantina di posti letto. Che, racconta Stefano Poggiani, sono quasi sempre occupati, tutti i giorni della settimana. Lavoratori che arrivano il lunedì e ripartono il venerdì, rappresentanti di commercio, ferrovieri e addetti ai convogli “privatizzati”, ma anche turisti, molti dei quali arrivano in moto o in bicicletta, sia italiani che stranieri. In effetti di bici e moto posteggiate davanti al Season se ne vedono parecchie. “Abbiamo cercato di dare una risposta alla domanda, diversificando l’offerta con il B&B e l’Hotel…Il tutto con una formula molto smart e una gestione unica con il ristorante-caffetteria…
Caffetteria che è anche un punto di riferimento per i giovani (e non solo i giovani) del posto sia per la colazione del mattino, che per l’apertivo delle 19,00 e pure per la pizza… Il locale all’interno è piccolo, non ha molti posti, ma fuori ha un gazebo che qualcuno chiama “il trenino” utilizzabile sia d’estate che d’inverno e da maggio a ottobre inoltrato ha anche uno spazio esterno raccolto, ma capiente, con tende e lucine che danno un’atmosfera molto francese…
Atmosfera francese, ma cucina molto italiana. Anzi molto legata alla tradizione del territorio, con i piatti tipici della Valdichiana a farla da padrone: la pasta è rigorosamente fatta a mano dalla madre di Stefano, la signora Maria, che sovrintende a tutta la cucina, insieme al marito Alido e alle 4 ragazze dello staff, Luigina, Letizia, Ilary e Maddalena . Il menù propone ovviamente pici, gnocchi e tagliatelle, al sugo di chianina, d’anatra o cinghiale, quello all’aglione è fatto con l’aglione Valdichiana che è presidio Slow Food. Anche i secondi e i contorni strizzano l’occhio alla territorialità e alla stagionalità, con l’anatra a porchetta con il finocchietto selvatico, il filetto ai porcini, il cinghiale alla cacciatora cotto nel coccio, il peposo alla fiorentina, l’agnello a scottadito come veri e propri must. Olio extravergine d’oliva tutto proveniente da frantoi della zona, formaggi delle colline di Pienza e vini che arrivano per lo più da Montepulciano e dall’area del Chianti. Quello della casa è di un’ottima cantina di Trequanda. Anche torte e crostate sono fatte in casa…
“Cucina della memoria” la definisce Stefano Poggiani, con chiaro riferimento alla tradizione e alla tipicità, alla cultura materiale di questa terra…
Anche la pizza viene preparata con farine speciali della Valdorcia e della Valdichiana, macinate a pietra e ad alta digeribilità. “Per noi la pizza è un prodotto della tradizione popolare e per questo non andrebbe snaturata”. Ogni riferimento a Flavio Briatore non è puramente casuale.
La signora Maria è categorica: “qui non si usano prodotti congelati e semilavorati o precotti… Le uova usate sono sempre fresche e non pastorizzate”.
Insomma gestione familiare, ma anche un tipo di gastronomia molto “familiare”, e questo è uno dei punti di forza del Seasons che è sì un locale smart, diciamo pure adatto anche a gente in transito, che magari ha fretta, ma non per questo intende derogare a canoni di affidabilità e di qualità dell’offerta… E capita che qualcuno, una volta messosi a tavola,la fretta se la fa passare.
Le porzioni sono generose, come succedeva in campagna, l’attesa non è mai lunghissima e il prezzo è equo. Pizza e birra artigianale media, 15 euro, se la pizza è “base” con 11-12 te la cavi… Per una cena, dall’antipasto al dolce possono bastare 40-45 euro. Ma siccome i piatti sono abbondanti e la scelta ampia si può mangiare, con soddisfazione del palato, anche con con una spesa compresa tra i 18 e i 35 euro.
La formula finora si è rivelata vincente, perché l’azienda che ha aperto nel 2015 in 7 anni (e nonostante la pandemia) è cresciuta. Come dicevamo, ha diversificato l’offerta e si è consolidata e adesso a Chiusi Scalo è una certezza e un approdo sicuro. Le maestranze sono molto giovani, tutte fanno tutto, ma lo fanno bene. Con professionalità e cortesia, il che non guasta mai.
Stefano Poggiani ha scommesso su Chiusi Scalo e un po’ anche su se stesso e sui suoi collaboratori (che poi, a parte il padre, sono tutte donne) e per ora la scommessa l’ha vinta. Ci ha messo coraggio perché Chiusi Scalo da qualche anno a questa parte ha subito una sorta di desertificazione. Grazie a iniziative come quella di Stefano adesso sta cercando di risalire la china e riguadagnare terreno. La risposta che ha ottenuto è stata ed è incoraggiante e Chiusi Scalo ne ha tratto giovamento e una immagine più dinamica e al passo coi tempi e con le tendenze.
Di bar che propongono anche pasti pronti e veloci a pranzo e a cena ce ne sono molti. Ma non sono ristoranti veri. Di ristoranti veri che fanno anche caffetteria-bar-aperitivi non moltissimi, Seasons a Chiusi Scalo è uno di questi. E in più offre pure la possibilità di pernottare e di fermarsi in un posto comodo, a due passi dalla stazione ferroviaria, a pochi chilometri da 2 caselli autostradali, sul confine tra Toscana e Umbria. Un posto in cui fare base per visitare Perugia, Siena, Orvieto, Montepulciano, Pienza. Città della Pieve, il Trasimeno… e anche Chiusi di cose da vedere ne ha parecchie. Musei, cattedrale, catacombe cristiane e tombe etrusche sono a meno di 10 minuti di auto…
m.l.