GUERRA, SICCITA’ E PREZZI ALLE STELLE NEI SUPERMERCATI. IL CASO COOP: CON IL PASSAGGIO DI 29 PUNTI VENDITA A UNICOOP FIRENZE, LA CLIENTELA CI HA GUADAGNATO?
CHIUSI – C’è chi sostiene che sia colpa della guerra in Ucraina che ha fatto schizzare i prezzi dell’energia e quindi dei trasporti e anche del grano e quindi dei prodotti derivati, c’è chi sostiene che più della guerra la causa sia la perdurante siccità che ha messo e sta mettendo in ginocchio agricoltura, produzioni ortofrutticole e zootecnia, quindi tutte le filiere alimentari.. Fatto sta che i prezzi al dettaglio nei supermercati sono lievitati in maniera sensibile. E ogni giorno continuano a salire. E gli scaffali sono più vuoti e meno forniti. Nei negozi e supermercati Coop, quelli che dovrebbero essere più vicini ai consumatori, perché sono di proprietà degli stessi consumatori-soci, la differenza salta agli occhi, più che altrove. Non perché siano più cari degli altri (in qualche caso lo sono, però), ma proprio perché dalla Coop, per le caratteristiche intrinseche della Coop, uno non se lo aspetterebbe. In Valdichiana, per quanto riguarda i supermercati Coop, dall’inizio del 2022, prima cioè dell’esplosione del conflitto in Ucraina, c’è anche un altro fattore che sembra aver inciso in maniera piuttosto evidente sia sull’offerta che suoi prezzi: il cambio di manico. Ovvero di proprietà e di gestione. Nelle province di Siena e Arezzo infatti 29 punti vendita (dai negozi di vicinato agli ipermercati) sono passati da Coop Centro Italia con sede a Castiglione del Lago, a Unicoop Firenze. Il passaggio è avvenuto tramite la società “Terre di mezzo”, controllata al cento per cento da Unicoop Firenze. Il cambio di marchio con il tesseramento soci alla nuova gestione è partito nel mese di gennaio 2022. Da allora i punti vendita di Chianciano, Chiusi, Sarteano, Acquaviva, Torrita di Siena, Sinalunga, San Quirico d’Orcia, Torrenieri, Montalcino, Serre di Rapolano, Rapolano, Buonconvento, Asciano, Taverne d’Arbia, Monteroni d’Arbia, Siena San Miniato, Castellina in Chianti, Castellina Scalo, Radda in Chianti, San Rocco a Pilli, Rosia, San Gimignano per quanto riguarda la provincia di Siena e Foiano della Chiana, Monte San Savino, Castiglion Fiorentino, Camucia, Terranuova Bracciolini, Subbiano, Bibbiena per la provincia di Arezzo, sono passati sotto l’egida di Unicoop FI.
Secondo i consumatori (basta andare a fare la spesa e sentire i commenti della gente) la clientela nel cambio non ci ha guadagnato, tutt’altro: la scelta è diminuita e i prezzi sono lievitati. E sui social si leggono anche commenti allarmati e piuttosto drastici sia sul peso effettivo dei soci nelle decisioni, che sulle condizioni di lavoro dei dipendenti, che già non erano ottimali prima e adesso sembrano addirittura peggiorate. Il Partito Comunista parla di “sfruttamento legalizzato” e sollecita le maestranze a prendere atto della situazione a farsi sentire. Anche con l’arma dello sciopero…
“Non sembri una contraddizione, perché ormai Coop, nonostante la veste cooperativa, è un’azienda commerciale come tutte le altre e i supermercati Coop sono supermercati come tutti gli altri, piegati alla logica del profitto”., dice Nicola Bettollini del PC Valdichiana. “Con buona pace, di coloro che alla fine dell’800 cerarono le prime cooperative di consumo, come quella di Sesto Fiorentino, da cui ha preso origine Unicoop Firenze, che oggi è la prima cooperativa di consumatori della Toscana, la seconda a livello nazionale, con 1.079.885 soci, 106 punti vendita, 7.800 dipendenti e un patrimonio netto di un miliardo e 700 milioni di euro.
Con il passaggio sotto le insegne di Unicoop Firenze, rispetto alla precedente gestione Coop Centro Italia, per i punti vendita della Valdichiana si è allontanato anche il centro direzionale e il magazzino-rifornimenti che prima era a Castiglione del Lago e anche questo, alla luce dei fatti, sembra aver creato qualche falla. Il cambio di insegne è stato presentato e spiegato come un’operazione per “sviluppare nuove sinergie fra le due cooperative, con l’obiettivo del miglioramento dell’efficienza delle rispettive strutture organizzative”. Sui social però c’è anche chi parla di acquisizione o incorporazione dei 29 negozi, “per salvare Coop centro Italia”, la quale dalla cessione della nuda proprietà delle strutture in questione ha incassato 85 milioni di euro. E c’è anche chi ironizza sul famoso slogan “La Coop sei tu”: “No, la Coop sono loro, tu ci vai solo a fare la spesa spendendo più che altrove… E se hai la tessera di socio non conti una beata mazza… “.
Ecco, per evitare equazioni troppo semplicistiche e vagamente qualunquiste e populiste e proprio per la storia della Coop, i vertici Coop e la politica locale dovrebbero spiegarla meglio l’operazione fatta a gennaio scorso. Ai soci e all’utenza in generale. Perché con la strategia de silenzio e dei prezzi perennemente in salita, i supermercati Coop rischiano di perdere non solo il vecchio appeal, legato a questioni di “appartenenza”, ma anche quote consistenti di clientela. Anche nella logica del mercato perdere clientela e fidelizzazione non è certo un bene.
m.l.
Con quel nome da Signore degli Anelli, la società richiama in mente il protagonista della situazione, e non è un bel richiamare per chi si occupa di commercio. Scherzi a parte, è chiaro che c’è una congiuntura difficile, ma se trovano problemi nel gestirla loro – che sono un colosso (seppur di medie dimensioni) -, i piccoli come possono sperare di resistere?
Enzo, cosa ancora ci vuole per far intendere che tutta questa che vediamo è storia già scritta ? Ci si meraviglia ? Di cosa ? Ma va bene così….e siccome come intenzione giustificatoria agli occhi del popolino che conta meno che nulla si dice che è questione della guerra all’Ucraina e della siccità(questa cosa più plausibile di certo( allora il popplino sarà bene che si facca domande sulle sanzioni ad un paese di 8 fusi orari stabilite da chi lo stesso popolino ha votato.O questo non c’entra una mazza ? Non si crede che ancora questa storia potrà perdurare fino all’ultimo ucraino ? Quando si renderanno conto che servano le mutande di ferro dalle alpi alle piramidi tali di essere indossate dal popolo italiano che ha stabilito senza reagire su alcunchè sulla giustezza o meno delle sanzioni ? Sono quelli che ci dicono ogni sera che non è giusto barattare il significato della libertà con il diritto dei popoli, quando loro stessi obbediscono ai diktat ormai diventati normalità che provengono da oltre atlantico.Questi hanno prodotto la guerra perchè la guerra vogliono, non sò se lo si è compreso abbastanza.ma dopo il rincaro dei prezzi al consumo ci sarann i rinacari del gas e della benzina e quando lo sttao avrà le casse vuote e la facoltà di non ripagare più i debiti verso i conferimenti europei li vadano a chiedere a Putin i rubli per pagare il gas ed altre risorse base, oppure crediamo che l’Algeria e l’Angola siano nazioni con una economia stabile tale e che sulla quale ci si possa basare per comperare le materie prime ? La Russia deve perdere ! Queste le parole di Draghi e tutti d’accordo,anche la reticente Germania….e allora non ti sembra un abbaiare alla luna da parte di quei partiti che hanno voluto questo pigiando sul moralismo quando in casa loro non sanno cosa questo sia e non lo sanno nemmeno coloro che tali partiti votano perchè credono che non sia possibile che si vada verso una terza guerra mondiale ? Succede sempre così, poi qualcuno che si sveglia al mattino e reagisce alle provocazioni che secondo noi non sono provocazioni ma conseguenze di difesa di aneliti di libertà ci fà volare qualche uovo di Pasqua sulla testa. E’ la lotta fra il bene ed il male ci dicono….ma va bene così per gli acefali di ogni razza ed ognuno si merità quello che è e quello che ha….
Carlo,è noto che io mi sono schierato contro l’invio delle armi e per un tentativo diplomatico della crisi ucraina. Come cliente abituale (socio addirittura) della Coop vedo una lievitazione dei prezzi che mi risulta incomprensibile. Ma se facciamo la politica del km0, se riusciamo a contenere il costo di “spostamento” delle singole derrate, è chiaro che posso realizzare un’economia di scala che consente di “spalmare” il risparmio realizzato sul pomodoro anche sulla banana (che difficilmente posso avere a km0 – a meno di non essere quel coltivatore che, oltre alle ciliegie “paesane”, vendeva anche le banane “paesane” (in famiglia, ancora ci ridiamo a distanza di anni)) -. Dipende dalla politica di tutela che fai. Personalmente, aldilà dell’ironia piuttosto facile sul nome “Terre di Mezzo”, mi fido di Coop o, almeno, mi fido di Coop più di altri. Ovvio che, come consumatore, sono pronto a tradire la mia fiducia “alla prima occasione”. Ma questo lo sa anche Coop: è un amore instabile, il nostro 🙂
LA COOP SEI TU, CHI PUO’ DARTI DI PIU’?. E’ un slogan bello ma ormai superato. Sono d’accordo con Enzo Solera si tratta di un Amore instabile ma pur sempre Amore. Anch’io vado allo Coop (che credo più affidabile della concorrenza) ma sono pronto a tradirla se le situazioni commerciali cambiamo.
P.S. Ogni tanto compro frutta e verdura dal contadino (i cosidetti Km O) ma la merce costa anche lì e nessuno ti regala niente ovviamente…