OPERAIO MUORE TRAVOLTO DA UN TRENO A PONTICELLI. LAVORAVA PER UNA DITTA APPALTATRICE. IL PROBLEMA DEGLI APPALTI, I SINDACATI SCRIVONO A RFI

OPERAIO MUORE TRAVOLTO DA UN TRENO A PONTICELLI. LAVORAVA PER UNA DITTA APPALTATRICE. IL PROBLEMA DEGLI APPALTI, I SINDACATI SCRIVONO A RFI
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CITTA’ DELLA PIEVE – Due giorni fa un operaio napoletano di 55 anni ha perso la vita mentre stava lavorando sulla linea ferroviaria lenta Firenze-Roma, all’altezza della stazione di Città dell Pieve, frazione Ponticelli. E’ successo martedì mattina intorno ale 11,30. Aniello Alaia, questo il nome dell’operaio, è stato travolto da un treno in transito, precisamente il regionale 4101. La vittima alloggiava a Fabro insieme ad altri colleghi, tutti dipendenti di una ditta privata della Campania e al momento dell’incidente stava facendo lavori di manutenzione elettrica alle canaline a lato della ferrovia, lavori in appalto da RFI.
L’operaio è morto sul colpo. La Procura della Repubblica di Perugia e gli inquirenti, dopo l’accaduto, hanno sentito sia i colleghi dell’operaio napoletano che il macchinista del treno che lo ha investito. RFI ha espresso «cordoglio e vicinanza ai familiari dell’operaio di una ditta appaltatrice esterna, deceduto mentre era impegnato in alcuni lavori lungo la linea storica Firenze-Roma, in prossimità della stazione di Chiusi.” e fa sapere che “la dinamica di quanto accaduto è al vaglio delle competenti autorità alle quali Rfi sta offrendo tutta la necessaria collaborazione».

«Abbiamo appreso la notizia che martedì, a distanza di qualche settimana da un altro evento, ancora una volta, nel nostro territorio è accaduto un incidente, questa volta purtroppo mortale, ad un lavoratore di una ditta in appalto operante in ambito manutenzione infrastruttura per conto di Rfi», comincia così una lettera che le segreterie regionali della Toscana e dell’Umbria di Filt Cgil, Fit Cisl, Uilt, Ugl, Fast e Orsa hanno scritto a Rete Ferroviaria Italiana e che così continua: “Non abbiamo ancora avuto occasione di effettuare un incontro sull’evento passato per avere chiarimenti sulla dinamica e le eventuali responsabilità che hanno portato all’incidente e non siamo ancora in grado di conoscere i dettagli di questa nuova disgrazia, ma è assolutamente inaccettabile che, a distanza di poco tempo, nel territorio di competenza della Doit Firenze, in territorio Umbro, si siano verificati due incidenti di tale gravità, durante lo svolgimento di lavorazioni in ambito ferroviario. Nel sottolineare l’estrema pericolosità a cui si è esposti mentre si opera in ambito ferroviario, analizzando il fatto che entrambi gli incidenti hanno interessato lavoratori appartenenti a ditte esterne ed ancora prima di conoscere i dettagli dei tragici eventi sopra menzionati, ci sentiamo in dovere di richiamare e ribadire ancora una volta la massima attenzione, da parte della committenza (Rfi), nel controllare e vigilare sulle condizioni in cui questi lavoratori svolgono le proprie mansioni. Più volte abbiamo segnalato il fatto che i lavoratori di alcune ditte sono costretti ad operare con scarsa professionalizzazione o con ritmi eccessivamente elevati e prolungati senza un adeguato recupero psicofisico.”

Le segreterie regionali dei sindacati di categoria chiedono a Rfi  “di procedere ad una attenta verifica in merito alla corretta applicazione di tutte le regole indispensabili, per una ditta esterna, per poter operare in ambito ferroviario e verificare anche che i lavoratori siano in possesso delle abilitazioni necessarie, siano adeguatamente formati ed informati sulle corrette procedure applicative, abbiano fruito del riposo minimo di legge”. “Non riteniamo più tollerabile – scrivono i sindacati – il ripetersi di incidenti sul lavoro che portano anche alla morte dei lavoratori e questi tragici eventi devono obbligatoriamente portare ad un approfondimento in merito all’effettuazione della attività di manutenzione della infrastruttura ferroviaria che si dimostra essere una attività altamente pericolosa e che necessita di una elevata professionalizzazione ed un adeguato recupero psico fisico dei lavoratori impiegati”.

Insomma i sindacati pongono il problema dei lavori in appalto e delle condizioni in cui questi, spesso vengono svolti. Problema che riguarda anche i controlli da parte di RFI e le garanzie che le ditte appaltatrici debbono fornire. Si chiama privatizzazione o esternalizzazione. La questione è seria, gli incidenti e i morti sul lavoro ne sono la dimostrazione lampante.  Quando la logica prevalente e imperante è solo quella del risparmio e dunque del profitto, facendo passare in secondo piano la sicurezza di chi lavora e (trattandosi di opere ferroviarie) anche di chi utilizza il servizio, questi sono i risultati. E non sono risultati da Paese civile.

Nella foto (Umbria On): i soccorsi, purtroppo inutili all’operaio travolto dal treno a Ponticelli

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