CHIUSI, LA PROSTITUZIONE DI UN TEMPO E QUELLA DI ADESSO…COME E’ CAMBIATO IL MERCATO DEL SESSO
CHIUSI – C’è stato un tempo – lo scrivevamo anche ieri in altro articolo – in cui Chiusi e in particolare Chiusi Scalo erano davvero un “porto di mare”: dagli anni ’20 alla fine degli anni ’80, con in mezzo la crisi del ’29 che spazzò via un fiorente tessuto industriale e la guerra che vide la città uscirne con il 90% degli edifici inagibili e lesionati e la stazione rasa al suolo, a Chiusi c’è sempre stato molto “movimento” di merci e di persone. Come in certe città di frontiera americane che si vedono nei film… C’era anche Chianciano che all’epoca tirava come una locomotiva e Chiusi di Chianciano era il terminale logistico… Dove girano persone e merci girano anche i soldi. Dove le attività produttive e commerciali crescono cresce il benessere diffuso, ma si creano anche nuove esigenze. Nuovi bisogni. Per chi ci viene a lavorare, per si trova a transitare o a sostare per qualche ora o per una nottata… E così, insieme ai bar, ai cinema, alle trattorie, ai ristoranti, e perfino ai negozi di barbiere o di soli cappelli e cravatte (all’epoca c’erano anche quelli a Chiusi), cresceva anche un altro tipo di domanda, più sotterranea, ma sempre inerente, diciamo così, ai “servizi alla persona”. Parliamo del mercato del sesso. Chiusi per decenni è stata una specie di piccola mecca in tal senso. La città cresceva, appunto, e su questo terreno faceva concorrenza anche a Chianciano. La prostituzione da strada, quella esercitata dalle “lucciole” che sostavano sotto i lampioni era piuttosto diffusa. Le “lucciole” facevano parte del paesaggio, come l’arredo urbano in via Cassia Aurelia, nei pressi del distributore Agip tra Chiusi Città e Chiusi Scalo, ma anche appena al di là del vecchio e famigerato Passaggio a livello, dove un tempo c’era il consorzio agrario di Perugia. Poi c’erano gli alberghetti o le dependence degli alberghi in cui le signore e signorine di cui sopra spesso passavano la notte e il più delle volte continuavano ad esercitare il loro mestiere. In ambiente un po’ più confortevole dei sedili di una 600…
Ma c’era anche la prostituzione d’alto bordo, per clienti più facoltosi, che venivano apposta anche da fuori. Un mercato fiorente e per tutti i gusti e tutte le tasche. Le “Lucciole” che operavano su Chiusi, spesso venivano da Roma, arrivavano in treno e ripartivano in treno, il “popolo della stazione” (ferrovieri, tassisti, conduttori degli alberghi di Chianciano, autisti delle autolinee, camerieri del buffet…) le conosceva benissimo. Qualcuno ne approfittava, magari offrendo in cambio un passaggio o un biglietto per il pullman o per il treno. Scambio amichevole, economia del baratto. Alcune erano giovani e attraenti, altre un po’ meno giovani e anche meno attraenti. Ma anche la clientela era diversificata e tutte sbarcavano il lunario.
Chiusi sembrava un film di Dino Risi. Ora, quella Chiusi in bianco e nero, vivace, frenetica, quasi tumultuosa, non esiste più. Molte delle attività che c’erano allora non ci sono più. Hanno chiuso i battenti da anni, in qualche caso decenni. E anche il mercato del sesso non è più quello di allora. Ma a differenza di altre attività che hanno abbassato la saracinesca, quella ha cambiato strategie, luoghi, modalità. Ma resiste.
Si tratta del mestiere più antico del mondo e adesso con facebook, whatsapp, twitter, e in generale con internet è decisamente più facile da un lato fare promozione del servizio, dall’altro reperire il servizio stesso per chi ne ha necessità. Adesso, rispetto agli anni ’60-70-80 a Chiusi non c’è più la prostituzione da strada, quella classica sotto i lampioni… Ma pare – a sentire quanto si mormora in giro – che l’offerta non manchi, che ci siano dei luoghi deputati, dove avviene l’adescamento e anche che rispetto agli anni del boom, adesso si sarebbe abbassata e di parecchio l’età delle operatrici, il che renderebbe il servizio molto più appetibile. Non solo: facendo i conti tra lira ed euro e considerando l’inflazione e l’impennata dei prezzi di qualunque prodotto, il sesso sembra venga venduto a prezzi di realizzo. Questo perché la concorrenza a mezzo social sarebbe molto agguerrita. Si parla di 20-30 euro per una prestazione rapida, 50 per qualcosa di più… Prenotazione on line, come la pizza. Si mormora che ci sia gente che ci si sta giocando la pensione… Ma ognuno coi soldi suoi ci fa quello che meglio crede.
Abbiamo parlato di “operatrici”, ma la novità, sempre rispetto al passato, è che adesso ad esercitare sarebbero anche degli “operatori”. Sembra infatti in netta crescita la domanda e di conseguenza anche l’offerta di prostituzione maschile e non solo femminile. Anche in questo caso gli operatori sarebbero molto giovani. Insomma carne fresca, facilmente contattabile via web. Ragazze e ragazzi sia del posto che provenienti da fuori: per lo più Perugia, ma anche Arezzo o Roma. C ‘è anche chi parla di giovani (e non solo giovani) del territorio che “arrotondano” facendo video e filmini hard che poi finiscono sui social e di case di produzione con sede in provincia di Siena e di Firenze… Qualcosa di molto toscano, sui siti porno in effetti c’è.
Questo è ciò che racconta “Radio Piazza Dante”. Nulla di scandaloso., intendiamoci. La prostituzione c’è sempre stata e sempre ci sarà. Non è neanche reato, il reato è lo sfruttamento della prostituzione. E questo è il problema. Cioè se dietro il mercato sottotraccia del sesso a pagamento ci sia un racket che organizza, smista, procura operatrici e operatori. Se qualcuno o qualcuna è costretto a farlo. Se c’è qualche soggetto minorenne. Se oltre al sesso si vende anche droga… Non sarebbe la prima volta, neanche a Chiusi.
Secondo alcune voci, la decisione di RFI di chiudere di notte i bagni della stazione sarebbe dovuta proprio alla volontà di evitare questo tipo di “movimenti”. Qualcuno segnala lo stato di assoluto degrado in cui versa il sottopasso pedonale che ha sostituito il vecchio Passaggio a livello e tutta l’area che dal sottopasso va verso il grande posteggio, prima della rotonda per Po’ Bandino, degrado che con la prostituzione forse non c’entra niente. O forse sì, perché quella sarebbe una delle aree in cui avvengono i rendez vous…
Del problema la gente ne parla, ma solo sottovoce. Il timore principale sembra essere quello di scoprire che a prostituirsi siano magari giovani insospettabili. Ovviamente qui stiamo parlando di prostituzione femminile e maschile che non è esattamente quella da strada, ma ci va molto vicino. Diciamo servizio rapido low cost. Che segnala – diciamolo – anche un degrado sociale, difficoltà a mettere insieme il pranzo con la cena. Con la vendita di sé stessi come unica carta da giocare.
Poi c’è anche la prostituzione di più alto livello, quella delle escort di lusso e dei gigolò che arrivano all’appuntamento con la T-Rock o la Bmw X1… Anche quella c’è sempre stata e sempre ci sarà. Ma è un’altra storia.
Piccola nota finale: se la escort, il gigolò o anche la giovanissima prostituta (o prostituto) che si vende per 20 euro sono “immigrati” e anche “meticci” o “colored” nessuno tra gli utenti ha da ridire e nessuno bofonchia “io li manderei tutti a casa loro!” Questi, gli immigrati, vanno benissimo. Sono quelli davanti ai supermercati che a molti danno fastidio.
m.l.
E nella scuola????????
in che senso? Nella scuola cosa? stai lasciando intendere che ci sia prostituzione anche nella scuola? O cosa?