FESTA DELLA COSTITUZIONE, LA GUERRA SCOMPARE ANCHE DAL RESOCONTO DELLA RIVISTA NAZIONALE DELL’ANPI. ALTRO CHE AUTOGOL!
Sulla rivista Patria Indipendente, organo ufficiale dell’ANPI a livello nazionale, è uscito un bel resoconto sulla Festa della Costituzione che si è svolta a Trequanda dal 2 al 5 giugno, per iniziativa di Anpi Valdichiana. Un resoconto dettagliato, puntuale sui temi trattati dai vari relatori, sui vari articoli della Costituzione messi sotto la lente di ingrandimento, ma anche sul clima che si respirava a Trequanda, tra la gente che ha partecipato, numerosa, all’iniziativa. Un articolone, insomma, di quelli che possono giustamente inorgoglire gli organizzatori, perché non capita tutti i giorni di trovarsi sulle pagine di una testata nazionale, anche se “interessata”. Anche nel resoconto, molto ampio, non c’è però alcun riferimento se non la rapidissimo cenno, un “inciso” tratto dall’intervento del segretario nazionale di Anpi, Pagliarulo, alla questione delle questioni, quella che ci sta tenendo tutti con il fiato sospeso e la paura addosso dal 24 febbraio.
Chi ha voglia spenda cinque minuti per leggere il pezzo a firma Natalia Marino, la direttrice di Patria Indipendente, e si diverta a segnare con un evidenziatore la parola “guerra”, e poi anche le parole “Ucraina”, “Russia” “Zelensky”, “Putin”, “Nato”… Niente. 1 solo segno verrebbe fuori. «Ora c’è la guerra – ha detto Pagliarulo – ma non partivamo da zero rilanciando un impegno centrato su “Persona-Lavoro-Socialità” dell’alleanza, tre parole mai state così drammaticamente attuali. Abbiamo però una grande forza: quella dell’associazionismo”.Tutto qui. Niente altro, in circa 260 righe di testo. Chi leggerà il resoconto di Patria Indipendente senza essere tato a Trequanda, non potrà che prendere atto che della guerra in Ucraina e delle sue implicazioni, alla festa della Costituzione non si è proprio parlato. Neanche un minuto. Altrimenti la puntualissima e attenta cronista lo avrebbe scritto, pensiamo…
Quando alla lettura del programma facemmo presente che secondo noi l’assenza di qualsiasi riferimento alla guerra era un clamoroso autogol al quale gli organizzatori avrebbero dovuto in qualche modo rimediare, anche in corso d’opera, ci fu risposto da Gianpiero Giglioni, a nome di ANPI Valdichiana, che il programma era stato stilato prima dello scoppio della guerra (motivazione risibile, perché in tre mesi sai quante modifiche si possono fare e quanti dibattiti si possono organizzare?) e che comunque se ne sarebbe senz’altro parlato, perché così avevano fatto sapere alcuni degli ospiti nazionali… Evidentemente non ne hanno parlato. Per l’ANPI, e per tutti i relatori presenti (Civati, Bindi, Flick, Fiano, Pagliarulo, Falcone… ) la guerra in Ucraina non fa notizia e siccome non era in programma, è stata sorvolata a volo d’angelo senza battere ciglio, parlando d’altro. Tutte cose importanti, ma in questo momento certamente meno “attuali” e meno pregnanti della guerra. A questo punto prendiamo atto che non è stata una clamorosa svista o un qui pro quo organizzativo, ma una scelta politica. L’Anpi non ha voluto parlare della guerra. E ha evitato di farlo. Secondo noi ha fatto male, molto male, ha perso una grande occasione, anche per rispondere alle critiche che ha subito nei mesi scorsi e per ribadire che la Costituzione oggetto della Festa di Trequanda, cui Natalia Marino ha conferito un “carattere nazionale” (parole sue) dice all’art.11, che “l’Italia ripudia la guerra…” .
Vedere una gloriosa associazione nata da una guerra e dalla lotta di liberazione dal nazifascismo svicolare così, di fronte ad un tema ineludibile che sta condizionando tutto il resto, fa male al cuore. Ma perché queste titubanze? Perché?
Marco Lorenzoni