STRADA PERUGIA-CHIUSI: IL PD SPINGE. TRASIMENO E CHIUSI ADESSO MARCIANO UNITI. PERUGIA CI STA, CON QUALCHE DISTINGUO

STRADA PERUGIA-CHIUSI: IL PD SPINGE. TRASIMENO E CHIUSI ADESSO MARCIANO UNITI. PERUGIA CI STA, CON QUALCHE DISTINGUO
0 Flares 0 Flares ×
 MOIANO – Infrastrutture, collegamento stradale Perugia-Chiusi, aggancio all’alta velocità ferroviaria… questi i temi principali dell’insolito meeting politico politico organizzato sabato scorso dal PD del Trasimeno e di Chiusi, presso la casa del Popolo di Moiano.  Insomma da ieri il PD dei due territori confinanti, vuole iniziare a ragionare insieme, secondo una logica di Area Vasta, che superi i confini regionali e antiche barriere anche culturali. A dire il vero l’incontro nella storica sede della sinistra di Moiano, la casa del popolo inaugurata da Togliatti, presa di mira dai fascisti con una bomba nel ’74, ha visto presenze di rilievo che vanno anche al di là delle aree del Trasimeno e della vicina Chiusi.
IL PARTERRE
C’erano infatti la consigliera regionale umbra Simona Meloni, il capogruppo consiliare Pd di Perugia Zuccherini, la consigliera regionale toscana Elena Rosignoli, il deputato umbro Walter Verini che è uno che nel Pd conta molto anche a livello nazionale, l’europarlamentare Camilla Laureti, il vice presidente della Provincia di Perugia Cristian Betti.
Insomma non si è trattato di un semplice faccia a faccia tra esponenti di partito di due aree confinanti. Oltre a sindaci e assessori del territorio lacustre e della Valnestore c’era il sindaco di Chiusi Sonnini e pure qualche sindaco o segretario “contiguo” come Roberto Cottini di Cetona, Marcello Fallarino di Chianciano. Ma c’erano anche sindacalisti, esponenti del mondo associativo, segretari di circolo. A fare gli onori di casa il segretario comprensoriale del Trasimeno Stefano Vinti, il sindaco di Panicale, presidente dell’Unione dei Comuni lacustri, Giulio Cherubini, per Chiusi, insieme a Sonnini anche la segretaria Simona Cardaioli e altri segretari di circolo e diririgenti. Un parterre di tutto rispetto dunque, diciamo pure da “grandi occasioni”.
UN TORMENTONE TRENTENNALE
Per noi di primapagina una piccola soddisfazione, perché il giornale di questi temi scrive da 30 anni, della Perugia-Chiusi ne ha fatto un tormentone… Vedere il Pd che al massimo livello nel comprensorio, sia di  qua che di là del fosso, assume il tema come una delle priorità della propria agenda politica ci fa dire che quella battaglia non era sbagliata e alla fine nonè stata fatta invano.  Peccato che il Pd ci arrivi adesso, dopo decenni e dopo aver perso la Regione Umbria, alcuni comuni come Città della Pieve, Chianciano, Tuoro sul Trasimeno… In ogni caso sempre meglio tardi che mai.
L’impressione che se n’è ricavata è che i Democratici lacustri hanno tutta l’intenzione di aprire una vera e propria vertenza con il Governo Regionale, per quello che gli compete, ma anche con l’esecutivo nazionale sul tema infrastrutture. Idem il PD della città etrusca per eccellenza appena d là del confine. Per noi che sul rapporto tra Umbria e Toscana abbiamo costruito un giornale nel 1990, l’incontro moianese è stato come ascoltare una piacevole sinfonia, pur avendo qualche perplessità sull’orchestra.
L’ISOLAMENTO DELL’UMBRIA E LA NECESSITA’ DI INFRASTRUTURARE IL TERRITORIO
Si è parlato dello storico isolamento dell’Umbria, della fragilità e inadeguatezza della rete infrastrutturale, di certi errori strategici del passato come – per fare un esempio – lo smantellamento della linea ferroviaria Perugia-Tavernelle che avrebbe dovuto poi dovuto raggiungere Chiusi (tramite la stazione di Panicale sulla linea Firenze-Roma a meno di 10 minuti dalla città di Porsenna) e togliere così la città di Perugia dallo “storico isolamento” di cui sopra e dare alla Valnestore il ruolo di corridoio e non di collo di bottiglia. E parliamo di una Val Nestore che era, prima della crisi degli ultimi 15 anni, uno dei “distretti industriali” più rilevanti dell’Umbria con molte aziende da centinaia di dipendenti. Oggi la situazione è cambiata, in peggio. Ma un corridoio stradale, che porti a compimento l’opera di adeguamento della Statale Pievaiola (che ora si ferma tra Tavernelle e Piegaro) per arrivare al nodo di Chiusi, potrebbe ridare senso e vitalità a tutto il territorio, sia umbro che toscano. E questo è il nodo principale su cui è ruotata la discussione a Moiano. Anche la stazione di Chiusi rispetto agli anni ’70-80, come la Valnestore, ha perso via via ruolo, treni, fermate, ma l’adeguamento  voluto da Rfi e Trenitalia nel 2017 (7 milioni di euro) e la fermata del Frecciarossa ottenuta nel 2019 ne hanno rilanciato l’immagine e la funzionalità. Ora può tornare ad essere un punto di riferimento per la Valdichiana senese, ma anche per la vicina umbria.
E’ dal prendere atto di tutto ciò, che nasce l’esigenza, emersa nel Pd sia del Trasimeno che di Chiusi, di  cominciare a “ragionare, lottare e programmare, attraverso un quotidiano dialogo istituzionale e politico”.  Insomma un ritrovato protagonismo, unitario, condiviso, che – dice il Pd – “deve vedere i cittadini tutti in prima fila”.  Qui c’è anche l’esigenza per il Pd, soprattutto sul versante umbro di recuperare terreno e di provare a riconquistare anche i comuni persi per strada e la stessa Regione ceduta al centro destra.
LA CONNESSIONE ALL’ALTA VELOCITA’ UN VALORE AGGIUNTO
“I nostri territori  chiedono di essere interconnessi con l’Alta Velocità, quindi colmare presto la carenza di infrastrutture interne. Dobbiamo sapere che non ci sono solamente le risorse del Pnrr, ma anche altri strumenti finanziari come i Fondi Strutturali”, così il segretario del Pd dell’area Trasimeno-Corciano Stefano Vinti che dunque pensa ad un Pd capace di recuperare pensiero politico ed elaborazione e anche partecipazione.
LA PERUGIA-CHIUSI, OPERA STRATEGICA
Cosa si deve intendere oggi quando si parla di Perugia-Chiusi, è presto detto. Bisogna portare a termine il lavoro di ristrutturazione della Pievaiola, fino a farla arrivare attraverso un radicale rifacimento dell’attuale tracciato  della strada del Fornello, a Chiusi superando quei 10 km di curve e bypassando l’abitato di Moiano. Questo per fare in modo che da Perugia si possa raggiungere il nodo ferroviario e autostadale di Chiusi e viceversa in meno di mezz’ora.
Sul come, saranno gli ingegneri a dirlo, sì perché potrebbero esserci anche altre ipotesi su come raggiungere l’obiettivo. Ad esempio la costruzione di un nuovo tratto stradale, sempre una decina di km che “aggiri” la collina e il bosco del Fornello, oppure collegare la Pievaiola alla Sr 71 via Macchie e realizzare una “variantina” per evitare Moiano… Ma questi sono aspetti tecnici non politici. Alla politica e alle istituzioni spetta la scelta di farla l’opera o non farla…
“La Perugia-Chiusi è un opera strategica  che contribuirà a togliere dall’isolamento storico il capoluogo regionale, per questo va realizzata, ultimata quanto prima” ha dichiarato forte e chiaro il capogruppo perugino Zuccherini, aggiungendo che porterà al più presto in discussione il progetto in Consiglio Comunale. Il fatto che anche nel Pd del capoluogo regionale c’è chi ritiene quell’ultimo tratto della Pievaiola fondamentale e strategico, non è cosa da poco. Vuol dire che non è solo la Valnestore o l’area del lago a chiederlo.
A questo proposito l’incontro moianese di sabato scorso ha evidenziato una frattura, con il segretario perugino del Pd Sauro Cristofani, il quale non solo non si è presentato, ma, all’invito aveva risposto “al Freccia Rossa a Perugia non rinuncio, meglio l’approdo a Terontola”, mostrando con ciò di non aver forse compreso bene quale fosse il tema in discusssione. Almeno quello principale.
E’ partito da un approccio storico-politico, Alessandro Torrini, storico dirigente castiglionese:
“Dobbiamo partire dalla convinzione che le infrastrutture sono la precondizione per lo sviluppo dei territori, questo è la storia che lo afferma. Ecco perché – ha proseguito – vanno realizzate anche in aree dove in quel momento c’è sottosviluppo. La logica del profitto, non può essere sempre il solo parametro per decidere gli investimenti soprattutto quelli dei servizi.  Il 2014 è stato l’anno in cui  la popolazione urbana ha superato per la prima volta quella rurale.. questo vale dal piccolo al grande: le frazioni verso il comune capoluogo che si può permettere tutti servizi, i comuni verso il capoluogo di provincia, regioni piccole verso regioni grandi, e così via… tutte le aree interne, se lasci fare al mercato, si desertificano”. Insomma lo Stato, la politica, devono tornare a governare, a dirigere, gli amministratori e la politica debbono smettere di fare i notai. La stessa Alta Velocità, per Torrini, “deve servire  per creare sviluppo non per soddisfare i grandi numeri di chi lo sviluppo già c’è l’ha. Il Pnrr destina infrastrutture al sud proprio per questo… per recuperare un gap.. quello che servirebbe all’Umbria”. Sulla stessa lunghezza d’onda l’intervento della consigliera regionale toscana Elena Rosignoli:  “Nella bassa Toscana, si è rimasti indietro come aree interne, agli anni ’60”, ha detto,  precisando che il PNRR finanzia soprattutto le ferrovie ed ha una gestione verticistica. “E’ attraverso i Fondi Europei, che si può realizzare questo genere di investimenti e va chiamata in causa anche l’ANAS”.
Il sindaco di Panicale Cherubini, presidente dell’Unione dei Comuni del Trasimeno, si è chiesto se ci sono le ragioni socio economiche per chiedere la infrastrutturazione  del territorio. La sua risposta è stata un forte sì.. “Quindi ora è una questione di scelte”,  scelte che chiamano in causa la Provincia e la stessa Regione, che deve modificare il Piano della Mobilità Regionale, includendo la ristrutturazione della strada del Fornello e la 71 Castiglionese…
LA BUFALA DELLA STAZIONE IN LINEA. ANCHE NEL PD AFFIORANO DUBBI…
Una battuta che ha strappato un scrosciante applauso è stata quella del Sindaco di Chiusi Sonnini quando ha detto: “Finalmente  si sconfina, si è parlato più di Chiusi oggi, che in molte riunioni a Siena”. “Le peculiarità sotto il profilo infrastrutturale della nostra città, vanno condivise con l’Umbria, solo così saranno valorizzate  a pieno”. Allargando  il discorso alla ristrutturazione della Chiusi Siena, Sonnini ha affermato che “anche Siena, al pari di Perugia, soffre d’isolamento”. A proposito della realizzazione di una eventuale stazione in linea, il sindaco di Chiusi è stato piuttosto drastico: “Realizzare stazioni in linea comunque le si chiami, sarebbe solamente uno spreco di denari pubblici, quando c’è già tutto e perfettamente funzionante nella stazione di Chiusi”. Che con la fermata del Frecciarossa esistente dal 2019 nel periodo giugno-dicembre, è già di fatto una stazione “semi -in linea” in quanto non è una stazione di testa, in cui i terni entrano e poi debbono tornare indietro per uscire, ma di fatto entrano ed escono, con un “aggravio” in termini di tempo perso per la fermata di circa 11 minuti. Quanto tempo perderebbe un treno Av per fermarsi in una stazione in linea? zero minuti? No, 7-8 minuti. tra decelerazione, fermata e ripartenza… Si possono spendere milioni di euro per risparmiare 3-4 minuti sulla tratta Napoli-Milano?
La strada Perugia-Chiusi consentirebbe all’area perugina e a quella che costeggia il Trasimeno, lato sud, di arrivare a Chiusi in meno di 30 minuti e quindi di agganciare l’alta velocità verso sud e arrivare a Roma in un’ora e 40 minuti al massimo… Poi, verso nord, far fermare a Terontola per 1 minuto, il Frecciarossa che arriva da Perugia non sarebbe uno scandalo… E si eviterebbe così ogni spreco per la stazione in linea.  Ed è quello che chiede un comitato che si è formato nel paese aretino. Sul nodo infrastrutturale di Chiusi il sindaco chiusino Sonnini ha anche rilanciato un vecchio progetto di area, che coinvolgeva anche l’Umbria e che è rimasto una scandalosa incompiuta: quello del centro intermodale, cominciato a costruire nei primi anni 2000 con una spesa finanziata dal Patto territoriale, di quasi 3 milioni di euro e mai nato…
Anche il sindaco di Cetona Cottini, ha sostenuto  che bisogna uscire dalla logica dei confini, per assecondare quella che è la quotidianità delle persone, delle aziende, dell’economia. La Perugia Chiusi va in questa direzione mettendo in connessione più agevole territori che sono già molto interconnessi di fatto…
IL NUOVO PROTAGONOSMO DEI TERRITORI E I RITARDI DELLA REGIONE
La consigliera regionale umbra Simona Meloni, capogruppo del Pd a palazzo Cesaroni, affermando che  “la politica, il governare delle Istituzioni, devono rispondere ai bisogni della gente” ha letto una lettera datata giugno 1978 e indirizzata ai dirigenti del partito di Perugia, Regione Umbria, Siena, Regione Toscana, Chiusi, in cui si parlava già della Perugia-Chiusi come una necessità impellente e si annunciava un incontro, nella sede del Pci chiusino per il 2 agosto dello stesso anno… Sono passati 44 anni… “Mi prendo l’impegno di portare quanto prima in discussione consiliare  il progetto” ha affermato Simona Maloni,, denunciando che “su questo versante, come in quello della sanità, la Regione a guida Centrodestra è oramai assente e inconcludente”.
L’On. Verini ha ha ammesso  che “gli interessi di queste popolazioni come di altre in Umbria, siano stati da troppo tempo mortificati”. Poi ha suggerito che questo problema della Perugia-Chiusi, così altri problemi legati alla carenza delle infrastrutture, diventino i problemi di tutta la Regione, insomma non isolarsi, quindi ben venga il dialogo tra territori interregionali… a livello politico, ma anche nel confronto con i sindacati, con la Confindustria, il turismo…
L’europarlamentare  Laureti, citando l’ex Presidente della Regione Umbria Bracalente e la sua idea dell’Italia Mediana, ha parlato di infrastrutture come una conditio sine qua non per rilanciare lo sviluppo, ma anche per la sopravvivenza dei territori: “I nostri territori offrono una qualità della vita senza eguali, ma se non si infrastrutturano, finiranno per essere sempre più marginali, con una cittadinanza sempre più vecchia, mentre al contrario c’è bisogno di ripopolare e rifar rinascere attività produttive”. E le attività produttive nascono e arrivano se ci sono condizioni favorevoli e non ostacoli insormontabili.
Cristian Betti  vice presidente della Provincia di Perugia e sindaco di Corciano ha chiuso l’assemblea. E’ partito da lontano, ricordando come Chiusi e Perugia, altro non erano che due splendide città etrusche (oltre il Tevere vivevano gli umbri), unite appunto da quella che oggi chiamiamo Pievaiola. Ha rivendicato che oggi, solamente il PD si sta interrogando sul che fare, per costruire un futuro per questi territori oggi marginalizzati. I Fondi Complementari possono coprire gli investimenti per le infrastrutture, questa la sua ipotesi. Quindi rivolgendosi ai Sindaci così come a tutte le altre Istituzioni, ha invitato tutti a portare in discussione nei propri Consigli Comunali, provinciali e regionali questo O.d.G. sulle infrastrutture ed a organizzarci attorno la partecipazione dei cittadini, delle categorie sociali.
Il Pd sembra intenzionato a ricominciare  a far politica. Speriamo non sia un fuoco di paglia. E speriamo, aggiungiamo noi, che alcune “precondizioni” e tasselli fondamentali (punti di appoggio e di forza) per poter parlare di infrastrutture, di Perugia-Chiusi, come la fermata del Freccia Rossa a Chiusi e a Perugia non vengano meno già con l’orario estivo. Se servirà anche sul versante toscano un intervento della Regione per cofinanziare il servizio, come avviene in Umbria, se ne parli. Il governatore Giani il 13 giugno 2021 a Chiusi si disse disponibile, purché la fermata fosse garantita tutto l’anno…  I territori di confine debbono “aggiungere” qualcosa, non togliere. Negli anni hanno visto tagliare molte cose, hanno perso potere contrattuale e servizi. Adesso è il momento di invertire la tendenza. Il Pd con molto ritardo sembra averlo capito. Come sembra aver capito che è meglio marciare uniti che in ordine sparso o addirittura l’un contro l’altro armato.
r.c.
0 Flares Twitter 0 Facebook 0 Google+ 0 Email -- LinkedIn 0 Pin It Share 0 0 Flares ×
Consorzio di bonifica
Mail YouTube