IL CARDINALE ZUPPI SOSTITUISCE BASSETTI ALLA GUIDA DEI VESCOVI. ORA LA CEI E’ PIU’ A SINISTRA DEL PD
CITTA’ DELLA PIEVE – Papa Francesco non si smentisce. E dopo le parole dette a più riprese sulla questione Ucraina, decisamente contro corrente o quantomeno non allineate al coro bellicista, anche nei fatti il pontefice sembra voler tenere la barra dritta in una certa direzione. Ed è una direzione “rivoluzionaria”, dato che stiamo parlando del Vaticano e non della Corea del Nord.
E’ infatti un avvenimento rilevante e in un certo senso rivoluzionario, la nomina del cardinale Matteo Maria Zuppi a Presidente della CEI, al posto del cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia e Città della Pieve (Foto a destra) che a quanto pare si ritirerà proprio nella città del Perugino, come il premier Draghi.
Già Bassetti ha tenuto una linea aperta e si può considerare una figura “progressista”, ma il cardinale Zuppi, arcivescovo di Bologna, va oltre. Lo chiamano “il cardinale degli ultimi”, la sua storia comincia come “prete di strada”. Viene dalla Comunità di San’Egidio, roccaforte del cattolicesimo democratico e, appunto, progressista, ha dedicato tutta la vita ai bambini svantaggiati, ai migranti, ai senza fissa dimora, ai disabili, ai tossicodipendenti, ai carcerati, agli emarginati, agli “invisibili”…
Matteo Maria Zuppi è stato figura di spicco e mediatore nel processo che, nel 1992, ha portato alla pace in Mozambico, che pose fine a oltre 15 anni di guerra civile. È stato una figura-simbolo della cooperazione in Africa. Sull’accoglienza dei migranti, in piena sbornia sovranista, quando Salvini imperversava a reti unificate e chiudeva i porti disse: “L’accoglienza non è un incubo da evitare, è il modo in cui la società cresce, ringiovanisce, matura. Siamo di fronte al rischio di non commuoversi più per la condizione di chi non ha nulla o è in pericolo”.
Paolo Ferrero, già segretario di Rifondazione Comunista ha così commentato la nomina di Zuppi a presidente della Cei: “E’ una bella notizia in un momento in cui scarseggiano. Il cardinale Zuppi è quello che ha riaperto le porte della Chiesa a un compagno come Eugenio Melandri. Ricordo ancora la gioia di Eugenio, missionario comunista e pacifista, nella sua prima e purtroppo ultima messa dopo decenni. Non mi era mai capitato di intervenire durante una messa ma Eugenio voleva che prendessi la parola come segretario di Rifondazione Comunista. Compagno viene da cum panis e lui rientrava nella Chiesa da comunista. Ringraziai qualche tempo dopo il cardinale Zuppi a Roma al termine di un dibattito sull’Apocalisse con il mio vecchio amico Franco Berardi. Un cardinale che discute con un comunista autonomo visionario come Bifo alla guida della CEI non si era mai visto. Zuppi disse cose assai condivisibili che mi è capitato di citare. Ricordò anche gli anni in cui nel lavoro sociale nelle borgate romane incontrava i militanti comunisti. E disse che alla fin fine avevano ragione loro, che non basta la carità se non si modificano alla radice le cause strutturali della povertà e dell’esclusione. Ora che ci penso è probabilmente l’unico cardinale con cui ho parlato in vita mia. Tempo fa ho visto la sua foto a un tavolo con la bandiera della pace. Buon lavoro a Zuppi che fa cose”.
Fa specie vedere una CEI più a sinistra del Pd. E forse non è un caso che anche sulla guerra in Ucraina il giornale meno schierato sulla linea del pensiero unico atlantista e bellicista sia Avvenire.
Qualcuno potrà obiettare che ci vuole poco a ritrovarsi più a sinistra del Pd. E questo è vero. Il problema, però, è che di figure e organizzazioni a sinistra del Pd ce ne sono tante, ma tutte in ordine sparso, con consensi da prefisso telefonico, spesso l’una contro l’altra armata e incapaci, tutte, di trovare una sintesi e una strada comune.
Qualcuno dirà che sodalizi e organizzazioni come a Comunità di Sant’Egidio, pur facendo opera meritoria, hanno contribuito e contribuiscono a spostare lo stesso tema dell’accoglienza, dell’inclusione, della solidarietà verso la deriva della carità, rispetto al dovere di intervento sociale da parte dello Stato. Ed è vero anche questo.
Però in un quadro come quello attuale, dove non manca chi sparerebbe sui barconi coi migranti e dove si sta cercando di risdoganare anche a livello di lessico quotidiano termini che sembravano consegnati alla storia, come “terza guerra mondiale”, Guerra globale”, “opzione nucleare” , per abituarci all’idea che le controversie e le questioni di mercato si possano risolvere con le armi, una notizia come la nomina del “Cardinale degli ultimi” a presidente dei vescovi italiani è una notizia che dà speranza. Ed è anche un segnale inequivocabile che Papa Francesco ha voluto dare alla politica. E’ un messaggio di pace.
A qualcuno probabilmente non piacerà. Il suo predecessore cardinal Bassetti invece crediamo abbia apprezzato la scelta scelta del papa e anche noi – pur guardano le cose e il mondo da un’ottiva laica e non religiosa – battiamo sommessamente le mani. Di figure come Matteo Maria Zuppi nei posti di prestigio e di comando, più ce ne sono e meglio è.
Marco Lorenzoni
Nella foto: il cardiale Zuppi con Papa Francesco (da Corriere della Sera)
Caro direttore,questa la dice lunga sul calo dei fedeli !
Le chiese sono sempre più vuote,anche perché prima c’erano le omelie,o i sermoni,oggi in molti casi c8 son9 comizi ….A senso un8co ! Purtroppo !!
No caro Niccolò, non sono d’accordo, anzi sono d’accordo che c’erano le ”omelie” ma quelle in qualche modo ci sono sempre tienilo presente che secondo me -ma è una idea mia- ”sono un affronto alla intelligenza umana” perchè nella religione come specialmente in quella cristiana il pregare è sintomo di rivolgersi ad un dio supremo che è nella mente di chi prega(e può essere un fatto lecito questo per carità, ognuno può credere ciò che vuole ma non quello di poter trasformare la realtà ed imporla come legge generale e proclamata a 360 gradi dicendo al mondo che la supplica venga ascoltata. Ascoltata da chi ? Da ” colui che tutto muove” parafrasando Dante? E chi lo dice questo se non uomini come noi ? Quindi quando sento certi discorsi mi viene la carne pollina come si dice, ma l’ho espresso mille volte tale pensiero sul giornale di Lorenzoni ma facciamoa meno di fare queste millennarie polemiche ma credimi Niccolò che ogni qual volta le sento è più forte di me pensare che possano essere visioni per le quali gli individui fin dalla nascita vengano bollati a pensare ed essere educati in tal modo perchè così avviene e non diversamente. Comunque per tornare alla differenza fra il ” Papa delle omelie” e Papa Francesco, posto che siano due Papi e quindi credenti e regnanti assoluti sull’indirizzo umano delle ragioni della chiesa,a me sembra che oggi come oggi-ma spieghiamoci che sempre avviene in ritardo- io preferisco un Papa che sappia parlare al popolo ed indirizzarlo nei comportamenti fra i loro simili chè un papa asserragliato dietro gli scranni di un potere costruito in millenni di storia fra violenze materiali e morali influenzant il genere umano che ha guidato.E’ questo un modo intelligente e politicamente redditizio(parlo del modo di affrontare la realtà da parte di Papa Francesco) con il quale la chiesa cerca di aggiornarsi ed essere aderente alla realtà che cambia, perchè la realtà cambia e non rimane sempre quella anche se c’è chi dentro la chiesa la vorrebbe far rimanere sempre quella e se potesse respingerebbe indietro le proprie forze interne del cambiamento. guarda se io posso essere additato-non essendo un credente- a sostenitore di quanto possa passare dentro la chiesa, per me che ho ricevuto una educazione laica e che quindi capisco i limiti umani non mi sono mai sognato di pensare che vi possa essere qualcuno che possa rimeritare o demeritare gli oggetti della propria creazione dopo la morte che sono appunto gli uomini, ma capisco che tutto questo serve per indirizzare e plagiare e plasmare il pensiero della gente, spingendola alla non spiegazione dei limiti dell’universo da parte umana ed andando verso l’accettazione del concetto di Dio. E qui quindi abdichiamo alla nostra ragione divenendo fedeli ad un pensiero che ci è stato indotto, così per noi e cosi da tutte le altre religioni che nei millenni i loro veicolatori hanno capito che tale organizzazione del pensiero fosse quella più potente per potersene servire.E servirsene soprattutto per scopi materiali qui sulla terra e non dopo la morte ed allora hanno inventato la parte del nostro ”io” che non vuole morire chiamadola ”anima”. bene, è cosa giusta credere questo perchè il pensiero umano non si può ingabbiare di certo e per fortuna c’è la libertà interiore di credere o di non credere ed è ineliminabile questa e non si fa con le leggi,ma cercare di far cambiare il mondo e renderlo più umano e più razionale sotto il profilo della giustizia non lo si fa pregando e dicendo omelie ma si fa con gli atti. e qui le differenze iniziano ad esserci, salvo poi l’impostazione generale che è in qualche modo rivoluzionaria per la Chiesa di condannare le guerre e schierarsi contro i governi di qualsiasi tipo che mandano le armi per scopi di cassretta, per scopi di dominio, per scopi materiali e che nulla c’entra il sostentamento che dicono i nostri governi plagiati e genuflessi al padrone di oltre atlantico. Questa è la differenza che personalmente mi fa apprezzare Papa Francesco, salvo poi tutti gli altri ammennicoli-io li chiamo in tal modo-della politica che viene sempre fatta dalla chiesa cattolica guardando sempre ala finalità materiale ed esistenziale della veicolazione della propria dottrina.per chiudere pèoi, visto che siamo scesi in questo terreno, altra cosa che ci metto in negativo è il fatto della ”evangelizzazione” che si inttoduce con prepotenza nelle realtà diverse dalla nostra, veicola cose che diventano permeabili alla mente dei poveri ma nello stesso tempo scardina le altre della loro precedente religione.Detta brutalmente, ma proprio brutalmente e me ne scuso con i credenti, rifacendosi al periodo coloniale e di penetrazione subdola ma anche violenta dal punto di vista dell’etica sociale ed anche scatenannte di riolte e di sangue, negli anni ’70 un mio collega diceva sempre di fronte alla fatidica vignetta dell’uomo bianco posto legato dentro un paiolo di acqua bollita,guardato da due negri con l’osso sotto il naso e la sveglia al collo in maniera che non saltasse fuori del paiolo,tale collega diceva sempre :” se di coloro che andavano a fare l’evangelizzazione ne avessero bolliti qualcuno di più, oggi quelle popolazioni sarebbero state meglio, in condizioni diverse, ed avrebbero forse avuto meno traumi, e forse noi anche meno terrorismo di importazione. Questa è la realtà, la si voglia o no, piaccia o meno….
personalmente sono d’accordo con John Lennon: “nothing to kill or die for and no religion too”… però apprezzo i religiosi che si muovono bene e offrono esempi positivi
Personalmente la penso molto diversamente soprattutto nei riguardi della musica di quel genere e su quelle parole declamate a cui ti riferisci.Chi fa i soldi sulla notorietà degli eventi e fà musica per diventare credibile agli occhi del grande pubblico come succede ognidove vi siano grandi ascolti di massa,il sistema li incoraggia, li seleziona, li mette in condizione di veicolare a suon di soldi(per loro) e di imboccare alla massa del pubblico concetti finalizzati a far sgonfiare le valvole di tensioni e di proteste che se non ci fosse quella musica le cose sarebbero-credo-molto diverse soprattutto quelle proiettate nel sociale. Non ci vorrebbe una intelligenza superiore a poter pensare che alle tensioni sociali o quelle che possano divenire tali,tutti i sitemi socio-economici del mondo e da che mondo è mondo si preoccupino di come deviare le reazioni, e tanto meglio se tale lavoro-che nulla ha a che vedere con la musica e la sua cultura-queste potenziali forze di cambiamento che sono le giovani generazioni ma non solo quelle oggi, a queste viene fatto svuotare le valvole delle tensioni con etiche pseudo rivoluzionarie in modo da placare le spinte al cambiamento.La cultura musicale nulla c’entra perchè quella esiste in ogni tipologia di musica ma a conferma di tutto questo se andassimo ad esaminare e ad indagare in un solo momento a quali classi sociali sono dirette -tanto per fare un esempio- la musica rock e ponessimo tale metodologia di indagine verso altre forme musicali io credo che se ci ragionassimo un minimo sopra gli avvenimenti di tali raduni megagalattici a cui viene data una importanza dalla veicolazione di tutti i media fino a fargli assumere un vestito culturale di grande importanza,vedremo che le classi subalterne sono quelle più presenti e più osservanti ma non solo anche quelle più ”scatenate” durante le rappresentazioni. Avete visto mai-per fare un esempio brutale- un figlio della famiglia Agnelli a dibattersi durante un concerto ? Ve lo chiedete perchè avvenga questo e quali siano gli stimoli tanto che alla cosiddetta sinistra piace tanto fare la dietrologia sociale ed i paragoni fra i contenuti culturali di classe ? Riportiamo un momento tali istanze e paragoniamole a ciò che avveniva una quarantina di anni fa per esempio, quando con un semplice operaio ci potevi intavolare ogni genere di discorso, parlare di politica, di sport, di avvenimenti mondiali che succedevano nel mondo.Oggi, seppur con l’aumento inverosimile della diffusione delle notizie, provate a parlare con un semplice operaio su tali temi e notate quali siano le risposte che vi vengono date. Secondo voi, le classi subalterne hanno subito una evoluzione od una involuzione ? Per me hanno pesantemente subito nel campo specialmente culturale una solenne involuzione perchè il complesso mediatico ha veicolato l’importanza di queste forme espressive per ognidove, raggiungendo anche e soprattutto le istituzioni non solo della nostra Italia ma nel mondo, glorficando ed esaltandone i contenuti e le forme e ponendo all’attenzione della gente un tipo di modo di pensare che è prettamente sottoculturale e che fra l’altro rifiuta di osservare e che dà fastidio a settori paralleli anche alle istituzioni, come l’associazionismo sportivo che detto così sarebbe un settore culturale e di impegno positivo ma se si guarda quante energie economiche assorba sia quello legato alle istituzioni stesse sia quello legato alle grandi associazioni sportive,si vedrebbe che i soldi sono il motivo che và per la maggiore e non lo sport come sentimento di liberazione.E’ questo che vuole il sistema e come tutti i sistemi organizzati proteggono se stessi dal cambiamento (cambiano spesso la forma ma mai la sostanza e talvolta nemmeno la forma).Ed allora anche nei picoli paesi questo flusso di soldi e di sostegni non è che non ci debba essere ma i soldi devono essere spesi per cose molto più utili chè i concerti. Tanto per fare un esempio spicciolo direi la prima cosa che mi salta alla mente ma ce ne sarebbero molte altre che credo e spero che una amministrazione oculata debba tenere in debito conto: con l’avvcinarsi del periodo estivo nel centro di Chiusi Scalo ci sono dei punti dove si sente un olezzo di fogna micidiale e credo che molti fattori siano concomitanti per tale discrasia, quali il fatto della mancanza di pioggia ma anche il ristagno delle fognature o la loro pendenza credo.Volevo dire che personalmente non ritengo utile per la cittadinanza che vengano investiti migliaia e migliaia di euro per concerti che durano 3 giorni al massimo e che alla fine non lasciano nulla dentro alle persone.Non dico che non ci debbano essere tali manifestazioni ma che non gli si debba dare tutta questa importanza e tutta questa attenzione che gli viene data. In periodi di magra, quando le casse dei comuni sono al minimo, non mi sembra giusto spendere soldi in quantità per eventi simili,checchè se ne dica.Spendiamo per le cose veramente e direttamente utili alla vita e che servano davvero alle persone.Questa incomincerebbe ad essere ”politica” per la gente.
Carlo, tutta sta filippica, a commento di un articolo sul nuovo presidente della CEI, per dire che non ti piace il Lars Rock Fest e nemmeno che il Comune ci spenda 25 mila euro?
Certamente tutta sta filippica dal momento che mi sembra ciò che ho detto sia perfettamente riconducibile all’azione di questo Papa, anche tenuto conto di ciò che ho risposto prima sull’intervento fatto da Niccolò Martinozzi cercando di spiegare la differenza e perchè questo Papa sia particolarmente inviso alla destra e mentre papa Benedetto non lo fosse.I motivi li sappiamo bene che ci sono e pesano.Ed in termini di attualità hai sentito più nulla di strascichi mediatici da quando questo Papa ha pronunciato le parole contro l’invio delle armi ? I primi momenti grande stravolgimento, grande uso della sue partole, tranne gli articoli in quattordicesima pagina dei quotidani nazionali che chiaramente la dicono lunga a chi portino l’acqua con le orecchie….Occorre che la gente rifletta e rifletta bene su quanto ci sia davanti a noi ed anche sul fatto di chi attizza il fuoco e chi sia che regga il braciere in casa nostra. Tutta stà filippica l’avresti voluta scavalcare ? Penso -da come ti esprimi- certamente si,perchè se critichi il PD che è messo di fronte a questi problemi ,sai benissimo che una linea politica locale da te criticata fortemente verso le persone della struttura che guidano tale partito, involva anche altre considerazioni ed anche-perchè no-i 25000 euro che dici per una kermesse di tre giorni.Tutto questo-visto che anche tu ne critichi la dirigenza-richiamando più volte la bettoliniana memoria tanto a te cara che ha prodotto durante la gestione il silenzio su quanto è conseguito poi oggi, mi appare strano come si possa maneggiare le cose al punto tale che non si tenga conto del pregresso guardando l’odierno.Chissà da dove viene l’odierno ? Chiediamocelo e sarei curioso oltremodo di capire la metodologia usata per definire ed incentrare i problemi su tale terreno che sembra-almeno a me fa anche questo effetto- che assomigli sempre più alle critiche della guerra ucraina, quando sentiamo in televisione che la fotografia della situazione sia quella odierna dello scontro sul terreno fra Russia ed Ucraina,quando all’inizio di ogni commento si dice:” occorre stabilire che da una parte ci sia l’invaso e dall’altra l’invasore”.Chissà per quale recondito motivo non si parlava mai tale linguaggio quando nel Donbass
sono morti 14000 fra civili e militari ed ancora oggi di fronte all’invasione della Ucraina se si può si evita di parlarne?No, perchè sarei- se si vuole- anche curioso di sentire se nel mugugno della sinistra che fa parte della maggioranza quale sia la visione su tale argomento.Io la mia sul Papa e sui nominati l’ho detta e ci ho fatto entrare anche il Rock dal momento che anch’io lo pago. O no ? C’è qualcosa di scorretto quando si parla di una maggioranza che tu stesso hai criticato e che credo fosse stata retta dal precedente Sindaco non l’avresti fatta in questo modo la critica.E allora vedi bene che anche se nel più ci stà il meno, queste sarebbero tutte cose di cui chiedere il conto a chi ci ha governato compreso il giudizio sui 25000 o più euro per tre giorni di salti a tempo di chitarra mentre una parte di cittadini languono per pagare le bollette….poi si parla di sviluppo, di media etruria, e di ripopolamento di chiusi….Il ripopolamento che sarebbe idoneo caro marco sarebbe quello di far aprire molti cervelli, metterci dentro quello che stia bene e richiuderli affinchè il votame non prenda padronanza delle azioni pagate da tutti, da chi piace e da chi non piace.Ma è il segno dei tempi tutto questo, dove domani è un altro giorno e la gente si dimentica che invece il domani è la conseguenza dell’oggi.Ma evidentemente è troppo difficile portare avanti tale visione.
Panem et circenses (letteralmente «pane e giochi circensi») è una locuzione latina, usata nell’antica Roma per sintetizzare le aspirazioni della plebe, o, in epoca contemporanea, in riferimento a strategie politiche demagogiche oggi presenti nel dibattito politico e non solo.
La citazione, molto nota, appartiene al poeta latino Giovenale.
Io da buon “socialdemocratico” non sono sicuro se ha ragione (nel dibattito) Sacco o Lorenzoni ; è facile constatare tuttavia che è più semplice per una Amministrazione Comunale finanziare un concerto o un evento ludico che promuovere efficaci politiche per il lavoro o la formazione professionale.
Una amministrazione locale ha l’obbligo di promuovere e organizzare eventi culturali che migliorino la qualità della vita, la sensibilità delle persone, siano momenti attrattivi ecc… Sulle politiche per il lavoro e la formazione può invece farci poco, non è compito suo…Al massimo può creare le condizioni perché qualcuno investa e crei posti di lavoro e faccia formazione (Piani regolatori, aree produttive, servizi materiali e immateriali, infrastrutture efficienti…). Il Comune di Chiusi negli ultimi anni aveva creato e offerto spazi per delle start up (che nessuno ha utilizzato se non per pochissimo tempo), ha dato in gestione il Palazzo delle Logge ad una scuola di formazione parauniversitaria nel settore della Moda con studenti di tutta Italia, in passato ha creato 3-4 aree produttive, ha realizzato opere propedeutiche affinché i privati proprietari potessero intervenire nell’area ex Fornace, spendendo molto di più di quanto spende per il Lars Rock Fest, che resta comunque la manifestazione più rilevante, sotto tutti i punti di vista, che si faccia a Chiusi. Di cosa stiamo parlando? E lo dice uno che non ha sostenuto alle elezioni questa amministrazione, né quella precedente…
Caro direttore, bisognerebbe fare come fanno in Francia. Il comune mette a disposizione gli spazi, l’ organizzazione trova gli sponsor e con quelli si pagano l’ evento ! I soldi a disposizione dei paesi servono per i servizi e le necessità dei cittadini ! …in Francia !