LA GUERRA IN UCRAINA E LA GUERRA SANGUINOSA DELLE SPARATORIE DI MASSA NEGLI USA. IERI IN TEXAS PIU’ DI 20 MORTI.
Uno dei motivi che più ci fa odiare la guerra è che in guerra oltre ai soldati muoiono anche i civili e tra i civili anche i bambini. Giusto indignarsi per i bambini, le donne, gli anziani morti in Ucraina dal 24 febbraio ad oggi per i bombardamenti, gli attacchi missilistici e le azioni casa per casa dell’esercito russo. Alla data del 25 aprile, esattamente un mese fa, secondo l’agenzia Interfax Ukraine erano 3.818 le vittime civili confermate in Ucraina, di cui 215 i bambini. Oltre 4mila i feriti, di cui 391 bambini. Una cifra spaventosa e, ovviamente, incompleta. Con un altro mese di guerra quanti saranno i morti e i feriti? E quanti ancora si conteranno se la guerra continuerà ancora a lungo?
Il ministro russo Shoigu ha dichiarato in una intervista, due giorni fa, che Mosca sta «deliberatamente rallentando la guerra in Ucraina per permettere l’evacuazione della popolazione civile, attraverso appositi corridoi umanitari». Interi reparti militari ucraini, oltre quelli del Battaglione Azov che erano dentro l’acciaieria Azovstal a Mariupol, si sarebbero arresi e consegnati ai russi, l’ufficiale di uno di questi ha letto un messaggio al comandante in capo, cioè a Zelensky, in cui spiega le ragioni della resa. Una è quella di non causare altre morti inutili… La notizia è di ieri, anche se i media occidentali l’hanno bellamente sorvolata. Sui social circolano video sia di fonte russa che di fonte ucraina.
Non è stato possibile invece, per nessuna testata giornalistica, sorvolare su un’altra guerra non dichiarata, che non conosce tregua. Una guerra sanguinosa che sta facendo centinaia di vittime innocenti, anche tra i bambini, e stavolta non a causa dell’Orso Russo o dei fanatici resistenti ucraini. E nemmeno dei talebani o del terrorismo internazionale. Una guerra frutto di una cultura diffusa e della facilità con cui qualsiasi cittadino può acquistare armi d’assalto, costruirsi un arsenale e decidere di fare una strage. Per il gusto di sparare, per frustrazione, per motivi razziali o per inclinazione alla violenza, magari condita con elucubrazioni suprematiste, nazionaliste e spesso nazistoidi… Parliamo di una guerra in atto nel più grande Paese democratico del mondo: The United States of America.
L’ultimo episodio di questa guerra è avvenuto ieri in Texas, dove un 18enne ha fatto fuoco in un complesso scolastico facendo 21 morti, quasi tutti (19) bambini. Prima di sparare nella scuola e di essere a sua volta ucciso dalla polizia il giovane aveva colpito con un’arma da fuoco l’anziana nonna, rimasta ferita e adesso in pericolo di vita.
Solo 10 giorni fa a Buffalo nel nord dello Stato di New York un altro 18enne è entrato in supermercato con un fucile da guerra e ha cominciato a sparare riprendendo la scena con una telecamera montata sul casco che trasmetteva in streaming: 10 morti (tutti di colore) e 3 feriti gravi… Appurata poi la matrice razzista.
Dall’inizio del 2022 a metà del mese di maggio 2022 negli Usa ci sono stati 198 attacchi armati, con una media di circa 10 a settimana. I dati provengono dal Gun Violence Archive, organizzazione indipendente di raccolta dati. Il gruppo definisce una “sparatoria di massa” qualunque episodio in cui vengano uccise con armi da fuoco quattro o più persone. Ogni attacco con 4 o più morti può considerarsi strage. Secondo questo criterio il Gun Violence Archive ha registrato nel 2021 ben 693 stragi: significa che ogni giorno dell’anno, sabati e domeniche comprese, negli Usa ci sono state quasi 2 stragi. Nel 2020 sono state 611 e altre 417 nel 2019. Anche la tendenza è a crescere.
La strage di Buffalo è stata compiuta con un fucile d’assalto XM-15, stesso modello di arma usato nell’assalto alla scuola elementare di Newtown in Connecticut, avvenuto il 14 dicembre del 2012: 26 vittime, autore un ventenne con il cognome italiano: Adam Lanza. Dopo quell’episodio e un lungo processo, nel febbraio di quest’anno la Remington Arms casa produttrice dell’XM-15 si è accordata con le famiglie delle vittime per un risarcimento di 73 milioni di dollari. ciò in quanto la sessa azienda è stata ritenuta responsabile di una sparatoria di massa negli Usa…
L’osservatorio Guns Violence Archive, cita anche le stragi con più vittime compiute negli Stati Uniti: al primo posto c’è la terribile strage del primo ottobre 2017, compiuta durante un concerto a Las Vegas dal 64enne Stephen Paddock con 23 armi da fuoco. L’uomo prima di togliersi la vita, uccise 58 persone. La seconda è la strage di Orlando con 49 morti, avvenuta nel 2016. Gli assalti più cruenti sono avvenuti tra il 2007 e il 2018. Il maggior numero di episodi si è verificato in Texas, il grande stato “sudista”…
Il presidente Joe Biden ha dichiarato contrito di essere stanco e che “è arrivato il momento di agire e affrontare la lobby delle armi”. Lo disse anche Obama, con Biden vice, ma senza alcun successo.
Le stragi nel frattempo sono continuate e negli Usa acquistare un’arma, anche un fucile da guerra, è tutt’ora molto facile. Né Repubblicani, né Democratici vi hanno mai messo mano. Le lacrime di Biden sembrano lacrime di coccodrillo. E non perché è il principale fautore dell’invio di armi agli ucraini, ma perché sul fronte interno i Dem avrebbero potuto fare e non hanno fatto.
E’ una cultura quelle delle armi che per gli americani è quasi un’ossesione. Quasi tutti tengono un’arma in casa, spesso più d’una. E’ un retaggio che viene da lontano e affonda le radici nell’individualismo esasperato e nel razzismo mai sopito del tutto da un lato e dall’altro nella vocazione a farsi giustizia da soli e nel mito fondativo degli Stati Uniti, quello della frontiera, del Far West che fu una storia fatta di sogni, ma anche di sopraffazioni, violenze, processi sommari, costruita a colpi di Colt e di Winchester.
Su molte questioni gli States sono o possono rappresentare un modello (la giustizia, la stampa, il rispetto delle leggi fiscali, la musica, il cinema, l’innovazione tecnologica) su altre no. Questa storia delle armi in mano a chiunque ne fa uno dei paesi più pericolosi e più violenti al mondo, un modello negativo da cui stare alla larga. E noi, nel nostro piccolo, lo dicevamo anche quando in Italia si facevano petizioni per la legittima difesa e per il diritto di sparare ai ladri o presunti tali…
m.l.
«Come tutti saprete c’è stata un’altra sparatoria di massa oggi, stavolta nella città natale di Uvalde, in Texas. Ancora una volta, abbiamo dimostrato di non essere responsabili dei diritti che le nostre libertà ci garantiscono – ha scritto l’attore su un post sui suoi social, prima di passare a una vera e propria chiamata all’azione – Ogni americano deve guardarsi allo specchio, più a lungo e più profondamente possibile, e chiedersi: Che cosa apprezziamo veramente? Quali piccoli sacrifici possiamo fare individualmente oggi, per preservare una nazione, uno stato e un quartiere più sani e sicuri domani? Non possiamo, per l’ennesima volta, sospirare, cercare scuse e accettare queste tragiche realtà».
Io a queste vuote parole di circostanza inorridisco. Dietro questa ennesima strage di innocenti, c’è un Paese l’America, che non vuole, no non riesce, uscire da quella cultura del gringo. Una “cultura” nata appena la scoperta della America. Infatti quella storia inizia con la sopraffazione, la rapina la cancellazione attraverso le stragi di intere popolazioni, che per secoli avevano vissuto senza dar fastidio a nessuno.
Questo personaggio, Premio Oscar del cinema, non è stato in grado di nominare la lobby delle armi, quegli “impresari” che io ritengo i veri mandanti insieme ai politici che li proteggono, di questo genere di stragi.
Un amico del pazzoide criminale ha dichiarato alla Cnn riferendo che Ramos veniva deriso da altri studenti del liceo per gli abiti che indossava e per la situazione finanziaria della sua famiglia. Per favore ora non buttiamola in sociologia da strapazzo, da bar dello sport.
Certi menti psicolabili, trovano nella società americana fondata su un individualismo esasperato, un ambiente particolarmente favorevole dove coltivare negli anni i loro deliri.
Il valore della legittima difesa, lì assume un altro significato: quello che uno Stato assente in fatto di Diritto alla sicurezza, lascia liberi i cittadini di armarsi fino ai denti e poi se la vedono tra loro.
E che le cose in fatto di ordine pubblico e di sicurezza dei cittadini, da me sostenute, stiano nei termini che ho descritto, ne sono conferma le parole del Governatore Repubblicano del Texas, che dopo la strage ha annunciato che ora proporrà che gli “insegnanti vadano a scuola armati”. Non so se un imbecille così, possa essere considerato un complice degli stragisti.
Il procuratore generale del Texas, il repubblicano Ken Paxton , rilancia l’idea di armare gli insegnanti. “Non possiamo fermare i cattivi dal fare cose brutte. Ma possiamo armare e preparare gli insegnanti a rispondere rapidamente. Secondo me questa è la risposta migliore”. Purtroppo negli Stati Uniti questa è la mentalità, pensano di essere ancora nel far west
X Renato.Certamente, ma se le parole hanno un senso, e lo hanno, è bene che chi scrive i post non evidenzi in grassetto che gli Stati Uniti d’America siano ” il più grande stato democratico del mondo”, perchè lo avrà scritto senz’altro in maniera sarcastica visto il richiamo al senso di tutto l’articolo, ma chi legge le può prendere per verità codeste parole.
E non valgono tanto i riferimenti alle epopee del far west dove ognuno si faceva giustizia da se,come esisteva veramente in quei tempi,ma tale sottocultura micidiale è quella che poi porta alla fin fine al confronto che esce dalla scala individuale e che approfitta delle controversie perchè ha voglia di menar le mano, che si preoccupa di allargare sempre in tutto il mondo il suo raggio d’azione politico e soprattutto militare.E’ un tipo di cultura individualista che non c’entra affatto con la difesa nè della giustizia (come invece è stato scritto nel post) nè delle diversità umane.Ma come si possa sopportare che esistano nazioni che decidano in soli due colpi di far fuori quasi 200000 persone con due bombe atomiche a guerra quasi finita con la scusa che questo fatto fosse di monito al Giappone e soprattutto all’Unione Sovietica per non sacrificare i propri soldati che ci sarebbero stata in uno sbarco di invasione di quella nazione nemica? Queste sono
colpe che rimangono nella storia indelebili e che solo gli sciocchi o gli ignoranti pensano che siano i difensori delle libertà e che si ergano oggi a paladini della libertà dei popoli dopo quello che hanno prodotto in tutto il globo proprio per tale cultura.Qualche anno addietro criticando il loro comportamento politico globale e la guerra che avevano prodotto sempre loro e di conseguenza con il loro sistema di alleanze, dissi in maniera non larvata che se si fosse pensato di offendere gli americani si doveva usare un detto che usano soprattutto in occidente quando parlano delle loro origini e non c’è bisogno di applicare interpretazioni lombrosiane o poter pensare quasi ad esse quando qualcuno dica loro ”british penal colony”. I risultati eccoli nel loro ruolo di essere da sempre stati i gendarmi del mondo e quando dico che sono intervenuti nella seconda guerra mondiale dando un contributo notevole alla liberazione dell’europa dal nazifascismo dico la verità ma l’hanno fatto non con lo scopo benevolo di garantire la libertà e questo leviamocelo dalla testa perchè con tale libertà che viene sempre ripetuta in ogni occasione dai nostri governanti come emblema del bene, della fratellanza e della comprensione delle ragioni dell’altro è bene che il mondo occidentale con tale aspetto ci faccia i conti ma i conti veri, perchè è con quella libertà che l’occidente ha schiacciato i restanti popoli sia col colonialismo prima sia con quello economico e politico adesso ed ancora la cosa continua su questo piano, ma invece è stato costruito un complesso di relazioni e di alleanze che ci rende partecipi delle loro grandi discrasie e difficoltà, altro che l’Europa che declama la Vonderlayen ! Ma questo oggi lo sanno tutti e tutto questo non è contestabile perchè altrimenti si contesterebbero sia i fatti sia le cause dei fatti. Ma tutto questo è stato fatto per opporsi in ogni modo a quell’altro sistema che si era prodotto ad est,che pur con le sue discrasie e repressioni manu militare verso altri popoli anche europei aveva messo in atto. Difatti vedasi che una volta crollato il muro di Berlino e finito il patto di Varsavia vediamo quei popoli come si siano autoamministrati divenendo a maggioranza destrorsa dove ancora esprimono benevolenze fascistoidi,imput razzisti e nazionalisti, anche guardando agli stessi Stati Uniti chiamandoli liberatori ed anche pregandoli di chiudere gli spazi aerei per provocare reazioni per risolvere i loro problemi, che non solo sono economici ma proprio problemi di vassallaggio americano ed occidentale che guardano agli Stati Uniti come riferimento di una società diversa e libera alla quale amerebbero partecipare e copiare.Ciò che è successo-parlo delle sparatorie e delle stragi compiute da semplici cittadini invasati- è il risultato valoriale di una società che è stata basata solo sul potere del consumo di prodotti, della misura del benessere con tale livello di consumi e con la perfetta ignoranza sia della politica sia della storia del loro paese.Questi sono la parte peggiore di un ”lumpenproletariat” con la carta di credito in tasca e che si arrogano con la forza di farsi quella che loro stessi credono giustizia fatta da soli, dove tutto il resto intorno non esiste perchè è un deserto, un deserto che assicura la vita solo a chi possegga.Ed allora prima di parlare del” più grande paese democratico al mondo” io ci penserei bene prima di scriverlo anche se tu Marco mi dirai che l’hai pronunciato in maniera sarcastica e contraddittoria di certo, ma la giustizia che dici tu in quel paese non esiste ma esiste solo se possiedi, se non possiedi non esiste e spesso è anche proprio tale condizione che ti fa andare fuori di testa e ti fa imbracciare un fucile e sparare agli altri che non conosci senza un motivo.Questa è la country of freeedom che ci hanno insegnato ad osservare a comincire dai film. Un sistema che ti fa vivere e che ti spinge ad osservare che il film mediatico che ti passa davanti agli occhi sia la verità vera ed oggettiva per la quale chi non ha cultura critica soccombe,perchè quella società liì è formata da milioni e milionni di emarginati che la coscenza critica non la conoscono, la subiscono da parte del sistema che ti spinge al successo, al contare sempre di più per poterti permettere una vita da finalmente ”arrivato”. Questo è il valore che noi scambiamo per libertà. per fortuna in italia,pur con tutte le contraddizioni che ci sono, non mi sembra di essere a questi punti ma ancora di riuscire a differenziarsi da tali status.Per concludere dirò della fanfara che si è riversata sui social al riguardo dei passi fatti dalle due cape di stato di Svezia e Finlandia al riguardo dell’entrata dei loro paesi nella Nato, seguendo le paure instillate dalla country of freedom di oltre atlantico e dalla stessa europa al seguito, che ha invitato adi accogliere i due stati indipendenti e sovrani ed anche non facenti parte fino a ieri di qualsiasi schieramento in tale alleanza. La paura sepeggiava, ma quando hanno saputo che lntanto la Russia come risposta ha deciso di schierare missili rivolti verso i due loro paesi, quasi quasi sono state prese dal ”palletico” essendo prima due stati non schierati.Noi invece con il nostro ministro degli esteri che rinforza ogni giorno la dose delle sanzioni da una parte e dell’iniziativa diplomatica dall’altra- cioè il bastone e la carota- pensando di far cambiare idea ad uno stato di 8 fusi orari, occorrerebbe rimandarlo a scuola per fargli superare l’esame di geografia.Segno è che – sarà anche una ammissione qualunquista la mia- che improvvisamente da inaffidabile è diventato affidabile a tutti. Ed allora pensiamoci bene da che parte siamo perchè siamo un paese a sovranità limitata, dove nei confronti certamente di altri possiamo parlare di tutto e di tutti, avere la libertà di parola, ma quando si tratta da quale parte stare, visto che dall’altra parte non c’è solo la Russia, ma anche la Cina, ed anche nazioni che stanno a guardare come l’India, che fra l’altro – ed a me mi viene da ridere- è stata definita a partire dagli anni ’60 in poi dall’occidente nostro e non da altri, come la più grande democrazia del mondo, da gente come John Kenneth Galbraith ma anche altri,spesso economisti e politici di stampo progressista e keynesiano ,ma anche da tanta letteratura occidentale made in USA, a me viene da ridere, perchè senza offendere nessuno si parla oggi di un paese di oltre un miliardo e 100 milioni di abitanti dove il diritto ad una vita degna non è possibile per circa 300 milioni di pesone fra cui 100 milioni di Adivasi. Ma se pensiamo che anche tali informazioni provengano da un paese con 60 milioni di poveri come sono gli Stati Uniti, allora si spiegano tante cose, arrivando perfino a comprendere i perchè di tanta gente che impazzisca, prenda le armi e spari, vivendo in un mondo ed in una società che di certo non si può ergere a guida soprattutto morale del pianeta. E allora certe parole, se debbono essere usate, vanno usate con un senso e non per sentito dire o per far formare in testa a se stessi e farle formare ad altri che leggono certe convinzioni che riguardino la musica, il Rock, lo sport of i films per non far dispiacere a qualcuno, seguendo in fondo la via dell’americanismo tanto cara ai democristiani del PD.