DRAGHI POSITIVO AL COVID, BLOCCATO A CITTA’ DELLA PIEVE. A CERCARE NUOVE FORNITURE DI GAS IN AFRICA ANDRANNO I MINISTRI DI MAIO E CINGOLANI

martedì 19th, aprile 2022 / 14:58
DRAGHI POSITIVO AL COVID, BLOCCATO A CITTA’ DELLA PIEVE. A CERCARE NUOVE FORNITURE DI GAS IN AFRICA ANDRANNO I MINISTRI DI MAIO E CINGOLANI
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CITTA’ DELLA PIEVE – Il Covid sarà pure in ritirata, ma non risparmia nessuno, neanche mentre si ritira.

E’ di ieri la notizia che anche il premier Draghi è risultato positivo ed è bloccato a Città della Pieve, fino a negativizzazione. La notizia l’ha data il sindaco pievese Fausto Risini intervistato nella trasmissione radiofonica “Un giorno da pecora”. Da quando Draghi è diventato presidente del Consiglio, anche Risini, di riflesso è spesso sui canali main stream… In ogni caso, oggi, tutti i media italiani, main stream e non, danno conto del fatto che il presidente Draghi seguirà i lavori parlamentari e l’attivitàù del governo dalla sua residenza pievese. A quanto pare è asintomatico. In ogni caso ha dovuto dare forfait per due importanti missioni in Africa, precisamente in Angola e nella Repubblica del Congo, vedremo più avanti se potrà partecipare a quella n Mozambico. Si tratta del “tour del gas” , che prevede la firma di contratti di fornitura che dovrebbero sopperire almeno al 50% del gas che l’Italia acquistava dalla Russia. In Angola e Congo il governo sarà rappresentato dai ministri Di Maio e Cingolani. Il Presidente del Consiglio dovrà passare 7 giorni in isolamento. Il sindaco pievese Risini ha assicurato via radio la massima disponibilità, in quanto autorità sanitaria locale, per ogni esigenza che Draghi dovesse avere durante la sua degenza-quarantena a Città della Pieve.

Nei giorni scorsi, Draghi si era recato in Algeria per firmare il primo (e più importante) accordo con uno dei principali fornitori del combustibile attraverso il gasdotto Transmed. L’intesa assicura un pacchetto di 9 miliardi di metri cubi di forniture aggiuntive, mentre un altro contratto, da 3 miliardi di metri cubi in più di Gnl è stato sottoscritto dall’Eni in Egitto. La mossa ha però alimentato tensioni all’interno della maggioranza, per via della vicenda dell’omicidio di Giulio Regeni e del relativo “ostruzionismo” opposto dal governo egiziano. Si possono fare affari per forniture strategiche con un Paese con il quale l’Italia ha un contenzioso legale per l’omicidio di un cittadino italiano? Per non dipendere più dal gas russo e per non  finanziare l’oligarchia putiniana si può finanziare il regime egiziano?

E’ vero che pecunia non olet, ma…

m.l.

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