ADDIO A CATHERINE SPAAK, ICONA DI BELLEZZA, ELEGANZA E TRASGRESSIONE

lunedì 18th, aprile 2022 / 15:58
ADDIO A  CATHERINE SPAAK, ICONA DI BELLEZZA, ELEGANZA E TRASGRESSIONE
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“Dall’auto scende una bella signora. Elegante, capelli biondi, scarpe basse. E’ alta di suo. Ricorda Catherine Spaak o Catherine Deneuve. Catherine tutte e due. E tutte e due francesi. Chissà perché quando uno pensa ad una donna bella ed elegante pensa sempre ad una francese”…  Pagina 198 di “Non è stato nessuno”, un romanzetto che mi divertii a scrivere, uscito nel 2009. Sono passati 13 anni. Quel passaggio era a suo modo un omaggio ad una bellezza straordinaria. Ad una icona della bellezza elegante e intrigante di certe donne francesi, resa immortale anche dal cinema italiano, quello degli anni d’oro.

Catherine Spaak se n’è andata a 77 anni, due mesi e mezzo dopo Monica Vitti.  Entrambe hanno lavorato con i miglior registi: Antonioni, Risi, Monicelli, Salce, Nanny Loy. L’una e l’altra sono state l’immagine di una femminilità dirompente e fuori dagli schemi già nei primi anni ’60. La Catherine Spaak de “Il sorpasso” o “La voglia matta“, quella ragazzina acqua e sapone, impertinente, bellissima, trasgressiva, capace di far girare la testa a tutta Italia fu l’immagine dell’emancipazione femminile legata al boom economico e alla rivoluzione dei costumi, già 5-6 anni prima del fatidico ’68. Non era solo questione di twist e surf, di voglia di mare e di vacanza… era un mondo che cambiava. Catherine Spaak contribuì, con la sua bellezza e quell’eleganza, certamente francese, ma anche molto italiana, per il contorno che quei film proponevano, a scompaginare le carte, a svecchiare un paese che il perbenismo democristiano teneva sotto chiave. Film come i citati “La voglia matta” e “Il sorpasso” non sono solo capolavori di quel cinema, sono due “manifesti culturali”, e a differenza di tanti altri film, a rivederli oggi non sembrano neanche troppo invecchiati o improponibili. Non fu certamente un caso l’arresto della stessa Spaak a Bardonecchia  con l’accusa infamante di “dubbia moralità”, perché aveva abbandonato, ancora giovanissima, il tetto coniugale…

In quegli anni il potere e la censura erano ancora piuttosto oscurantisti, ma alla fine ebbe ragione lei e per anni con quel garbo tutto francese si spostò dal cinema alla Tv, parlando soprattutto di donne, di storie di donne…

Le dobbiamo molto. Non solo per averci fatto sognare e innamorare quando aveva 20 anni e imperversava in hot pants in quei film in bianco e nero, ma anche per come successivamente ha sempre parlato di sé stessa e dell’universo femminile. Buon vento Catherine, salutaci Monica…

m.l.  

 

 

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