CELEBRAZIONI PER IL QUINTO CENTENARIO DEL PERUGINO: COMITATI A GO-GO, PER ORA SONO TRE. L’OPPOSIZIONE PIEVESE CHIEDE LUMI
CITTA’ DELLA PIEVE – L’Italia è famosa per essere il Paese in cui la cosa che più riesce alla classe politica è quella di fare comitati e commissioni. Ieri, su queste colonne, abbiamo dato notizia della costituzione presso il Ministero della Cultura del Comitato nazionale che dovrà presiedere alle celebrazioni per i 500 anni dalla morte del grande pittore Pietro Vannucci detto il Perugino. Comitato presieduto da Ilaria Borletti Buitoni e composto da rappresentanti di vari ministeri, della Regione, dell’Università, della Galleria Nazionale dell’Umbria, oltre che dai sindaci di Perugia e Città della Pieve, quest’ultimo come primo cittadino della città natale del Perugino, peraltro custode di molte opere dell’artista.
Ma la lista di minoranza al comune di Città della Pieve, capeggiata da Simona Fabbrizzi fa subito sapere, non senza una punta di sarcasmo, circa lo sport nazionale di cui sopra, che i Comitati già nati per gestire le celebrazioni del cinquecentenario del Perugino sarebbero tre, non uno soltanto. Naturalmente non coordinati tra loro, secondo la migliore tradizione italica.
Scrive la ista Città della Pieve in Comune:
Abbiamo letto che, in corrispondenza delle celebrazioni dei 500 anni dalla scomparsa del grande artista nostro concittadino, Pietro Vannucci, il Perugino, sono attivi o in procinto di attivazione diversi Comitati:
1) Uno a Citta’ della Pieve, organizzato come associazione dalla Giunta Comunale, di cui il Consiglio Comunale non sa molto, diremmo niente ( non si sa se sia ancora attivo);
2) Uno affidato al coordinamento del GAL Trasimeno-Orvietano , che dovrebbe curare questa importante iniziativa che celebrerebbe in contemporanea, non si sa perché, il Perugino e Luca Signorelli.
Il tutto, a quanto pare, in disaccordo con la Galleria Nazionale dell’Umbria viste le note uscite mesi fa sulla stampa da parte del Direttore del Gal e le note di risposta del Direttore della Galleria Nazionale Pierini, che così afferma: “La cosa che mi premerebbe di più sarebbe di riuscire a coordinarci. Sto però quasi per rinunciarci: lo sport di muoversi in ordine sparso mi sembra purtroppo molto diffuso.” ;
3) Uno Nazionale, presentato in questi giorni in cui sono presenti, tra gli altri, il Sindaco di Perugia ed il Sindaco di Città della Pieve, presieduto da Ilaria Borletti Buitoni.
Tre comitati, a quanto pare non coordinati e sicuramente costosi in termini economici, sembrano forse un po’ troppi ed il nostro Comune, come spesso accade partecipa un po’a tutto, navigando a vista”.
Nella nota della lista di minoranza c’è anche una critica al sindaco e alla maggioranza che anche su questa vicenda starebbero “partecipando un po’ a tutto navigando a vista”. E per questo motivo il gruppo di opposizione annuncia “una interrogazione agli organi preposti per avere notizie in merito e diradare la confusione in atto, informando la cittadinanza”.
Il dubbio che Simona Fabbrizzi e i suoi esprimono neanche troppo velatamente è che sia in atto in una sorta di corsa a piazzare bandierine e a posizionarsi, senza dire niente su ciò che invece si intende fare, come e perché…
Quanto alla decisione del Gal Trasimeno Orvietano di celebrare insieme il Perugino e Luca Signorelli che lavorò molto in Umbria (nel Duomo di Orvieto, per esempio) ma era di Cortona, il mistero potrebbe risiedere nel fatto che anche il Signorelli morì nel 1523, 8 mesi dopo il Vannucci. Sempre a Cortona, dove era nato. Una concomitanza dell’anno di morte dunque. Ma anche il tentativo di giustificare in qualche modo la denominazione GAL Trasimeno Orvietano, celebrando un artista che ad Orvieto ha lasciato quell’opera meravigliosa che è il giudizio universale dipinto nella Cappella di San Brizio… Un’opera che non solo evoca il giudizio di Michelangelo della cappella Sistina, ma è anche piena di scene con cui l’artista si prese gioco della committenza. Scene che scivolano nel grottesco, nel voyerismo, con allusioni erotiche, scherzi e… vendette come l’autoritratto in forma di demone del pittore stesso che brandisce una formosa fanciulla, probabile “vendetta privata” verso una donna con cui aveva avuto a che fare e che forse gli si era negata (foto a destra).
Signorelli e Perugino sono due stelle di prima grandezza della pittura rinascimentale, due figli illustri di questa terra di confine tra Umbria e Toscana, peraltro contemporanei e morti nello stesso anno, ma proprio per la grandezza dell’uno e dell’altro non meritano, a nostro avviso, arruffate commistioni. L’interrogazione di Città della Pieve in Comune sarà forse anche la chiave per sapere cosa hanno in agenda a proposito del quinto centenario del perugino Fausto Risini e la sua giunta.
La Citta’di Perugia si e’ ripresa la ricorrenza con tanto di Legge Nazionale e ricco finanziamento in intesa con la Galleria Nazionale e la deputata di Forza Italia Modena che l’ha promossa in intesa intelligente con il suo compagno di partito Romizi,sindaco di Perugia.La attuale amministrazione di Citta’ della Pieve si e’ mossa da sola ,come da profonda provincia,dove sembra purtroppo destinata ,andando avanti cosi’,a rientrare pensando veramente di scavalcare ,con Gal vari di picccoli paesi,comitatini sparuti, la Regione,la Sovrintendenza, la Citta’ Capoluogo ed il Governo.Ma poi questo GAL,che cosa c’entra con Programmazione e Gestione di Eventi?Non lo ha eletto o nominato nessuno a questi scopi e con i fondi di chi?Forse anche il cittadino a tempo definito, On.Draghi, non sembra gradire molto, in tal senso, i dilettanti ed inesperti.Comunque il Comitato Nazionale e la presidente Buitoni,qualche cosa programmeranno anche a Citta’ della Pieve,con i discreti fondi stanziati.Magari per mettere mano alla Targa commemorativa in piazza, giudicata farlocca ,in alcuni commenti,con una ben piu’ importante ed artistica opera.
Non voglio difendere o screditare nessuno ma per il fatto che dici di dover piazzare le bandierine accreditandosi come fautori delle iniziative mi sembra che questo sia comunque un fatto comune e trasversale a tutte le giunte, compresa quella del nostro paese Chiusi ed anche a quella delle reminiscenze storiche di Città drella Pieve antecedenti all’attuale che nomini. Mi si spieghi perchè allora per le iniziative di contatto sia sportivo o culturale quando si tratta di essere presenti alle premiazioni di partecipanti o di atleti, non ci sia e quindi non figuri mai e poi mai nessuno delle opposizioni e non sia mai lasciata a nessuno di queste tale opportunità nè di essere presente quindi di avere visibilità ? Perchè succede questo? A Chiusi sono anni ed anni ed pratica da sempre che non è lasciato mai spazio alle opposizioni di figurare ed avvisare l’opinione pubblica ad essere presenti quando ricorrono gli incontri premianti le persone, in qualsiasi disciplina ed anche in qualsiasi campo della cultura ? Eppure anche le opposizioni hanno lo stesso diritto.Invcece no, è invalsa la procedura ormai come dato di fatto che questa funzione tocchi alla maggioranza.Vedremo nel futuro rispetto a tale fatto e principio(perchè si tratta di un fatto che sottintende un principio che è quello della collegialità e della rappresentanza generale anche nelle iniziative culturali e nelle celebrazioni visto che mi sembrerebbe che poi nei fatti anche gli altri partiti che fanno parte della coalizione non abbiano su questo piano raccattato nessuna briciola se mi è consentito farlo notare) come si schiererà la maggioranza dal momento che il partito guida affermi che bisogna mettere in atto la rottura con il passato e cambiare musica.Gli atti non si fanno a parole e chi osserva tutto questo esiste anche se non si esprime ma vede e giudica e qualche pensierino nella testa gli passa proprio sulla dimensione di come venga espletata la cultura e quali e quante energie assorba. Ma è mai possibile che a Chiusi possa esistere solo il Teatro ed il Lars Rock e se dopo tutto qualche pensierino alla gente in capo viene proprio sulle modalità della destinazione dei soldi non pensi che tutto questo poi non possa che diventare solo ”roba della maggioranza” ed anche -consentimelo- di regalini all’interesse ed alle passioni dei singoli ? E più propriamente-questo consentimelo- ma fin’ora mi è sembrato che si sia tirato a campare perchè il ” formaggio” manca e quello che c’è è già vitale per il mantemimento di tutto l’Amba Aradan culturale ed anzi non basta nemmeno.Quindi i bei discorsi finchè non si concretizzano rimangono bei discorsi e di questi ne abbiamo sentiti a josa, perchè in tale clima politico e partecipativo in senso negativo sono passati anni. E se permetti è questo il segnale che occorrerebbe dare alla gente.I mezzi sono pochi-e questo lo sappiamo- ma in questi pochi la maggior parte visto che non siamo un Comune come Montepulciano per qualità e soprattutto per denari investiti, credo che occorrerebbe dare un segnale che si possa ” cambiare musica”, perchè diversamente come diceva un mio amico direttore di banca quando chiamava la gente a coprire i buchi che avevano fatto nel tempo: ”Buon giorno si accomodi – diceva loro- qui carissimo l’acqua è poca anzi scarseggia e la papera non galleggia”….e se a Chiusi non galleggia da parecchio si vede che con i soldi spesi negli ultimi 10-15 anni e si parla di milioni di Euro,qualcosa di meglio l’avrebbero fatta in parecchi se permetti.Quindi da questo vuol dire che il meccanismo produca mica tanto bene…..nonostante questo attendiamo fiduciosi come la trasmissione che decadi fa ai principi della TV pubblica in italia si titolava la trasmissione ” Non è mai troppo tardi”.Insegnava agli italiani analfabeti a leggere e scrivere ma qui si tratta dopo mezzo secolo che a dirigere tali settori nei paesi a livello pubblico vi sia gente laureata e se la politica non mette fuori quella che occorra essere chiamata ”savoir faire, fantasia, intraprendenza, coinvolgimento” anche coloro che vivono in questo paese ne risentono ed è totalmente inutile e non si vuole capire che se non si prende una direzione diversa il fare ”i tavoli della cultura” è uno schiaffo alla buona fede ed alla credulità della gente.Qui è la politica che deve cambiare ma non a parole ma con i fatti !! Meno panini con la porchetta e più creazione della compartecipazione diversamente non si và da nessuna parte !! E’ l’ora !
Al di là della facile ironia sul nome della Presidente (Borletti Buitoni associa qualcosa di poco compatibile 🙂 ), siamo alle solite imbarcate di autorità civili & militari & religiose. La composizione di questo comitato che, sicuramente farà benissimo (la Buitoni è stata presidente FAI, qualcosa sarà rimasto: credo che sia questo il ragionamento dell’ineffabile Ministro), ricorda il famoso armo di canottaggio: un solo vogatore e tutti a dare il tempo. Speriamo che riesca ad approdare
Appunto caro Enzo , meno parole e più fatti ! Ma i fatti in linea e consecutività però con il principio che è stato detto.Non dimentichiamo mai che la finalità di una amministrazione pubblica non è solo quella di provvedere all’amministrazione dei soldi-e fin’ora mi sembra che un po’ di cecità su questo fronte soprattutto della cultura sia da addebitare se non altro per la quantità dei soldi spesi- ma anche la sua funzione etica dell’amministratore di turno che è quella di stimolare la gente alla partecipazione alla cosa pubblica ed alle iniziative ci deve essere, sennò la gente naviga in un mare asfittico che nulla produce, che si avvita su se stesso,che fà si di continuare a percorrere la strada percorsa fin’ora,mentre invece ci vorrebbero segnali forti di direzione diversa.E’ quindi la concezione ”politica” che è mancata fin’ora su questo fronte,perchè per allargare alla cultura nuovi FRONTI PRODUTTIVI che non siano solo quelli visti e rivisti e con i soliti personaggi e comprimari occorre saper capire dove bisogna mettere le mano,anzi mi sembrerebbe più che altro le forbici. La gente- e lo sai meglio di me- và educata a questa visione,và stimolata con il proporre, e più che altro gli và fatto conoscere perchè è da questo status che parte la partecipazione.Ci sono paesi che sono già su questa via da tempo ormai e si stanno formando nel tempo fucine produttive di tutto rispetto per quelle che sono le dimensione dei paesi.Noi prendiamo l’esempio e portiamo sempre quello di Città della Pieve, che senz’altro avrà anche i lati negativi ed i propri limiti ,ma la ricettività di uno strato ”sociale” nato perchè nel tempo lungo e precedentemente è stato seminato dalle persone e non tanto dalle istituzioni,quel terreno vediamo che è stato reso fruttifero ed oggi magari nemmeno lo vediamo che sia tale perchè ormai ci siamo abituati a vederlo ed a viverlo in quel modo e ci sembra normale ma ciò che è costato proviene da una visione ”politica” diversa delle persone che sono state preposte a quella funzione pubblica perchè le stesse erano portatrici di conoscenza e di cultura ed oggi lo vediamo anche sotto qualsiasi altra amministrazione di altro colore anche diverso da quelle precedenti ci fà capire che sempre più spesso non sia il colore che fà e produce ma in primis sono le persone che pensano e gli entourage politici che capiscono che la direzione è una sola e che soprattutto è quella di allargare la base produttiva e la partecipazione alla cultura.Qualcosa quando si semina nella gente rimane, ma nel campo di Chiusi ” il contadino” ha da sempre seminato in un terreno che è stato il terreno cementato attorno alla propria casa, e sul terreno cementato i semi nel terreno non penetrano, ed ha seminato attorno alla propria casa perchè così gli veniva facile coinvolgere gli amici di un entourage che sosteneva quella politica con i voti.Se non si comprende questo si continuerà a consumare l’acqua per annaffiare(cioè il denaro pubblico in questo caso) ed il terreno non produrrà nulla perchè cementato dove i semi non penetrano.Certo che è un lavoro di lunga durata quello che si deve compiere ma preso il toro per le corna una buona volta si dovrà cominciare col pulire la stalla….. o no ? Mi sembra che la cosa non sia difficile a capirsi che sia ”politica”. O no ? E allora se è ”politica” occorre che la politica faccia i fatti perchè se produce solo le parole ritorna ad essere tutto come è stato prima, dove vedremo le formazioni sociali, il commercio, l’associazionismo che diventano fortini indistruttibili di distorsioni e che credono di risolvere il problema, che assorbono risorse finanziarie e le amministrazioni abdicano alla lor funzione perchè credono nello stesso tempo di pienare quegli spazi che ormai il ”pubblico” è impotente a pienare ed allora cerca nell’associazionismo dipendente il modo di tirare a campare tamponando i problemi mentre stà arrivando addosso non solo la pandemia che un solo aspetto ma quella crisi più profonda della società che la politica è sempre più impotente a risolvere. LA SOLUZIONE COME SEMPRE DI TUTTO QUESTO E’ LO STATO AUTORITARIO CHE AVVIENE SOTTO L’EGIDA DI CHI PRENDE LE REDINI DELLA CONDUZIONE A CUI IL POPOLO SPESSO ”BUE” SI AFFIDA PERCHE’ NON HA LA CULTURA DI QUELLO CHE E’ ALL’ORIZZONTE E SI CREDE CHE SI POSSA CAMPARE UGUALMENTE E CHE LE DIGFFERTENZE SOCIALI VENGANO RISOLTE, MENTRE INVECE E’ TUTTO IL CONTRARIO. Ma tutto questo c’è gente che lo sà bene che sia così e che oggi nicchia nell’attesa di dare il colpo ributtando indietro i poveri che hanno la testa pienata della democrazia dei diritti che via via vedono scomparire. Così il futurno non si costruisce ed infatti vedi che è sempre più difficile vedere una via d’uscita, anche perchè per rinserrare il fortino sia a livello nazionale chè locale si coinvolgono i difensori che prima erano attaccanti, gli si dà un fucile, e dalle altane dove si fanno dislocare si manda un messaggio di fidelizzazione verso di loro e verso tutta la società ma in compenso a chi si chiede di essere unito e di provvedere alla difesa del fortinodella democrazia si manda vettovagliamenti con pane ed acqua avendogli promesso prima una normale pietanza.Si pensa che sia il metodo questo di costruire il futuro? Non ci vedi in questo discortso anche la condizione locale di Chiusi ? Ma alla fine anche su tale tema non viene da parte dell’uomo della strada- parlodi quello che poi sarà spinto alla reattività e che ha votato per il sistema perchè gli dava sicurezza-e sarà invece proprio lui a fare da tappeto dove si poggeranno i piedi per marciare verso la reazione ? Chi l’ha prodotta tale condizione con la politica fatta fin’ora e perchè l’ha prodotta se è vero che è così ? Si pensa forse che sia un caso come amerebbero recitare gli illusionisti di tutti gli schieramenti politici ma dei quali è più di tutti colmo quello che tale illusione produce?
Carlone, sono d’accordo. 🙂 Approfondirei però con un paio di considerazione “laterali” rispetto al tuo ragionamento. Lo scollamento sempre più profondo ed evidente cui assistiamo tra politica e “gli altri” si origina dalla struttura intrinsecamente contraddittoria, parlerei quasi di un’aporia, della democrazia rappresentativa: l’elezione genera un gruppo di rappresentanti che sono, di fatto, e a tutti I livelli e gradi della struttura statale rappresentativa, una sorta di aristocrazia. Oddio, vedendoli e valutandoli è più il caso di parlare di una oligarchia (qualcuno la chiama “casta”). Come che si chiami, si tratta di un “gruppo chiuso” (proprio nei termini sociologici) e, come tale, autoperpetuantesi e soprattutto generatore di comportamenti e scelte e decisioni autoreferenziali. La pandemia ha messo a nudo un altro aspetto dell’impotenza dei potenti: l’incapacità di fornire linee guida in qualsiasi ambito. Nascondendosi (è il caso dirlo) dietro a comitati di varia composizione, non riescono a fornire un orientamento ch’è uno – fosse pure sbagliato – a problemi che li vedono sempre in ritardo e sempre impreparati. Tutti. Dal Presidente del Consiglio fino al Sindaco del Comune più piccino. E sì, perché le soluzioni si possono “comprare” (si fa un comitato aggiuntivo…), ma capire il quadro di riferimento che le condiziona e quale direzione prendere, beh, ci vuole un’altra stoffa. Come se ne esce? Con più democrazia, paradossalmente.
Però siamo andati fuori tema 🙂