L’autrice stessa ha confessato: “E’ stato un libro molto complicato, difficile, non so se è la materia, ma per uno scrittore non dovrebbe essere così… in realtà era riuscire a capire senza moralismi e pregiudizi la vita di una persona completamente diversa da me. Ho cercato di rendere le lingue di una donna nella condizione di prostituta più asettica possibile. Nadia è una creatura picaresca ed è il simbolo di tutte le donne pur vivendo la condizione di prostituta”. E a giudicare dai commenti dei relatori, dai due brani letti da Anna Testa, ci è riuscita benissimo.
Pochi narratori come Maria Pia Ammirati hanno denunciato con toni tanto asciutti e lapidari una delle più grandi vergogne e colpe del più evoluto dei continenti: l’Europa. E il libro della Ammirati è un grido di dolore per le prostitute d’Europa, per tutte quelle persone che sono costrette a vivere senza amore, senza dolcezza, senza calore. Nadia, la protagonista, è una ragazza nata in Romania, nella campagna a nord di Bucarest, ripudiata dalla famiglia e finita neanche lei sa come a fare la vita di strada. La sua storia, raccontata dalla Ammirati è una somma di storie, un viaggio letterario feroce e oggettivo nel cuore oscuro dello sfruttamento delle donne nella civilissima Europa, dove nessun Paese può dichiararsi innocente. Leggendo il libro attraversiamo con Nadia la Romania, la Repubblica Ceca e la Germania. La seguiamo nel suo percorso di crescita e di maturazione, dalla casa alla strada Ma il libro apre squarci anche sil mondo che gira intorno alle donne di strada. Il mondo scuro e sconosciuto dei papponi dei lover boy, quelli che adescano e ragazze, si fingono innamorati pazzi e le convincono con false promesse… Ma, benché sembri impossibile, come racconta bene l’autrice, la vita di strada è una vita ordinaria, che si sviluppa dove il bisogno di lavoro è primario, dove è complesso intessere amicizie, dove l’amore è difficile da trovare. La vita di Nadia è la storia vera di una puttana, una che ha dovuto imparare ad ascoltare per riconoscere le voci che si avvicinavano nell’oscurità. Ascoltare le ombre e i fruscii, sentire i sospiri e i guaiti, sopportare con pazienza le storie e le confessioni degli uomini di passaggio… Un libro duro, crudo, quasi un docu-film scritto e non in video. Ma