PRESENTATO A CITTA’ DELLA PIEVE IL LIBRO DI MARIA PIA AMMIRATI. UN GRIDO DI DOLORE PER LE PROSTITUTE D’EUROPA

martedì 14th, dicembre 2021 / 15:20
PRESENTATO A CITTA’ DELLA PIEVE IL LIBRO DI MARIA PIA AMMIRATI. UN GRIDO DI DOLORE PER LE PROSTITUTE D’EUROPA
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CITTA’ DELLA PIEVE –  Nonostante la temperatura gelida e le numerose iniziative ed eventi in contemporanea, una bella platea ha assistito sabato scorso alla presentazione del libro “Vita ordinaria di una donna di strada” di Maria Pia Ammirati, che oltre ad essere una scrittrice è anche direttrice di Rai Fiction. Presentazione condotta da Teresa Ciabatti, Andrea Di Consoli e dall’attrice Anna Testa che ha letto alcuni brani del testo. L’iniziativa era organizzata dall’associazione Arci Note presieduta da Carmine Pugliese.

Un libro, quello della Ammirati, da leggere tutto di un fiato e che racconta la vita di una prostituta invischiata in un destino maledetto come una eroina del teatro greco, che porta il lettore inevitabilmente a riflettere sulla propria tranquilla esistenza. Un libro che parla della condizione umana in un ambiente dove degrado, dolore, miseria sono ingredienti del pane quotidiano…Ma l’autrice non  indulge al pietismo, né teorizza il male alla maniera degli esistenzialisti. Maria Pia Ammirati scrive senza fronzoli, senza pietà. Racconta la vita d Nadia, la prostituta protagonista in presa diretta. Un po’ come fece Ottiero Ottieri negli anni ’50 nel suo Donnarunna all’assalto, quando per raccontare l’inizio e le speranze del boom economico nell’area industriale di Napoli, utilizzò, senza veli, i colloqui di lavoro che egli stesso conduceva alla Olivetti…

L’autrice stessa ha confessato: “E’ stato un libro molto complicato, difficile, non so se è la materia, ma per uno scrittore non dovrebbe essere così… in realtà era riuscire a capire senza moralismi e pregiudizi la vita di una persona completamente diversa da me. Ho cercato di rendere le lingue di una donna nella condizione di prostituta più asettica possibile. Nadia è una creatura picaresca ed è il simbolo di tutte le donne pur vivendo la condizione di prostituta”. E a giudicare dai commenti dei relatori, dai due brani letti da Anna Testa, ci è riuscita benissimo.
Pochi narratori come Maria Pia Ammirati hanno denunciato con toni tanto asciutti e lapidari una delle più grandi vergogne e colpe del più evoluto dei continenti: l’Europa. E il libro della Ammirati è un grido di dolore per le prostitute d’Europa, per tutte quelle persone che sono costrette a vivere senza amore, senza dolcezza, senza calore. Nadia, la protagonista, è una ragazza nata in Romania, nella campagna a nord di Bucarest, ripudiata dalla famiglia e finita neanche lei sa come a fare la vita di strada. La sua storia, raccontata dalla Ammirati è una somma di storie, un viaggio letterario feroce e oggettivo nel cuore oscuro dello sfruttamento delle donne nella civilissima Europa, dove nessun Paese può dichiararsi innocente. Leggendo il libro attraversiamo con Nadia la Romania, la Repubblica Ceca e la Germania. La seguiamo nel suo percorso di crescita e di maturazione, dalla casa alla strada Ma il libro apre squarci anche sil mondo che gira intorno alle donne di strada.  Il mondo scuro e sconosciuto dei papponi dei lover boy, quelli che adescano e ragazze, si fingono innamorati pazzi e le convincono con false promesse… Ma, benché sembri impossibile, come racconta bene l’autrice, la vita di strada è una vita ordinaria, che si sviluppa dove il bisogno di lavoro è primario, dove è complesso intessere amicizie, dove l’amore è difficile da trovare. La vita di Nadia è la storia vera di una puttana, una che ha dovuto imparare ad ascoltare per riconoscere le voci che si avvicinavano nell’oscurità. Ascoltare le ombre e i fruscii, sentire i sospiri e i guaiti, sopportare con pazienza le storie e le confessioni degli uomini di passaggio… Un libro duro, crudo, quasi un docu-film scritto e non in video. Ma
Vita ordinaria di una donna di strada è un libro importante. Non solo per capire, ma anche per sollecitare a un maggior impegno tutte le istituzioni pubbliche e private europee – a partire proprio dall’UE – per porre fine alle migrazioni sessuali e alla mercificazione dei corpi, anzitutto quelli delle donne.
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