PERUGIA, PRESIDENTE DELLA PROVINCIA AL CENTRO SINISTRA. BOCCIATO IL SINDACO PIEVESE RISINI, CANDIDATO CON IL CENTRO DESTRA. E ORA E’ PIU’ SOLO E ISOLATO CHE MAI

mercoledì 22nd, dicembre 2021 / 17:24
PERUGIA, PRESIDENTE DELLA PROVINCIA AL CENTRO SINISTRA. BOCCIATO IL SINDACO PIEVESE RISINI, CANDIDATO CON IL CENTRO DESTRA. E ORA E’ PIU’ SOLO E ISOLATO CHE MAI
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PERUGIA –  Sabato scorso si sono svolte a Perugia le elezioni di secondo grado perla presidenza e il consiglio della Provincia. Votavano solo sindaci e consiglieri comunali. Ha vinto Stefania Proietti, sindaco di Assisi, candidata presidente per il centro sinistra, con il 51,3% dei voti. Battuto il candidato del centro destra Stefano Zuccarini, sindaco di Foligno.

Nel Consiglio però Proietti non ha la maggioranza. Sei consiglieri al centro sinistra e 6 al centro destra che sarebbe anche in leggero vantaggio, perché ha preso più “voti ponderati” (i voti espressi dai consiglieri comunali pesano diversamente sulla base del numero degli abitati del comune). Sono risultati eletti per il centro destra il citato Zuccarini, poi Filippo Schiattelli (56 voti assoluti e 8.418 ponderati); Jacopo Barbarito (56 voti assoluti e 6.562 ponderati); Nicola Alemanno (54 voti assoluti e 6.260 ponderati); Roberta Ricci (19 assoluti e 5.591 ponderati); Catia Degli Esposti (38 assoluti e 5.063 ponderati); Giovanni Dominici (36 assoluti e 4.757 ponderati).

Per il centro sinistra, oltre alla presidente Stefania Proietti, Cristian Betti (66 voti assoluti e 6.708 ponderati); Moreno Landrini (53 voti assoluti e 6.433 ponderati); Erika Borghesi (11 assoluti e 6.300 ponderati); Letizia Michelini (54 voti assoluti e 5.955 ponderati); Francesco Zaccagni (22 assoluti e 4.818 ponderati); David Fantauzzi (18 assoluti e 4.581 ponderati).

Non ce l’ha fatta ad entrare nel consiglio provinciale il sindaco di Città della Pieve Fausto Risini che era candidato per il centro destra e ha ottenuto 10 preferenze (800 voti ponderati), arrivando penultimo. Sostanzialmente, se i consiglieri pievesi di maggioranza hanno votato tutti, Risini ha preso un solo voto fuori da Città della Pieve. Sono 8, più lui stesso 9. Non una grande performance e un segnale di isolamento totale di Risini anche nello schieramento che lo ha finora sostenuto e dal quale però, ultimamente, ha preso le distanze assumendo posizioni univoche con i colleghi del Pd. E’ successo sul tema della sanità e precisamente dell’accorpamentodei distretti e ache sulla questione infrastrutture e collegamento Perugia-Chiusi. Forse Lega e resto del centro destra non hanno gradito.

Adesso Fausto Risini come sindaco è al giro di boa del mandato, che scadrà a maggio 2024. Ma è sempre più un uomo solo al comando. Con una giunta che si è vista e sentita pochissimo e una maggioranza politica che non esiste più. La Lega che all’inizio diceva “Risini uno di noi”, adesso è molto più fredda. I 5 Stelle sono scomparsi dalla scena. Dalla parte opposta il Pd, con il nuovo gruppo dirigente, ha fatto sapere di non essere interessato ad eventuali “inciuci” con lo stesso Risini, ma vuole lavorare per costruire una alternativa. L’altra componente di Città della Pieve in Comune, quella che fa capo a Simona Fabbrizzi ha dichiarato il proprio voto a Stefania Proietti e ha salutato la sua vittoria come un successo anche dell’area civica.

Insomma al momento “l’uomo del cambio”, colui che ha mandato a casa la sinistra dopo 75 anni a Città della Pieve sembra sempre più un sindaco con il bollino di scadenza come le mozzarelle. E senza più neanche le spalle coperte da un movimento trasversale che aveva sperato e confidato nella svolta. Una svolta che non c’è stata su niente e si è rivelata una bolla di sapone.  Ora Risini ha davanti due anni e mezzo di mandato: 30 mesi. Nel mezzo di questi 30 mesi ci sarà il cinquecentenario della morte del Perugino. Una grande occasione e una grande vetrina per la città che diede i natali al “divin pittore”.  Vedremo se riuscirà a coglierla e a trasformarla in una opportunità di rilancio o se anche in quel caso giocherà di rimessa accontentandosi di un po’ di fumo e pochissimo arrosto.

M.L.

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