LETTA SORPRESO DALLO SCIOPERO GENERALE: “CHE ROBA CONTESSA… “
“I sindacati fanno il loro mestiere. Lo sciopero generale? Non me l’aspettavo. Si è realizzata la più grande riduzione di tasse sul lavoro mai fatta prima. Io ritengo che la legge di Bilancio che il governo ha presentato, che è stata aggiustata e sarà migliorata in Parlamento, sia una legge equilibrata per il Paese, interviene su temi sensibili come la non autosufficienza“. Il segretario del Pd Enrico Letta intervistato da Corriere tv esplicita per la prima volta il suo giudizio sulla mobilitazione proclamata da Cgil e Uil per il 16 dicembre. Letta è stato quindi colto di sorpresa dallo sciopero contro quella che per i due sindacati è una manovra “socialmente ingiusta”. Maurizio Landini, su La7, gli risponde così: “Ho la sensazione che la maggioranza e il sistema dei partiti non si stanno rendendo conto, e lo dico con giustificato motivo, della reale situazione sociale delle persone nel nostro Paese”.
Insomma il segretario del maggiore partito della sinistra (anche se sempre più “moderata”) non si aspettava che i sindacati proclamassero lo sciopero. Beh, in effetti la sorpresa è comprensibile. Degli scioperi generali per difendere il potere di acquisto delle fasce più deboli, si erano perse le tracce. E pure la memoria. “I sindacati fanno il loro mestiere” dice Letta. Purtroppo negli ultimi due decenni non sempre lo hanno fatto, piegandosi spesso sulla linea dei governi. Il fatto che le sedi periferiche e le vecchie camere del lavoro siano diventati CAF, cioè agenzie del governo, per lo svolgimento di pratiche burocratiche, dietro lauto compenso del governo ai sindacati, non ne è che la cartina di tornasole. Detto questo però, una volta che i sindacati (due su tre, neanche tutti) si svegliano e decidono di tornare in piazza, il segretario del Pd si mostra titubante, sorpreso e sostanzialmente non d’accordo…
Quando Renzi, da segretario del Pd disse che preferiva Marchionne ai sindacati, molti (noi compresi) considerammo quella frase uno scandalo. E uno scivolone grave. Il segretario di un partito di sinistra, anche il più moderato e riformista, non può avere dubbi su quale parte difendere tra i sindacati e i padroni del vapore. Anche quando i sindacati non fanno bene o del tutto la loro parte. Lo disse all’epoca anche Ken Loach.
Ora, Enrico Letta, non è solo il segretario del Pd. E’ anche il deputato del Collegio 12 della Camera, quello di Siena e parte della Provincia di Arezzo. Personalmente non ho votato per Letta alle recenti suppletive. Perché non ho mai votato Pd, da quando è nato il Pd. Considero Letta una persona per bene. E un buon politico. Come segretario mi sembra poco adatto, troppo gentile e pacato. Troppo signorile. Come deputato del mio collegio, pure.
Guarda le cose con distacco Letta, non si scompone, ma dà l’idea di uno che sì, si impegna e qualche idea ce l’ha, ma fondamentalmente con la gente comune, quella che si sbatte dalla mattina alla sera e fatica a pagare il mutuo, le bollette rincarate, quella che fa lavori precari o sottopagati, quella gente che fatica a riscuotere le fatture e a pagare i fornitori, c’entri poco o nulla… La sorpresa di Letta mi fa ritornare in mente una vecchia canzone cantata tante volte nei cortei negli anni ’70: “Che roba contessa, all’industria di Aldo/Han fatto uno sciopero quei quattro ignoranti/
Volevano avere i salari aumentati/Gridavano, pensi, di esser sfruttati…”.
Oggi Contessa non la canta più nessuno. L’autore Paolo Pietrangeli è morto qualche settimana fa. Roba vecchia. Eppure siamo ancora lì: che roba, contessa…
m.l.
Letta prova a dare una risposta in grado di dare prospettiva agli operai della Caterpillar. Vedrai che se metterai le mani nel mondo del lavoro, capirai meglio le ragioni dello sciopero.
L’azione del governo non è giusta perché interviene su una platea “manomessa”. La riforma fiscale concordata tra i partiti della maggioranza, sebbene diminuisca il peso dell’imposta sui redditi da lavoro dipendente e pensioni, riduce il grado di progressività del sistema tributario. Invece di colpire rendite finanziarie e immobiliari e grandi patrimoni, l’intervento del governo si concentra sull’Irpef, tagliando le imposte al 10% dei redditi da lavoro dipendente e dalle pensioni più elevate. Ci sarebbe da fare un (troppo) lungo ragionamento sull’equità orizzontale di cui il governo non tiene conto; inoltre, l’irpef ha assunto sempre più le caratteristiche di un’imposta speciale sui redditi da lavoro dipendente e pensioni, allontanandosi dal modello di imposta generale su tutti i redditi personali. Redditi da lavoro dipendente e pensioni rappresentano infatti circa l’85% della base imponibile dell’imposta. Ampie categorie di redditi (finanziari, d’impresa, da rendita immobiliare, ecc.) sono state via via escluse dalla base imponibile Irpef e assoggettate a regimi sostitutivi. Insomma, le ragioni per scioperare le potrebbe capire anche Letta – che non vive la quotidianità di noi poveri cristi -. Io ho aderito allo sciopero,oggi, e ci rimetterò parecchi soldi. Almeno avrei voluto la solidarietà del prof. Letta, visto che non avremo quella di un componente dell’oligarchia partitica.