TERRA MADRE DAY A CHIUSI: UNA SERATA ALL’INSEGNA DELLE BUONE PRATICHE AGRICOLE E ALIMENTARI TARGATA SLOW FOOD

sabato 11th, dicembre 2021 / 17:53
TERRA MADRE DAY A CHIUSI: UNA SERATA ALL’INSEGNA DELLE BUONE PRATICHE AGRICOLE E ALIMENTARI TARGATA SLOW FOOD
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CHIUSI –  Ieri sera a Chiusi si è celebrato, come in molte altre città il Terra Madre Day, evento legato a Slow Food.Si è celebrato con una cena nella sala San Francesco, adattata per l’occasoone. Una cena targata Slow Food è sempre una cosa buona e giusta…  Per chi, come il sottoscritto, considera la filosofia di Slow Food una sorta di religione laica del bon vivere (non solo del buon mangiare) l’occasione era di quella da non mancare. E infatti sono stato benissimo. Primo perché mi sono ritrovato in compagnia di amici, e di questi tempi è cosa piuttosto rara. Alcuni venuti da fuori, dalla Romagna, da Milano…  Uno che non vedevo da più di 30 anni e mi ha fatto molto piacere ri-incontrare. Fa il sindaco a Castiglion d’Orcia. E’ un’istituzione della sinistra di quell’angolo di Toscana Felix compresso tra le pendici del Monte Amiata e la celebratissima Va d’Orcia patrimonio dell’Unesco…  Mi ha fatto piacere scambiare quattro chiacchiere con un giovane assessore del comune di Montalcino, in quota San Giovanni d’Asso, che adesso è frazione del comune del Brunello. L’unica fusione tra comuni riuscita e non contestata, che ha messo insieme due eccellenze: il vino più famoso del mondo e il tartufo bianco delle Crete Senesi che a San Giovanni d’Asso ha la sua patria ed è una sorta di reliquia santificata come un oracolo. Che però dà anche reddito, oltre che notorietà e turismo.

Bello vedere diversi sindaci e amministratori del territorio. Mi ha fatto piacere ritrovare a cena, fianco a fianco, anche l’ex sindaco di Chiusi Juri Bettollini che per la prima volta – lo ha detto lui – tornava ad una iniziativa pubblica dopo le elezioni del 3-4 ottobre e sentire la vicesindaco attuale, Valentina Frullini, pronunciare parole di “continuità”, almeno per quanto riguarda il rapporto di Chiusi con Slow Food e con la filosofia dell’associazione della chiocciola… Dopo aver vissuto, due mesi fa, una campagna elettorale tutta impostata sul “cambio di metodo” (e anche di alleati e maggioranza) rispetto alla gestione Bettollini, non era affatto scontato. Su questo terreno, almemno, la frattura non c’è.

Piacevolissimo e “illuminante” l’incontro con Cristiano, un giovane umbro che faceva l’operatore turistico e tutto ad un tratto si è messo a coltivare grani antichi, di varie qualità, e a produrre pane con i metodi – sia per la coltivazione del grano che per la mietitura e macinatura, che per la panificazione – identici a quelli del.. 1500.

Cristiano è originario di Magione, ma questa sua attività temeraria la svolge sulle colline di Gubbio. Il pane però, lo porta un giorno a settimana anche a Perugia, a Castiglione del Lago, a Città della Pieve, a Chiusi… Costa un po’ di più di quello comune da supermercato (4 euro al kg, “di più no, perché io sono un contadino democratico”, dice scherzandoci un po’ su, ma neanche tanto), ma è una cosa straordinaria. E la storia, la scommessa di Cristiano è anche la riprova provata che si può scommettere sulla terra, sulla tradizione, sulla qualità, sulla manualità… tutte cose che possono sembrare romanticherie da visionari, ma alla fine sono invece recupero di cultura e presidi di salute alimentare.

Il pane di Cristiano fatto alla maniera del ‘500 con l’olio nuovo di “minuta chiusina”, servito alla cena come antipasto, valeva praticamente da solo la serata. Anche la “minuta” di cui esiste una “Comunità Slow Food”, è un’oliva antica che stava per scomparire e che è stata recuperata. E’ una produzione di nicchia, molto di nicchia, che si fa solo nel territorio di Chiusi. Ma è un’eccellenza e anche in questo caso un “recupero di storia, tradizione, cultura millenaria”.

Ottimo anche il resto della cena, con piatti a base di prodotti del territorio: dall’aglione della Valdichiana, alle polpette di carne “maremmana”, dal maialino di cinta senese ai fagioli, al cavolo nero, al pecorino a latte crudo, alle castagne usare per il dolce… Anche i vini servito per accompagnare il menù, tutti della zona di Montepulciano. Tutta roba di qualità certificata, insomma.

La cena è stata preparata da Tiziana Tacchi la migliore ostessa d’Italia secondo la Guida Slow Food, del ristorante Il Grillo è Buoncantore, Gianmarco Annulli de La Madia del Grillo, entrambi di Chiusi (Piazza XX Settembre) e da Massimo Rossi del ristorante Belvedere di  Monte San Savino.

Al di là della bontà dei piatti e dei vini e della maestria degli chef, sulle quali non vi potevano essere dubbi, la cosa migliore della serata è stato senza dubbio il clima conviviale all’insegna (e alla scoperta) delle buone pratiche agricole e culinarie. Una sorta di “lezione sul campo” sul mangiare sano, pulito e giusto. In un certo qual mondo un rito laico per accendere l’attenzione sui guai del pianeta e sulla robaccia che mettiamo in tavola e mangiamo tutti i giorni… Che Dio conservi Slow Food!

M.L.

 

 

 

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