IL GENOCIDIO DELLA SPONDA ACCANTO
ALLA RASSEGNA ‘STORIE DI STORIA’ A CASTIGLIONE DEL LAGO “QUO VADIS AIDA?” UN FILM DOLOROSO SUL MASSACRO SI SREBRENICA DEL 1995
Ieri, dalla rassegna “Storie di Storia” del Comune di Castiglione del Lago, ci è arrivato un pugno in faccia ben assestato dal film “Quo vadis, Aida?“pur tanto pudico nel raccontare l’orrore.
L’orrore raccontato dal film è quello del massacro di Srebrenica, enclave bosniaca circondata da serbi, che fu perpetrato nell’ultimo anno della guerra in Bosnia, il 1995, in un’area di sicurezza controllata dalle Forze delle Nazioni Unite. L’11 luglio 1995 Srebrenica venne occupata dalle truppe serbo-bosniache che deportarono la popolazione e compirono un vero genocidio trucidando circa ottomila uomini e ragazzi bosniaci musulmani.
Nel film, Aida (una magnifica Jasna Djuricic), traduttrice per conto delle Nazioni Unite, insegna e vive a Srebrenica con il marito e i due figli maschi. Il racconto intreccia la tragedia collettiva al dramma privato, alla furia ferina, viscerale con cui la donna cerca di salvare almeno i suoi cari, dopo aver tentato in ogni modo di deviare il corso delle vicende.
Il film non può non scuotere le nostre coscienze di cittadini, all’epoca già adulti, di un’Europa ignava e inerte di fronte alla immane tragedia che si consumava dietro l’angolo e che ha pure sostenuto in tempi più recenti l’iniziativa del conferimento ai caschi blu olandesi di una medaglia d’onore “per il coraggio” (!!) mostrato a Srebrenica.
Il film la mostra bene la vergogna di questo “coraggio”, mentre le scene di deportazioni e persecuzioni, i cani, la consegna dei documenti, le case delle vittime occupate dai carnefici evocano tempi bui appena più remoti. Quando ci chiediamo come sia stato possibile l’Olocausto, chiediamoci pure dove eravamo ai tempi dei crimini della guerra nella ex-Jugoslavia e di cosa ci stiamo occupando mentre migliaia di migranti bloccati al confine tra Polonia e Bielorussia cercano di salvarsi da gelo e violenza.
Lucia Annunziata
Pur condividendo in toto ciò che la sig.ra Lucia Annunziata ha scritto,mi piacerebbe far notare che pur non essendo difensore di nessuno specialmente in tali tragedie che la dicono lunga sull’azione politica e militare perpetrata a danno di quelle popolazioni dalle forze della NATO ed anche in certi casi dai caschi blu di certe nazioni asiatiche,quando esiste la guerra civile fra aree grandi e popolate,di tali tragedie noi del ”mondo libero” ce ne accorgiamo sempre a cose fatte e con il peso della politica che ci conviene ricerchiamo ” i macellai” fino a perseguirli ed imprigionarli affibbiando tali epiteti a coloro contro i quali abbiamo deciso di agire,con aerei e razzi i cui motori sono stati accesi anche dai governi tendenzialmente ”pacifisti” della nostra Italia(vedi governo capeggiato dal sinistrorso d’Alema” che non potè rifiutarsi di accendere i motori degli aerei. In questo Post si parla di un film e della conoscenza dei fatti realmente avvenuti ma proprio per non apparire cerchiobottisti occorrerebbe dire quanto sia stato subìto dall’altra parte della popolazione Serba,bombardata e spinta alla difesa per contrastare le milizie mussulmane armate dalla NATO.Perchè non lo si dice e si và direttamente al ”sangue versato” di una popolazione civile ed innocente e rinchiusa nei campi ai quali il sistema mediatico mondiale ha dato risalto contrapponendo i macellai Milosevic ed il ” dottor morte” non parlando invece dello sterminio delle famiglie da parte delle milizie mussulmane non esclusa quella dello stesso Milosevic della moglie e figli? Siamo ad un punto che come in tutte le occasioni la storia la raccontino i vincitori,dicendo e mettendo in evidenza ciò che torni loro conto.I bombardamenti di Belgrado da parte degli aerei alzatisi in volo dall’italia dalle basi Nato e lo sganciamento delle bombe radioattive nell’adriatico me le sono invantate io oppure anche qualcuno dei nostri militari è deceduto a causa di tali ordigni? Quando esiste una guerra civile credo che al di là del sangue versato occorrerebbe dare un giudizio sulle vere ragioni politiche che hanno segnato i più forti in campo contro i più deboli, ed allora-films e racconti a parte che sono senz’altro i benvenuti poichè raccontano la storia di parti della realtà-ma sempre e solo parti di questa,occorrerebbe parlare informando la gente anche e certamente facendo il conto delle vittime e degli stermini perpetrati arrivando ad un conto totale ed alle conseguenze, ma anche sulle ragioni profonde del perchè si è giunti a tali tragedie, e forse allora si vedrebbe un po’ più dall’alto una panoramica globale che potrebbe indirizzare l’osservatore a raggiungere spiegazioni più complete,come potrebbero essere anche quelle appunto alle quali si fa riferimento nel Post dei migranti bloccati nel gelo della Bielorussia e che desiderano entrare in Polonia.Se ci si chiede dove eravamo al tempo della guerra in Bosnia sarebbe bene riflettere che eravamo dalla parte di coloro che bombardavano Belgrado nonostante le vittime della popolazione civile che misero le loro vite a scudo della lor nazione sui ponti.Personalmente il sottoscritto era dalla loro parte ma non perchè agli occhi di qualcuno si poteva richiamare il concetto di un regime ormai che andava liquefacendosi e che era alleato di Mosca ma perchè
la tracotanza degli assalitori dotati dei mezzi più sofisticati infieriva sulle popolazioni più deboli,compresi gli stessi mussulmani,assoldati e dotati di armi moderne dalla Nato per affrettare il trapasso dei regimi.Stessa cosa successa in Afghanistan con i talebani che armati dagli Stati Uniti contro l’Unione Sovietica si sono rivolti poi contro gli stessi fornitori di armi riuscendo a prevalere sugli stessi ed a cacciarli fuori dal loro paese dopo anni di guerre civili e stragi gratuite.Quando abbiamo visto che le grandi potenze ai loro confini non tollerino intromissioni di altri governi mercenari (Vedi Russia con l’Ucraina) le provocazioni non stentano ad affermarsi.L’Ucraina stessa ha una storia non troppo pulita che viene da lontano se la si volesse osservare bene e che risale anche alla seconda guerra mondiale rispetto all’accettazione dell’invasione hitleriana.Non c’è dunque da andare a ricercare le condizioni degli albori dell’umanità per raccontare le storie della realtà che vediamo oggi, ma bisognerebbe raccontarle tenendo conto della storia recente,anche nel caso di quei profughi respinti nel gelo con i getti d’acqua dalla polizia della cattolicissima Polonia alla quale non una parola è stata mossa contro dalla nostra civilissima europa e nemmeno lo stesso Papa ha toccato questo argomento nella sua ” misericordiosa accettazione delle tragedie”,ma anzi quella che è stata condannata è la Bielorussia.Sarebbe bene chiedersi se ciò corrisponda ad una strategia superiore al valore assoluto degli stessi avvenimenti.Ma spesso a farsi queste domande si diventa ”uomini contro” non comprendendo che le vittime spesso non sono solo coloro che versano il sangue ma ce ne sono delle altre che credono in base alle convinzioni che si sono formate grazie al complesso mediatico di poter stare su un seggiolone e da lì sentenziare quale possa essere il bene od il male.
Corrige all’intervento sopra descritto : non ho citato anche i nomi dei criminali di guerra Ratko Mladic e Radovan Karadzic(quest’ultimo detto anche come è stato scritto ”il dottor morte”).Lo sterminio della famiglia non nè stato compiuto nei confronti di quella di Milosevic bensì di quella del generale Mladic da parte delle milizie mussulmane.Spesso la violenza inevitabilmente genera altrettanta violenza e di tale violenza -oltre a chi la compia direttamente- è responsabile diretto chi la provoca per ragioni di pura supremazia ed interesse,ma che normalmente non appare agli occhi dei più.Chiedo scusa per il refuso.